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E' Fabrizio Quattrocchi l'ostaggio italiano ucciso. La conferma è arrivata a Renato Farina vice direttore di Libero dal caposervizio di Al Jazeera europa. Il ministro degli esteri conferma nel momento in cui Farina afferma: "Il governo italiano lo sapeva fin da poco prima delle 22".
I terroristi uccidono
Tratto da www.articolo21.com
Sono passate da poco le 22. Una piccola
striscia rossa che corre alla base dello schermo, mentre giornalisti e
politici parlano negli studi di Al Jazira della crisi
israelo-palestinese, annuncia la terribile notizia: uno dei quattro
ostaggi italiani sequestrati due giorni fa a Falluja é stato ucciso.
I sequestratori - le "Falangi Verdi di Maometto" - minacciano
di uccidere gli altri, in successione, se le loro richieste non verranno
accettate. Non viene fornito il nome della
vittima dell'esecuzione - i quattro ostaggi sono Salvatore Stefio,
Umberto Cupertino, Fabrizio Quattrocchi e Maurizio Agliana, tutti
dipendenti di un' azienda che opera nel settore della sic;ezza - ma la
striscia ripete in continuazione l' informazione, fino a quando appare
un' annunciatrice che fornisce dettagli. Parla
di un comunicato e di un video ricevuto dai sequestratori, che non sarà
messo in onda - Al Jazira si scusa per questo - "perché le
immagini dell' esecuzione sono orribili".
Subito dopo viene letto un breve comunicato scritto che è stato
allegato alla cassetta video, ma neppure lì si precisa il nome dell'
ostaggio ucciso. Nel proclama si motiva l' esecuzione con le
dichiarazioni del capo del governo Silvio "Berlusconi, per il
quale il ritiro delle forze italiane dall' Iraq è fuori
discussione". Si aggiunge poi che l' uccisione viene motivata
con la volontà "di dare una lezione agli altri" e si
afferma che "sappiamo che (i quattro ndr) erano guardie del
corpo che lavoravano per conto degli americani".
Le richieste lette ieri da uno dei sequestratori nel video pervenuto
ieri e diffuso da Al Jazira verso le 14, erano in particolare tre: le
scuse del primo ministro italiano, diffuse dalle catene satellitari
arabe, "per l' oltraggio ai musulmani e all' Islam", il ritiro
delle forze italiane dall' Iraq, secondo un calendario preciso, e la
liberazione degli imam delle moschee e dei predicatori (agli arresti
in`Iraq).
Le immagini erano durate 2 minuti e 15
secondi, tanto per mostrare i visi corrucciati e infastiditi, più che
preoccupati dei quattro italiani. Avevano pronunciato i loro nomi al
microfono della telecamera che li riprendeva, senza esprimere
particolari emozioni. Seduti a terra a gambe incrociate, senza scarpe,
Stefio, Cupertino, Quattrocchi e Agliana guardavano costantemente verso
il pavimento e reggevano in mano ciascuno il proprio passaporto. Dietro
di loro quattro dei sequestratori, visi mascherati, kalashnikov in
spalla. Mentre uno di loro reggeva una piccola torcia - il locale era
evidentemente illuminato solo dal faro della telecamera, puntato sui
visi degli ostaggi - che faceva luce verso un foglio, uno accanto a lui
leggeva il messaggio con le richieste al governo italiano.
Accanto ai quattro seduti a terra, una mostra di oggetti di loro
proprietà: una mitraglietta con calcio metallico, pieghevole, un
piccolo computer portatile, due stivaletti da deserto in pelle chiara
sui quali erano appoggiati un paio di occhiali da sole e quello che
sembrava un pugnale, una cassetta di pronto soccorso con accanto le
foto-tessera dei quattro ed un paio di guanti in lattice trasparenti. Le
ultime immagini riprendevano la carta di identità e la tessera di
appartenenza all' "E.P.T.S. - Executive Protection Training School",
entrambi di Salvatore Stefio, nato a Lentini (Siracusa), il 2 marzo 1970
e residente a Catenanuova (Enna).
Nel sito web di Al Jazira ieri una
breve notizia annunciava che il destino dei quattro ostaggi era legato
"al ritiro delle forze italiane dall' Iraq".
A mezzanotte e mezza la conferma dell'uccisione di uno dei 4 ostaggi
italiani: si tratta di Fabrizio Quattrocchi.