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L’Uomo-Re
e i maltrattamenti agli animali
a
cura di Marianna
IERI
Nel 1910 a Costantinopoli, (l’odierna Istanbul), migliaia di cani
randagi si aggiravano per la città completamente abbandonati a se
stessi .Erano animali socievoli e buoni, ma la polizia in ragione
dell’ORDINE , decise di liberarsene. Non furono uccisi, però… ma
accalappiati brutalmente da squadroni di poliziotti curdi, che dopo
averli ammassati in gabbie e traghettati
a bordo di chiatte su
un isolotto deserto, (l’isola di Oxia nel mare di Marmora), vennero
completamente abbandonati al
sole, senza acqua né cibo. L‘isola divenne famosa per il suo fetore
percepibile da lontano. Migliaia di
cani e uccelli si disputavano ferocemente le carcasse degli
animali morti.
Lo scrittore G. Goursat, detto Sem, visse quei fatti di persona e ne ha
lasciato testimonianza nei suoi scritti.
(1)
OGGI
Marzo 2002 - A Sofia (Bulgaria) il sindaco della città approfitta della
visita imminente del Papa,
per promuovere una maxi operazione di «PULIZIA» della città e
risolvere così il problema randagismo.
Viene emanata un’ordinanza
che prevede: otto squadre di accalappiacani per catturare tutti gli
animali randagi. Deportazione degli animali in una località chiamata
Lozanetz, un vero e proprio lager; soppressione degli animali ogni
giovedì con una iniezione d’aria nel cuore. Dei 60.000 animali in
pericolo, tra cani e gatti, non si sa quanti abbiano subito quella
triste sorte.(2)
Gennaio 2004 - In Grecia, «culla della
civiltà», le autorità governative in vista dell’Olimpiadi 2004, per
affrontare il problema randagismo, (piaga nazionale da tanti anni), e
fare ORDINE e dare quindi un’immagine più decorosa delle città, non
ha saputo fare di meglio che catturare e stipare i cani
randagi in rifugi lager (come sopra), con acqua, cibo, assistenza
medica insufficienti. Sono state trasmesse dalla tv greca ERT3 immagini
di cannibalismo e di cani con terribili ferite ricoperte di vermi. Per
gli animali che non hanno trovato posto nei canili, ci hanno pensato i
numerosi bocconi avvelenati o pieni di
vetri rotti sparsi ovunque
( dai soliti ignoti naturalmente), in maniera così massiccia da
rappresentare un pericolo anche per i cani con padrone e per i bambini,
come testimoniano le diverse proteste di privati. Carcasse di cani morti
vengono continuamente raccolte dai netturbini assieme all’immondizie.
Altri più fortunati… hanno trovato, probabilmente, la strada verso
istituti di sperimentazione, o si sono trovati un cappio intorno al
collo e sono andati direttamente al Creatore. E’ certo, comunque che
sono spariti ben 3000 cani nel solo mese di Agosto 2003 e nessuno è
stato in grado di fornire spiegazioni. (3)
Luglio2004
– Australia. Il governo ha deciso l’abbattimento dei canguri
soprattutto nella zona della diga di Googong Dam nei pressi della città
di Camberra dove si sta vivendo un difficile problema di convivenza con
questi animali. In ragione della SICUREZZA comune , per l’ennesima
volta si è deciso di ricominciare a sparare a canguri e cangurini.(4)
Ordine, pulizia, sicurezza comune, i grandi virtuosi pretesti per
nascondere ignobili misfatti.
A distanza di quasi un secolo è evidente che l’uomo non ha ancora
imparato a vivere serenamente con l’animale e con il mondo intero,
nonostante la tanto acclamata emancipazione culturale il rapporto
uomo-animale è sempre più fragile e tormentato. L’essere umano si
comporta come un disadattato, avvalendosi di metodi tecnologicamente
avanzati, (come specifici veleni, fucili sofisticati agli infrarossi
ecc. ecc.), crede di risolvere tutti i problemi con lo sterminio, ma
puntualmente questi problemi si ripresentano, sempre e più preoccupanti
di prima, a dimostrazione che non sono metodi così validi e forse c’è
un altro modo di rapportarsi con gli animali e con il mondo intero.
