|
Se un «semplice» Hacker è in grado di fare tutto questo, figuriamoci a livello militare...
Spiato in casa attraverso il
computer
Roberto Brunelli - l'Unità
22 gennaio 2003
Mettiamo che
arrivano gli agenti super-specializzati della polizia postale e della
scientifica e che ti dicano: "Guardi, è il suo computer che la sta
spiando".
Roba tipo Philip K. Dick. Tipo Minority Report, o meglio ancora, tipo il
mitico Hal 9000, il computer emotivamente scosso di "2001 Odissea nello
spazio". Fantascienza, intelligenza artificiale, il grande fratello che ti
osserva, e via stereotipando.
Però è successo. Ecco la storia. Vera: un bel giorno a casa di Fabio Visca,
conduttore di una trasmissione su RadioRai2, Fabio e Fiamma, la trave
nell'occhio, squilla il telefono. Siamo a luglio. Normali molestie
telefoniche. A settembre cominciano ad arrivare le e-mail: dettagliatissimi
particolari della vita domestica del conduttore, che solo pochi conoscono. Il
nome della gatta, appunto, la canzoncina appena cantata. Strano. Ancora più
strano: una sera Visca chiama al telefono di casa una persona. Non la trova.
Subito dopo squilla il telefono. Dall'altra parte la voce che ripete il nome del
tizio che aveva appena cercato. Unico testimone, il computer. Era acceso.
Gli esperti hanno detto a Visca che lo spione probabilmente era un hacker. Avete
presente quei tizi che riescono a violare ogni computer, entrano nella memoria,
per dire, del Pentagono o dell'FBI? Il fatto che il computer di Visca è dotato,
come quello di milioni di persone sparse sul globo terracqueo, di un piccolo
microfono, tipico di chi ha un abbonamento ADSL per navigare in Internet senza
limiti. Dicono i tecnici: in assenza di sofisticati filtri, i collegamenti con
la "rete delle reti", sono insidiosissimi: una porta aperta, insomma.
Fabio Visca, ora, ha paura. "Una volta individuato, per esclusione, il
computer -ha detto- io e mia moglie abbiamo sempre paura di essere
ascoltati". Il conduttore è assolutamente convinto che l'anonimo delle
telefonate di luglio e l'autore delle e-mail siano la stessa persona.
"Probabilmente un mitomane". Gli inquirenti stanno compiendo nuove
verifiche, è stata aperta un'inchiesta contro ignoti per il reato di
"Interferenza illecita nella vita privata" e per per altri reati
inerenti alla intercettazione non autorizzata. Il signor Visca è
comprensibilmente sconsolato: "Internet è biunivoco: ti permette di
osservare tutto il mondo, ma in modo speculare anche tutto il mondo può
osservare te". Come sanno bene tutti quelli che conoscono la cosiddetta push
tecnology: tu entri in un sito, e contemporaneamente si aprono altri dieci
siti, che tu non vuoi, non conosci, non ti interessano.
Ti inseguono. Ah già, ci sarebbe anche Echelon a inseguirti, il grande orecchio
-abbastanza comico, per la verità- che spia tutte le telefonate dell'universo,
capta una parola, tipo "bomba" e "loro" ti arrestano (senza
conoscere, temiamo, il senso dell'umorismo: se dici alla tua mamma "sei una
bomba" magari ti ammanettano lo stesso). E poi c'è una quantità
industriale di spaventevole letteratura su come possiamo essere
"pedinati" tramite le nostre carte di credito, il bancomat, il
telefonino. Ancora non siamo giunti alla realtà di Minority Report, il
filmone di Spielberg tratto da quella vecchia volpe di Phil Dick (uno che le
sapeva maneggiare bene le nostre paure possibili). Dove è spiato anche
il tuo inconscio: degli strani esseri "prevedono" che sta per
ammazzare tua moglie e tu vieni arrestato prima di compiere l'orrido delitto.
E' la tecnologia, baby: ha bisogno di inseguirti, di braccarti. Anche quando non
lo vuoi. Anche senza che ci si metta in mezzo un piccolo mitomane.
Forse è meglio spegnerlo il computer.
Roberto Brunelli