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Capitolo
undicesimo
In
Tibet
Tratto dal libro: “Archeologi di
Himmler” di Marco Zagni
Nel febbraio del
1946 gli Alleati interrogarono nuovamente il dr. Ernst Schäfer,
naturalista, così com'era avvenuto l'anno precedente, sui suoi stretti
rapporti con Heinrich Himmler, le SS e l'Ahnenerbe.
Certamente Schäfer (1910-1992) era ben conosciuto per aver fatto parte
dell'Organizzazione SS per l'Eredità Ancestrale ed anche dell'Istituto
Sven Hedin ivi collegato, ma anche e soprattutto per avere organizzato
la famosa spedizione dell' Ahnenerbe SS in Tibet del 1938-1939.
Naturalmente Schäfer non ebbe particolari problemi a rispondere, anche
se cercò ingenuamente di separare le attività dell'Istituto Hedin per
l'Asia Centrale dall' Ahnenerbe - cosa francamente insostenibile dato
che l'Istituto Hedin era un'emanazione diretta della prima società.
Sì, certo, rispose Schäfer, il primo incontro con il Reichsfűhrer
SS Himmler era avvenuto nel luglio del 1936 durante le Olimpiadi di
Berlino.
Himmler era rimasto molto colpito dalle già promettenti doti del
giovane SS Schäfer, il quale aveva già effettuato ben due spedizioni
in Tibet (nel 1931-32 e nel 1934-36) sotto la guida dell'esploratore
americano Brooke Dolan per conto dell'Accademia delle Scienze Naturali
di Filadelfia.
La Teoria dell'Universo di Ghiaccio di Hörbiger, disse Himmler a Schäfer,
era sicuramente esatta, l'unica che spiegasse in modo sufficientemente
scientifico i corsi ed i ricorsi storico/catastrofici sul pianeta Terra,
compreso l'ultimo diluvio universale.
In più Himmler era personalmente convinto che la razza
"ariana" non si era evoluta come le altre razze inferiori
secondo le teorie di Darwin, ma derivava da un popolo semi-divino (i
Tuatha De Danaan) disceso dal cielo e che si era stabilito in Atlantide.
Prima
della distruzione finale, gli Atlantidi ariani erano migrati in varie
parti del Mondo e senz'altro avevano creato ancora un grande Impero
nell'Asia Centrale (area Tibet - Deserto del Gobi).
La svastica, simbolo ancestrale ariano per eccellenza, era ancora
profondamente presente in quelle regioni remote, nelle due forme
sinistrorsa e destrorsa pertanto, Himmler concluse, era necessario che
Schäfer potesse organizzare un'altra spedizione in Tibet, questa volta
completamente tedesca e sotto gli auspici dell'Organizzazione Ahnenerbe,
per ripercorrere spiritualmente il tragitto migratorio verso l'Asia
effettuato dagli ariani primigeni, in fuga dall'Atlantide sconvolta dal
diluvio, ed esplorare ancora il Tibet. Schäfer accettò nonostante non
fosse per niente convinto delle teorie di Himmler, ma francamente, come
poteva rifiutarsi visto che all'epoca era Untersturmfűhrer delle
SS?
Ci sia consentita ora una, piccola digressione poiché, senza alcuna
informazione aggiuntiva, alcune ipotesi di Himmler potrebbero apparire
completamente fuori dalla realtà.
In verità recentemente si sono verificate alcune scoperte che possono
far pensare che qualcosa di vero riguardante queste migrazioni verso
l'Asia centrale ci possa essere stato.
In primo luogo, fino a poco tempo fa, si pensava che il plateau tibetano
fosse stato abitato solo a partire dalle tarda epoca Neolitica (5.000
anni fa).
Ora
queste datazioni sono state arretrate a circa 20.000 anni or sono con la
scoperta di antiche impronte di mani e piedi sicuramente umani in una
località a circa 90 Km dalla capitale Lhasa.
Questa scoperta in un certo senso supporta una leggenda tibetana che
sostiene l'arrivo di una cultura religiosa (antenata del culto Bon),
portata da Nord dal "sovrano ... Shenrah, che proveniva
dall'inaccessibile regno di Olmolungring ... Shenrah arrivò al monte
Kailas .... Lì diffuse il culto Bon per tornare poi al proprio Paese".
