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Trame massoniche sul voto / confratelli in lista
di Rita Pennarola – tratto dalla rivista “
www.lavocedellacampania.it
Come
si sono attrezzate le confraternite italiane e quelle transnazionali per
le Politiche 2006? E in che modo governeranno gli assetti del nuovo
Parlamento? Tra vecchie conoscenze ed impresentabili new entry, siamo
andati a cercare i candidati che fanno riferimento a compagini che
mantengono l’assoluta segretezza sui nomi degli affiliati.
Segretezza
assoluta. La legge elettorale voluta dal governo Berlusconi
alla vigilia delle Politiche-truffa 2006 (potendo contare sulla solita
opposizione “di facciata”) dovrebbe essere - nelle intenzioni - la
pietra tombale su qualsiasi tentativo di stanare nelle liste i
personaggi-chiave cui sarà affidato il compito, nel nuovo parlamento,
di portare a termine l’annullamento della partecipazione democratica
avviato negli ultimi dieci anni ed ora prossimo al traguardo finale.
Qualunque sia il vincitore. La regia occulta di livello sovranazionale
che ha portato, fra l’altro, il nostro Paese al centro di conflitti
mondiali, esponendo i cittadini a permanenti, esplosivi attacchi delle
resistenze locali, grazie all’azzeramento delle preferenze potrà
contare, di qui ai prossimi cinque anni, su un governo ubbidiente e
ligio alle decisioni assunte sui tavoli di summit supersegreti, come
quelli che regolarmente si svolgono fra organismi dei Bilderberg, della
Trilateral o degli Illuminati, per citare solo i nomi circolati finora.
Da qui, lungo mille rivoli di potere, si dipanano gli assetti delle
“cupole” locali, popolate soprattutto di ignari, utili idioti che
inconsapevolmente contribuiranno ad attuare disegni predeterminati
“dall’alto”.
E’ in
questo contesto che
E allora partiamo da qui, dagli “incappucciati”, dalle potenti
organizzazioni che prevedono tuttora la segretezza quasi assoluta sui
nomi dei loro affiliati, per tracciare la possibile mappa delle future
Camere secondo quanto già stabilito dai signori del nuovo ordine
mondiale. I quali, nell’era della comunicazione globale, affiancano
alle tradizionali forme di rappresentanza (dai Templari agli ordini
cavallereschi) sigle ammantate di fini “umanitari”, che consentono
agli adepti presenti da un capo all’altro del pianeta, o dei singoli
continenti, di raccordarsi in maniera efficace anche utilizzando
internet. Attraverso tali sigle passano, per fare solo qualche esempio,
la schedatura di milioni di persone, il rilascio di passaporti
diplomatici, il reclutamento e l’ingaggio di contractors sui luoghi di
guerra.
Siamo così
arrivati a lui, il leader del Movimento Sociale Destra Nazionale che la
sua appartenenza massonica la proclama con forza: é Gaetano
Saya, indicato negli elenchi ufficiali del Viminale per le Politiche
2006 come leader nazionale del partito che in Abruzzo vede capolista
alla Camera il suo alter ego, vale a dire la moglie Maria
Antonietta Cannizzaro, protagonista (per conto del marito) di quella
trattativa con Berlusconi che doveva sancire l’ingresso della destra
fascista nel Polo e alla candidatura dello stesso Saya al Senato nella
sua terra d’origine, Messina. Poi il brusco dietro front del
cavaliere.
