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12 APRILE 2003 GIORNATA MONDIALE NO-E$$O
- Fuori
la guerra dalla spesa!
- A
proposito della ESSO
Perché
ESSO
tratto da
www.stopesso.com
- traduzione di Bruno Stella
La Esso elargì 1.376 milioni di dollari ai repubblicani durante le elezioni del 2000, più di qualsiasi altra compagnia petrolifera. Il 91 % delle loro donazioni politiche andarono ai repubblicani. Non appena Gorge W. Bush diventò presidente rimosse gli Stati Uniti dal protocollo di Kyoto, l’unico accordo internazionale che collegava il riscaldamento globale alla politica che la Esso promuoveva. Essendo gli USA responsabili del 25% dell’inquinamento che causa l’innalzamento delle temperature, questo ha un grande effetto sull’efficacia del protocollo stesso.
E’
stata la campagna più attiva nell’intaccare Kyoto e ha supportato
organizzazioni corporative a fare lo stesso.
Esso usa i suoi poteri politici ed
economici per ostacolare qualsiasi intervento su ciò che riguarda i cambi
climatici. Esso avviò una campagna pubblicitaria di condanna del protocollo di
Kyoto sulla stampa americana, utilizzando Bush per tirarsene fuori. Patrocinò
inoltre una propaganda multimilionaria per annullare le prove su cui basare una
azione legale a difesa del clima globale.
Di frequente l’azienda sfrutta determinati studi scientifici vecchi o
incorretti per confermare le sue posizioni. Usando strategie perfezionate dalle
compagnie del tabacco, queste campagne pubblicitarie confondono il pubblico e i
politici nei confronti del riscaldamento globale e mettono a tacere la volontà
politica sull’argomento.
Pubbliche
dichiarazioni recenti
Due giorni prima l’entrata di Gorge W.
Bush, Esso fece una pubblicazione sui giornali americani sottolineando i propri
obbiettivi di “una politica energetica per la nuova amministrazione”
affermando che l’irrealistico ed economicamente dannoso obbiettivo del Kyoto
necessita di essere riformulato”.
Una altro recente slogan sostiene che “ l’approccio del protocollo di Kyoto
sarebbe un errore”.
(GCC)
Coalizione per il Clima Globale
La Esso supporta il GCC da due anni, il
gruppo industriale che esercita un ruolo di leader nel minare le iniziative atte
a risolvere il problema del surriscaldamento (il suo sito web proclama
“liberarsi bene dal Kyoto”). La BP lasciò il GCC nel 1997 quando
ammise che il problema dei cambi climatici richiedevano azioni in merito. Vi
furono defezioni su larga scala di compagnie come Ford, Texaco e General Motors
tra il 1999 e il 2000.
Esso abbandonò solo quando il GCC decise che solo le società
commerciali sarebbero state adatte ad appartenervi, cosi abbandonò il
proprio programma corporativo.
Nel
2002 la GCC si “sciolse” dichiarando” (la società) ha espletato i propri
scopi contribuendo ad un nuovo approccio nazionale nei confronti del
riscaldamento globale.” In altre parole, con gli Usa fuori dal protocollo di
Kyoto il GCC non ha più bisogno di portare avanti la propria attività basata
sulle risorse energetiche fossili.
(API)
Istituto Petroliero Americano
Esso è di sostegno finanziario e presiede
a capo dell’API. Lee Raymond – capo esecutivo della Esso – ne
fu il presidente dal 1995 al 1997. Nel 1998, Esso aiutò a pianificare
un’offensiva da 7 milioni di dollari dell’API atta ad intaccare il consenso
scientifico sulla minaccia ai cambiamenti climatici.
Il programma affermava che “la vittoria sarebbe stata raggiunta quando coloro
che promuovevano il trattato di Kyoto sulla base di certezze scientifiche
sarebbero stati considerati al di fuori della realtà”.
Tra altre tattiche l’API predispose di reclutare
e formare “scienziati indipendenti” senza nessun trascorso di dispute
sulla questione climatica, per intraprendere un lavoro mediatico contro la
scienza ufficiale sul clima e il protocollo di Kyoto.
