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Strage di Ustica: le
storie, i misteri, i depistaggi, il processo
A cura di Sergio Di Mambro e Laura
Pierri
Il
volo spezzato
di Erminio Amelio – Alessandro
Benedetti
Il
27 Luglio 1980, ore 20:59, il Dc 9 dell’Itavia, Bologna Palermo sparisce
dai monitor del Centro Radar di Ciampino.
Il 30 aprile 2004
D: “Perché questo libro?”
R: “Durante il processo io e
l’avv. D’Amelio ci siamo resi conto che ciò che si è sempre saputo
in merito alla strage di Ustica è molto diverso da quello che si stava
verificando nella Corte d’Assise di Roma, il libro serve come
documento storico”
D: “Che idea si è fatto? Cosa è
successo veramente quel giorno?”
R: “Abbiamo passato più di
un anno ad ascoltare consulenti tecnici e periti, noi di parte civile
abbiamo sempre sostenuto che l’aereo è stato abbattuto
dall’esplosione di un missile nell’immediatezza dell’aereo e che
la sua onda d’urto e le sue schegge lo abbiano distrutto. I Pm invece
ritengono che la caduta del Dc9 sia da attribuire alla Near Collision,
cioè che un aereo militare a fortissima velocità sia passato talmente
vicino al Dc9 che con la sua onda d’urto abbia spezzato l’ala,
mentre gli imputati sostengono che sia da attribuire all’esplosione di
una bomba al suo interno. La Corte
d’Assise non dice espressamente cosa sia accaduto quella notte, ma
dice che al momento della caduta c’era vicino al Dc9 almeno un aereo,
forse due aerei militari, questo vuol dire che la causa della caduta è
da attribuire ad un evento esterno, o un missile oppure la Near Collision, come sostiene il Pm.”
D: “Quale è secondo lei l’ipotesi più
valida? Lei si è fatto una sua idea personale?”
R: “Ritengo che l’evento
sia maturato nell’ambito di una operazione militare, che quella notte
è stata compiuta; che a causare la caduta sia stato un missile; il
processo mi ha convinto ancora di più, perché ho visto con quanta
pervicacia, quanta ostinazione gli imputati e quasi tutti i testimoni
che abbiamo ascoltato si siano spinti nel negare anche le cose più
evidenti; testimonianze talmente false, talmente reticenti, da offendere
la dignità e l’intelligenza non tanto della Corte e degli avvocati,
ma di chi quelle menzogne sosteneva. Ciò mi ha convinto che lo scenario
quella sera era talmente pericoloso, talmente indicibile, che mi ha
confermato l’ipotesi del missile, quella più grave”
D: “Missile lanciato da chi?”
R: “Non sappiamo chi lo abbia
lanciato. La Corte
ha cercato di acquisire documenti, ma nel
corso di questa storia tutti i paesi coinvolti, Usa, Francia,
Inghilterra, Libia, si sono sempre rifiutati di collaborare con
l’autorità italiana”
“
D: “Qualcuno sapeva cosa sarebbe
accaduto?”
R: “Penso che nessuno sapesse
ciò che si sarebbe verificato. Anche ascoltando le conversazioni
telefoniche nell’immediatezza dei fatti, quando il Dc9 perde contatto,
non dà più segnale di sé, noi capiamo dalla concitazione, dalle voci
che si accalcano, che nessuno ne era a conoscenza. Però sappiamo, perché
ascoltiamo le loro conversazioni, che poco dopo, non era passata neanche
un’ora, si fanno le prime ipotesi, ed arriva la notizia nella sala
Radio di Ciampino, allora gestita dall’Autorità Militare, che vicino
al Dc9 erano stati visti aerei militari americani. Immediatamente si
mette in connessione la caduta con la possibile collisione con un aereo
militare americano”
“Gli alti vertici militari italiani subito dopo, quella sera stessa
– secondo me - hanno saputo quello che si era verificato o comunque lo
hanno compreso appieno”
D: “Il Governo italiano di allora ha
aiutato le famiglie a conoscere la verità o le ha ostacolate?”
R: “Il processo si è
concluso con una sentenza di assoluzione per il Capo ed il Vice capo di
Stato Maggiore per intervenuta prescrizione. Cioè il reato è stato
effettivamente commesso, questi alti ufficiali dell’esercito Italiano
hanno effettivamente tradito lo Stato, hanno depistato.
D: “La vicenda è conclusa?”
R: “Ci sarà un grado di
appello ed eventualmente
D: “Perché leggere questo libro?”
R: “Per capire non solo
quello che è successo, ma anche per capire come si svolge un processo,
quello che si annida dietro le aule di giustizia, e per capire sino a
che punto questa vicenda è assurda. Voglio raccontare un piccolo
esempio delle tante assurdità che questo libro contiene. Come dicevo
prima, un’ora dopo che il Dc9 era caduto nella sala Radar di Ciampino
arriva la notizia che vicino al Dc9 c’erano degli aerei americani, e
si mette la cosa in connessione; quindi chiamano l’ambasciata
americana per accertare che fosse caduto anche il loro aereo. A distanza
di 20 anni viene ascoltata la persona che fece questa telefonata,
persona indicata da tutti perché conosceva meglio l’inglese; prima
dice che lui non aveva mai fatto la telefonata e che quella notte non
era mai arrivata la notizia. Quindi gli si fa ascoltare la telefonata e
dice di non riconoscere la sua voce, che avevano riconosciuto tutti,
aveva un timbro particolare. Dopo molte insistenze arriva a riconoscere
la sua voce ma dice che tale telefonata non aveva come scopo capire se
era caduto un aereo militare perché si era scontrato con il nostro Dc9
e dopo tantissime domande fatte anche con una certa tensione, l’alto
ufficiale – sembrerà incredibile - risponde che quella telefonata era
uno scherzo, avevano voluto fare uno scherzo agli americani. Erano morte
81 persone e dal Centro Radar di Ciampino si divertivano a fare scherzi
agli americani.” “<E’ stata una telefonata goliardica>
testuali parole”
“Il libro serve affinché rimanga memoria di come pezzi dello Stato
lavorino contro lo Stato, insultino la memoria delle vittime, dei
giudici, degli avvocati e di tutti gli Italiani. Il processo in cui la
realtà supera di gran lunga la fantasia, per meglio capire la realtà
di questo paese”.