Chissà
se l’uomo disadattato ha
letto questa storia ?
Il famoso mito di Orfeo, cantore e profeta dell’antica Grecia,
(che con la sola melodia della sua lira e del suo canto, muoveva
pietre e alberi, affascinava e ammansiva gli animali selvatici),
sarà considerato cosa da psicolabili, eppure è rimasto nel cuore dei
greci per tanto e tanto tempo, non abbastanza (a quanto pare), da
raggiungere i greci di oggi!! Influenzò, però,sicuramente Plutarco
(filosofo greco), che con le sue delicate parole: «E’ una cosa
barbara vendere i vecchi cavalli, quando non sono più utili. Significa
non avere riconoscenza per i servizi resi. L’uomo veramente buono deve
tenere con sé i cavalli ed i cani anziani
anche se non sono più utili»(5), non riuscì, purtroppo, ad
insegnare nulla non solo ai greci ma ai tanti uomini di oggi (troppi),
responsabili di infiniti abusi e maltrattamenti agli animali.
Anche
Aristotele, forse subì il fascino di Orfeo, e pensò di attribuire
l’anima vegetativa o nutritiva alle piante, l’anima sensitiva agli
animali e quella razionale agli uomini.
Tutte
superstizioni, sostenne più tardi F. Bacon (politico e filosofo del
cinquecento), che insegnò che la vera dignità umana era la conoscenza
tecnica, concepita come strumento per raggiungere il dominio sulla
natura al servizio dell’uomo il «regnum hominis», e rifiutò
l’anima alle piante; e poi Cartesio (gesuita anche lui del
cinquecento), che con la sua illuminata filosofia, dichiarò che
l’animale era una macchina e la privò così dell’anima sensitiva.
L’uomo intanto che si concedeva il lusso di discutere a chi togliere
l’anima e a chi no, non si accorgeva che stava perdendo la sua!!!
Ma nessun problema! Ci pensarono alcune caste religiose, impegnate da
sempre alla salvezza dell’animo umano. Esse con i loro dogmi
teologici, (spacciati per la parola di Dio), insegnarono all’uomo che
essendo creato a immagine e somiglianza di Dio, solo lui possedeva
un’anima, il suo posto era al centro dell’universo, era il re
indiscusso degli animali, piante e minerali; questi erano stati affidati
a lui affinché li potesse usare, e quindi poteva fare qualsiasi cosa a
una condizione però, tutto doveva avvenire per il «bene comune».
L’uomo-re, iniziò a regnare, ma osservando i suoi maestri, capii in
fretta che dietro al «bene comune» si celava un gioco interessante
quello del «bene personale» e quindi non si lasciò sfuggire le
occasioni di sfruttare le debolezze altrui per accumulare ricchezze e
prestigio. Con gli animali poi, fu semplice, egli capii che bastava
negare loro qualsiasi dignità, per poterli sfruttare e garantirsi
ingenti profitti. Così li poté oltraggiare nei più svariati modi,
eseguendo su di loro esperimenti crudeli, allevandoli in gabbie o
recinti inauditi, uccidendoli o provocandone la morte dopo
lunghe sofferenze per gioco per divertimento, con la scusa del «bene
comune» e di antiche tradizioni. Legittimò in seguito, laboratori di
sperimentazione su animali, allevamenti intensivi, la caccia per il solo
gusto di uccidere, le corride, i palii, e tantissime altre feste e riti
religiosi e non, dove è previsto l’uso di animali, la loro uccisione
e con metodi barbari.