(USCIB)
Adunanza degli USA per gli affari internazionali
La
Esso è membro dell’USCIB un ente di manovra politica che supporta in modo
attivo il rifiuto dell’amministrazione Bush nei riguardi del protocollo di
Kyoto. L’USCIB scrisse a Bush l’11 Aprile del 2001 suggerendo che “gli USA
si dovrebbero dar da fare in fretta nel tracciare una pista futura per evitare
gli obiettivi irrealistici del protocollo di Kyoto, le sue scadenze e
l’esclusione dei paesi in via di sviluppo.
La
Esso non è interessata ai cambi climatici e rifiuta di accettare legame
esistente tra i propri affari e il riscaldamento globale.
Il Pianeta si sta surriscaldando. Il
gruppo d’esperti governativo dell’UN sui cambi climatici, composto dai più
grandi scienziati del mondo, ha recentemente confermato che gli idrocarburi
fossili come il petrolio sono la causa del riscaldamento del globo. Essi
prevedono che le temperature in estremo aumento metteranno a rischio milioni di
vite umane. Oltre 160 governi sono d’accordo. La Esso sostiene ancora che: “
scenari apocalittici scientificamente infondati saranno continuamente annunciati
col solo scopo di giustificare il protocollo di Kyoto”.
Lee
Raymond, Capo
esecutivo della Esso ha detto: “ Al momento attuale non abbiamo sufficienti
evidenze scientifiche sui cambi climatici da poter fare predizioni ragionevoli
e/o giustificare misure drastiche…Alcune notizie dei media legano il cambio
climatico alle temperature estreme e mettono in guardia sulla salute
dell’uomo. Tuttora gli esperti non vedono tale correlazione.”
Ad ogni modo, L’IPCC prevede che:
Avremo più ondate di caldo e inondazioni; Gli straripamenti dei fiumi in Europa
aumenteranno nella maggior parte del continente. I Ghiacciai e le calotte polari
continueranno a disciogliersi con la possibilità di poter perdere la Groelandia
e la crosta dell’Antartico completamente. Tutto ciò potrebbe far aumentare di
circa sei metri il livello del mare dell’intero globo. Il più imponente
impatto sarà a discapito dei paesi più poveri del pianeta ovvero in parti
dell’Africa e dell’Asia – quelli meno in grado di proteggersi dagli
innalzamenti dei livelli del mare e dall’incremento di inondazioni e malattie.
Gli scienziati del governo delle
Nazioni Unite e Inglesi hanno
predetto che entro il 2080, 94 milioni di persone nel mondo saranno a rischio di
inondazioni ogni anno come risultato del surriscaldamento del globo. In aggiunta
290 milioni di persone saranno a rischio di malaria. Verso il 2025,
l’incremento di alluvioni significherà che cinque milioni – oppure due
persone su tre – saranno carenti di acqua a sufficienza e ancora milioni
moriranno di fame.
Esso
ha un trascorso nel fuorviare l’opinione pubblica e i suoi sostenitori tramite
l’uso di studi scientifici selezionati scorretti e obsoleti.
Uno scienziato, autore del servizio sui
dati riguardanti la temperatura del mare del Sargasso, il quale è stato usato
dalla Exxon per confutare le voci che il surriscaldamento globale era in atto,
ha detto “credo che la cosa più triste e che la Exxon Mobil sta sfruttando le
informazioni per scopi politici.”
Lee Raimond, della CEO
dell’Esso, ha detto la sua altrove citando una petizione firmata da “17000
scienziati” che negavano il riscaldamento del globo. La petizione è gia stata
discreditata dopo che fu scoperto che non fu organizzata da scienziati del clima
e per aver fuorviato gli astanti a credere che si trattava di resoconti di
rispettabili esperti dell’Accademia Nazionale delle Scienze d’America, cosa
non vera. Alcuni firmatari erano persino personaggi della fiction televisiva.
Esso
non crede che un rinnovo del concetto di energia abbia un futuro.
“Con nessuna
alternativa economica pronta all’orizzonte, gli oli fossili continueranno a
fornire la maggior parte dei fabbisogni energetici del pianeta del prossimo
futuro.”
Lee Raimond – Exxon
Mobil CEO, 1997
Da
quattro anni la Danimarca ricava il 10% della sua energia elettrica dal vento,
pensa di incrementarla al 50% entro il 2030. E ancora la Esso continua a negare
il potenziale dell’energia rinnovabile suggerendo che “le risorse non
petrolifere di energia” sono meramente “di moda”.
