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di
Eugenio Benetazzo
Il miglior investimento che possiate fare nei prossimi
semestri è acquistare azioni di società che producono e vendono camper
e roulotte. Perchè ve ne sarà sempre più bisogno. Lasciatemi
raccontare la ingloriosa fine che ha cambiato profondamente la vita del
mio collega corrispondente da Londra, L. Tessaro, che tra di noi
analisti chiamiamo scherzosamente in amicizia Tex.
Tex ha ricoperto il ruolo di Credit Strategist per una prestigiosa banca
d'affari, vivendo e lavorando per quasi cinque anni nella City, il
famoso distretto finanziario indipendente di Londra, il kilometro
quadrato più costoso al mondo in cui banche, fondi di investimento
e grandi investitori istituzionali decidono le sorti di popolazioni e
nazioni nel pieno rispetto dell'unico dio a cui prostrarsi: il profitto
indiscriminato.
Tex era (ma è tuttora) un grande analista, siamo stati
spesso in videoconferenza assieme a colleghi statunitensi ed inglesi: in
più occasioni mi ha dato spunti operativi da sviluppare durante i miei
shows finanziari. Ma adesso Tex vive in camper da quasi due mesi: la
banca per la quale lavorava, un colosso del sistema bancario mondiale,
soffre, sta male, vacilla, è in agonia finanziaria ed ha per
questo iniziato a ristrutturarsi per ottimizzare i costi di gestione
industriale al fine di sopportare l'implosione del più grande
bubbone finanziario della storia economica, che presto
affosserà per sempre i già malconci bilanci bancari. Tex è una
delle prime vittime colpite senza molto preavviso dalla soluzione finale
messa in atto nella City: licenziamenti di massa senza tanti pensieri.
Tex vive in un camper che ha preso a noleggio a lungo
termine perchè in questo momento non si può più permettere di pagare
le rate del mutuo del suo piccolo appartamento che ha messo tosto in
vendita. Pariteticamente ha dovuto anche riconsegnare alla
concessionaria di automobili il fiammante suv con cambio automatico e
trazione integrale che aveva acquistato attraverso un contratto di
light leasing. L'ironia del destino non gli ha risparmiato proprio
niente: quei quattro risparmi che aveva messo da parte, nonostante una
retribuzione piuttosto corposa, si sono dissolti nell'aria a causa di un
posizionamento eccessivamente speculativo in prodotti finanziari
sofisticati emessi proprio dalla sua stessa banca !
Il camper è una triste aspettativa per un giovane
analista del mondo finanziario, ma che altro non sa fare se non
analizzare bilanci, azioni e grafici. Il mio consiglio è sempre lo
stesso: imparate un mestiere, piuttosto che cercarvi un lavoro.
D'improvviso la sua vita è cambiata, quasi scoppiata di mano a causa
proprio delle scelte di investimento del suo stesso datore di lavoro, la
banca presso cui lavorava. E in che cosa aveva investito pesantemente ingenti
risorse finanziarie il management di questa grande banca d'affari ? In
prodotti denominati Credit Default Swaps ovvero CDS, per non dilungarmi
eccessivamente con terminologie tecniche troppo complesse o noiose
possiamo considerare questi strumenti derivati finanziari come
sofisticate polizze assicurative che coprono il rischio per un
sottoscrittore di un obbligazione che la stessa non venga poi onorata
alla scadenza prestabilita.
Immaginate per farvi un esempio che tornando al caso della Parmalat vi fosse stato qualcuno che avesse garantito il pagamento delle loro emissioni obbligazionarie e qualcun'altro che si fosse assicurato nel caso in cui questo si fosse verificato. Ebbene questa disamina sarebbe ineccepibile se non ci fosse un elemento discriminatore sulla bontà di queste architetture finanziarie ovvero che non esistono metodi e soluzioni efficaci volte ad accertare la consistenza patrimoniale della società che si impegna ad assicurare un eventuale default di un prestito obbligazionario: questo è possibile in quanto questi diabolici strumenti derivati finanziari sono terra di nessuno e di tutti. Non vi voglio tediare con ulteriori sofisticazioni espositive che richiederebbero anche un sussidio visivo per comprendere l'utilizzo ed il funzionamento di questi prodotti, un tempo utilizzati per limitare il rischio, oggi commercializzati per finalità pesantemente speculative. Vi basti sapere che lo stesso Warren Buffet, il secondo uomo più ricco del pianeta, famoso per le sue performance a due cifre grazie al suo fiuto di contrarian trader, ha recentemente sentenziato di come il ricorso all'utilizzo speculativo dei contratti derivati sia peggiore di tutte le armi di distruzione di massa messe assieme. Considerate che lo stesso Buffet negli ultimi sei mesi è stato vittima di un bagno di sangue (finanziario) non essendo stato nemmeno lui, con i suoi strapagati top analists, in grado di evitare fenomeni di spiacevoli cancrene e contagi finanziari.
Le più grandi banche del mondo adesso stanno recitando
tutte in silenzio religioso il mea culpa, in quanto non sono riuscite a
comprendere quello che stava succedendo ai mercati finanziari, dando
troppo ascolto e potere a spregiudicati manager, clonati al pari di
replicanti frankenstein finanziari presso le tanto osannate business
schools del pianeta (www.eugeniobenetazzo.com/recensioni.html).
I grandi gruppi bancari hanno fallito. Pesantemente fallito nel fare
previsioni, e pesantemente alcuni di loro sono destinati a fallire.
Alcuni sono già falliti per definizione: basta rendersi conto di come
le esposizioni debitorie nel passivo siano di gran lunga superiori agli
assets detenuti nelle attività patrimoniali, una volta depurate dalla
voce farlocca dei crediti esigibili ! La ricerca del profitto
indiscriminato, costi quel che costi, adesso sta presentando il conto:
lo stesso Tex ha iniziato ad avvisare ed allertare altri colleghi e
conoscenti di prepararsi a fare la sua stessa fine e di mettere in
preventivo altri default bancari, molto più pesanti di quelli che si
sono delineati recentemente nei mesi scorsi. Dura lex, sed lex, caro
Tex.
Eugenio Benetazzo
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