Arrestato lo
scorso anno con l’accusa di aver dato vita ad una polizia parallela
attraverso la sigla di estrema destra DSSA
(Dipartimento studi strategici antiterrorismo), Saya é al centro di
collegamenti inquietanti e complessi, che vanno ben al di là di queste
imputazioni giudiziarie. Proviamo qui a ricostruirli. Fin
dall’autobiografia Saya dichiara di essere stato ingaggiato, negli
anni settanta, dai servizi segreti Nato come «esperto in ISPEG
(Informazioni, Sabotaggio, Propaganda e Guerriglia), controspionaggio e
antiterrorismo». «Raggiunti i massimi livelli - prosegue - si congeda
nel 1997. Cooptato nel 1975 dal Generale
Giuseppe Santovito, allora Capo del Sismi, viene iniziato in una
Loggia Massonica riservata; da Apprendista di primo grado in breve
diviene Maestro Venerabile della Loggia "Divulgazione 1" a
carattere internazionale». Poi racconta il sodalizio con Riccardo
Sindoca, altro fondatore della Dssa, arrestato nell’ambito della
stessa inchiesta della Procura di Genova, ma soprattutto elemento
centrale del disegno massonico nazionale ed internazionale. «All'alba
del 1 luglio 2005 - scrive Saya riferendosi a se stesso - è stato posto
agli arresti domiciliari da ingenti Forze di Polizia (per arrestare Riina
ne furono impiegati meno), con false, infondate e pretestuose accuse
insieme al suo Vice e fratello d'armi Riccardo Sindoca».
Se con la
moglie-aspirante-deputata Maria Antonietta Cannizzaro, anche lei
messinese, Saya aveva finora messo su esclusivamente affarucci di
carattere commerciale (come la srl Semiramide, fondata a Firenze nel
‘99 per il commercio di apparecchiature elettroniche e ceduta poi al
trentunenne Alessio Augusti da Pistoia), attraverso il “fratello
d’armi” Sindoca Saya ha tentato il gran ritorno nei salotti buoni
della massoneria internazionale. Dove il gioco si fa duro davvero.
Seguendo questa storia stiamo per entrare in una delle inchieste
supersegrete che proprio in questi giorni sono al vaglio di diverse
Procure italiane, cui è stato inoltrato un corposo dossier top secret
dalle Fiamme Gialle.
Seguiamo Sindoca. Milanese d’origine, 38 anni, fino al 2000 si era
occupato di una società che, nonostante il nome vagamente inquietante, Sipar,
era dedita prevalentemente a servizi di pulizia. Suoi soci erano il
quarantatreenne Roberto Parodi
ed i fratelli Giuseppe e Paolo
Antonio Regola. Nel 2001 Sindoca cambia rotta: fonda a Milano la srl
Università Europea di Acuologia - Agenzia culturale di informazione e
comunicazione, i classici 10 mila euro di capitale. Gli è a fianco
stavolta, nel parterre societario, il siciliano Pasquale
Romano, 65 anni, da Giardini Naxos, professione giudice di pace.
Scopo della società, che ha sede in via Gallarate 24, nel capoluogo
lombardo, é fra l’altro quello di diffondere attraverso i propri
insegnamenti e quelli di analoghi “istituti” nel mondo, lo studio di
una disciplina appositamente creata: per l’appunto, l’acuologia o
scienza dell’ascolto.
E che non si
tratti della solita, bizzarra creatura autoreferenziale, o messa su solo
per intercettare finanziamenti, lo scopriamo attraverso il curriculum di
uno fra i “docenti” di punta dell’università di Sindoca. Si
tratta del massone Franco Antonio
Pinardi, al centro di uno scenario istituzionale da far venire i
brividi. Pinardi ricopre infatti cariche, contemporaneamente, nelle
principali sigle paramassoniche internazionali, ma anche in importanti
livelli istituzionali dello Stato italiano. Cominciamo con questi
ultimi, che vedono Franco Antonio Pinardi - peraltro membro effettivo
dell’Associazione Nazionale Carabinieri e dell’Associazione
Nazionale Finanzieri - in veste di segretario generale delle seguenti
sigle: Confederazione Unitaria Giudici Italiani Tributari (C.U.G.I.T.);
Confederazione Giudici di Pace (in questa veste si è recentemente
recato in visita ufficiale presso il presidente della Corte d’Appello
di Milano Giuseppe Grechi);
Movimento Italiano Dirigenti Amministrazioni Stato (M.I.D.A.S);
Associazione Investigatori Forze di Polizia (A.I.F.P). Non basta. Sempre
restando agli incarichi nelle istituzioni nazionali, Pinardi risulta
inoltre presidente nazionale della Libera Associazione per
Ma eccoci
alle massonerie, a partire da quel Parlamento Mondiale per
E sarebbe
incentrato proprio sul duo Pinardi-Sindoca il rapporto di fuoco oggi sul
tavolo della Procura di Genova, la stessa che aveva arrestato Saya e
Sindoca a luglio 2005 nell’ambito dell’inchiesta sul reclutamento e
l’assassinio di Fabrizio
Quattrocchi. Il rapporto fra Sindoca, Pinardi e il Parlamento
Mondiale spiega come dalle indagini sulla morte di Quattrocchi si arrivi
alla Dssa. Dell’organizzazione massonica palermitana fa parte infatti
(prima in maniera occulta, oggi a volto scoperto) anche quel Giacomo
Spartaco Bertoletti, socio di Roberto
Gobbi nella genovese IBSA che aveva quanto meno addestrato
Quattrocchi alla vigilia della sua partenza per l’Iraq. Non solo.
