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L'educazione del senso del movimento e del ritmo
Giovanni Peccarisio - 8 novembre 2007
Autore dei libri: “Evoluzione storica della coscienza” e “Ereditarietà ed individualità

Il senso del movimento
"Nell'infanzia e nell'adolescenza poter esplicare un sano e continuativo movimento ha come effetto quello di predisporre il bambino, il piccolo uomo in divenire a sviluppare nel proseguo della vita la libertà nell'anima
Questa affermazione di Rudolf Steiner è stata da lui espressa quando, trattando la teoria dei dodici sensi ha parlato del senso del movimento.

Il senso del movimento appartiene assieme al senso della vita, al senso del tatto, al senso dell'equilibrio a quel gruppo di sensi che svolgono una fondamentale azione soprattutto nel primo periodo di vita che va dalla nascita alla seconda dentizione.
Fin dalla nascita una corrente di movimenti involontari compenetra e vivifica il piccolo corpo del bambino durante gli stati di veglia.
In questo mare di movimenti vivono disciolti suoni e pensieri che la Saggezza Cosmica ha deposto amorevolmente nei muscoli e nel sangue del corpo fisico infantile in attesa che l'Io, nel proseguo della vita, li organizzi e li finalizzi.

Il movimento è il mezzo tramite il quale l'essere umano può manifestare le tre più importanti funzioni che lo caratterizzano:
il Camminare o l'andare per il mondo, il Parlare, il Pensare.

Non bisogna però dimenticare che la prima poderosa visione dell'azione dell'Io può essere osservata in relazione alla conquista della stazione eretta, nella quale si evidenzia l'acquisito equilibrio fra terra e cielo da parte del bambino.
Essa è il presupposto fondamentale per poter imparare a camminare, ad andare per il mondo.

All’inizio della vita la possibilità di relazionarsi con il mondo esterno, tramite il dono della parola nonché la possibilità di relazionarsi con il Mondo Spirituale e cioè la capacità di pensare, è totalmente intessuta da e nel movimento.
In questo processo mano a mano che lo scheletro e l'apparato muscolare si sviluppano, avviene il passaggio dal puro movimento istintivo che il bambino compie nella culla, alla possibilità di muoversi sempre più nel mondo esterno ed infine ad un movimento sempre più cosciente che porta all’individuazione di una meta realizzabile.

Nel primo momento si manifesta l’azione del corpo eterico, nel secondo l’azione del corpo astrale, nell’ultimo l’organizzazione dell’Io.

movimento eterico > istintivo

movimento astrale > l’andare per il mondo

movimento dell’azione dell’Io > individuazione di una meta

Nel primo settennio comunque predominante rimarrà il movimento eterico che darà poi  la propria impronta e colorazione a tutta la vita del bambino.
Il movimento eterico di questo primo periodo di vita si esprime in maniera istintiva e spontanea, sempre che non sorgano impedimenti dall'esterno, come ad esempio misure educative errate o malattie fisiche, che impediscano  la libera espressione del movimento soprattutto nel primo anno e mezzo di vita.

Tenendo conto di quest’ ultimo presupposto, l'azione educativa si esplica senza tanta fatica da parte degli educatori quando permettono al bambino, semplicemente, di muoversi senza ostacoli, in modo libero ma sempre guidato.
Il mezzo migliore per far fonte a questa sua esigenza sarà principalmente il gioco.
Il bambino, tramite il gioco, comincerà ad educare il suo mondo dei sentimenti negli inevitabili incontri-scontri con la realtà circostante, così come educherà il mondo del pensiero coltivando e ampliando giorno dopo giorno la sua fantasia creatrice.
La libertà di movimento durante il periodo infantile creerà poi, quando il bambino sarà divenuto giovane uomo e poi adulto, l'innata predisposizione alla libertà interiore: alla libertà nell'anima.

            gioco         >          fantasia creatrice      >     libertà interiore

 mondo dei sentimenti        mondo del pensiero            libertà nell'anima.

Il movimento corporeo verso il mondo esterno, ovvero il compiere esperienze,  ha  una ripercussione verso il mondo interno.
L'armonioso ed equilibrato sviluppo del Volere, dal quale poi si emanciperanno le altre due forze dell'anima il Sentire ed il Pensare, dipenderanno in maniera decisiva dall’elaborazione delle esperienze che il bambino avrà compiuto grazie all’amorevole aiuto dell’educatore.
Si può senz’altro affermare:

Il movimento è la base fondamentale per l’educazione del bambino.

Naturalmente per movimento non viene inteso il porre il bambino davanti alla televisione, ai videogiochi o a tutti quei giocattoli tecnologici che gli permettono di muovere, parzialmente e unilateralmente, soltanto una parte minima del suo corpo.
Oltre al movimento che il gioco libero gli potrà procurare, il bambino avrà la possibilità  di muoversi anche imitando gli adulti tramite l'esempio che essi potranno offrirgli quotidianamente con i loro comportamenti e atteggiamenti.

