|
- Pagina
guerra & terrorismo
- Libro: "Uranio
impoverito: la verità"
Due
virgolette di troppo
di Carlo Bertani – 21 febbraio
2007
Oggi, 20
febbraio 2007, Televideo annuncia che nei giorni scorsi è spirata
l’ennesima vittima della “Sindrome dei Balcani”: un giovane
militare è morto – dopo aver subito quattro interventi chirurgici –
per il linfoma di Hodgkin, causato da esposizione alle polveri
d’Uranio Impoverito, il materiale con il quale sono costruiti molti
tipi di proiettili e testate per missili.
Il militare italiano deceduto è il numero 45, mentre quelli ancora
malati – fra le sole forze armate italiane, e per i quali il destino
è incerto – sono 513: a darne notizia è stato lo stesso Osservatorio
Militare che si occupa del fenomeno, per bocca del Mar. Domenico
Leggiero.
La vicenda
dell’Uranio Impoverito è assai complessa, perché coinvolge in pieno
l’epistemologia delle scienze – ossia la determinazione dei metodi
d’indagine, la loro applicazione e la valutazione delle risultanze
sperimentali – ma come per altre vicende, nel Bel Paese, si preferisce
usare ogni mezzo per tacitare le vicende scomode ai potenti, ai politici
ed ai militari.
La stessa ignavia è applicata ad un altro fenomeno assai dubbio, ossia
all’inquinamento elettromagnetico – che, sia chiaro, è una
“bufala” perché se non dimostrato scientificamente non esiste,
parola di Tullio Regge! – mentre, chissà perché, nel pieno trionfo
delle trasmissioni via etere, in Gran Bretagna stanno eliminando tutti i
modem e router Wi-Fi nelle scuole e li stanno sostituendo con i vecchi
metodi di trasmissione via cavo.
Sull’Uranio
Impoverito esiste oramai una letteratura ampia e verificabile: dalle
varie “relazioni Mandelli” al bel libro di Giulia di Pietro edito da
Malatempora (una lunga intervista a Falco Accame), per giungere a “Il
metallo del disonore”, scritto niente di meno che da un ex segretario
alla Difesa USA, Ramsey Clark.
Le analisi effettuate da organismi sopranazionali nelle aree colpite con
il mortifero metallo – spicca su tutti l’Iraq – evidenziano un
anomalo ed inspiegabile “impennarsi” del numero di morti per alcuni
tipi di tumore, sopravvenute solo dopo la prima guerra del Golfo, e via
via aumentate.
E’ stato
finalmente appurato che esiste un nesso probabilistico fra l’Uranio
Impoverito ed alcuni, specifici tumori, lo stesso nesso che lega il
cancro al polmone al fumo di sigarette.
Purtroppo, ci fu nel Bel Paese la solita sottovalutazione di questi
fenomeni per…diciamo così…la scarsa attitudine degli “addetti ai
lavori” ad informarsi. Nell’oramai lontano 2001,
Nello stesso anno, il Mar. Leggiero – per conto delle Forze Armate –
dichiarava al quotidiano “L’Adige” – per spiegare la morte di un
militare che era stato nei Balcani – che “Non
ci sono nessi e collegamenti fra la sua morte e l’Uranio Impoverito, e
chiunque sostiene il contrario fa disinformazione”. Ancor più
leggiadro, Leggiero nel 2002 comunicava che le strane morti dei militari
italiani reduci dai Balcani erano da imputare “ai
vaccini e non all’Uranio”. Con cosa vaccinano i nostri soldati,
con i liquami di fogna?
Non voglio
entrare nella triste odissea dell’abbandono, da parte dei loro
comandi, di molti militari ed ex militari: almeno, a Mosca, i militari
che morirono nel tentativo di limitare i danni causati da Chernobyl
furono inumati tutti nel “Cimitero degli Eroi” dell’Unione
Sovietica. Da noi, i comandi, si facevano vivi per il funerale: nel caso
di Fabio Cappellano furono ancora più previdenti, ed inviarono il
messaggio di condoglianze senza sapere che – buon per lui – Fabio
era ed è ancora vivo. Probabilmente, facevano delle fotocopie.
Ciò che stupisce è che siamo nel
Ci riferiamo
– per essere precisi e non dare adito a dubbi – al mensile RID, al
suo direttore Andrea Nativi (“ascoltato” commentatore televisivo ed
“esperto” di questioni belliche chiamato spesso in TV), al numero
“Speciale” del 1° Gennaio 2007 dedicato principalmente al bilancio
della Difesa, ed al breve articolo “L’F-35
e la questione uranio impoverito” a pagina 18. Il brevissimo
articolo, che compare nella rubrica “Notizie”,
non è firmato e dobbiamo dunque ascriverlo alla diretta pertinenza del
Direttore Responsabile, ossia lo stesso Andrea Nativi.
Cosa si
racconta in quelle poche righe?