La
compagnia rifiuta di investire in qualsiasi tipo di progetto per l’energia
alternativa, in contrasto con la BP e la Shell che avranno entrambi investito
500 milioni di dollari nei prossimi tre anni. Invece, Esso sta espandendo in
maniera prepotente la sua produzione di gas e benzina premendo politicamente per
aver accesso a nuove aree petrolifere vergini
come la Artic National Wildlife Refugee in Alaska.
Esso
è la più grande compagnia del mondo – può permettersi azioni giuridiche.
Esso
realizzò profitti da 15 milioni di dollari in tutto il mondo nel 2001. Nello
stesso anno spese 7.9 milioni di dollari in esplorazioni e produzioni per gas e
petrolio – e neanche un dollaro per l’energia alternativa o energia pulita.
Esso
opera in 200 paesi. Produce 4.5 milioni di barili di gas e petrolio ogni giorno.
E’ uno dei più grossi venditori di petrolio dell’Inghilterra, con qualcosa
come 1.500 rifornimenti. Circa il 70% della popolazione Inglese vive entro due
miglia da un distributore Esso. Se vi è una compagnia che si può permettere di
far qualcosa per il riscaldamento globale quella è la Esso.
“Come
cittadino, qualche volta azioni dirette sono necessarie per dare un contributo
positivo a qualcosa che vi sta a cuore”
Esso
ha scelto di distruggere il clima
Noi possiamo decidere di non comprare i prodotti Esso.
Non
comprate Esso!
Tratto dal sito www.stopesso.com
Campagna
STOP-E$$O-WAR
ricevuto
via e-mail da Dario
La
Esso è il marchio europeo con cui si presenta la ExxonMobil,
la più grande compagnia petrolifera del mondo e seconda azienda
statunitense per fatturato (187 miliardi di dollari) [Fonte: Forbes
2002], che nel 2001, con un utile di 15 miliardi di dollari, ha
raggiunto la vetta mondiale tra le compagnie con più alto profitto.
La ExxonMobil investe circa 8 miliardi di dollari l'anno in
operazioni estrattive, mentre non ha ancora investito un dollaro nel
settore delle Energie rinnovabili.
Il
mercato in cui opera la Esso...
Da anni gli esperti prevedono una crisi petrolifera:
"Circa l'80 per cento del petrolio prodotto oggi proviene da
pozzi scoperti prima del '73, e la grande maggioranza di essi sta già
declinando [...]. I paesi dell'OPEC sono stati ancor più motivati a
gonfiare i rapporti, poiché maggiori sono le riserve, maggiore è la
quantità di petrolio esportabile in base agli accordi.[...] Pare
plausibile che la produzione di petrolio convenzionale avrà il massimo
tra il 2000 e il 2010.[...] Da quel momento in poi la produzione è
destinata inevitabilmente a declinare [...] dovremo affrontare, molto
presto, la fine di un'epoca di petrolio abbondante e a buon mercato,
a cui tutte le nazioni industrializzate sono ormai assuefatte."
[Fonte: "La fine del
petrolio a buon mercato", Colin J. Campbell e Jean H. Laherrère,
Le Scienze n.357, maggio 1998]
Attualmente
gli USA consumano 20 milioni di barili al giorno, di cui più della metà
devono essere importati. Rispetto al 1997, nel 2020 gli Stati Uniti
dovranno importare 6 milioni di barili al giorno in più (per un aumento
dell'importazione di greggio pari al 60%!), mentre le previsioni sulla
Cina per lo stesso periodo indicano un passaggio da 0.5 a 5.5 milioni di
barili al giorno (1100%!).
[Fonte:
"International Energy Outlook", US Department of Energy,
Tavola 13]
L'US
Energy Information Administration prevede che la domanda mondiale di
petrolio aumenterà del 60% (fino a circa 110 milioni di barili al
giorno). Con il 65% delle riserve mondiali di petrolio, il Medio Oriente
è l'unica regione in grado di soddisfare questo aumento della
richiesta. L'Iraq, nei soli campi finora scoperti,
possiede riserve per 112 miliardi di barili, che corrispondono all'11.2%
delle riserve mondiali. Il petrolio iracheno è di alta qualità
e la sua estrazione è molto economica (solo 0.7 dollari al barile!), il
che fa di esso una delle più lucrose fonti di greggio.
Gli
interessi della Esso...