Ma
non tutti erano d’accordo con l’uomo-re, alcune persone
incominciarono a ragionare, capirono che tanta ferocia nei confronti
degli animali era, ingiusta, inutile e pericolosa per il futuro
dell’uomo stesso. E così un filosofo-tedesco di nome Schopenhauer si
fece portavoce e disse all’uomo-re: «Errore, che manifesta le sue
conseguenze micidiali ogni giorno, è il fatto che il cristianesimo,
contrariamente alla natura, ha staccato l’essere umano dal mondo degli
animali, al quale esso appartiene dando valore esclusivamente all’uomo
e considerando gli animali addirittura come cose…»(6). E volle
chiamare il suo cane «uomo».
Ma l’uomo-re con l’aiuto di alcuni scienziati suoi amici, disse che
l’animale non poteva essere uguale all’uomo e per chi tentasse di
attribuire qualche aspetto umano alle bestie sarebbe stato accusato di
antropomorfismo e cacciato dal regno (dei profitti).
E le ingiustizie continuarono. Continuarono a tal punto che un uomo di
nome Giuseppe Garibaldi, nonostante tutto quello che aveva da fare, nel
1871, (assieme ad Anna Winter e Timoteo Riboli), sentì la necessità di
fondare la prima società a tutela degli animali. Venne chiamata «Società
protettrice degli Animali contro i mali trattamenti che subiscono dai
guardiani e dai conducenti». Questo nome è chiaramente indicativo
della mentalità di allora, (non molto diversa da oggi), dove
l’animale subiva maltrattamenti proprio da coloro che dovevano
custodirli e proteggerli.(7) E ne seguirono altre di società, e poi
altre ancora. Molte persone non si lasciarono intimorire o affascinare
dalle coltissime finzioni dell’uomo-re e dei suoi amici.
Ma
constatarono di persona, vivendo sempre più a stretto contatto con gli
animali che avevano ragioni i tanti discepoli di Schopenhauer come il
filosofo Martinetti. Egli infatti, alla luce anche delle sempre più
frequenti scoperte in campo etologico, spiegò all’uomo-re, che
l’animale era un essere con una psiche, e non una semplice psiche
ferma alla sfera sensitiva e percettiva, ma strutturata intorno a una
spontanea intelligenza, dove anche la «vita istintiva presente è
la creazione dell’intelligenza. Sono gli atti intelligenti di
individui vissuti in altre età geologiche, che hanno creato gli
istinti: anche là hanno dovuto sorgere di tanto in tanto individui più
intelligenti, le cui abitudini sono state imitate e trasmesse, indi
perfezionate a lunghi intervalli da nuovi atti di intelligenza; quindi
tutta la saggezza dell’istinto è stata anch’essa intelligenza viva
e creatrice» (8) In definitiva l’animale è un essere
intelligente, in continua evoluzione, che differisce solo nel
grado evolutivo, ma non di natura dall’uomo. Quindi è capace
di provare gioia, di soffrire quando viene maltrattato, ferito,
perseguitato a morte, o allontanato dai suoi cuccioli, quando gli viene
privato il diritto di vivere secondo natura, è capace anche di moralità,
di affetto e di riconoscenza.
Tanti studiosi, scienziati, ricercatori, artisti, letterati con i loro
lavori, i loro dibattiti e le loro scoperte testimoniarono che
all’orizzonte ormai si profilava una coscienza democratica fondata su
un nuovo principio di uguaglianza che ci accomuna agli animali almeno
nella capacità di soffrire.
E così, a Parigi il 15/11/1978, l’Unesco proclamò solennemente il
documento: «La Dichiarazione Universale dei Diritti degli Animali»
costituito di 14 articoli, mirata al rispetto della specie animale in
quanto lo si riconosce in grado di provare sofferenza fisica e psichica
come gli esseri umani. (Mi domando se sarà così indispensabile essere
simili all’uomo per meritare rispetto?)
