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"La
verità sulle case farmaceutiche"
Marcia
Angell, direttrice per oltre vent'anni del New England Journal of
Medicine.
Tratto da “The New York Review of Books, vol. 56 n.1, del 15 gennaio 2009.
Pubblicato
su http://www.metododibella.org
Recensione/presentazione
del suo libro "La
verità sulle case farmaceutiche" (Truth About The
Recentemente il senatore
repubblicano Charles Grassley, membro della commissione Finanze del
Egli non ha avuto molte difficoltà a trovare riscontri.
Prendiamo il caso del
Dr. Joseph L. Biederman, professore di psichiatria presso la Harvard
Medical
Legalmente, i medici possono utilizzare per qualsiasi altra indicazione
farmaci già approvati per una particolare indicazione, ma tale uso deve
essere basato su una buona evidenza scientifica pubblicata. Non sembra
proprio che qui ricorra tale ipotesi. Gli studi di Biederman sui farmaci
con i
Nel mese di giugno, il senatore Grassley ha rivelato che le aziende farmaceutiche, compresi i produttori dei farmaci per l'infanzia che B. prescrive per il disturbo bipolare, hanno pagato 1,6 milioni di dollari a Biederman per consulenze e conferenze tra il 2000 e il 2007. Due suoi colleghi hanno ricevuto somme analoghe. Dopo che la cosa è venuta alla luce, il presidente del Massachusetts General Hospital e il presidente della sua sezione medica hanno inviato una lettera ai medici dell'ospedale invitandoli a non aggravare ulteriormente questi casi di macroscopici conflitti di interessi, ma anche ad esprimere la propria solidarietà a chi ne aveva beneficiato: "Sappiamo che si tratta di un momento di incredibile dolore per i medici e le loro famiglie, e il nostro cuore è con loro"!
Altro caso è quello del
Dr. Alan F. Schatzberg, titolare della cattedra di psichiatria del
dipartimento
Il caso forse più
eclatante tra quelli finora esposti dal senatore Grassley è quello del
dottor Charles B. Nemeroff, presidente
della Emory University-Dipartimento di Psichiatria e, insieme con
Schatzberg, coeditore di un rinomato Textbook of Psychopharmacology.
Nemeroff è stato il ricercatore di punta, percependo una sovvenzione di
3,95 milioni di dollari in cinque anni dall'Istituto Nazionale di Salute
Mentale, 1,35 dei quali destinati alla Emory dalla GlaxoSmithKline a
titolo di contributo per lo studio....di diversi farmaci da lei
prodotti. Per attenersi ai regolamenti universitari ed alle
leggi dello stato, egli era tenuto a comunicare alla Emory quanto
percepito da
GlaxoSmithKline, ed a
sua volta la Emory doveva informarne, per importi superiori a 10.000
dollari annui, il National Institutes of Health, unitamente
all'assicurazione che il risultante conflitto di interessi sarebbe stato
eliminato.
Ma il senatore Grassley, confrontando i registri della Emory con i
documenti contabili della multinazionale, scoprì che Nemeroff aveva
omesso di indicare qualcosa come 500.000 dollari ricevuti da
GlaxoSmithKline per decine di conferenze dirette a promuovere i prodotti
della società.
Nel giugno 2004 la Emory ha condotto la sua indagine sull'operato di
Nemeroff, ed ha riscontrato molteplici violazioni dei suoi regolamenti.
Nemeroff ha risposto assicurando la Emory in una nota:
"in considerazione della convenzione National Institutes of
Health/Emory/GSK (GlaxoSmithKline),
Peraltro la Emory è
stata destinataria di borse di studio e di altre entrate procurate da
Nemeroff, e
"Sicuramente lei
ricorderà che la Smith-Kline Beecham Pharmaceuticals ha procurato una
cattedra importante al dipartimento e che vi è qualche ragionevole
probabilità che la Janssen Pharmaceuticals farà altrettanto. Inoltre,
la Wyeth-Ayerst Pharmaceuticals ha finanziato un programma di ricerca
Career Development Award nel dipartimento, e personalmente ho chiesto
sia ad AstraZeneca Pharmaceuticals che alla Bristol-Meyers Squibb di
fare altrettanto. Se sarò ricompreso in questo affare, ciò contribuirà
a farli decidere per un finanziamento alla nostra facoltà".
