|
Home Page - Contatti - La libreria - Link - Cerca nel sito - Pubblicità nel sito - Sostenitori |
- Pagina
terrorismo
- Pagina petrolio
La
terza guerra mondiale è già scoppiata?
Il
mondo, oggi, consuma circa 28 miliardi l'anno di barili di petrolio ed
è, evidentemente, un consumo in crescita (il petrolio è quasi l'unica
"fonte energetica" per i mezzi di trasporto e, quindi, al
momento non può essere immediatamente sostituito in tale impiego).
Chi sono, oggi, i maggiori consumatori mondiali?
Stati
Uniti: 7.24 miliardi di barili l'anno (25.9% del totale);
Europa:
5.5 miliardi di barili l'anno (19.7% del totale);
Cina:
2.2 miliardi di barili l'anno (7.9% del totale);
Giappone:
2.0 miliardi di barili l'anno (7.0% del totale).
Più
dei consumi attuali, tuttavia, interessa la previsione dei consumi
futuri.
La
tabella sotto mostra la probabile evoluzione dei consumi (in miliardi di
barili l'anno) nei prossimi 15 anni.
Anni |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
2017 |
2018 |
2019 |
2020 |
Stati
Uniti |
7,24 |
7,42 |
7,61 |
7,80 |
7,99 |
8,19 |
8,40 |
8,61 |
8,82 |
9,04 |
9,27 |
9,50 |
9,74 |
9,98 |
10,23 |
Europa |
5,50 |
5,56 |
5,61 |
5,67 |
5,72 |
5,78 |
5,84 |
5,90 |
5,96 |
6,02 |
6,08 |
6,14 |
6,20 |
6,26 |
6,32 |
Cina |
2,20 |
2,40 |
2,63 |
2,87 |
3,14 |
3,43 |
3,75 |
4,10 |
4,48 |
4,90 |
5,35 |
5,85 |
6,40 |
6,99 |
7,64 |
Giappone |
2,00 |
2,02 |
2,04 |
2,06 |
2,08 |
2,10 |
2,12 |
2,14 |
2,17 |
2,19 |
2,21 |
2,23 |
2,25 |
2,28 |
2,30 |
Resto
del mondo |
11,10 |
11,38 |
11,66 |
11,95 |
12,25 |
12,56 |
12,87 |
13,19 |
13,52 |
13,86 |
14,21 |
14,56 |
14,93 |
15,30 |
15,68 |
TOTALE | 28,04 |
28,78 |
29,55 |
30,35 |
31,19 |
32,06 |
32,98 |
33,94 |
34,95 |
36,00 |
37,11 |
38,28 |
39,51 |
40,81 |
42,18 |
Nel
2020 (la stima è dell'Iea: International energy agency) il mondo
consumerà oltre 42 miliardi di barili l'anno di petrolio: il 50% in più
dei consumi attuali.
I
problemi, però, sono sostanzialmente due:
Su
quel tasso di sviluppo, i prezzi "voleranno" oltre i 100
dollari al barile;
Nonostante
ciò, sarà impossibile soddisfare quella domanda di petrolio.
Un
certo Campbell, il massimo esperto mondiale di estrazioni petrolifere,
ha fatto due conti ed ha scoperto che:
Le
nuove scoperte di petrolio, hanno toccato il massimo nel 1964;
La
produzione mondiale di petrolio ha toccato il massimo incremento nel
2004.
Significa
che: dal
Il
tasso di crescita della produzione mondiale di petrolio, prima del 2004,
era dell'1.4% l'anno e, dunque, se i conteggi di Campbell sono giusti,
da qui al 2020 sarà inferiore a quel valore.
Assumiamo,
dunque, un tasso di crescita medio dell' 1.2% l'anno e, mostriamo il
risultato nella tabellina sotto.
Anni |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
2017 |
2018 |
2019 |
2020 |
Totale
Consumo |
28,04 |
28,78 |
29,55 |
30,35 |
31,19 |
32,06 |
32,98 |
33,94 |
34,95 |
36,00 |
37,11 |
38,28 |
39,51 |
40,81 |
42,18 |
Produzione
totale |
28,10 |
28,44 |
28,78 |
29,12 |
29,47 |
29,83 |
30,18 |
30,55 |
30,91 |
31,28 |
31,66 |
32,04 |
32,42 |
32,81 |
33,21 |
Vedete
cosa succede?
La
differenza tra consumi e produzione si fa sempre più grande, fino a
diventare abissale ed incolmabile.
Ed è, semplicemente, evidente che: più la differenza tra consumo e
produzione si fa grande, e più i prezzi del barile di petrolio salgono,
fino a livelli inimmaginabili (intorno a 200 dollari per barile), quando
quella differenza dovesse superare i 5 miliardi di barili l'anno
(intorno al 2015).