Furono
poi, fatte delle leggi per rispettare questi diritti.
Ma l’uomo-re con l’aiuto sempre dei suoi illustri amici, per
salvaguardare il suo regno dei profitti, minacciato da questo nuovo e
strano idillio, pensò di giocare la carta della paura. Con la medicina
ufficiale cominciò a spargere il panico nei confronti di animali come
fonte di malattia, di allergie, di epidemie, trasformò i cani in veri
killers (che scoprì essere molto remunerativo), capaci di uccidere gli
stessi padroni. Il nostro linguaggio si riempì di espressioni con senso
sempre più volgare e dispregiativo verso di loro come: vita da cani, mi
guarda in cagnesco, accanirsi, ignorante come un asino, sciacallaggio,
animalesco, quella vacca di... e tanti altri di uso comunissimo e in
diverse nazioni.
Si scatenarono così vere e proprie fobie nei confronti di cani,
serpenti, uccelli e tanti altri.
Un giorno, uno scienziato di nome Rupert Sheldrake, dopo anni e anni di
studi, decise di scrivere un libro «I poteri straordinari degli Animali»
e lo donò all’uomo-re. In questo libro egli spiegò ampiamente ed
esaurientemente che gli animali sono in realtà dei veri alleati
dell’essere umano, e che alcuni di loro possiedono indiscutibili
poteri telepatici (Telepatia dal greco tele, lontano, patheia,
sensazione emozione). Raccontò infatti, che con l’aiuto di telecamere
sincronizzate e direzionate sui padroni e animali e attentamente seguite
da una commissione scientifica, si svolsero gli esperimenti che hanno
dimostrato che alcuni cani avvertivano il rientro a casa del padrone non
per abitudine di orario, o grazie al loro fiuto o udito straordinario
ma, perché erano in grado di captare il segnale che inconsciamente i
loro padroni mandavano nel momento in cui formulavano mentalmente
l’intenzione di rientrare a casa. Questo a sostegno della tesi che i
membri di un gruppo anche se di specie diversa, sono in grado di
rimanere uniti tessendo una sorta di filo tra loro, (chiamato campo
morfico). Questo permetterà loro di rimanere in contatto telepatico
anche quando ci sono problemi di lontananza sia in termini di tempo che
di spazio. Non tutti gli animali sono dotati di questi poteri, ma molto
dipende da come l’uomo riesce a relazionarsi con l’animale.
Furono
raccontate all’uomo-re, ancora tante altre storie di animali, preziosi
alleati dell’uomo. Come quella di due cani di una signora epilettica,
che quando avvertivano in anticipo la crisi, si avvicinavano alla
padrona e, appena l’attacco si scatenava cercavano di aiutarla, e non
solo, uno di loro tentava di mettersi fra lei e il pavimento prima che
cadesse a terra.
Oppure la storia di Heinz Peteri che durante la guerra, notò che i
colombi quando volavano via all’improvviso non più di mezzora dopo
arrivavano i bombardieri. Così pensò di utilizzare la sua scoperta per
avvertire i compagni e
superiori delle imminenti incursioni. E ancore tante altre storie come
cavalli che trovano la strada di casa a chilometri di distanza, gatti
che corrono vicino al telefono quando chiamano i loro padroni, ratti,
cani, colombi, fagiani che avvertono in anticipo l’arrivo di un
terremoto o l’imminenza di altri pericoli.
Sopraggiunsero poi gli studiosi dell’Università di Lipsia, Germania,
che dimostrarono all’uomo-re, che il cane, il migliore amico
dell’uomo, ha una capacità di comprendere simile a quella di un
bambino di tre anni, infatti dagli studi è emerso che i cani riescono a
riconoscere fino a 200 termini associati a degli oggetti e ad
interpretare 40 parole in modo corretto. Gli studi stanno proseguendo
nell’intento di far comprendere al cane il senso di intere frasi, cioè
la biologia del linguaggio, prerogativa fin’ora soltanto dell’essere
umano. (9)
Tante
persone poterono così prendere coscienza del sorprendente mondo degli
animali, dove c’è ancora tanto da imparare.
