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Per
le femmine israeliane la guerra è un videogioco
20 luglio 2010 - tratto da http://saigon2k.altervista.org/?p=1758
L’obiettivo: uccidere.
Giocato da: giovani femmine dell’esercito Israeliano.
Spot and Shoot,
come viene chiamato dall’esercito Israeliano, potrebbe sembrare un
videogioco ma le sagome nello schermo sono persone reali – Palestinesi
di Gaza – che possono venire uccise con la semplice pressione di un
pulsante nel joystick.
Le
femmine in divisa, situate ben lontane in delle stanze operative, sono
responsabili nel mirare e sparare le mitragliatrici controllate a
distanza che sono collocate in delle torrette posizionate a distanza di
qualche centinaio di metri fra di loro lungo un recinto che circonda
Gaza.
Il
sistema è uno degli ultimi congegni per “l’uccisione a distanza”
sviluppati dall’azienda per armamenti Israeliana Rafael, che
precedentemente era una divisione di ricerca militare all’interno
dell’esercito Israeliano e ora è un’azienda governativa separata.
Secondo
Giora Katz, il vice presidente di Rafael, apparati militari di controllo
a distanza come Spot and Shoot
rappresentano il futuro. Katz ritiene che entro un decennio almeno un
terzo dei mezzi utilizzati dall’esercito Israeliano per il controllo
di terra, aria e mare saranno senza pilota.
La
richiesta per simili sistemi, ammette l’esercito Israeliano, è la
conseguenza della combinazione di bassi livelli di arruolamento e una
popolazione meno propensa a rischiare la vita in battaglia.
Oren Berebbi, a capo della sezione tecnologia, recentemente ha
dichiarato ad un giornale Statunitense: “Stiamo
tentando di portare i mezzi senza pilota in ogni luogo del campo di
battaglia … Possiamo fare molte più missioni senza mettere in
pericolo la vita del soldato.”
Il
veloce progresso della tecnologia ha sollevato la preoccupazione delle
Nazioni Unite. Philip Alston, un relatore speciale sulle uccisioni
extragiudiziali, lo scorso mese ha messo in guardia sul pericolo che
potrebbe presto emergere una “mentalità Playstation d’uccidere”.
Secondo gli analisti, però, Israele difficilmente accantonerà i
sistemi che sta sviluppando – utilizzando i territori Palestinesi
occupati, e specialmente Gaza, come dei laboratori per testare le armi.
Le
armi controllate a distanza sono molto richieste da regimi repressivi e
dalle fiorenti industrie sulla sicurezza di tutto il mondo.
“Questi sistemi sono ancora nelle fasi iniziali di sviluppo, ma il
mercato è ampio e sta crescendo per loro”, ha detto Shlomo Brom, un
generale in pensione e analista della difesa presso l’Institute of
National Security Studies della Tel Aviv University.
Il
sistema Spot and Shoot –
conosciuto ufficialmente come Sentry Tech – ha attirato l’attenzione
principalmente perchè viene operato da femmine in divisa di 19 e 20
anni, rendendolo così l’unico sistema di guerra utilizzato
esclusivamente da femmine.
Le femmine in divisa vengono preferite per operare sistemi per uccidere
a distanza per via della carenza di reclute di sesso maschile nelle unità
di combattimento Israeliane. Le giovani femmine possono compiere quindi
missioni senza rompere il taboo sociale di rischiare la loro vita, ha
detto Mr Brom.
Le
femmine devono identificare ogni persona sospetta che si avvicina al
recinto intorno a Gaza e, se autorizzate da un ufficiale, ucciderli
usando i loro joystick.
L’esercito Israeliano, che intende introdurre la tecnologia assieme
alle altre nel campo di battaglia, si rifiuta di dichiarare quanti
Palestinesi sono stati uccisi da queste mitragliatrici controllate a
distanza nella Striscia di Gaza. Secondo i media Israeliani, le vittime
sarebbero svariate dozzine.
Il sistema venne preparato due anni fa per motivi di sorveglianza, ma
solo recentemente gli operatori hanno avuto l’opportunità di usarlo
anche per sparare. L’esercito ha ammesso di aver usato Sentry Tech a
Dicembre per uccidere almeno due Palestinesi che erano molte centinaia
di metri all’interno del recinto che circonda Gaza.
Il
quotidiano Haaretz, a cui la scorsa settimana è stato dato un raro
accesso alla stanza di controllo di Sentry Tech, ha citato una femmina,
Bar Keren, di 20 anni, che ha detto: “E’
molto allettante essere una di quelle che fanno questo. Ma non tutti
vogliono fare questo lavoro. Non
è semplice prendere un joystick come quello di una Sony Playstation e
uccidere, ma alla fine è per difesa“.
Sensori audio nelle torrette significano che le femmine sentono
il colpo quando uccide il bersaglio. Nessuna femmina, ha dichiarato
Haaretz, ha fallito l’obiettivo di sparare quel che l’esercito
definisce un Palestinese “incriminato”.
L’esercito
Israeliano, che impone il rispetto di una terra di nessuno senza confini
definiti dentro il recinto che penetra fino a 300 metri dentro il
piccolo territorio, è stato largamente criticato per aver aperto il
fuoco contro civili che entravano nella zona chiusa.
Rafael sembra che stia sviluppando anche una versione di Sentry Tech che
sparerà missili guidati a lunga gittata.
Un’altro pezzo di hardware prodotto recentemente dall’esercito
Israeliano è il Guardium, una macchina robot corazzata che può
pattugliare un territorio raggiungendo velocità fino a 80km all’ora,
può procedere dentro le città, lanciare “imboscate” e sparare a
bersagli. Attualmente pattuglia i confini Israeliani con Gaza e il
Libano.
I
suoi sviluppatori Israeliani, G-Nius, l’hanno chiamato il primo
“soldato robot” del mondo.
Ma Israele è meglio conosciuto per il suo ruolo nello sviluppo di
“veicoli aerei senza piloti” – o droni, come sono conosciuti oggi.
Sviluppati inizialmente con scopi di spionaggio, e usati per la prima
volta da Israele agli inizi degli anni ‘80 in Libano, oggi vengono
sempre più usati per compiere esecuzioni extragiudiziali da migliaia di
metri dal cielo.
Fonte:
The National
Traduzione: Saigon2k.altervista.org