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Un
curioso anniversario:310 anni di signoraggio
di
Marco Saba tratto da http://italy.indymedia.org
www.comedonchisciotte.net
Proprio
il prossimo 27 luglio, ricorre il trecentodecimo anniversario
dell'apertura della Banca d'Inghilterra, il modello sul quale sono state
formate, via via, tutte le altre banche centrali occidentali: come la
Federal Reserve e la Banca d'Italia.
Nel
Capitale di Marx (1885), un passaggio illustra bene il funzionamento
delle banche centrali: "Fin dalla nascita le grandi banche
agghindate di denominazioni nazionali non sono state che società di
speculatori privati che si affiancavano ai governi e, grazie ai
privilegi ottenuti, erano in grado di anticipare loro denaro.
Quindi l'accumularsi del debito pubblico non ha misura più infallibile
del progressivo salire delle azioni di queste banche, il cui pieno
sviluppo risale alla fondazione della Banca d'Inghilterra (1694). La
Banca d'Inghilterra cominciò col prestare il suo denaro al governo
all'otto per cento; contemporaneamente era autorizzata dal parlamento a
battere moneta con lo stesso capitale, tornando a prestarlo un'altra
volta al pubblico in forma di banconote. Non ci volle molto tempo perché
questa moneta di credito fabbricata dalla Banca d'Inghilterra stessa
diventasse la moneta nella quale la Banca faceva prestiti allo Stato e
pagava per conto dello Stato gli interessi del debito pubblico. Non
bastava però che la Banca desse con una mano per aver restituito di più
con l'altra, ma, proprio mentre riceveva, rimaneva creditrice perpetua
della nazione fino all'ultimo centesimo che aveva dato".
Nonostante
le varie rivoluzioni di questi ultimi tre secoli, il modello rimane
sempre lo stesso: i soci privati delle banche centrali si appropriano
del signoraggio, della differenza tra il semplice costo di stampa delle
banconote ed il loro valore indicato sulla facciata, il valore nominale.
Per quanto riguarda l'euro, per il 2002, la somma ammontava a 7.000
miliardi di euro. Somma che la BCE, la Banca centrale Europea, ha
sottratto ai popoli europei. Nelle costituzioni, l'argomento "signoraggio"
non compare. Per quanto riguarda l'Europa, l'articolo 105A del Trattato
di Maastrich prevede che: "La BCE ha il diritto esclusivo di
autorizzare l'emissione di banconote all'interno della Comunità. La BCE
e le Banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote
emesse dalla BCE e dalle Banche centrali nazionali costituiscono le
uniche banconote aventi corso legale nella Comunità". Il Trattato
di Maastricht, stipulato non a caso a cavallo delle stragi Falcone e
Borsellino, nulla dice a proposito del signoraggio, ma riserva alla
privata BCE il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione monetaria.
E' interessante notare che i firmatari per l'Italia, su mandato
dell'allora Presidente Francesco Cossiga, furono Gianni De Michelis
(all'epoca ministro degli Esteri) e Guido Carli (ora defunto, all'epoca
ministro del Tesoro). In pratica, prima ancora che nascesse la
Costituzione Europea, si erano già messi d'accordo per la divisione
della torta monetaria. Tornando indietro del tempo, non troviamo traccia
del signoraggio nella Costituzione italiana adottata il primo gennaio
1948. Questo argomento è troppo importante per essere sottaciuto:
qualcuno, ogniqualvolta vengono emessi degli euro, si arricchisce con
questa medioevale rendita di posizione che non ha niente a che spartire
con la democrazia. Recentemente, a Ginevra, mi è capitato di scambiare
delle opinioni con degli eminenti esperti mondiali di riciclaggio che,
curiosamente, ben poco mostravano di sapere in tema di signoraggio.
Ma
se il signoraggio è un'abuso dell'ignoranza popolare, visto che come
argomento viene in pratica tenuto segreto, dall'altra parte si tratta di
uno strumento potentemente eversivo in una società, come la nostra,
dove i soldi sono potere. Dove, rubando tutto il valore della moneta
all'atto dell'emissione, se ne può disporre per comprare candidati,
elezioni, amministratori, oppure per partecipare a quell'orgia chiamata
privatizzazione, mettendo in atto una sapiente ed efficace azione di
riciclaggio della refurtiva monetaria.
Ma c'è di più: avendo la totale libertà di decidere quando, come e
quanta moneta stampare, si genera il fenomeno triste dell'inflazione. Più
moneta viene stampata e più ne diminuisce il valore. Il lettore
potrebbe essere tratto in inganno dalle differenze di valore sui cambi:
in realtà queste differenze dipendono dalla velocità di funzionamento
delle macchinette stampa-soldi delle reciproche private banche centrali.
Se la Federal Reserve esagera, mentre la BCE si trattiene un poco,
l'euro "sale". Ma sale comparativamente al dollaro, il suo
potere d'acquisto reale diminuisce comunque.
Purtroppo
i governi, che sono complici di questa triste macchinazione, non possono
riconoscere ufficialmente qual'è il meccanismo che genera l'inflazione:
succederebbe, come varie volte negli ultimi 310 anni, una rivoluzione.
Quindi - rovesciando sapientemente i ruoli di causa ed effetto -
l'aumento dei prezzi viene attribuito alla voracità dei lavoratori e/o
dei commercianti. Come se nessuno di noi avesse dei parenti
sopravvissuti degli anni '60 che potrebbero testimoniare quanto valeva
allora lo stipendio di un operaio. I sindacati non riescono a tenere
testa all'inflazione generata dalle private banche centrali: più
cercano di adeguare gli stipendi dei lavoratori, PIU' vengono accusati
di essere LORO a creare l'inflazione. D'altra parte, nessuno ne sa -
ufficialmente - niente. Inoltre, gli economisti più gettonati non sono
certo quelli che dicono cose "scomode" per i governi. Esiste
tuttavia una scuola d'economisti che negli ultimi tempi fa sempre più
parlare di sé: La Scuola Austriaca d'Economia. Proprio negli ultimi
mesi, questa scuola ha reso disponibile su Internet, in inglese, una
gran quantità di testi che possono essere scaricati gratuitamente: il
sito è http://www.mises.org. Leggendone anche solo un paio, si scopre
un punto di visuale completamente trascurato nella stampa di regime e
nei media tradizionali. Si riesce a capire perché esistono periodi
ritmici di sviluppo-recessione, i cosiddetti cicli "boom-bust",
e fenomeni quali Parmalat - piuttosto che Cirio o il vecchio scandalo
del Banco Ambrosiano - diventano facilmente prevedibili e comprensibili.
Diventano addirittura inevitabili. Uno dei soci privati tipici delle
banche centrali, è il Barone Evelyn de Rothschild: ma non mancano di
certo le antiche famiglie reali europee. Questi primi beneficiari
dell'emissione monetaria, e dell'omertà che ne circonda in
funzionamento, non hanno difficoltà a mantenere un ottimo treno di
vita: altrimenti, voi li capirete, come farebbero per mantenere i
castelli e le loro lussuosissime dimore, con quello che
"costa" la vita? Non vorrete mica che si mettano a lavorare
davvero, dopo tutti questi secoli! Hanno perso la mano. Quindi, per
questo ennesimo lugubre anniversario del 27 luglio monetario, mi auguro
solo una cosa: che quanta più gente possibile, almeno per una volta,
organizzi un bel festeggiamento in piazza degno dell'evento.
Riprendiamoci quello che rimane dei nostri soldi.