Come nella situazione precedente, anche in quest'ultimo caso, senza dover  escogitare nulla di particolare, sarà sufficiente per gli educatori avere un comportamento sereno, equilibrato e soprattutto morale.
In questo modo il bambino seguendo ed imitando l’esempio degli educatori inizierà a formare giorno dopo giorno il proprio mondo interiore.
Questo è il miglior modello di educazione per il primo periodo di vita dell’uomo in divenire.

Il ritmo temporale e spaziale nel bambino
Anche il ritmo appartiene ad una forma del tutto peculiare di movimento.
Esistono due generi di ritmi.

Il primo è un ritmo naturale interno che nel bambino si svolge entro i confini della sua pelle e cioè, ad esempio,  il ritmo cardio-respiratorio, quello digestivo e così via.
Il secondo è un ritmo che viene dato dall’esterno.

Quest’ultimo è composto da tutta una serie di ritmi necessari alla vita del bambino stabiliti dagli adulti che lo circondano.
I più importanti ritmi determinati dall’ambiente esterno, interconnessi tra loro, sono quelli riguardanti l'alimentazione e il sonno.
E’ molto importante che gli educatori sappiano che si può agire in maniera benefica e  influente sulla salute dei ritmi naturali interni del bambino curando questi due ritmi dati dall’esterno, in modo particolare, proprio nel primo periodo di vita.

A questi ultimi poi andranno ad aggiungersi altri ritmi nel tempo, che copriranno tutto l’arco della giornata quali, ad esempio, le varie attività familiari ed esterne.
Nel primo periodo di vita, tutte le attività verranno stabilite dai genitori secondo orari precisi fino al momento in cui il bambino inizierà l'asilo.
Quando sarà divenuto più grandicello subentreranno altri ritmi ancora.

Come già accennato, anche il ritmo rientra nell'ambito del movimento, giacché un’azione diventa  ritmica quando essa si ripete nel tempo.
E’ importante sottolineare come i ritmi possono diventare anche spaziali quando lavorano in ambito organico.
Da questo punto di vista perciò si può affermare che i ritmi interni, essendo organici, si possono definire di natura spaziale, mentre i ritmi che vengono dall’esterno rimangono della loro natura temporale.

I secondi, quelli temporali, agiscono in modo diretto su quelli spaziali, organici.
Nel primissimo periodo di vita, poiché il corpo fisico è ancora in formazione, i ritmi più importanti in assoluto per il bambino sono quelli spaziali.

I ritmi temporali si devono perciò mettere totalmente al servizio di quelli spaziali.
Nel periodo successivo poi, quando ad esempio è iniziata la seconda dentizione, una parte dei ritmi temporali si possono emancipare da quelli spaziali e agire più a livello animico poiché, con le scuole elementari, inizia la configurazione della vita animica non più strettamente collegata allo sviluppo del corpo fisico.
In altre parole i ritmi temporali esterni, quali alimentazione e sonno, aiutano il bambino a mantenere la corretta dinamica e salute dei  ritmi interni, quali la respirazione, la digestione, la crescita e così via che, a loro volta, permetteranno la libera e sana manifestazione del movimento nello spazio.

E’ evidente come, ad esempio, un bambino con problemi respiratori o digestivi  vive una situazione di malessere che gli impedisce la sana attività motoria.
Aldilà di malattie fisiche invalidanti quando anche  a causa di errori educativi si impedisce ai bambini di usufruire dei benefici effetti del movimento, si possono creare in essi, uomini in divenire, serie difficoltà per poter divenire uomini liberi nell'anima.
Dal momento della nascita e per tutto il periodo scolastico gli educatori hanno una grande responsabilità: essi debbono sostenere l’educazione del bambino fino a quando, una volta divenuto giovane uomo sarà in grado di iniziare la propria autoeducazione.

Gli educatori devono avere coscienza che la vita del bambino dovrà strutturarsi e formarsi sull’educazione da essi impartita, avendo coscienza che la loro azione educativa sarà importantissima per il proseguo della esistenza del bambino una volta divenuto adulto.
Quando sarà arrivato il momento dell’autoeducazione, ovverossia la maggiore età, la massima responsabilità degli educatori è terminata e sulle fondamenta educative ricevute, il giovane uomo potrà iniziare il difficile cammino per diventare un uomo sempre più libero.
Ma questo dipenderà soltanto da lui.....

Giovanni Peccarisio
Maestro Scuola Waldorf, laureato alla “Libera Università della Scienza dello Spirito al Goetheanum di Dornach (CH). 
Autore dei libri: “Evoluzione storica della coscienza” e “Ereditarietà ed individualità

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