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Quell'uranio nascosto in un pacchetto di
sigarette
A cura dell’avv. Luca Troiano
La
cattura di due armeni che tentavano di introdurre un campione di uranio
arricchito in Georgia suggerisce l'esistenza di un mercato nero più
ampio. Nell'ex Urss diverse strutture contenenti il combustibile
nucleare sono tuttora sprovviste di protezione. E l'incubo di un'atomica
in mano al terrorismo torna ad inquietare l'Occidente
1.
Nell'immaginario hollywoodiano, i trafficanti di armi atomiche sono
uomini duri, prestanti, a sangue freddo, spesso ex militari, pronti a
tutto e soprattutto ad uccidere. Nella realtà, possono essere uomini
vecchi, malandati, caduti in disgrazia e incapaci di fare del male ad
una mosca. Come lo erano due signori armeni, su un treno verso Tbilisi,
arrestati in marzo perché in un pacchetto di sigarette nascondevano 18
grammi di uranio arricchito.
I film d'azione
si somigliano un po' tutti. Alla fine il cattivo muore, il traffico di
armi è sventato, l'ordine e la sicurezza sono ristabiliti. Nella realtà
i due signori armeni sono solo la punta dell'iceberg di un traffico
molto più esteso e dalle conseguenze potenzialmente incalcolabili.
Ma il mondo lo ha appreso solo adesso.
2.
Dall'11 settembre 2001, giorno in cui l'Occidente si svegliò con la
ferale notizia che il terrorismo internazionale era in grado di colpirlo
a domicilio, la paura più grande nelle nostre latitudini, e in
particolare alla Casa Bianca, è che un gruppo di terroristi entri in
possesso di armi atomiche. Una prospettiva scioccante. E secondo il
Guardian tutt'altro che remota.
A metà aprile, proprio in concomitanza con il vertice di Washington sul
nucleare, voluto da Obama, le forze di sicurezza georgiane annunciano di
aver sventato un piano di contrabbando di uranio arricchito, idoneo per
armare una testata nucleare. Nel summit il presidente
georgiano, Mikheil Saakashvili, informa gli altri capi di Stato della
vicenda, ma nessun dettaglio in merito al caso trapela all'esterno,
ufficialmente per tutelare la riservatezza dell'attività dell'unità
operativa di contro-proliferazione di Tbilisi.
Per
mesi la vicenda resta ignorata. Poi il 7 novembre un articolo del
Guardian, riferendo di un processo in corso in Georgia, fino ad ora
segreto, rivela l'incubo: l'11 marzo un uomo d'affari e un fisico
nucleare, entrambi armeni, avevano cercato di introdurre una quantità
di uranio arricchito in Georgia. I due individui, Sumbat Tonon, 63 anni,
ex industriale del latte caduto in disgrazia, e Hrant Ohanyan, 59 anni,
scienziato presso l'Istituto di Fisica Yerevan, avevano nascosto 18
grammi di uranio (arricchito all'89,4%, come è stato accertato) in un
pacchetto di sigarette, su un treno diretto da Yerevan a Tbilisi. Il
materiale era rivestito in una scatola di piombo per eludere i sensori
di radiazione ai controlli di frontiera. Arrivati a destinazione,
avrebbero incontrato un uomo, probabilmente per conto di molte persone,
disposto a pagare fino a 50.000 dollari per grammo. Se la vendita fosse
andata a buon fine, i due armeni sarebbero tornati dal loro fornitore,
al quale girare l'ordinazione da parte del cliente per un un
quantitativo più cospicuo.
Il
Guardian riporta che Ohanyan aveva organizzato un incontro con i
potenziali acquirenti in un albergo di Tblisi per l'11 marzo. Avrebbe
mostrato il campione di 18 grammi al compratore, un rappresentante di un
gruppo islamico, con il quale avevano stabilito un contatto, come
anticipo di una partita più grande.
Ma il compratore era in realtà un ufficiale di polizia sotto copertura.