Poiché era stato il
senatore Grassley a fare il nome di questi psichiatri, a costoro è
stata dedicata
Nessuno conosce
esattamente le cifre complessive pagate dalle ditte farmaceutiche ai
medici, ma ritengo, sulla base dei
bilanci delle nove più importanti aziende farmaceutiche americane, che
si tratti di decine di miliardi di dollari l'anno. Con tali strumenti
l'industria farmaceutica ha acquisito il controllo totale sulla
valutazione e la prescrizione dei propri prodotti da parte dei medici.
Tutto ciò asserve i medici,
particolarmente i cattedratici di prestigiose scuole mediche, influenza
i risultati
Occorre considerare che
gli studi clinici per l'impiego di farmaci vengono testati sull'uomo.
Prima che un nuovo farmaco
entri in commercio, il produttore deve finanziare studi clinici per
dimostrare alla Food and Drug
Administration che il farmaco è sicuro ed efficace, solitamente facendo
un confronto con un placebo o un "manichino pillola". I
risultati di tutte le prove (che possono essere
Ma i medici possono
prescrivere farmaci autorizzati come "off-label", vale a dire,
senza riguardo per l'indicazione approvata, di modo che forse la metà
di tutte le prescrizioni sono state redatte per indicazioni off-label.
Dopo che i farmaci sono sul mercato, le imprese continuano a
sponsorizzare studi clinici, a volte per ottenere l'approvazione FDA per
ulteriori usi, a volte per dimostrare un vantaggio rispetto ai
concorrenti, e spesso solo come pretesto per ottenere che i medici
prescrivano questi farmaci ai pazienti. (Tali test sono giustamente
chiamati "semina" studi.).
Dal momento che le
aziende farmaceutiche non hanno accesso diretto ai pazienti, esse hanno
l'esigenza di appoggiare le loro sperimentazioni ad atenei medici, dove
i ricercatori ottengono di poter utilizzare, a
scopo didattico, pazienti di ospedali e cliniche, o di società private
di ricerca (CROs), che
attraverso i medici di base arruolano pazienti. Sebbene le CROs siano di
solito più efficienti, i finanziatori preferiscono utilizzare le scuole
mediche, sia perché la ricerca condotta da
Pochi decenni fa, le
scuole mediche non disponevano di estesi rapporti finanziari con
l'industria, ed i ricercatori
universitari che portavano avanti la ricerca finanziata da case
farmaceutiche non avevano altri legami con loro. Ma oggi le università
hanno molteplici rapporti con l'industria e si
Dato che le aziende
farmaceutiche pretendono, come condizione per erogare un finanziamento,
di essere capillarmente
coinvolte in tutti gli aspetti della ricerca che sponsorizzano, è
facile per loro introdurre
falsificazioni dirette a far apparire i loro farmaci migliori e più
sicuri di quel che sono.
Prima del 1980 veniva data ai ricercatori universitari una totale
autonomia nella conduzione dei lavori, ma ora le case farmaceutiche
impiegano spesso i loro dipendenti ed i loro agenti nel progettare gli
studi, eseguire i test, scrivere i lavori, e decidere se e in quale
forma pubblicare i risultati. Talvolta le facoltà mediche procurano
ricercatori che sono poco più che manovali, per cui
In considerazione di un
controllo simile e dei conflitti di interesse che permeano la ricerca,
non c'è
L'occultamento dei
risultati fallimentari emersi da ricerche è oggetto di un coinvolgente
libro scritto da Alison's Bass, dal titolo "Effetti collaterali: un
accusatore, uno che ha fatto la soffiata ed un bestseller, in una
ricerca su antidepressivi". Questa è la storia di come il gigante
farmaceutico britannico, la
GlaxoSmithKline, abbia sepolto prove che il suo antidepressivo, il Paxil,
top nelle vendite, è inefficace e potenzialmente dannoso per i bambini
e gli adolescenti. Bass, ex reporter del Boston Globe, descrive il
coinvolgimento di tre persone: uno scettico psichiatra universitario, un
moralmente indignato esponente del reparto di psichiatria della Brown
University (il cui presidente ha ricevuto nel 1998 più di $ 500.000 per
consulenze da industrie farmaceutiche, tra le quali la GlaxoSmithKline),
e un infaticabile sostituto procuratore generale di New York. Hanno
preso posizione contro la GlaxoSmithKline ed il sistema psichiatrico, e
alla fine l'hanno avuta vinta contro ogni previsione.