L’uomo-re,
perdeva sempre più alleati, e preoccupato (per il suo regno dei
profitti) chiese a coloro che si spacciano per detentori delle verità
assolute, cosa fare.
L’unica alleata d’ora in poi sarà l’insensibilità! Basterà
trasformare tutto in una mega azienda, dove l’uomo intrappolato a far
quadrare i conti, non si accorgerà di trasformarsi lui stesso in
un’azienda culturale dove i valori saranno dettati dalle leggi di
mercato. Così iniziò l’opera delirante di trasformazione
dove l’essere umano diventò un automa, l’animale una merce e
la natura un magazzino inesauribile dove prelevare materie prime e
lasciare al loro posto immondizie. Aprendo la porta
all’autodistruzione. Ma no, che autodistruzione! Pericolo di
estinzione di animali, di piante? Solo allarmismo! Ci pensa la
madre-scienza, ha scoperto i segreti della natura «i codici genetici»,
e con le miracolose tecniche genetiche sembra che dopo sia anche
migliore di prima!!!
E allora i suoi fedeli pensarono: perché porsi dei limiti? All’odore
del denaro e del potere, il popolo degli insensibili divenne sempre più
avido e disadattato. Troppi animali continuarono a soffrire, a essere
torturati per esperimenti inutili e a morire dopo lunghe agonie. Molti
animali scomparvero per sempre dalla terra. Si compravano animali al
negozio e poi si buttavano nell’immondizia. Animale «usa e getta».
Questo, però, sollevò l’ira dei sensibili che protestarono e
protestarono contro questo scempio, cercando di fermare gli insensibili.
Il regno dei profitti fu in pericolo e l’uomo-re, per riprendere il
Controllo della situazione e placare gli animi di costoro, decise di
appellarsi al settimo comandamento che esige il rispetto dell’integrità
della creazione. Gli animali come le piante e gli esseri inanimati,
sono naturalmente destinati al bene comune dell’umanità
passata, presente e futura … si possono amare gli animali, ma non si
devono fare oggetto di quell’affetto che è dovuto soltanto alle
persone…le sperimentazioni mediche scientifiche sugli animali, se
rimangono entro limiti ragionevoli, sono pratiche moralmente
accettabili, perché contribuiscono a curare o salvare vite umane… Il dominio
accordato dal Creatore all’uomo sulle risorse minerali, vegetali e
animali dell’universo, non può essere disgiunto del rispetto degli obblighi
morali….Gli animali sono affidati all’uomo, il quale deve
essere benevolo verso di essi. Possono servire alla giusta soddisfazione
dei suoi bisogni…. Possono essere addomesticati perché aiutino
l’uomo nei suoi lavori, e anche a ricrearsi negli svaghi. (10)
E
revisionò alcune leggi inasprendo le pene per chi
gli avesse disobbedito:
- in Italia (con la neo
approvata legge sui maltrattamenti degli animali N.727) per
la prima volta fissò
la previsione della reclusione da tre mesi a un anno per test senza
anestesia se non autorizzata dalla legge speciale sulle sperimentazioni.
Infatti fino a oggi si potevano eseguire esperimenti senza anestesia,
mentre da oggi lo si potrà fare solo previa autorizzazione
dell’uomo-re (che ne determinerà i limiti ragionevoli naturalmente).
- in Svizzera (dalla Revisione della legge sulla protezione degli
animali Berna 2002) si impose che:
Art.
18-1) All’animale si possono infliggere dolori, sofferenze o
lesioni soltanto nella misura in cui ciò è inevitabile per lo
scopo che si vuole raggiungere. 2) Esperimenti su animali più evoluti
si possono eseguire soltanto se lo scopo non può essere raggiunto su
animali meno evoluti.