Già dal 1990 la Exxon ha difeso accanitamente i suoi
interessi economici influenzando la politica internazionale
sull'utilizzo dei combustibili fossili. Attraverso la Global Climate
Coalition (GCC) prima e l'American Petroleum Institute (API) poi, la Exxon
ha attaccato a più riprese le evidenze scientifiche sull'Effetto Serra,
screditando il lavoro del principale organo internazionale preposto al
suo studio, l'Intergovernamental Panel on Climate Change (IPCC)
dell'ONU.
L'obiettivo è stato ben espresso dalla dichiarazione
dell'amministratore delegato della Exxon, Lee Raymond:
"[…] mentre la petrofobia sembra ovviamente irrazionale a
tutti noi, non possiamo dare per scontato che scompaia senza un nostro diligente
sforzo per cancellarla."
[Fonte: "Intervento alla
riunione annuale dell'API", Chicago, novembre 1997]
Il
'diligente sforzo' si è concretizzato nel luglio del 2001
a Bonn con il rifiuto statunitense di ridurre le emissioni di gas
serra, come previsto dal Protocollo di Kyoto già sottoscritto
dagli USA nel 1998.
Le dichiarazioni di Lee Raymond del 2002 indicano la nuova
strategia guida della ExxonMobil:
"Vogliamo essere presenti in tutte le più promettenti aree
mondiali.[...] Non si lascerà intentato alcun progetto d'esplorazione".
[Fonte: "intervista su
After Hours with Maria Bartiromo", CBNC Television, 23
settembre 2002]
"Una
larga fetta dell'aumento energetico necessario per la crescita delle
nostre economie verrà dal Medio Oriente.[...] Ci sono poche cose, oggi,
così importanti al mondo come la modernizzazione e l'integrazione
del Medio Oriente nell'economia globale."
[Fonte: "Discorso alla
settima 'Annual Asia Oil and Gas Conference' ", 10 giugno 2002]
"L'integrazione"
è iniziata nel 1927 con la fondazione della Iraqi Petroleum Company (IPC),
posseduta per il 23.75% dall'Exxon e dalla Mobil, e da
altri tre gruppi petroliferi che si spartivano quote analoghe, mentre il
restante 5% andava ad un magnate del petrolio; all'Iraq rimaneva
esattamente lo 0%. Il monopolio dell'IPC in Iraq durò
fino alla nazionalizzazione del 1972 quando la Exxon e le altre
compagnie angloamericane furono scalzate.
[Fonte:
"Oil in Iraq: the Heart of the Crisis", di James A.
Paul, dicembre 2002]
L’Amministrazione
Bush e la Esso...
Nella
campagna presidenziale statunitense del 2000, la ExxonMobil ha
finanziato George W. Bush con 1.224.000 dollari, piazzando
contemporaneamente al posto di sottosegretario per gli Affari Economici
e del Dipartimento del Commercio Katheleen Cooper, ex capo del
dipartimento economico dell'azienda. Oltre metà dello staff di Bush ha
lavorato in compagnie del settore petrolifero: il vicepresidente, Dick
Cheney, è stato capo dell'Halliburton; il consigliere per la
sicurezza nazionale, Condoleeza Rice, ha fatto parte del CdA
della Chevron (una petroliera è appena stata battezzata in suo onore); Donald
Evans, segretario al commercio, è stato presidente della Tom Brown
Inc.; anche George W. Bush è stato consulente e membro del
tavolo direttivo dell'Harken.
Inoltre, secondo quanto riportato alla fine di settembre 2002
dall'agenzia di stampa Defense Logistic, la ExxonMobil e il
Dipartimento di Stato della Difesa statunitense di Donald Ramsfeld
hanno stipulato un accordo per la fornitura di carburanti e oli
lubrificanti per l'esercito americano, ad un prezzo fissato di 48
milioni di dollari, valido fino al settembre 2005.
Il Dottor Trayner della Detusche
Bank, uno dei maggiori analisti dell'industria petrolifera, ritiene che la
ExxonMobil sarà quella che, più di ogni altra compagnia,
trarrà vantaggio dal cambiamento di regime iracheno.
Già all'inizio di marzo 2003, i piani statunitensi d'invasione
dell'Iraq, trapelati sulla stampa, indicavano come prioritaria la
difesa delle infrastrutture petrolifere da rappresaglie.
Hai
il più grande potere di voto: il consumo. E’
in corso una campagna internazionale di boicottaggio della Esso. |