Il libro segue le
singole lotte di queste tre persone nel corso di molti anni, culminati
con la GlaxoSmithKline obbligata, nel 2004, a transare sulle accuse di
frode pagando 2,5 milioni di dollari (una sciocchezza
rispetto agli oltre 2.700 milioni di vendite annuali del Paxil). Ha
inoltre preannunciato di rendere nota una sintesi di tutti gli studi
clinici completati dopo il 27 dicembre
Molti farmaci che si
pretende siano efficaci, hanno probabilmente un'efficacia leggermente
superiore al placebo, ma non c'è modo di appurarlo, visto che i
risultati negativi sono tenuti nascosti. Un indizio è stato individuato
sei anni fa da quattro ricercatori che, invocando il Freedom
La differenza tra
farmaco e placebo è stata così piccola che era improbabile che essa
potesse rivestire un qualche significato clinico. I risultati sono stati
più o meno gli stessi per tutti e sei i farmaci: tutti sono risultati
egualmente inefficaci. Ma visto che sono stati pubblicati solo i
risultati
Le sperimentazioni
cliniche sono influenzate anche tramite criteri di ricerca adottati
unicamente allo scopo di produrre risultati favorevoli per gli sponsor.
Ad esempio, il farmaco del finanziatore può essere confrontato sì con
un altro farmaco, ma somministrato a una dose così bassa che quello del
finanziatore appare più potente. Oppure un farmaco destinato a
patologie dell'anziano può essere testato sui giovani, in modo che gli
effetti collaterali abbiano minori probabilità di manifestarsi. La
stessa metodica distorsiva utilizzata normalmente nel confrontare un
nuovo farmaco con un placebo viene adottata anche quando il confronto
riguarda un farmaco preesistente. In breve, ed è questa la ragione
fondamentale per la quale i ricercatori devono essere veramente
disinteressati nei confronti dei risultati del loro lavoro, spesso è
possibile guidare le sperimentazioni cliniche in modo che diano i
risultati che si desiderano.
Più della ricerca, sono
i conflitti di interesse ad influire sui dati. Essi determinano inoltre
gli indirizzi e gli strumenti ai quali si conforma la medicina
praticata, attraverso la loro influenza sulle linee-guida rilasciate
da organismi governativi e professionali, e attraverso i loro effetti
sulle decisioni FDA.