Nella stessa compagine di Busà compare oggi ufficialmente anche il nome
di George Popper (come
Molteplici i
collegamenti tra esponenti di Forza Italia ed il milieu rappresentato da
uomini come Saya e Sindoca. Intanto, la già ricordata visita congiunta
in Romania con l’europarlamentare Mantovani. Poi, lo stop and go delle
trattative con Silvio Berlusconi in persona, intrattenute da Maria
Antonietta Cannizzaro Saya, per un apparentamento elettorale (incontri
smentiti dal premier, nonostante l’esistenza di foto che lo ritraggono
a Palazzo Grazioli con lady Saya). E ancora un altro, eloquente
particolare: quando il 3 dicembre 2005 fu inaugurata a Milano la
direzione nazionale del partito di Saya, in via Vittor Pisani 7, «erano
presenti - scrive sull’Unità Vincenzo
Vasile - il ministro Claudio
Scajola, il deputato Amedeo
Matacena ed Ombretta Colli», ex presidente forzista della Provincia ed oggi
candidata al Senato col numero 3 nel partito del biscione. Sarebbe stato
inoltre lo stesso Mantovani ad adoperarsi per l’ingresso del Msi di
Saya nella Casa delle Libertà.
Restiamo in
zona Arcore. Come
Seguendo
ancora l’ambasciata umanitario-massonica, da casa Forza Italia
sbarchiamo direttamente nelle fila di AN, anche qui in piena campagna
elettorale. E non soltanto per l’intenzione manifestata da Riccardo
Sindoca di correre per il parlamento a Pavia con la casacca del partito
di Gianfranco Fini. C’è di
più. C’è, intanto, la storia del nazional alleato doc maceratese Remo Grassetti, personaggio di spicco della locale Azione Giovani
(ne dirige
Ma Grassetti
é anche altro. Per ammissione dei suoi stessi legali (che avevano
rivolto una missiva alla Voce in seguito all’inchiesta di ottobre
2005), «ha rivestito la qualifica di coordinatore per l’Italia di
IBSSA dopo le dimissioni del Giacomo Spartaco Bertoletti». Stiamo
parlando della stessa sigla e dello stesso personaggio implicati nelle
indagini sulla morte di Quattrocchi, ma anche di uomini saldamente
inseriti - come abbiamo già ricordato - ai vertici del Parlamento
Mondiale di Palermo. Oggi AN fa di più. E candida nelle Marche, proprio
a Macerata, un Antonio Grassetti, almeno fino al 1997 consigliere comunale nazional alleato alla Provincia di Macerata e indubbiamente
collegato a Remo Grassetti (oltre che dalla probabile parentela) almeno
dal comune sentire politico.
Ne volete
ancora? Ecco: in una foto del 2001 tratta dal
bollettino per body guard promosso dalla IBSSA International, Remo
Grassetti compare accanto a Giulio Conti, deputato uscente di AN ed oggi
nuovamente in lista nelle Marche col numero 3 dopo Gianfranco Fini e
dopo l’attuale consigliere regionale Carlo Ciccioli. Fra le proposte
di legge avanzate dall’onorevole Conti nel corso della legislatura,
spicca quella sulle “Disposizioni per l'apprendimento dell'inno
nazionale nelle scuole elementari e medie”. Motivo in più per
ricandidarlo.
