Gli ultrasuoni provocano sottili danni cerebrali nei neonati
Tratto da Nexus nr.37

Alcuni scienziati hanno scoperto evidenze che suggeriscono come le scansioni a ultrasuoni (ecografie, ecc) su donne incinte possono provocare danni cerebrali ai loro bambini in attesa di nascere.
Nello studio più esauriente mai condotto sugli effetti della scansione, i medici hanno trovato che i maschi nati d madri che si erano sottoposte a tale tipo di esame erano più inclini a mostrare i segni di sottili danni cerebrali.
Un team di scienziati svedesi ha confermato i precedenti rapporti sugli effetti degli ultrasuoni, con le prove più convincenti che i bimbi (maschi) in attesa di nascere vengono influenzati dalla scansione. Essi hanno messo a confronto quasi 7000 uomini, le cui madri negli anni '70 (del secolo scorso, ndt) si erano sottoposte a scansione, con 170.000 uomini le cui madri invece non vi si erano sottoposte, cercando differenze negli indici di manualità della sinistra e della destra.
Il team ha scoperto che gli uomini del primo gruppo erano significativamente più inclini ad essere mancini rispetto alla norma, indicando una maggiore percentuale di danni cerebrali mentre si trovavano nel ventre materno. Un punto decisivo è che la maggiore differenza venne riscontrata tra quelli nati dopo il 1975, quando i medici introdussero una seconda scansione più avanti nella gravidanza. questi uomini avevano il 32% di probabilità in più di essere mancini rispetto al gruppo di controllo.
Di norma, l'essere mancini è una questione genetica: la probabilità che due genitori mancini abbiano un bimbo mancino è del 35%, mentre per due genitori destrimani è soltanto del 9%. E' quando l'incidenza del mancinismo ha iniziato a salire al di sopra dei valori normali che gli scienziati si sono preoccupati che il fattore potesse essere un danno cerebrale di qualche tipo.
L'aumento di prove indicanti che gli ultrasuoni incidono sui bimbi in attesa di nascere potrebbe gettare nuova luce sullo sconcertante aumento del mancinismo durante gli ultimi anni.

Fonte: Robert Matthews, Telegraph 20 Dicembre 2001, www.news.telegraph.co.uk