Alcuni esempi: in un sondaggio effettuato presso duecento esperti che
hanno redatto linee guida
Negli ultimi anni, le
aziende farmaceutiche hanno messo a punto una nuova ed estremamente
efficace strategia per espandere i loro fatturati. Invece di
propagandare farmaci per il trattamento di malattie, hanno iniziato a
propagandare le malattie alle quali adattare i loro farmaci! La
strategia è quella di convincere quante più persone possibili (insieme
ai loro medici, ovviamente) che le loro condizioni di salute richiedono
un lungo periodo di terapia. Talvolta chiamato "malattia del
cantastorie", questo è il tema di due nuovi libri. Il primo è di
Melody Petersen Meds, del nostro
Per inventare nuove
malattie o ingigantire le preesistenti, le aziende affibbiano loro
denominazioni
Melody Petersen, che era
un reporter del New York Times, ha scritto un'ampia, convincente
requisitoria contro il settore farmaceutico. Essa stabilisce in
dettaglio i vari modi, sia legali che illegali, con i quali le aziende
farmaceutiche possono realizzare autentici exploit (vendite annuali di farmaci per oltre un
miliardo di dollari) e il ruolo essenziale che svolgono i KOLs. Il suo
esempio è
Il libro di Christopher
Lane ha messo a fuoco un soggetto più limitato, e cioè il rapido
aumento del numero di diagnosi
psichiatriche nella popolazione americana e l'uso di psicofarmaci per il
loro trattamento. Poiché non vi sono prove oggettive per rilevare la
malattia mentale e il confine tra normale e anormale è spesso incerto,
la psichiatria costituisce un campo particolarmente fertile per la
creazione di nuove malattie o per drammatizzare quelle preesistenti. I
criteri diagnostici sono terreno esclusivo dell'attuale edizione del
"Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali",
prodotto di un gruppo di psichiatri la maggior parte dei quali, come ho
già detto in precedenza, avevano legami finanziari con l'industria
farmaceutica. Lane, docente di letteratura alla Northwestern University,
traccia l'evoluzione del DSM dal suo timido inizio nel 1952, come
modesto prontuario (DSM-I), all'attuale formulazione di 943 pagine (la
versione riveduta del DSM - IV), che costituisce l'indiscussa
"bibbia" della psichiatria, standard di riferimento per i
tribunali, le carceri, le scuole, le imprese di assicurazione, il pronto
soccorso, i distretti medici e le strutture mediche di ogni genere.
Data la sua importanza,
si potrebbe pensare che il DSM rappresenti l'autorevole distillazione di
un
Lane utilizza la
timidezza, come caso di indagine sulla "malattia-del
cantastorie" in psichiatria. La timidezza come malattia
psichiatrica ha fatto il suo debutto come "fobia sociale" nel
DSM-III nel 1980, anche se al tempo
veniva descritta come rara. Nel 1994, quando il DSM-IV è stato
pubblicato, essa era diventata "ansia sociale", ed oggi si
sostiene che sia una malattia estremamente diffusa. Secondo Lane, la
GlaxoSmithKline, sperando di aumentare le vendite per il suo
antidepressivo, il Paxil, ha deciso di promuovere la sindrome da ansietà
sociale a "grave condizione medica". Nel 1999, la società ha
ricevuto l'approvazione FDA a commercializzare il farmaco per il
trattamento....dell'ansia sociale. Essa ha lanciato una vasta campagna
mediatica per realizzarlo, ricorrendo anche a poster, esposti nelle
pensiline degli autobus di tutto il paese, che raffigurano individui in
condizioni pietose, con la didascalia "Immagina di essere allergico
alla gente ...": aumentando così le vendite. Ecco un'affermazione
fatta da Barry Brand, direttore di produzione del prodotto Paxil: "il
sogno di ogni venditore è trovare un mercato non capito o sconosciuto e
sfruttarlo. Questo è ciò che siamo stati in grado di fare con la
sindrome da ansia sociale".
Alcuni dei più grandi
blockbuster sono psicofarmaci. La teoria che i disturbi psichiatrici
derivino da uno squilibrio
biochimico è usata quale giustificazione per il loro uso diffuso, anche
se la teoria deve essere ancora dimostrata. I bambini sono obiettivi
particolarmente vulnerabili. Forse che i genitori osano dire
"No" quando un medico dice loro che un bambino difficile è
malato e raccomanda un trattamento farmacologico? Oggi ci troviamo nel
bel mezzo di una presunta epidemia di malattia bipolare nei bambini (che
sembra aver rimpiazzato la sindrome da iperattività e da deficit di
attenzione come situazione più pubblicizzata nell'infanzia), con un
incremento della
I problemi che ho
discusso non si limitano alla psichiatria, anche se in questo campo
raggiungono la loro più florida estensione. Simili conflitti di
interesse e pregiudizi riguardano quasi ogni campo della medicina, in
particolare quelli che dipendono in larga misura da farmaci o tecniche
terapeutiche. E' semplicemente impossibile dare credito a buona parte
della ricerca clinica pubblicata, od alle opinioni del medico di fiducia
o ad autorevoli linee-guida. Non mi fa certo piacere arrivare a questa
conclusione, formatasi gradualmente e con riluttanza nel corso degli
oltre vent'anni come direttore del "The New Journal of
Medicine".