Inoltre è abbastanza recente la scoperta nel deserto di Taklamakan (al
confine con l'attuale Repubblica Popolare Cinese - Uighur Xinjiang/Turkestan
Orientale) di mummie umane dalle certe caratteristiche "nordeuropee,
cioè con occhi azzurri, capelli biondi o rossicci e spesso ondulati,
nasi stretti e un'altezza inusitata per la regione e per l'epoca (oltre
i 180 cm., n.d.r.)" e databili intorno al 2.000 a.C."
E diciamo questo solo per fare alcune puntualizzazioni utili alle nostre
prossime conclusioni, a fine saggio. Ma torniamo alla spedizione.
Si riuscì seriamente ad organizzare il viaggio quando l'Ahnenerbe fu
completamente nelle mani di Himmler e del suo RFSS, cioè dopo
l'allontanamento di Wirth e l'arrivo di Walther Wűst, nel 1938.
Oltre a Schäfer, naturalista ed esperto di botanica, capo spedizione, i
componenti più importanti (tutti delle SS) erano i seguenti:
Bruno
Beger Etnologo e Antropologo
Ernst
Krause Entomologo e Cameraman cinematografico
Karl
Wienert Geofisico / Geomagnetismo delle rocce
Edmund Geer Direttore tecnico e capo-carovana
La
richiesta da parte di Himmler di far partecipare Edmund Kiss alla
spedizione non fu accolta da Schaefer, crediamo per puri e semplici
motivi di leadership, legati anche al fatto dovuto alla notevole
differenza di età tra i due ufficiali.
Gli scopi generali del viaggio in Tibet che interessavano a Schäfer
erano prettamente di carattere scientifico, geografico, geologico,
naturalistico e antropologico, come dimostravano i progetti della
spedizione da lui elaborati nel 1937.
Così almeno questa fu la versione che diede agli Alleati nel
dopoguerra.
Ancora nell'aprile del 1947 Schäfer si distaccò dalle ipotesi
sostenute da Himmler durante il loro primo incontro del 1936, dicendo in
sostanza che quasi tutti gli alti vertici nazisti credevano alla teoria
della Cosmologia Glaciale (Welteislehre), Himmler in testa, mentre lui
l'aveva sempre considerata errata e pazzesca.
Dobbiamo però considerare anche il fatto, e lo si sostiene da più
parti, che durante la missione in Tibet il dr. Wienert effettuò degli
esperimenti scientifici volti proprio a verificare la Teoria Wel
(dovrebbe anche esistere una relazione scientifica di Wienert in merito,
del 1947) e che, durante gli interrogatori, il prigioniero Schäfer non
fu certo un maestro di verità sostenendo per esempio, in modo
maldestro, una separazione giuridica di fatto tra l'Istituto Sven Hedin
(di cui era stato responsabile) e l'Ahnenerbe, per il solo e semplice
motivo che l'Istituto Hedin si trovava a Monaco e non a Berlino.
Vediamo
allora come si svolsero gli avvenimenti legati alla spedizione, in modo
più dettagliato.
Così
come scrisse nel suo libro Geheimnis Tibet (Tibet Segreto) per Ernst Schäfer
non era un coincidenza che "l'aura
che circonda il Tibet affascina le persone di tutti i Paesi civilizzati
del mondo e quella terra proibita appare come qualcosa di
soprannaturale, misterioso e demoniaco".
La
causa nazionalsocialista percepiva sostanzialmente i limiti della
civilizzazione democratica occidentale e guardava al Tibet come ad un
Paese che avrebbe potuto "liberare" spiritualmente la
Germania.
Prima di accennare direttamente alla spedizione "SS Ernst Schäfer
19381939" vogliamo informare i nostri lettori che, finalmente,
a partire dall'ottobre 2003, si è reso disponibile in lingua inglese un
libro veramente completo su questa famosa missione: Himmler’s
Crusade dello scrittore e documentarista televisivo Christopher Hale,
che senz'altro consigliamo per una maggiore comprensione del periodo
politico/storico in cui si svolse l'evento.
Il problema, come molti saggi che provengono dal mondo anglosassone in
generale, è l'interpretazione che si dà a qualsiasi accadimento
verificatosi sotto la Germania nazista, ancora oggi esageratamente di
parte: secondo certi autori, una visione "luciferina" di
qualsiasi atto, anche il più normale, svoltosi durante il periodo
'33-'45 è sempre ben accetta, forse perché è più semplice da
spiegare e commercialmente rende di più.
Anche questo saggio di Hale punta ad un'interpretazione
"sinistra" della missione di Schäfer, soffermandosi
eccessivamente sugli scopi "antropologici" del viaggio.
Per il momento noi ora diamo invece la versione che segue, riservandoci
qualche "sorpresa" in seguito.