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- Pagina controllo elettronico
Siamo tutti spiati dalla tecnologia
di Maurizio Gatto tratto da «Il Nuovo»
Sofisticati
software e hardware mettono in serio pericolo la nostra riservatezza.
Gli Stati Uniti sono all'avanguardia in questo campo. Ma anche in
Italia...
Entro nel
“cilindro” di vetro per accedere nella agenzia della mia banca ed
una voce femminile, artificiale, mi avverte: “prego posare il dito per
il riconoscimento delle impronte digitali sull’apposito lettore”.
Aspetto che la voce ripeta monotonamente le istruzioni ed esco, da dove
sono entrato, senza eseguirle. Cerco qualche “avviso”, in effetti
c’è, piccolo, due metri sulla sinistra del cilindro: per accedere ai
locali della banca bisogna farsi fotografare e lasciare l’impronta
digitale, che saranno messe a disposizione dell’autorità giudiziaria;
si può opporre un rifiuto ma bisogna farsi identificare con un
documento d’identità. Scelgo la seconda strada, 5 minuti per entrare,
ed intanto ascolto il brontolio delle persone, infastidite, in attesa:
Ma che le costa dare le impronte digitali? Ha fatto qualcosa? Non ha
niente da temere, è per la sicurezza di tutti.
Ma può la conoscenza degli spostamenti, delle “inclinazioni”, delle
frequentazioni, di tutti gli individui essere analizzata e messa in
relazione con quelle degli altri in maniera preventiva per attuare una
qualche forma di prevenzione del crimine?
E, ammettendone la liceità, è giustificate una raccolta indiscriminata
di dati relativi agli “stili di vita” dei cittadini sottoponendoli,
di fatto, alla sottomissione, per adesione passiva, al “modello
comportamentale” (ai “desiderata”) imposti da un governo,
qualunque esso sia e di qualsivoglia orientamento politico?
Queste domande si pongono anche per molti altri aspetti della vita
privata del cittadino (telecamere-spia, carte di credito, telefoni,
telepass, ecc.) e le preoccupazioni trovano conferma nelle nuove
politiche di controllo adottate, o in corso di adozione, da molti
governi, in primis gli Stati Uniti.
Di seguito sono elencati i principali progetti, attualmente conosciuti,
di controllo e di tracciatura degli utenti di internet, telefoni, aerei,
carte di credito, autostrade, noleggio auto e quant’altro.
TIA,
Terrorism Information Awareness
(inizialmente
conosciuto con il nome poco rassicurante, e per questo modificato, di
Total Information Awareness), è un progetto gestito dall’IAO (Information
Awareness Office), istituito dal DARPA (Defense Advanced Research
Projects Agency), dopo l’11 settembre. L’idea di fondo è quella di
interconettere tutti i “dati sensibili” provenienti da diverse
fonti, passaporti, carte di credito, permessi di lavoro, patenti,
noleggi auto, acquisto di biglietti aerei, prodotti chimici, ecc., con
gli “eventi”, arresti effettuati o attività sospette. Il Senato
americano, il 12 agosto, ha negato la concessione di nuovi finanziamenti
a questo progetto.
Carnivore,
oggi conosciuto come DCS/1000, è un dispositivo hardware e software che
viene installato presso gli ISP (Internet Provider Service) e gestito
direttamente dall’FBI (Federal Boureau Investigation), che provvede ad
intercettare e a registrare qualsiasi tipo di informazione relativa ad
un utente: e-mail, chat, navigazione, trasferimento di file, VoIP (Voice
Over IP, tecnologie per la trasmissione della voce in tempo reale), ecc.
CAPPS
II
(Computer
Assisted Passenger Prescreening System II) si occupa specificamente del
controllo dei passeggeri di aeromobili ed basato sullo stesso concetto
del TIA: la raccolta pressoché totale dei dati.
Tutti i viaggiatori vengono schedati e successivamente
contraddistinti con un “semaforo”: verde, inoffensivo; giallo:
sospetto; rosso: a rischio.
Certo possiamo, o meno, fidarci dei governi che abbiamo, ma chi ci
proteggerà da quelli a venire se, ad esempio, le elezioni avvenissero
senza più il controllo degli scrutatori (scelti tra gli elettori) ed
attraverso un supporto “materiale” (la scheda elettorale), ma
tramite un software centralizzato di cui, vedi le ultime polemiche sul
voto elettronico negli Stati Uniti, ci si potrà fidare sempre meno e la
cui gestione sarà nelle mani di pochissime persone?
Oggi alcune “provenienze” o “frequentazioni” possono, o sono,
essere considerate pericolose. Ma come saranno aggiornate nel tempo le
“blacklist” (lista nera, elenco di “indesiderati”)? A seconda
della politica estera e/o interna del momento? Contro gli
“oppositori”, a qualunque titolo, dei governi che detengono le
chiavi dei sistemi di controllo? I “buoni” di ieri saranno i
“cattivi” di domani?
“Quis
custodiet ipsos custodes?” Chi
sorveglierà i sorveglianti? era l’interrogativo già posto nelle
“Satire”da Giovenale, poeta latino, in tempi non “sospetti”.