Un risultato di
pregiudizi diffusi è che i medici imparano a praticare una medicina
basata su un uso
E' facile per le aziende
farmaceutiche, che sicuramente ne portano grande responsabilità,
muoversi a loro agio in una situazione come questa. La maggior parte
delle grandi aziende farmaceutiche si sono sobbarcate gli oneri
conseguenti a frodi, commercializzazione farmaci off-label, e altri
reati.
TAP Pharmaceuticals, per
esempio, nel 2001 si è dichiarata colpevole ed ha accettato di pagare
875 milioni di dollari per sistemare il contenzioso penale e civile
sorto dalla lesione della legge federale in seguito all'impiego
fraudolento del Lupron, un farmaco usato per il trattamento del cancro
alla prostata. Oltre a GlaxoSmithKline, Pfizer e TAP, altre case
farmaceutiche si sono accollate gli oneri per transare su simili frodi:
come Merck, Eli Lilly, e Abbott. Le ammende, seppure in alcuni casi
enormi, sono poca cosa se paragonate ai profitti procurati da tali
attività illegali, e quindi non sono niente di più che mezzi
dissuasivi. Ancora, quanti sostengono le ragioni dell'industria
farmaceutica, sostengono che sta semplicemente cercando di fare
realizzare il suo scopo principale, quello di fare gli interessi dei
suoi investitori, anche se talvolta va un....po' troppo lontano.
I medici, le università
e le organizzazioni professionali non hanno scusanti, avendo una grande
colpa verso i pazienti che ripongono fiducia in loro. La missione delle
scuole mediche e degli ospedali universitari - e questo giustifica il
loro stato di esentasse - è quello di educare le future generazioni di medici,
effettuare ricerche importanti per il progresso scientifico e curare i
cittadini malati, non quello di
allacciare rapporti d'affari con l'industria farmaceutica. Per quanto
sia riprovevole la prassi usuale di tante case farmaceutiche, credo che
il comportamento di gran parte
Sarebbero indispensabili
riforme così numerose per ripristinare l'integrità della ricerca
clinica e della pratica medica, che è impossibile riassumerle in breve.
Molti vorrebbero cambiamenti radicali nella legislazione e
nell'attività della FDA, compresi gli iter per l'approvazione dei
farmaci. Ma vi è
Le scuole mediche e gli
ospedali universitari dovrebbero applicare rigorosamente tale norma, e
non dovrebbero stipulare accordi con le aziende sui cui prodotti membri
delle loro facoltà stanno conducendo studi.
Infine, di rado esiste una valida ragione per la quale i medici
dovrebbero accettare doni da aziende farmaceutiche, anche quelle di
piccole dimensioni; anzi dovrebbero provvedere autonomamente a pagarsi
le spese dei convegni e dei corsi di aggiornamento.
Dopo tanta sfavorevole
pubblicità, università e organizzazioni professionali stanno
cominciando a parlare di controllo dei
conflitti di interesse, ma finora la risposta è stata tiepida. Essi
parlano prevalentemente di "potenziali" conflitti di
interesse, come se si trattasse di una mera ipotesi lontana dalla realtà,
e per giunta limitatamente alla loro divulgazione e
"risoluzione", non già del loro divieto. In sostanza, sembra
che ci sia il desiderio di eliminare solo l'odore di corruzione, mentre
si continua a prendere soldi. Rompendo la dipendenza dall'industria
farmaceutica, la classe medica avrà più prerogative sulla designazione
di membri di commissioni e su altre importanti funzioni.
Questo rappresenterà la
rottura con un modello comportamentale estremamente redditizio. Ma se la
professione medica non pone fine a questa corruzione di sua iniziativa,
perderà la fiducia del pubblico, e il governo (non solo il senatore
Grassley) intensificherà e imporrà una regolamentazione. E nessuno
dell'ambiente medico vuole questo.