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Tratto da www.borsari.it
Adesso
è chiaro perché (quasi) nessuno dei leaders politici chiedeva
(con determinazione) le dimissioni di Fazio:
tutti sapevano quale gioco si stava giocando e quali erano i ruoli da
interpretare.
Fazio era solo uno degli
attori protagonisti; non certo l'unico.
Il
"pio" Gianpiero Fiorani,
cattolico praticante (a messa tutti i giorni), con l'appoggio
dell'altrettanto pio Antonio Fazio
(anche lui a messa tutti i giorni), e la benedizione del cardinale Ruini,
aveva il compito di conquistare l'Antonveneta (soffiandola alla Abn Amro).
Il
"rosso" Giovanni Consorte,
capo della Unipol, con l'appoggio del sempre pio Antonio Fazio e
l'incitamento dei massimi leaders del Pds (da Fassino
a D'Alema
in giù), doveva conquistare
Subito
dopo, in agenda, c'erano le scalate a Rcs mediagroup (che controlla il
Corriere della sera) e quella a Fiat. E qui dietro, stando alle
intercettazioni telefoniche, ci sarebbero state le "brame" di Silvio
Berlusconi
(religiosissimo anche lui; o, almeno, così dice).
Fazio
era il regista; il punto di raccordo delle varie operazioni.
Fiorani,
Consorte, Ricucci,
Gnutti
etc.., erano gli "assaltatori".
I
leaders politici, come gli antichi dei greci, partecipavano
(dall'alto della loro immortale indifferenza) allo svolgersi delle
operazioni, badando bene a mostrarsi super-partes.
La
difesa dell'italianità di Antonveneta e Bnl era una clamorosa minchiata,
"confezionata" ad uso dei bambini deficienti cui, oramai,
vengono assimilati i cittadini italiani.
Quella
era una spartizione bella e buona: questo a me, quello a te, e
poi tutti da Vespa a gridare contro gli abusi e le prepotenze
reciproche.
In realtà, non c'è mai stato
disaccordo: Berlusconi,
D'Alema, Fassino, Prodi,
Fini,
Veltroni,
Rutelli
etc... hanno tutti parteggiato per le cosiddette cordate italiane,
all'ombra della crociata anti-infedele, indetta dal governatore della
banca d'Italia Antonio Fazio.
Dice
Fiorani (intercettato al telefono mentre parla con Gnutti): «ho
sentito Berlusconi commosso della cosa (si riferisce alla firma di
Fazio che autorizza l'Opa su Antonveneta)».
E
poi continua: «La sinistra in
questo momento ci ha appoggiato più di quanto abbia fatto il
governatore».
Gnutti
(intercettato mentre parla con la moglie) rincara la dose: «Ciao,
sono a cena con Berlusconi. Il governatore ha firmato un minuto fa il
via libera e Berlusconi ha parlato in diretta al telefono con Fiorani».
E
lo stesso Gnutti, intercettato ancora una volta dice: «Ho
detto a Berlusconi che a loro interessava molto appoggiare Gianpiero (Fiorani)
perché dall'altra parte stanno facendo quell'altra (Unipol-Bnl). Per
cui, per una questione d'equilibrio, si fa una per una; quindi vado in
appoggio anche di là. Berlusconi mi ha risposto che faccio bene».
Sull'assalto
alle banche (Antonveneta e Bnl) le intercettazioni dimostrano che c'è
perfetta identità di vedute sia a destra che a sinistra: «una questione d'equilibrio» la definisce Gnutti.
Un
perfetto accordo bipartisan; quello che non si riesce mai a fare,
quando in ballo ci sono gli interessi di tutti gli italiani.
Sull'assalto
alla Rcs, invece l'interesse principale sembra essere a destra (Berlusconi
in particolare), ma a sinistra sanno tutto ed approvano tutto. Dice
infatti Ricucci parlando al telefono con Giancarlo Leone (capo di Rai
Cinema) alle 14.41 del 21 luglio 2005: «Ho
incontrato Prodi, Fassino, D'Alema, e Berlusconi e ho rappresentato a
loro i miei piani e le mie intenzioni su Rcs, così come ho fatto con
Banca d'Italia e Consob».
Si
fa avanti Flavio Briatore,
telefona a Ricucci e gli dice: «Vorrei
darti una mano con Rcs. Sto organizzando una cena. Vieni? Ci sarà Aznar
ed inviterò anche il cavaliere e Galliani».
L'idea
di Ricucci (il quale sostiene che le azioni Rcs valgono almeno 8.0 euro)
e dei suoi compagni di cordata è di fare uno spezzatino di Rcs,
rivendendo l'azienda a pezzi; il ramo "Corriere della sera",
da quello che si capisce dalle intercettazioni, dovrebbe andare a
Mediaset quando, nel 2008, la legge Gasparri, consentirà all'azienda
del presidente del consiglio di svincolarsi da alcuni impedimenti
normativi che, al momento, gli impediscono di "accumulare altri
media".
Dall'altro
lato, Consorte parla con Sposetti
(il tesoriere dei Ds) e gli dice che più tardi chiamerà Fassino per
informarlo della vicenda. Spiega che Isvap e Bankitalia gli hanno dato
l'autorizzazione. Dice anche che con Berlusconi non ci sono problemi.
Poi
i due (Consorte e Sposetti) parlano di una nuova scalata e Consorte
chiede a Sposetti di verificare se è vero che si sta preparando un'Opa
su Fiat e che di mezzo c'è anche Berlusconi.
Sposetti
risponde senza indugi che la cosa è molto possibile.
Questo è lo stato delle cose quando la magistratura interviene nella
vicenda e scattano gli avvisi di garanzia; come ai tempi di "mani
pulite".
All'inizio,
i protagonisti (Fiorani, Ricucci, Gnutti, etc..) pensano di farla franca
(sono o non sono coperti dal governatore della banca d'Italia e dai
maggiori leaders politici nazionali); poi, però le cose si
complicano e Fiorani finisce all'Hotel S.Vittore, in quel di Milano.
Da
qual momento comincia la corsa ai quattro cantoni, ed ognuno cerca di
trovare una sedia su cui sedersi a scapito degli altri.
Fiorani
comincia a "cantare" e si trascina gli altri dietro.
Cade
Fazio; ed è un colpo per tutti.
Poi
Ricucci, Consorte e Gnutti sono travolti.
Ed
adesso è il turno dei politici: quelli che a Porta a Porta, tutti i
martedì sera, si insultano in perfetto italiano e, subito dopo,
spartiscono poltrone, potere e stipendi per loro ed i loro amici.
E'
una nuova "tangentopoli" che finirà con una nuova "mani
pulite"?
Per
il bene di questo paese, io mi auguro proprio di si.
Senza
sconti per nessuno.