A CHI STEFIO? A NOI!
La spiccata predilezione di
certi settori paramassonici per i colori di Alleanza Nazionale trova il
suo degno coronamento con la candidatura alla Camera nel collegio
Sicilia 2 di Salvatore Stefio, uno dei tre mercenari rapiti in Iraq con Fabrizio
Quattrocchi. Mantello bianco sulle spalle e croce rossa in petto, ad
ottobre 2004 Stefio riceve l’affiliazione ai cavalieri templari dal
Gran Priore Pietro Testa nel corso di una solenne cerimonia nella chiesa
di San Giovanni dei Napoletani a Palermo, sua città natale. Proprio
nello stesso periodo scoppiava il caso Presidium, la società di San
Michele di Bari che aveva arruolato i body guard. Quei quattro ostaggi
sequestrati in Iraq per 56 giorni, che «erano veri e propri
fiancheggiatori delle forze della coalizione - scriveva il gip Giuseppe
De Benedictis nel provvedimento con cui imponeva il divieto di
espatrio al titolare della Presidium Giampiero Spinelli - e questo
spiega, se non giustifica, l'atteggiamento dei sequestratori nei loro
confronti». «Le indagini finora compiute - aggiungeva il giudice -
hanno consentito di accertare (...) che essi erano sul territorio di
quel Paese in veste di mercenari, o quantomeno, di “gorilla” a
protezione di uomini di affari in quel martoriato Paese».
Difeso -
forse non a caso - dal penalista ed allora deputato di Forza Italia Carlo
Taormina, Spinelli era riuscito poi a vedersi revocato quel divieto
di espatrio. Ma fra gli altri indagati (l’accusa era quella di
arruolamento o armamenti non autorizzati a servizio di uno Stato estero)
circolava anche il nome dello stesso Stefio. Dopo il clamore suscitato
dal j’accuse del gip De Benedictis, quella indagine sulla Presidium é
piombata nelle nebbie dell’oblio, al punto che dopo ottobre 2004 non
ne esiste più traccia su alcun organo di stampa. Non così Stefio che,
oltre all’affiliazione templare, era tornato a far parlare di sé ad
ottobre dello scorso anno, quando insieme alla moglie Manuela
Nicolosi veniva assunto alla Croce Rossa Italiana sede di Palermo.
Ed oggi aspira a rappresentare gli italiani dai banchi di Montecitorio.
Del resto,
l’antico feeling fra una certa parte della Cri e i cavalieri templari
non rappresenta certo una novità, anche se spesso viene sottaciuto. Ce
lo dimostra, ad esempio, il curriculum di un altro candidato, questa
volta fuoriuscito clamorosamente dal Polo (Forza Italia) ed in pista il
9 e 10 aprile con una lista fai-da-te. Stiamo parlando di Maurizio Scelli, una vita da leader nei Berlusconi boys (sotto le
insegne del Biscione era stato candidato nel 2001 alla Camera, lo scorso
anno alla Regione Abruzzo, senza mai riuscire nell’impresa) ma
soprattutto un ruolo di gran regista nella liberazione degli ostaggi
rapiti durante il conflitto iracheno, in veste di commissario
straordinario della Cri a Baghdad. Giusto un anno fa la rottura: in
occasione di un comizio elettorale cui doveva partecipare lo stesso
premier, Scelli aveva invitato come relatori dinanzi a centinaia di
giovani “crocerossini” i due terroristi di destra Francesca
Mambro e Valerio Fioravanti.
