Reclute
preferite, postini e autisti. Nessun avviso alle persone sotto
osservazione. E mentre le garanzie saltano, rispuntano i governi ombra
inventati da Reagan.
Il ministero della giustizia degli Stati uniti sta
lanciando un programma che porterà a reclutare almeno il 4 per cento dei
cittadini americani come informatori. Viene da pensare al temuto ministero
per la sicurezza dello stato della ex Repubblica democratica tedesca, la
Stasi: là, un esercito di agenti intimidiva la popolazione con lo
spionaggio elettronico e con una rete pervasiva di cittadini informatori.
Secondo le stime correnti, la rete degli informatori della Ddr raccoglieva
tra l'1 e il 2,5 per cento della popolazione. La rete prevista dal
programma statunitense sarà tra 1,6 e 4 volte più numerosa.
Lo scorso autunno, con il passaggio dello Us Patriotic Act (la
"Legge patriottica"), gruppi per le libertà civili hanno
denunciato il potenziale abuso di indagini inquisitorie sulla cittadinanza
americana. Questi gruppi hanno lanciato l'allarme per l'erosione delle
garanzie giurisdizionali, contro i possibili eccessi da parte delle
agenzie governative. Laura Murphy, direttore dell'ufficio di Washington
dell'Unione per le libertà civili (Aclu, American Civil Liberties Union),
aveva accusato: "La Legge patriottica dà alle forze dell'ordine
dell'intera nazione nuovi e straordinari poteri, fuori dal reale controllo
della magistratura".
Ora, il programma chiamato "Tips" creerà una rete nazionale di
volontari che riceveranno "addestramento, materiali e un metodo
formalizzato per riferire attività sospette al più vicino distaccamento
del Fbi". Come nel caso del Patriotic Act, anche il programma Tips
è lanciato nell'ambito della "guerra al terrorismo". E' un
progetto del dipartimento della giustizia, lo stesso ente che ha
giurisdizione sull' Fbi.
A sottolineare l'ampiezza della rete di sorveglianza, i volontari del
programma Tips sono reclutati soprattutto tra coloro che per il
proprio lavoro hanno accesso alle case degli americani, alle aziende, ai
mezzi di trasporto. Portalettere, impiegati dei servizi pubblici, autisti
di camion, conduttori di treno sono tra le reclute preferite. E se gli
informatori provengono dai fornitori di servizi essenziali, ci sono ben
poche chances di evitarli.
Il programma pilota partirà in dieci città degli Stati uniti in agosto
con un milione di informatori. Assumendo che in questa fase iniziale siano
scelte le dieci città più grandi, sarebbero un milione di informatori su
23.899.236 cittadini (secondo il censimento Usa del 2000). Uno ogni 24
persone.
I sistemi di spionaggio interno basati su informatori sono stati
storicamente uno strumento di stati non democratici. Secondo un rapporto
elaborato nel 1992 dal Progetto sulla giustizia della Harvard University,
l'affidabilità degli informatori è dubbia: molti tendono a
"abbellire i fatti", se non a "inventare completamente le
loro informazioni". Le schede della Stasi erano descritte come
"testimonianze silenziose di una repressione paranoica" subìta
dall'intera popolazione.
Secondo il programma del dipartimento della giustizia, le relazioni degli
informatori costituiranno un archivio per futuri riferimenti o misure
concrete. Una volta raccolte e archiviate, le informazioni saranno
immediatamente disponibili per il dipartimento stesso, per gli enti di
ordine pubblico ad esso collegati e per le forze di polizia locale. Le
persone in oggetto non saranno informate dell'esistenza di schede sul loro
conto, e tantomeno delle informazioni contenute.
Il programma Tips si articolerà su scala locale e statale, e a
livello nazionale sarà coordinato dalla Federal Emergency Management
Agency (Fema). La Fema è più nota come agenzia responsabile della
pianificazione del pronto intervento in caso di disastri naturali, ma è
anche l'ente che deve organizzare la risposta a situazioni di
"disordine interno". Tra le sua iniziative per la sicurezza,
l'amministrazione Reagan aveva dato alla Fema enormi poteri da esercitare
in caso di crisi nazionale. Forte di questa autorità, la Fema aveva
tenuto esercitazioni nazionali congiunte con il dipartimento della difesa
per l'arresto e la detenzione di "stranieri" e cosiddetti
"estremisti", che sarebbero stati detenuti in campi di
internamento situati in zone rurali. I campi di internamento erano stati
sviluppati nel periodo in cui l'amministrazione Reagan stava considerando
la possibile invasione del Nicaragua. Scopo delle esercitazioni della Fema
era saggiare le capacità militari di risposta a un possibile
"dissenso interno violento o una opposizione nazionale a un'invasione
militare Usa all'estero".