Secondo
la testimonianza dei due uomini, il fornitore sarebbe un certo Garik
Dadayan. Ohanyan lo avrebbe conosciuto nel 2002, quando lui si presentò
nel suo appartamento con un pacchetto di polvere di colore grigio-verde
in tasca. Che Ohanyan, scienziato dell'Istituto di Fisica di Yerevan,
avrebbe confermato essere uranio, ma senza poter stabilire il suo
livello di arricchimento, né tanto meno il suo prezzo di mercato. Da
quel giorno Dadayan scomparve. Ohanyan non ne avrebbe più avuto notizia
fino al 2003, quando sarebbe stato catturato al confine della Georgia
con 200 grammi di uranio altamente arricchito.
Dadayan
sapeva dove trovare l'uranio arricchito. Si vantava di avere ancora
“amici” negli Urali e in Siberia in grado di soddisfare questa
particolare richiesta.
3.
Quello avvenuto in marzo è il terzo sequestro di uranio arricchito in
Georgia negli ultimi sette anni; il ventunesimo in tutto il Caucaso
dalla dissoluzione dell'Urss. A dimostrazione di quanto il mercato nero
di materiale fissile sia attivo nella regione.
Nonostante
i miliardi di dollari spesi in tutto il mondo per la sicurezza dei siti
nucleari, centinaia di strutture risultano ancora non protette.
Specialmente nell'ex Urss. Durante l'era sovietica, il Cremlino aveva
accumulato una notevole riserva di uranio sia per scopi civili che
militari. Con il crollo dell'Unione nel 1991, gli arsenali nucleari,
sparsi su un territorio che si estende per oltre 8mila chilometri su 11
fusi orari, sono finiti nel mirino del terrorismo internazionale,
sebbene si ritenga che non ci siano mai stati contatti tra la mafia
russa e Al-Qa'ida o altre organizzazioni eversive. Nonostante negli anni
Novanta si rincorressero numerose voci su presunti furti di uranio
arricchito, non esistono prove che ci sia stato davvero un contrabbando
di materiale fissile. Ma non esistono neppure dati precisi sull'uranio
detenuto nei magazzini russi, né sulle quantità sottratte nel corso
degli anni.
Mentre
le cifre riguardanti i materiali fissili sono coperte dal segreto di
Stato, gli esperti internazionali dell'istituto Sipri di Stoccolma hanno
stimato che le riserve di plutonio in Russia ammontino in almeno 150
tonnellate, e quelle di uranio arricchito in 1.500 tonnellate.
Sufficienti per produrre 85.500 testate nucleari. Ma sulle stime non si
può essere certi. "Non c'è mai stato un buon inventario fisico.
Le norme contabili in Unione Sovietica non sono state progettate tenendo
conto di una minaccia interna", ha dichiarato Elena Sokova, del
Monterey Institute of International Studies. "Nessuno registrato
che questo materiale è mancato e ancora non sappiamo se altri materiali
sono scomparsi". Secondo i dati del ministero degli Interni russo,
nel periodo 1993-2005 sono stati registrati circa 300 casi tra furti e
circolazione illegale di sostanze radioattive. È impossibile però
stabilire quanto uranio sia stato sottratto.
Per
ora si sa che in tutti e tre i casi di sequestri avvenuti in Georgia ci
sono alcune prove che collegano l'uranio rubato all'impianto nucleare di
Novosibirsk, in Siberia. Si sa, ad esempio, che
Garik Dadayan, prima del suo arresto nel 2003 era stato a
Novosibirsk. Anche il contrabbandiere nel secondo episodio, Oleg
Khintsagov, aveva inizialmente confessato di aver acquistato l'uranio
che trasportava da conoscenti di lavoro a Novosibirsk, ma più tardi
avrebbe ritrattato.