Il 20
novembre 2004 (all’indomani dell’affiliazione di Stefio) l'Ordine
Templare O.S.M.T.J. (Ordre Souverain et Militare du Temple de Jérusalem
- Gran Priorato della Lingua d’Italia) partecipa, su invito ufficiale,
alla festa annuale della Cri a Velletri. Dove i confratelli incontrano,
stando al loro resoconto, «il Gen. CC Ciarcia,
Tutti insieme appassionatamente. Potendo evidentemente contare anche su
amicizie tanto altolocate, Scelli ha intanto fondato un partito nuovo di
zecca ma carico di nostalgia (nel simbolo i colori della bandiera
italiana cari a Forza Italia): si chiama Italia di Nuovo ed ha subito
stretto accordi elettorali con
E a
proposito di Centro, pur volendoci spostare in casa Unione, non
riusciamo ancora a lasciare la zona Parlamento Mondiale & dintorni.
Perché l’Udeur di Clemente
Mastella ha accolto a braccia aperte l’ex ministro
socialdemocratico Enrico Ferri,
capolista alla Camera in Toscana. Passato alle cronache per i limiti di
velocità imposti sulle autostrade quando era al vertice del dicastero
dei Trasporti, in piena prima repubblica, Ferri negli anni post
tangentopoli (e fino a qualche mese fa) figurava negli elenchi ufficiali
del Parlamento Mondiale di Busà, con incarichi rappresentativi. A metà
dello scorso anno fu raggiunto dalla telefonata di una giornalista che
collabora con Mediaset, cui confermò quella sua appartenenza, dicendo
tuttavia che di quella organizzazione sapeva ben poco. Sta di fatto che
poco tempo dopo il suo nome é scomparso dalle liste siciliane
paramassoniche. Ma é ricomparso in quelle dei candidati a Montecitorio.
MACHI
AL 100 PER CENTO
Memore probabilmente dei moniti lanciati da Francesco Storace («Mejo
frocio che laziale») e delle invettive di Alessandra Mussolini («Sempre meglio fascisti che froci»), la
destra neofascista di Gaetano Saya candida al parlamento italiano il
leader del movimento “Maschio al 100 %”, tal Salvatore
Marino. Ma non finisce qui. Perchè anche il nome del grottesco
celodurista di destra ci riporta nuovamente al milieu paramassonico che
fa da sottofondo a buona parte di questa campagna elettorale. Torniamo
allora (vedi articolo principale) all’ambasciata umanitaria macedone,
popolata di elementi filomassonici ed inquisiti come Riccardo Sindoca.
Il rappresentante ufficiale in Italia di quel sodalizio è un
napoletano, si chiama Antonio Diletto e gestisce al Centro Direzionale
del capoluogo partenopeo un ente formativo fra quelli che aspirano ai
lucrosi incarichi dalla Regione per corsi di formazione periodicamente
appaltati con fondi europei. Diletto, il quale dichiara infatti che
l’ambasciata macedone a Napoli collabora «con istituzioni locali come
Chi é
Mariani? Nel 1999 lo troviamo fra i candidati alle Europee sotto i
vessilli della Lega Sud Ausonia insieme al camerata Achille
Biele. In seguito fonda la fantomatica “Repubblica di Ausonia”,
alter ego della Padania di Bossi. In questa veste Mariani sostiene nel
2004 l’associazione “Maschio al 100%”, che reclama un esponente di
puro sesso maschile (lo stesso Marino) sulla poltrona di presidente
della Provincia di Pescara. Insomma, dai maschioni di Salvatore Marino a
Gaetano Saya, passando per la massoneria transnazionale ammantata di
umanitarismo, il passo é breve. Più recentemente il candidato macho é
stato ospite di un faccia a faccia televisivo su La 7 con l’esponente
del Partito comunista italiamo marxista leninista Domenico
Savio. A sostenere le “dure” ragioni di Marino c’era anche
Maria Antonietta Cannizzaro Saya. «Salvatore Marino - si legge nel
comunicato del Pcmli - si è lasciato andare ad affermazioni gravi nei
confronti delle donne che vorrebbe suddite dei maschi, private della