Molte delle figure chiave dell'amministrazione Reagan sono presenti anche
nell'amministrazione attuale. I loro precisi ruoli nello sviluppo delle
iniziative per la sicurezza nazionale ai tempi di Reagan, così come i
dettagli delle iniziative stesse, restano poco chiari. Del resto, l'anno
scorso il presidente George W. Bush ha preso l'inusuale decisione di
secretare i documenti presidenziali di Reagan.
Tra le iniziative di Reagan per la sicurezza nazionale c'era anche la
creazione di un "governo ombra" degli Stati uniti che operasse
in segreto. Quando il Washington Post ha rivelato, pochi giorni fa,
che l'attuale amministrazione ha formato un governo ombra, la Casa Bianca
ha subito spiegato che si tratta di una precauzione per garantire la
continuità del governo nell'eventualità di un attacco terrorista (in
effetti è stato definito "piano per la continuità operativa", ndt).
Tra le altre iniziative reaganiane per la sicurezza c'era anche un
controverso piano che prevedeva la sospensione della Costituzione e la
dichiarazione della legge marziale, cioè l'esautorazione del Congresso e
il passaggio del controllo della nazione al presidente e alla Fema.
Sabato scorso il Washington Post ha riferito tra l'altro che il
Congresso non era stato informato dell'esistenza di un governo ombra
(quello di oggi, non quello di Reagan). Eppure, le leggi attuali prevedono
che lo speaker, cioè il presidente, della Camera, e in seconda istanza il
presidente del Senato, assumano la presidenza degli Stati uniti se il
presidente e il vicepresidente fossero incapaci di esercitare le loro
funzioni. Se la Costituzione fosse sospesa e il Congresso esautorato, non
è chiaro quale sarebbe la linea di successione.
Ai tempi dell'amministrazione Reagan, queste iniziative per la sicurezza
interna avevano allarmato l'allora ministro della giustizia William French
Smith, che aveva espresso la sua preoccupazione al consigliere per la
sicurezza nazionale Robert McFarlane. Secondo una ricostruzione pubblicata
dal Miami Herald, nell'agosto del 1984 Smith aveva scritto:
"Credo che il ruolo assegnato dall'ultimo ordine esecutivo alla
Federal Emergency Management Agency vada ben oltre le sue funzioni di
agenzia di coordinamento per le emergenze... Questo dipartimento e altri
hanno sollevato ripetutamente gravi obiezioni politiche e legali al ruolo
di "zar dell'emergenza" che in questo modo viene assegnato alla
Fema".
La decisione di mettere il segreto sui documenti presidenziali di Reagan
impedisce di chiarire i dettagli delle sue iniziative di sicurezza
nazionale. Eppure, fonti del Congresso che conoscono bene la questione
sono convinte che il presidente Reagan abbia firmato nel 1984 un ordine
esecutivo sulla revisione delle misure di mobilitazione nazionale.
Con una mossa molto simile, il Pentagono ha chiesto di recente alla Casa
Bianca di approvare una misura che conferisce alle forze armate maggiori
poteri in territorio Usa, cioè la possibilità di dispiegare truppe per
le strade americane. Oggi questo è vietato sia dalla Costituzione che dal
Posse Comitatus Act del 1878. Il 27 gennaio scorso un portavoce del
Pentagono ha dichiarato che questa proposta non pone alcuna minaccia alle
libertà civili nel paese.
"Dopo aver letto del programma Tips", ha commentato amaro
il reverendo Bob Bosse, dell'America's 8th Day Centre for Justice,
"mi sono ricordato della mia visita a Auschwitz... Ho pensato a tutta
quella brava gente che poco a poco ha collaborato a un crimine
impensabile, tutto in nome della sicurezza |