Parigi: come sapremo se è
un false flag
Maurizio Blondet
“Un 11 septembre à la
française” era stato ampiamente profetizzato da settimane dai servizi. Ora,
sapremo se la strage di Parigi è un “false flag” come l’11 Settembre, fatto
apposta per innescare una guerra senza fine “al terrorismo” – il terrorismo che
gli Usa addestrano, i sauditi pagano e i turchi ricoverano contro la Siria – se
la lezione che Hollande, la NATO, gli Usa trarranno dalla strage sarà:
L’Occidente deve intervenire in Siria con tutte le forze militari allo scopo
di rovesciare Assad, perché altrimenti i jihadisti diventeranno sempre più forti
e meno moderati. La distruzione di Assad è la soluzione, altrimenti l’ISIS non
si può vincere. Dovevamo già farlo nel 2012, ce l’ha impedito Obama vacillando….
Non sarà un false flag se
la conclusione che gli stati occidentali sarà invece la seguente:
“Noi occidentali dobbiamo piantarla di reclutare, pagare, armare ed
addestrare i jihadisti. Lo stiamo facendo dalla guerra antisovietica in
Afghanistan, dove la Cia ha reclutato in un decennio (1982-92) 35 mila
terroristi da 43 paesi: allora la formazione si chiamava Al Qaeda. Venendo ai
giorni nostri: contro la Siria, fin dal 2011 – attestò allora DEBKA File – fu
lanciata “una campagna per arruolare volontari islamici per combattere a fianco
dei ribelli siriani. L’esercito turco li alloggerà, li addestrerà e assicurerà
il loro passaggio in Siria” (DEBKAfile, NATO to give rebels anti-tank weapons,
August 14, 2011.)”
La Turchia, è il caso di
ricordare, è membro della NATO. L’ISIS nasce da una costola di Al Qaeda per
riconquistare la Siria all’islamismo wahabita, e poi viene esteso all’Irak per
riprendere l’area sunnita. In Siria ci sono con i terroristi corpi speciali
inglesi; gli Usa conducono contro l’ISIS bombardamenti che sono in realtà lanci
di rifornimenti. Ankara mantiene i suoi terroristi per creare una
zona-cuscinetto in Siria, che intende poi inglobare allo stato turco: una Crimea
ottomana. L’Occidente vuole sloggiare la flotta russa dalla sua unica base in
Mediterraneo; vuole liberare territorio per costruire il gasdotto tra il Katar e
la Turchia onde sostituire le forniture energetiche russe all’Europa. Per questo
l’Occidente aiuta e soccorre i terroristi islamici.
Quanto a Parigi, ha fornito armamenti ai “ribelli” jihadisti libici
anti-gheddafi, affiliati ad Al Qaeda e che poi hanno millantato la loro adesione
al Califfato.
https://www.washingtonpost.com/world/france-sent-arms-to-libyan-rebels/2011/06/29/AGcBxkqH_story.html
Ha fornito copertura aerea
ai terroristi mentre avanzavano compiendo atrocità. Nel 2012, Hollande ardeva
dalla voglia di mandare caccia ed armati in Siria ad abbattere Assad e – quindi
– insediare al potere i terroristi islamici wahabiti, insieme all’Arabia Saudita
e alla Turchia. Fu architettato un false flag – “Assad stermina coi gas il suo
stesso popolo” come pretesto all’intervento. Il presidente Obama per motivi mai
ben chiariti esitò, si ritirò (disse che aveva bisogno dell’approvazione del
Congresso) sicché l’invasione occidentale contro la Siria restò sospesa. Ed è
restata sospesa ancor oggi. Sospesa, non cancellata.
Nel 2013, la Francia e la Gran Bretagna fecero sforzi straordinari perchè
l’Unione Europea togliessero un (presunto) embargo sulle armi da far giungere ai
ribelli terroristi islamisti: hanno avuto successo, l’Europa ha consentito, le
armi arrivano ai ribelli terroristi ed hanno prolungato la strage in Siria di
altri due anni.
https://www.rt.com/news/eu-syria-arms-embargo-864/
Adesso, nelle ore
dell’eccidio a Parigi, Obama è apparso in tv a fare il discorso delle grandi
occasioni, del nuovo 11 Settembre. Promettendo l’intervento a fianco dei
francesi:
“Abbiamo sempre potuto contare sul popolo di Francia al nostro fianco. Sono
stati un partner straordinario nell’antiterrorismo, e noi intendiamo essere con
loro in questo frangente”.
In realtà, questo stare “spalla a spalla” ha avuto qualche eccezione.
Nell’autunno 2014, un drone Usa aveva preso di mira ed ucciso un jihadista
francese combattente presso Aleppo.
http://www.metronews.fr/info/syrie-le-djihadiste-francais-david-drugeon-tue-par-une-frappe-aerienne-confirme-le-pentagone/moiw!64MKEWDEUSGKc/
Non era nemmeno un
musulmano, si chiamava David Drugeon, ma era sicuramente ben addestrato nei
corpi speciali francesi, tanto che era diventato il capo di un gruppo di
qaedisti chiamato Khorassan. Agli americani non piaceva come Drugeon faceva il
terrorista per conto di Parigi. C’è voluta anche la strage di Charlie per
portare la Francia in linea nella “guerra al terrorismo” senza troppa autonomia.
Adesso l’attacco “dell’ISIS” ai parigini – classica strategia della tensione –
può avere anche il senso di una punizione: per il fatto che Hollande, appoggiato
da Juncker, hanno alzato la voce contro le sanzioni europee a Mosca, ventilando
che andrebbero tolte? Chissà. Invece è certo che la orribile tragedia è stata
profetizzata.
Lo dicevano dal 2
ottobre
Su Paris Match
del 2 ottobre un giudice Trévédic profetava: “Gli attentati in Francia saranno
di una scala paragonabile all’11 Settembre”. Le Nouvel Observateur: “I servizi
temono un 11 Settembre francese”.
Se questa tragedia è stata chiamata in anticipo “Un 11 Settembre”, vuol dire che
ci attendono altri 15 anni di “guerra globale al terrorismo”. Eventualmente
anche contro la Russia, la sola che – con Assad – sta davvero cercando di
eliminare il terrorismo islamico. Se traessimo la lezione giusta, ci
affiancheremmo alla Russia. Invece volete scommettere che non avverrà?
Infine:
Se non fosse un false flag, già si eleverebbe il grido: Basta col lasciar
passare centinaia di migliaia di “profughi” cosiddetti “siriani”, quasi tutti
maschi e giovani in età militare, alle frontiere orientali d’Europa! Fra di loro
ci sono certamente jihadisti, aspiranti jihadisti, wahabiti tagliagole. Che
stiamo facendo?
Ora, dai media almeno, questo grido non si alza. Strano. Che lezione stiamo
traendo dalla strage di Parigi?