possibilità di poter far carriera e costrette a casa a fare le
casalinghe. Inoltre Marino sosteneva che il gentil sesso oggi avrebbe
preso il sopravvento sugli uomini, uomini che secondo lui sarebbero
addirittura discriminati rispetto alle donne». Dopo un acceso scontro
verbale,
NON
SOLO D’ALI’
Tanti, nel parlamento uscente - cosi’ come in quello che verra’ dopo
il 10 aprile - gli esponenti politici collegati direttamente o
indirettamente ad appartenenze massoniche. Ad essi andrebbero aggiunti i
tanti affiliati a logge coperte, italiane o piu’ probabilmente estere,
dei quali finora non e’ possibile rintracciare l’identita’. Altri
ancora militano in compagini transnazionali come l’Opus
Dei che, pur non rientrando nella massoneria, mantengono ugualmente
la più assoluta riservatezza sui nomi degli iscritti. Limitiamoci perciò
ad un rapido excursus sui candidati che, in un modo o nell’altro,
fanno riferimento ad associazioni che non rendono pubblica l’identità
dei loro membri. Per questo, cominciamo proprio dall’Ovra, che scende
in lizza con un uscente di gran peso,
Alberto Michelini, il giornalista Rai che si ricandida alla Camera
con Forza Italia nel collegio forte di Lombardia 2. Nulla di strano per
chi ricorda che il sodalizio fra Silvio Berlusconi e Marcello
Dell’Utri (nuovamente in corsa per il Senato, nella stessa
regione, nonostante la condanna in primo grado per concorso esterno in
associazione mafiosa) era nato proprio sui banchi della Torrescalla, la
residenza universitaria dell’Opus Dei per rampolli vip di Milano e
dintorni. Ad abundantiam, comunque, nella scorsa legislatura Michelini
era stato nominato anche “rappresentante per l’Africa del presidente
del Consiglio”, subito dopo le tragiche vicende del G8 di Genova. Meno
ovvia la candidatura nella Margherita della “numeraria” Opus Dei Paola Binetti, docente al Campus Biomedico. Rutelli ringrazia.
Scorrendo la
lista di candidati in cui é presente Dell’Utri incontriamo, poco
dopo, un altro compagno di scuola del premier: si tratta del senatore
uscente Romano Comincioli,
che Berlusconi ha chiamato con sé fin dal 2001 per percorrere ancora un
tratto di strada insieme. Più che per la sua attività di parlamentare,
il nome di Comincioli balza alle cronache a inizio anno per i generosi
cadeaux concessi da Giampiero
Fiorani a Berlusconi e al suo stretto entourage. In totale, «68
milioni di euro finora venuti alla luce», ha raccontato su Diario
Gianni Barbacetto, che precisa: «200 mila euro sono andati a “zio
Romi”, come Stefano Ricucci chiamava il senatore Romano Comincioli».
Fedelissimo di Licio Gelli al
tempo della P2, Comincioli rappresentava - come ammesso dallo stesso
Berlusconi in una deposizione dinanzi al tribunale di Verona il 27
settembre 1988 - il trait d’union con il faccendiere Francesco
Pazienza (lo ricordano nel libro Inchiesta sul signor TV Giovanni
Ruggeri e Mario Guarino).
Dalla P2
provengono, oltre allo stesso Berlusconi, altri due parlamentari
forzisti uscenti e sicuramente riconfermati: Fabrizio
Cicchitto e, per ascendenza paterna, Antonio
D’Alì. Quest’ultimo, che da senatore si é distinto per aver
presentato, come primo firmatario, il disegno di legge
sull’istituzione di una casa da gioco nel comune di Erice, é figlio
dell’omonimo banchiere trapanese iscritto alla superloggia del
Venerabile. Infine il Grande Oriente d’Italia, l’obbedienza
riportata in auge dal Gran Maestro Gustavo
Razzi, che tra i massoni “scoperti” vede in pista l’ex
segretario Pli Valerio Zanone
(che corre in Piemonte per il Senato con i colori della Margherita) e in
Campania il repubblicano Giuseppe
Ossorio (che preferisce Antonio
Di Pietro e corre alla Camera con l’Italia dei Valori).