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Aja 13 marzo 2006 -
Analisi tossicologiche su un prelievo di sangue di Milosevic prima della
sua morte, confermano che l'ex presidente jugoslavo assumeva un farmaco
"sbagliato"!
Il tossicologo che ha condotto gli esami (Donald
Uges, dell'università di Groninga) è convinto che Slobodan ha
assunto "volontariamente" un antibiotico per compromettere la
terapia per l'ipertensione prescrittagli dagli esperti. In conclusione
Milosevic si è suicidato con un antibiotico!!!
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Il tribunale dei vinti
Carlo
Bertani - 13 marzo 2005
Non si comminano più
sentenze capitali, non è bello, non è politically
correct. E’ disgustoso osservare il miglio verde della vita di un
condannato: no, meglio una fredda notizia che comunica la morte di Slobodan
Milosevic, definito il “satrapo”, il “sanguinario” e via
discorrendo.
Nello stesso giorno, il presidente del tribunale che sta giudicando Saddam Hussein dichiara che – qualora – Saddam sia condannato e
– ancora qualora – sia condannato a morte, allora fra la sentenza e
l’esecuzione non trascorrerà più di un mese.
Stupefacente consecutio
d’eventi improbabili, verrebbe da dire: un magistrato previdente ed
ossequioso del suo mandato.
La signora Carla Del Ponte
– che dirige il tribunale dell’Aia – si è mostrata assai
rattristata della morte di Milosevic: senza di lui sarà difficile
giungere a delle conclusioni certe, alla tanto osannata verità
processuale.
La realtà è diversa: diritto internazionale alla mano, Milosevic aveva
dimostrato che quel tribunale non poteva condannare un ex capo di stato
catturato come un ladro di polli, che la guerra del 1999 era stata una
guerra d’aggressione senza il minimo straccio di giustificazione
giuridica sul piano internazionale.
Milosevic era gravemente
malato di cuore: qualsiasi tribunale avrebbe dovuto sospendere le
udienze per un ricovero ospedaliero – ma così non è stato – e
domani ci racconteranno che l’autopsia non ha nulla da rivelare, e che
ognuno ha compiuto il suo dovere. L’operazione è riuscita, il
paziente è morto.
Ricordiamo che la signora Del Ponte fu colei che avrebbe dovuto
ritrovare il famoso “tesoro di Craxi”
e che invece non trovò proprio niente: nel frattempo, Craxi era morto.
Verrebbe da toccarsi quando la si nomina.
In ogni modo, se si sentisse
disoccupata, le ricordiamo che sono tuttora nell’attesa d’essere
giudicati Pinochet e la banda
di generali argentini che attuarono il “piano
Condor”: trentamila oppositori politici uccisi in un decennio nel
silenzio totale dei tribunali internazionali. Sempre in America Latina,
almeno una mezza dozzina di ex-capataz
(Bolivia, Peru, Colombia, Ecuador, ecc) campano tranquilli con accuse di
genocidio, traffico d’armi e di droga, corruzione, sterminio di indio,
ecc. Dei “battaglioni della morte” salvadoregni la signora sa
qualcosa?
Troppo distante l’America? Perché non richiamare all’Aia i
comandanti del famigerato battaglione Buffalo,
che seminò morte e distruzione fra i neri nel Sudafrica
dell’apartheid? Potremmo continuare, ma sarebbe noioso e doloroso
acclarare la scoperta dell’acqua calda, ossia che la giustizia
internazionale si muove in una sola direzione.
Inviamo – metaforicamente – alla signora l’icona delle tre
scimmiotte: non vedo, non sento e non parlo. Come dicono a Napoli: ma
faciteme ‘o piacere…