Art.19-1) La mattazione di mammiferi e possibile soltanto se sono stati
storditi prima del dissanguamento 4) La mattazione di mammiferi senza
stordimento prima del dissanguamento è permessa soltanto con
un’autorizzazione dell’autorità competente, in mattatoi
autorizzati, titolari di una autorizzazione ai sensi dell’Art. 15
della legge federale del 9/10/1992 sulle derrate alimentari e gli
oggetti d’uso, per soddisfare i bisogni di comunità religiose,
a cui norme imperative prescrivano la mattazione senza previo
stordimento o proibiscono il consumo della carne di animali che prima
del dissanguamento sono stati storditi.
Art.25) Maltrattamenti animali: E’ punito con la detenzione o la multa
chiunque intenzionalmente- b) uccide animali con crudeltà o in modo
perverso. C) lede la dignità dell’animale in particolare…3e4)
degradandolo o strumentalizzandolo in misura elevata.
E inoltre si impegnò
affinché si organizzassero programmi
didattici per insegnare alle future generazioni il rispetto degli
animali e fare intendere loro che tutto è stato creato a uso e consumo
dell’uomo-re, e non di tutti!
Solo lui, per il «bene
comune» (naturalmente) ha il diritto di decidere:
- quale animale sia in grado di soffrire e quale no;
- quale animale può soffrire, quanto ( secondo i «limiti ragionevoli»
naturalmente), come e dove;
- quale animale deve morire, quando, come, e dove, (nel pieno rispetto
degli «obblighi morali» naturalmente);
- chi è utile o inutile.
Ma
le giovani generazioni sono molto intelligenti e sentono tutto ciò che
odora di ipocrisia e di raggiro. Grazie alla sensibilità, potranno
imparare che l’’uomo con la terribile esperienza di Auschwitz sa
cosa vuol dire essere trattato come animale, sfruttato come animale,
ucciso come un’animale, e ha potuto comprendere che «l’animalità
è una condizione e non un fatto di natura, e che la stessa umanità è
una condizione, e non può mai essere garantita». Ciò li dirigerà
verso una nuova comprensione etica nella cura degli animali, una nuova
moralità dove si è coscienti che la sopravvivenza della nostra specie
è strettamente collegata a quella delle altre.
«Ognuno è legato a tutti gli altri»
Comprenderanno
che non è naturale per l’essere umano essere al centro
dell’universo ma accanto a tutte le altre creature, imparerà ad
osservare gli animale almeno quanto loro osservano l’uomo, e
riceveranno così delle preziose lezioni di vita. Per es. dal cane
potranno imparare la fedeltà, la lealtà, ormai dimenticate; dal gatto
la discrezione e il rispetto dello spazio e dei ritmi altrui, ormai
perduti in un mondo dove si insegna a mettere in piazza ogni più intimo
sentimento, il cavallo la solidarietà, il cucciolo la tenerezza e tante
altre. Tutti gli animali hanno una loro potenzialità didattica nei
confronti dell’uomo.(11)
L’uomo-re disadattato sarà sempre più solo
In un mondo dove tutto appare precario, basti pensare
all’inquinamento, alla siccità, alle guerre, ecc., la nostra alleanza
con gli animali appare come una luce all’orizzonte.
Note:
(1)
“Le lacrime di Ulisse” di
R. Grenier
(2) Osservatorio
dei Balcani
(3)
www.canadianvoiceforanimals.org
(4)
www.ansa.it
(5)
“Nell’Arca di Noè” Mons. M. Chianciani
(6)
www.christianismus.it
(7)
“I diritti degli Animali di F.Tavano
(8)
www.italica.it filosofia
contemporanea
(9)
www.prontofido.
(10)
Il profeta –catechismo cattolico 1993 roma pag.588-597
“Educare
con gli Animali” di R. Mantegazza