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I
sette capitoli di Ermete
Tratto
da http://www.arsregia.net/index.php
Questa
traduzione dei Sette Capitoli attribuiti ad Ermete fu pubblicata nel
1911 sul fascicolo numero VIII\XI che concludeva le pubblicazioni della
rivista Commentarium diretta da Giuliano Kremmerz. La traduzione è
siglata P. C.. E’ stato omesso il corredo di note. Transcribed
by
Ecco
quello che dice Ermete:
Durante
il lungo tempo ch’io ho vissuto, non ho cessato di fare esperienze, ed
ho sempre lavorato senza risparmiarmi.
Non
ho ricevuto quest’Arte o questa Scienza che dalla sola ispirazione di
Dio. Egli si è degnato rivelarla al suo Servo.
Egli
ha dato a coloro che sanno bene usare della loro ragione il mezzo di
conoscere la verità; ma non è stato mai causa che qualcuno abbia
seguito l’errore né la menzogna.
Quanto
a me, se non temessi il giorno del giudizio, e di essere dannato per
aver nascosta questa Scienza, non ne avrei parlato affatto, e non
scriverei punto per insegnarla a coloro che verranno dopo di me.
Ma
ho voluto rendere ai Fedeli quanto loro dovevo, insegnando loro ciò che
l’Autore della fedeltà s’è degnato rivelarmi.
Ascoltate
dunque, Figli dei saggi Filosofi nostri Predecessori, non corporalmente
né inconsideratamente la Scienza dei quattro Elementi sui quali si può
operare e che possono essere alterati e cangiati nelle loro Forme; e che
sono nascosti con la loro azione.
Poiché
la loro azione è nascosta nel nostro Elisir; perché questo non
saprebbe agire se non sia composto dall’unione esattissima di questi
stessi Elementi; e non è punto perfetto se non è passato per tutti i
Colori, di cui ciascuno nota la dominazione di un Elemento particolare.
Sappiate,
Figli dei Saggi, che v’è una divisione dell’Acqua degli antichi
Filosofi, che la ripartisce i altre quattro cose. Una è a due, e tre ad
una.
Ed
al colore di queste cose, cioè all’Umore che coagula, appartiene la
terza parte, e gli altri due terzi sono per l’Acqua. Ecco i pesi dei
Filosofi.
Prendete
dell’Umore un’oncia e mezzo, e del Rosso meridionale o dell’Anima
del Sole la quarta parte, che corrisponde ad una mezza oncia, e la metà
d’Orpimento, che sono otto, cioè tre once.
E
sappiate che la Vigna dei Saggi si tira in tre, e che il suo vino è
perfetto alla fine di trenta.
Concepite
come se ne fa l’operazione. La cottura lo diminuisce in quantità e la
Tintura l’aumenta in qualità; poiché la Luna incomincia a decrescere
dopo il suo quindicesimo giorno, e cresce al terzo. E’ dunque là il
cominciamento e la fine. Eccovi in tal modo dichiarato ciò che vi era
stato celato. Poiché l’opera è con voi e presso di voi; di tal che
trovandola in voi stessi, dov'essa è continuamente, l’avete anche
sempre in qualunque luogo voi siate, sia in Terra od in Mare.
Custodite
dunque l’Argento vivo che si fa nei Luoghi o Gabinetti interiori, cioè
nei Principii dei Metalli che di esso son composti, e nei quali esso è
coagulato. Poiché è là quest’argento vivo che si dice esser della
Terra che resta.
Chi
dunque non intende le mie parole, ne chieda intelligenza a Dio, che non
giustifica le Opere di nessun Malvagio, e non rifiuta a nessun Uomo
dabbene la ricompensa dovutagli.
Imperocché
io ho scoperto tutto quanto era stato nascosto di questa Scienza; ho
reso chiaro un grandissimo Segreto ; e ho ancora detta tutta la Scienza
a coloro che sapranno intenderla. Voi, dunque, Inquisitori della
Scienza, e Voi, Figli della saggezza, sappiate che l’avvoltojo ch’è
sulla Montagna, grida ad alta voce: "Io sono il bianco del nero, ed
il rosso del bianco, e l’arancione del rosso". Certamente io dico
la verità.