Mi direte: ma, se la produzione non ce la fa a stare dietro al consumo,
bisognerà trovare altre fonti energetiche, diversamente si crea una
"frattura" insanabile.
Vero,
in teoria; in pratica non è così, perché il grosso del consumo di
petrolio alimenta (principalmente) i mezzi di locomozione (autovetture,
camion, aerei etc..) per i quali, all'orizzonte prossimo (i prossimi
5-10 anni), non c'è alcuna alternativa (immediatamente utilizzabile) al
petrolio.
Sicché il consumo è, in gran parte, rigido ed incomprimibile (almeno
per i prossimi 5-10 anni).
E ciò comporterà due conseguenze nefaste:
I
prezzi andranno alle stelle;
Non
ci sarà abbastanza petrolio per tutti (e, quindi, alcuni consumatori
dovranno, necessariamente, essere "scoraggiati" con la
"forza" dall'utilizzo del petrolio).
Adesso
osservate la prima tabellina (in alto a questo foglio): quali sono i due
paesi che consumano di più?
Oggi sono l'Europa e gli Stati Uniti; in futuro saranno
E gli Stati Uniti?
Neanche loro possono fare a meno del petrolio; neanche l'Europa e men
che meno il Giappone.
E, quindi, come si fa quadrare questo cerchio?
......
Con una guerra.
Una parte del mondo, dovrà essere "costretta" a non
utilizzare più petrolio (o a consumarne molto meno di adesso), in modo
che il consumo totale sia (più o meno in linea) con la produzione.
Vedete altre soluzioni?
Per favore, lasciate perdere le fonti alternative (sole, vento, acqua,
idrogeno, etc..): qui stiamo discutendo di futuro prossimo (da qui al
2015) e non di "calende greche"; e nel futuro prossimo, quelle
fonti non saranno in grado di sostituire il petrolio.
Il problema, secondo me, è chi farà la guerra contro chi (europei,
giapponesi ed americani contro cinesi ed arabi oppure altre possibili
"alleanze")?
In ogni caso, le prime "battaglie" sono già iniziate:
americani ed inglesi hanno invaso l'Iraq (per "esportare" la
democrazia, s'intende, mica per "impadronirsi" del loro
petrolio), ed i cinesi si stanno muovente in Sudan e Ciad (con lo stesso
obiettivo).
Al
prossimo "giro", americani ed inglesi attaccheranno l'Iran
(sempre per "esportare" la democrazia, inutile dirlo) ed i
Cinesi decideranno dove "esportare" la loro democrazia
popolare.
La guerra, dunque, è già iniziata nell'incredulità generale, indotta
dalle straripanti stronzate del regime mediatico in cui viviamo (tipo:
"esportare la democrazia", "peace keeping",
progresso e sviluppo per gli oppressi e via così, ad minchiam);
ed è una guerra che ha già fatto milioni di morti (sono più di un
milione le vittime irachene, decine di migliaia quelle afghane, e circa
tremila i soldati americani ed inglesi già morti in combattimento).
Questa guerra ha già prodotto (quasi) tanti morti, quanti ne hanno
causato tutte le guerre napoleoniche; eppure, un pubblico
semi-addormentato dalle vicende del "Grande fratello" (o da
altre, simili, scemenze televisive), continua, incredibilmente, a
baloccarsi con l'idea che, in Iraq si stia combattendo per
"assicurare" pace e libertà agli iracheni.
Esattamente come quegli americani che, nel dicembre del 1941, si
sorpresero e s'indignarono per l'attacco giapponese a Pearl Harbor,
trascurando il fatto (nascostogli, ovviamente, dal loro presidente) che,
avendo la flotta americana imposto l'embargo petrolifero al Giappone
(vedete come, alla fine, il petrolio determina i conflitti moderni), ed
essendo lo stesso Giappone dipendente al 100% dai rifornimenti di
petrolio via mare, quest'ultimo non aveva che due alternative:
arrendersi senza neanche combattere (le scorte di petrolio potevano
coprire un periodo massimo di nove mesi), oppure attaccare di sorpresa
la flotta americana, rompere l'accerchiamento e
"riconquistare" l'utilizzo delle rotte via mare.
L'ammiraglio
Nimitz (quello della battaglia di Midway), dopo la guerra disse: "l'unica
sorpresa di Pearl Harbor, fu che i giapponesi avessero impiegato tanto
tempo prima di attaccarci; noi ce l'aspettavamo almeno due mesi
prima".
Eppure, ancora oggi, un sacco di gente pensa che l'attacco
giapponese sia stato un "vile colpo a tradimento" inferto dai
"cattivi" orientali ai "buoni" americani.
La
storia, come vedete, si ripete sempre, e gli stupidi non tramontano mai