"Molto
probabilmente, i materiali sono stati rubati nei primi anni Novanta,
quando una grande quantità di materiale scomparve. Deve essere nascosto
da qualche parte e di tanto in tanto, qualcuno cerca possibili nuovi
acquirenti," ha affermato Archil Pavlenishvili, capo della Squadra
Investigativa di materiali radioattivi georgiana. "C'è una voce
secondo cui il principale mercato nero per i materiali radioattivi è in
Turchia. Che sia o non sia vero è un'altra questione, perché non ho
mai sentito parlare di un tentativo riuscito di vendere questa roba in
Turchia", ha aggiunto. Ma si sa che in febbraio Tonon si era recato
a Batumi, la seconda principale città della Georgia e non troppo
distante dal confine turco. Ma chi potrebbe essere interessato ad
acquistare dell'uranio arricchito? "Gli armeni erano alla ricerca
di acquirenti islamici. C'è la convinzione che i musulmani, soprattutto
arabi, siano pronti ad acquistare questo tipo di materiali,” conclude
Pavlenishvili.
4.
L'uranio viene estratto nelle miniere allo stato grezzo. In natura
esiste in due forme: l'isotopo 238 e l'isotopo 235. il
primo
è più abbondante, mentre il secondo è molto raro. Precisamente,
l'uranio naturale è formato per il 99,3% dal 238 e per il restante 0,7%
dal 235. Ma solo quest'ultimo può essere utilizzato nelle centrali
nucleari. Il processo di arricchimento dell'uranio consiste nel
miscelare entrambi gli isotopi per ottenere una maggiore quantità di
materiale utilizzabile per i reattori a fissione. Quando un nucleo di
uranio 235 viene colpito da un neutrone ha il 90% di probabilità di
dividersi in due, liberando un’energia 200 milioni di volte superiore
a quella di una tipica reazione chimica, proprietà che lo rende adatto
ad essere impiegato nei reattori a fissione per la produzione di
energia. Il processo di arricchimento permette di generare uranio con
una percentuale maggiore di 235, in modo da agevolare il processo di
fissione. Per questo è chiamato così: arricchisce l'uranio naturale
del suo isotopo 235 ben oltre quel risibile 0,7% imposto dalle leggi di
natura.
Per usi civili, ossia per produrre energia elettrica, è sufficiente
l'uranio arricchito al 2-3 %, mentre per costruire una bomba atomica
serve uranio 235 arricchito oltre l’80%, e di solito si cerca di
arrivare al 90%. L'uranio che i due armeni nascondevano in un innocente
pacchetto di sigarette, si è stabilito in un laboratorio degli Usa, era
arricchito all'89,4%.
Il
processo di arricchimento è la prima delle due fasi necessarie alla
fabbricazione di un ordigno nucleare, ed è la più complicata poiché
necessita di impianti sofisticati e molto costosi. In pratica è
l'autentico sbarramento alla proliferazione nucleare. Progettare
reattori adeguati a tale scopo richiede molti anni e molte risorse.
L'altra fase è quella di assemblaggio, e a differenza della prima è
molto più agevole. Così agevole che anche un semplice laureato in
fisica potrebbe riuscirci. Bastano 50 chili di uranio altamente
arricchito ed il gioco è fatto. E l'arresto dei due armeni in marzo è
un preoccupante segnale d'allarme sulla facilità di reperimento del
materiale, una volta individuati i canali più idonei al transito.
Insomma,
per costruire una bomba atomica non servono maestosi reattori dalle
ciminiere fumanti e decine di scienziati rintanati in laboratori
segreti: basta un po' d'uranio.
5.
Se da un lato possiamo trarre qualche conforto dal sapere che l'uranio
arricchito e il plutonio sono materiali difficili da reperire,
dall'altro è inquietante sapere che sono gli unici ingredienti
indispensabili per fabbricare un ordigno nucleare. Il know-how richiesto
è abbastanza diffuso, e le strumentazioni necessarie sono ridotte
all'essenziale. Su Youtube e altri siti di uploading video sono
addirittura reperibili filmati che spiegano passo passo come
realizzarli. Ed è non meno inquietante constatare che, sebbene l'uranio
arricchito è impossibile da riprodurre se non in laboratorio, si può
sempre sottrarre da un laboratorio poco sorvegliato.
Due uomini
vecchi e malandati, su un treno verso Tblisi, all'apparenza non
farebbero paura a nessuno. Ma il giro di contrabbando, in cui avevano
ingenuamente cercato di introdursi, potrebbe essere un iceberg di cui
abbiamo intravisto solo la punta.