C’è il problema del munizionamento per il futuro caccia F-35 (che sarà
probabilmente acquistato anche dall’Italia, secondo quanto deciso dal
governo Berlusconi), per il quale è previsto un munizionamento da
Qualche
paese europeo pare aver storto il naso – la “disinformazione”,
evidentemente, inizia a far breccia – e chiesto se sia possibile
armare il cannone del velivolo con un altro tipo di munizione che non
preveda l’uso d’Uranio Impoverito.
La risposta americana è stata chiara: la fase di qualificazione
(Nativi, usiamo qualche termine meno desueto e comprensibile ai più?)
del nuovo proiettile costerebbe circa 30 milioni di dollari in più. In
altre parole, per avere un proiettile senza quel maledetto metallo ci
sono costi di ricerca superiori, quantificati in 30 milioni di $, che
sono circa 20 milioni di euro.
Non entriamo
nel merito – anche se 20 milioni di euro non ci sembrano una cifra
stratosferica, soprattutto se sono più aviazioni NATO a chiederlo –
ma quello che ci ha colpito è la forma con la quale l’articolista
(non me la sento di chiamarlo “giornalista”) si è espresso.
Testuale:
“Accortisi di questo “dramma” alcuni
Paesi (sì, ci siamo anche noi, ma in buona compagnia) hanno chiesto se
non sia possibile qualificare un proiettile perforante sì, ma con
penetratore realizzato in leghe convenzionali.”
Da qui,
l’immediato “preventivo” americano.
Due virgolette non sono niente? Nativi, come leggerebbero – e
probabilmente leggeranno – quelle due virgolette i militari italiani
in ospedale, mentre vomitano e perdono i capelli per la chemioterapia?
Si tratta di un dramma o di un “dramma”?
Per fortuna il testo è in italiano, perché altrimenti potrebbero
leggerlo le madri della Bosnia, del Kosovo, della Serbia, dell’Iraq,
della Somalia…migliaia di madri che hanno visto i loro figli deperire
e morire – nella maggior parte dei casi senza cure – per aver bevuto
l’acqua delle falde o mangiato ortaggi inquinati dal pestifero metallo
sparso a pioggia nei mille attacchi degli A-10, mediante il loro cannone
GAU-Avenger da
Quelle due
virgolette – non raccontiamoci balle, perché chi sa scrivere lo sa
– sono una negazione intrinseca, un mefitico arzigogolo della lingua
usato in modo razzista ed assassino per negare nella sostanza
l’evidenza dei fatti. Sì, assassino, perché – se si usano delle
munizioni che uccidono ancora per anni oltre il termine degli eventi
bellici – non si fa una guerra: si opera un cosciente massacro, una
pulizia etnica, si è pervasi da un profondo ed iniquo spirito coloniale
e razzista.
E’ la prima volta che il mensile incorre in simili “infortuni”?
No, ed
Andrea Nativi lo sa: quando il direttore della rivista era Giovanni
Lazzari – e Nativi un giovane inviato che cercava di non svomitazzare
quando doveva, per dovere, volare su un addestratore per recensirlo –
ci fu un’animata polemica per la pubblicazione di un breve articolo di
Edward Luttvak. Evidentemente, Dio li fa e poi li accoppia.
Il buon consigliere della Casa Bianca esprimeva il suo “pensiero”
strategico sull’Africa negli anni ‘80: insomma – sosteneva Luttvak
– questa maledetta Africa non vale niente. E’ sovrappopolata e ci
tocca pure mantenere gli africani (a quel tempo stimati da Luttvak in
500 milioni). Siccome la popolazione necessaria per far funzionare le
infrastrutture legate alla produzione mineraria che interessa
all’Occidente è forse pari ad un decimo, se l’AIDS riduce la
popolazione…beh…in fondo…
Ci furono
– per fortuna – molte lettere di protesta (poche pubblicate) poiché
c’erano molte persone che, pur leggendo una rivista militare, non
ritenevano l’AIDS un buon metodo per stabilizzare l’equilibrio
maltusiano.
Oh, Nativi: se ti saltasse in mente di contestare quanto affermo,
conservo le copie: chiaro?
Nonostante l’immane sforzo dei media di regime per presentare le
nostre missioni all’estero come “missioni di pace”, nonostante ci
si sforzi d’affermare che i militari italiani non vanno in giro ad
ammazzare nessuno (e la “battaglia dei ponti” a Nassirya?), quando
si gratta la vernice compare il solito ufficialetto spocchioso e
razzista, che ieri partiva per
Qual è il
suo bagaglio culturale? Non vogliamo affermare che tutti i militari la
pensino come Nativi: non tutti i francesi sono ladri, ma Buonaparte sì.
Siamo però certi che RID è quasi “endemico” nelle caserme italiane
ed è la rivista italiana più nota in campo militare: questo è il
pensiero dominante? L’Uranio Impoverito è un “dramma” con le
virgolette, una scempiaggine, una bufala, un’invenzione dei pacifisti?
Andate a raccontarlo alle famiglie dei militari italiani morti di
tumore, guardate negli occhi le loro madri ed i loro padri e poi mettete
un bel paio di virgolette. Sulla vostra qualifica di “giornalisti”.
Carlo
Bertani bertani137@libero.it www.carlobertani.it