Sappiate
ancora che il Corvo che vola senz’ali nel nero della notte e nel
chiaro del giorno, è la testa ed il cominciamento dell’Arte.
Il
Colorito si prende dall’amarezza ch’è nella sua gola, e la tintura
è tratta dal suo corpo e si tira fuori un’Acqua vera ed affatto pura
dal suo dorso.
Comprendete
dunque quanto io dico, e ricevete per lo stesso mezzo il Dono di Dio
ch’io vi comunico: ma nascondetelo a tutti gl’Imprudenti.
E’
una pietra che devesi onorare, ch’è nascosta nelle Caverne o nel
profondo dei Metalli. Il suo colore la rende abbagliante; è un’Anima
od uno Spirito sublime, ed un Mare aperto.
Ecco
ve l’ho dichiarato: ringraziate Iddio dell’avervi egli insegnata
questa Scienza; poiché egli ama chi gli è riconoscente delle sue
grazie.
Mettete
dunque questa pietra, cioè la sua materia, in un fuoco umido e fatevela
cuocere. Quel fuoco aumenta il calore dell’umidità, ed uccide la
secchezza della incombustione, fino all’apparire della radice: cioè
fino a che il Corpo sia disciolto nel suo Mercurio. Dopo ciò fate
uscire da questa Materia il rossore e la sua parte leggera, continuando
a far ciò finché non ne sia restata che la terza parte.
Figliuoli
dei Saggi, la ragione per cui si sono chiamati i Filosofi (Invidiosi)
non è stata perché essi abbiano avuto mai il disegno di celare
qualcosa alle persone dabbene, né a coloro che vivono piamente, né ai
legittimi e veri Figli della Scienza, né ai Saggi.
Ma
perch’essi la nascondono agl’Ignoranti, cioè a chi non ne sa
abbastanza per conoscerla, ai Viziosi ed a coloro che vivono senza legge
e senza carità; per timore che con questo mezzo i Malvagi non divengano
potenti per commettere ogni sorta di delitti, di cui i Filosofi
sarebbero responsabili verso Dio. Poiché tutti i Malvagi sono indegni
di possedere la saggezza.
Sappiate
che io chiamo questa Pietra col suo nome. Perché i Filosofi la chiamano
la Femmina della Magnesia, o la Gallina, o la Saliva bianca, il Latte
delle cose volatili, e la cenere incombustibile, allo scopo di
nasconderla agl’Imprudenti, che non hanno né sensi, né legge, né
umanità.
Ma
io l’ho chiamata con un nome notissimo, col dirla Pietra dei Saggi.
Conservate
dunque in questa Pietra il Mare, il Fuoco ed il Volatile del Cielo, fino
al momento della sua Uscita.
Ora
vi scongiuro tutti, o Figli dei Filosofi, in nome del nostro Benefattore
che vi fa una grazia così singolare, di non svelare mai il nome di
questa Pietra ad alcun pazzo, ad alcun Ignorante, né ad alcuno che ne
sia indegno.
Quanto
a me posso dire che nessuno m’ha dato mai nulla, senza ch’io gli
abbia restituito tutto quello che m’ha dato. Non ho mai mancato al
rispetto che gli dovevo, ed ho sempre parlato molto onorevolmente di
lui.
Figlio
mio, questa Pietra è avviluppata di parecchi Colori che la nascondono;
ma non ve n’è che uno solo che dà segno della sua nascita e della
sua intera perfezione. Apprendete qual è questo Colore e non ne dite
mai niente.
Con l’aiuto di Dio onnipotente, questa pietra vi libererà e vi garantirà da malattie per gravi ch’esse siano; vi preserverà da ogni tristezza ed afflizione, e da tutto quanto potrebbe nuocere al copro ed allo spirito. Essa vi condurrà ancora dalle Tenebre alla Luce, dal deserto alla magione, dalla necessità all’abbondanza