|
- Trattato di Lisbona & Nuovo Ordine Mondiale
Domani,
giovedì 12 giugno 2008, in Irlanda il popolo (sovrano) voterà con
referendum la ratifica del Trattato di Lisbona.
Se passerà il SI, il Governo Mondiale sarà sempre più vicino, se
invece passerà il NO, ed è quello che tutti ci auguriamo, i
mondialisti riceveranno una battuta d'arresto.
-------
Perché
no al trattato di Lisbona
"E’
di Ida Magli – tratto da “Il Giornale”, 7 Giugno 2008
In questi giorni, con la ratifica da parte del Parlamento italiano del
cosiddetto Trattato di Lisbona, si porrà fine definitivamente
all'esistenza delle Nazione Italia. E mano a mano si porrà fine
all'esistenza di quasi tutte le altre nazioni in Europa. Non bisogna
sorprendersi del silenzio che accompagna l'atto più importante che sia
mai stato compiuto dal 1870 con il Regno d'Italia. È un silenzio che
non è dovuto soltanto al volere dei governanti, ben sicuri fin
dall'inizio dell'operazione “Unione europea“ che bisognava tenerne
all'oscuro il più possibile i cittadini, ma anche alla obiettiva
difficoltà per i giornalisti di fornire informazioni e tanto meno
spiegazioni di un progetto che esula da qualsiasi concetto di «politica“.
Il Trattato di Lisbona è infatti una «visione del mondo»
universale, una teologia dogmatica con le sue applicazioni pratiche, la
forma più assoluta di totalitarismo che sia mai stata messa in atto.
Come potrebbero i giornalisti istruire con poche parole milioni di
persone sulla metafisica di Kant? Eppure c'è quasi tutto Kant, inclusa
la sua proposta per
La falsificazione dei significati linguistici accompagna fin dall'inizio
l'operazione europea: quello che viene firmato non è affatto un
Trattato e non è neanche una «Costituzione», come era stato chiamato
prima che i referendum popolari lo bocciassero. È la proclamazione di
una religione universale, accompagnata in tutti i dettagli dagli
strumenti coercitivi verso i popoli e verso le singole persone per
realizzarla. È il passo fondamentale, dopo averlo costituito in
Europa, per giungere alla meta prefissata: il governo mondiale.
Posso indicare in questo breve spazio soltanto alcuni degli
strumenti preordinati:
A) Il sincretismo fra le varie religioni e fra i vari
costumi culturali. Un sincretismo che verrà raggiunto con lo
spostamento di milioni di persone e smussando tutte le differenze
attraverso il «dialogo». Discendono da questa precisa volontà dei
governanti le ondate immigratorie che stanno soffocando l'Europa
d'occidente. Si tratta di decisioni di forza, prese a tavolino: se
nasceranno reazioni o conflitti, come di fatto sono già nati,
provvederanno le schedature biometriche, la polizia e il tribunale
europeo a eliminarli.
B) Il governo concentrato in poche persone, quasi
sconosciute ai cittadini, mentre diventano sempre più pleonastici i
parlamenti nazionali. Il parlamento europeo, infatti, tanto perché
nessuno possa obiettare in seguito che non aveva capito, è stato
istituito fin dall'inizio privo di potere legislativo. Pura finzione al
fine di gettare polvere negli occhi ai cittadini e tenere buoni con
ricche poltrone i residui pretendenti al potere nell'impero fittizio.
C) Nella sua qualità di fase di passaggio verso il governo
mondiale, l'Europa deve essere debolissima, come infatti sta diventando.
Per ora qualcuno lo nota a proposito dell'economia e della ricerca
(ricerca significa intelligenza), ma presto sarà chiaro a tutti
l'impoverimento intellettuale e affettivo di popoli costretti a perdere
la propria identità, la propria «forma» in ogni settore della vita.
In Italia la perdita è più grave per il semplice motivo che gli
italiani sono i più ricchi di creatività. Di fronte al vuoto di
qualsiasi ideale e di qualsiasi futuro, i giovani si battono per quelli
vecchi inesistenti, oppure «si annoiano». Vi si aggiungono con uguale
impoverimento i milioni di immigrati, anch'essi sradicati dalla loro
identità e gettati nel crogiolo della non-forma.
Si tratta di conseguenze ovvie, perseguite con ostinazione
durante il passare degli anni sia dai fanatici credenti nella religione
universale che da coloro che se ne servono per assolutizzare il proprio
potere. Ci troviamo di fronte a quello che i poeti tedeschi
individuavano chiaramente durante il nazismo come «il generale
naufragio dello spirito». Seppellire le nazioni per paura del
nazionalismo significa provocare di nuovo il generale naufragio dello
spirito. Significa che alla fine Hitler ha vinto.
Ida Magli
Roma, 24 Maggio 2008
n. 135 del 2008-06-07 pagina 15