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George
W. Bush e la "Strategia Emisferica".
Cronaca
di un delitto perfetto: come strangolare economicamente i popoli
latino-americani senza testimoni scomodi
di Roberto
di Nunzio - Internazionale 21 luglio - visto su www.nuovimondimedia.it
Non appena dichiarata chiusa
la campagna militare di occupazione dell’Iraq, il presidente George Bush
e gli staff del Pentagono e del dipartimento di Stato hanno cominciato a
manifestare una sorprendente e forte attenzione per l’America Latina. Certo,
le tensioni nel Medio Oriente sono ben lontane dall’essere risolte, prima le
minacce alla Siria, quindi all’Iran (con lo scivolone delle improvvide
dichiarazioni di sostegno alle lotte degli studenti e degli operai iraniani, che
non ne vogliono proprio sentir parlare di solidarietà da parte della Casa
Bianca), e il mai risolto problema della Palestina e della occupazione militare
israeliana dei Territori occupati che non sembra trovare soluzione neppure nella
cosiddetta Road Map, il faticoso percorso di pace messo in piedi dal quartetto
Usa, Russia, Ue ed Onu.
L’America Latina è tornata un argomento di grande importanza nelle riunioni
della Casa Bianca preannunciando una nuova strategia politica e
militare sotto il nome di “Strategia Emisferica”. Già le prime
dichiarazioni che filtrano dai vari portavoce degli staff economici, politici e
militari identificano questa attenzione verso l'"altra America" con
dichiarazioni che non lasciano dubbi, “il 2004 sarà l’anno delle
Americhe”.
La storia dell’America
Latina è la storia piagata dalle oppressioni e dalle violazioni dei diritti
umani e civili delle popolazioni, dai comportamenti delle dittature militari o
civili che da sempre, e da sempre con il consenso e la collaborazione dei
governi statunitensi, hanno consentito brutalità repressive come la dittatura
argentina e quella cilena, conflitti interni e guerre civili. Per cui appare
davvero inquietante questo improvviso interesse per i “latinos”, oltretutto
manifestato come una strategia “low profil”, di basso impatto
sull’opinione pubblica locale ed internazionale.
Il presidente Bush ed i suoi collaboratori stanno predisponendo in queste
settimane un piano di lavoro che prevede la convocazione entro sei-otto mesi
una riunione “interdipartimentale” a livello di ministri degli esteri di
tutti i paesi del Centro del Sud America, dove verranno esposti
ufficialmente dal segretario di stato Usa Colin Powell i principi base della
“Strategia Emisferica”: rapporti economici, sicurezza e lotta al terrorismo,
governabilità dell’area e globalizzazione.
Contemporaneamente, e per la prima volta nella storia dei rapporti tra gli Usa
ed il resto del Continente del Sud verrà nominato dal Dipartimento di Stato un
responsabile dell’applicazione della “Strategia Emisferica” che risponderà
direttamente al presidente Bush.
“L’America latina è una
priorità assoluta per gli interessi degli Stati Uniti” ha dichiarato la
scorsa settimana un funzionario della Casa Bianca al Los Angeles Time “ dal
giorno che a Baghdad venne abbattuta la statua di Saddam Hussein, ho ricevuto
l’ordine di occuparmi a tempo pieno dei problemi di questa regione del
mondo”.
Negli ultimi due mesi l’attività di attenzione verso il Sud del Continente si
è fatta frenetica: George W. Bush ha riunito alla casa Bianca cinque presidenti
e capi di stato dell’America Centrale, ha ricevuto alla Casa Bianca il
presidente uruguayano Jorge Battle ed il presidente della Colombia Alvaro Uribe.
Ed ancora, Colin Powell ha convocato una riunione straordinaria di gabinetto del
“Consiglio per le Americhe” (un organo istituzionale di raccordo tra
Washington e le capitali latino-americane, che non ha mai avuto troppo da fare
negli ultimi decenni) che ha fatto esclamare all’ex ambasciatore degli Stati
Uniti in Bolivia Manuel Rocha “il presidente Bush sta manifestando
un’attenzione senza precedenti verso quelle regioni. Negli ultimi 12 anni
nessun presidente degli Stati Uniti si è mai incontrato con tanti presidenti
latino-americani come George Bush junior negli ultimi sei mesi”.
Questa attività ipercinetica
del governo Usa tra le nazioni dell’America del Sud, oltre ad essere guardata
con forte, legittimo, sospetto dalle opinioni pubbliche locali non ottiene al
momento il solo risultati di buttare benzina sul fuoco del forte sentimento
anti-americano, ed “anti-Bush” in particolare, rinvigoritosi nei mesi
precedenti la guerra contro l’Iraq.
La politica della Casa Bianca e del presidente Bush appare finalizzata a far
digerire alle popolazioni Centro e Sud americane la cosiddetta “Area del
libero Commercio delle Americhe” (Alca), un piano economico fortemente
osteggiato dalle popolazioni latino-americane e che dovrebbe trovare la sua
piena operatività nel 2005.
Le organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani che più sono
impegnate nelle lotte contro l’applicazione del piano “Alca” sostengono,
con ragione, che il presidente Bush non può obbligare l’apertura
indiscriminata dei mercati latino-americani all’esportazione (anche questa
indiscriminata) di prodotti provenienti dagli Stati Uniti e nello stesso tempo
impedire e negare di fatto le esportazioni agricole verso i mercati
nord-americani dei prodotti alimentari del Sud del continente.
Conclusione:
La “Strategia Emisferica” studiata dalla Casa Bianca ed in via di
applicazione nel più assoluto silenzio dei media internazionali nasconde un
ulteriore passo avanti nella politica espansionistica degli Stati Uniti.
Una politica che può manifestarsi indifferentemente con le armi, come in Medio
Oriente, sotto la voce “interessi economici” come in America Latina, oppure
con la scelta deliberata di abbandonare al loro immodificabile e tragico destino
intere popolazioni come in Africa o in gran parte dell’Asia.
Il compito di sorvegliare che tutto ciò non accada nel silenzio, il compito
della denuncia pubblica spetta all’opinione pubblica. Cioè a tutti noi.
Nessuno escluso