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E
se Bates avesse davvero ragione?
Rishi Giovanni
Gatti (presidente del consiglio direttivo della “Associazione Vista
Perfetta”)
SOMMARIO
Spesso è molto facile “guarire” almeno temporaneamente i sintomi di
malattie assai insidiose come la maculopatia che si manifesta sottoforma
di una macchia circolare biancastra disposta al centro del campo visivo,
e viene spesso associata all’osservazione del disco solare fatta senza
adeguate protezioni…
Circa dieci anni fa
l’estensore di questo articolo scoprì dell’esistenza del libro
originario del Dott. Bates, “Perfect Sight Without Glasses”,
pubblicato a New York nel 1920 e mai arrivato in Italia se non in una
edizione dimezzata nei contenuti e camuffata addirittura nelle parole
utilizzate. In questo libro “originario” – disponibile dal
2002 in italiano con il titolo “Vista Perfetta Senza Occhiali” a
cura di Juppiter Consulting
Publishing Company® – si trova, narrata in prima persona, tutta
la storia vissuta dall’autore nel mettere a punto il suo
rivoluzionario “trattamento senza occhiali” per guarire i banali
difetti rifrattivi (cioè della messa a fuoco) come anche quelli piú
ostici e minacciosi che interessano l’occhio a livello organico (per
esempio la cataratta o le maculopatie).
Per il lettore profano,
ovviamente, venire a sapere queste cose, rimosse non soltanto dagli
oculisti, che non le hanno mai volute studiare, ma soprattutto dai
sedicenti “educatori visivi” che si rifanno a Bates senza mai averlo
letto, è causa di un certo disagio. Parrebbe infatti che la
grandezza dell’oculista newyorchese non risieda nella serietà delle
sue scoperte ma nell’arte di aver saputo imbastire con successo una
cosí enorme “montatura”, fatta di colossali menzogne,
indimostrabili e oltraggiose, per sfruttare la credulità popolare
spacciando per vere delle cose assai false e speculandoci sopra
economicamente e moralmente. In particolare, lèggere delle
rimarchevoli guarigioni di elevatissime miopie effettuate in pochi
minuti di “palmeggiamento degli occhi”, non può che urtare
profondamente chiunque sappia quanto sia disagevole convivere con una
patologia cosí grave e insidiosa, e per di piú “incurabile”.
Lèggere che è possibile riuscire a vedere bene anche se la malattia ha
distrutto quasi completamente la macula della rètina, e che questo si
può fare grazie alla forza della “immaginazione”, è un diretto
insulto all’intelligenza di chiunque, anche delle persone piú bonarie
e tolleranti.
Eppure di tanto in tanto
si viene a sapere di casi in cui, per lo meno “temporaneamente”,
questi fatti “batesiani” vengono dimostrati nella realtà odierna,
quando un lettore o anche soltanto qualcuno incuriosito da questi
argomenti, e affetto da problemi simili, si presta a fare una prova nel
mettere in pratica certi accorgimenti. Per esempio, la Associazione
Vista Perfetta ha da poco raccolto la testimonianza telefonica di
una persona che era stata appena diagnosticata affetta da
“coroidopatia retinica”, associata a una miopia di circa sei
diottrie per occhio, e che non avendo ricevuto dai medici oculisti
consultati nessun tipo di aiuto, né di prognosi, si era attivata per
verificare se nel campo dei metodi alternativi qualcuno avesse qualcosa
da dire sul suo caso. Ne è scaturita una interessante
conversazione che riportiamo per sommi capi:
A: Avendo io
questo difetto giudicato incurabile dai medici oculisti, a chi devo
rivolgermi per provare a porvi rimedio?
B: Voi dovete
rivolgervi alla conoscenza originaria pubblicata da Bates e disponibile
nei testi originarî pubblicati sotto il patrocinio della nostra
Associazione, comprendendo bene che il trattamento viene fatto in prima
persona dal lettore che deve studiare il suo caso secondo le indicazioni
fornite nei testi e mettersi all’opera per dimostrare praticamente
quello che c’è da dimostrare a livello individuale.
A: Mi riesce
difficile capire di che si tratta e la vostra risposta non è d’aiuto.
Come posso accettare il fatto che la lettura di un libro possa guarirmi?
Laddove nessuno in campo medico è stato in grado di darmi la benché
minima speranza, soprattutto!
B: Ma quale è il
suo problema di vista, per esempio?
A: Vedo una
cospicua macchia bianca in uno dei due occhi, oltre alla miopia che è
seria ma alla quale oramai mi sono rassegnato.
B: E dove si trova
questa macchia?
A: È al centro
del campo visivo.
B: Ma per caso
avete guardato il sole, magari senza accorgervi di farlo?
A: Potrebbe anche
darsi ma non ne ho certezza. E comunque ho letto sul vostro sito
che guardare il sole fa bene agli occhi.
B: Se l’occhio
non fosse solare per natura, non potrebbe proprio scorgerlo, quindi è
sicuramente vero che il sole di per sé non è dannoso agli occhi, anzi,
è benèfico, ma spesso chi è già affetto da problemi di vista può
risultarne danneggiato, e anche questo fatto non si può negare.
Ma se noi adesso riuscissimo a togliere questa macchia che vedete al
centro del campo visivo, in pochi minuti, quale tipo di ricompensa anche
economica voi sareste in grado di corrispondere, per esempio?
A: Ehm, non ho
capito la domanda, dovrei pensarci…
B: Guardate,
signore, non vi preoccupate, era ovviamente una provocazione per
verificare il vostro livello di interesse autentico a questi argomenti,
e purtroppo dobbiamo constatare che si tratta di un interesse assai
scarso! A ogni modo, tentare non nuoce. Provatevi a chiudere
gli occhi e a creare una sensazione di buio, coprendo gli occhi con i
palmi delle mani senza toccarli ed evitando che la luce filtri dai lati.
A: Posso provarci.
Ecco che vedo questa bella macchia che sembra proprio un sole che
brilla.
B: Se qualcuno vi
chiedesse di fare muovere questa macchia, per mezzo della vostra
immaginazione, voi che cosa rispondereste?
A: Che potrei
farlo facilmente.
B: Provateci.
A: Posso
immaginare di muoverla ma forse non ho capito bene la domanda perché in
effetti la macchia non si sta muovendo affatto.
B: Vi potrebbe
aiutare l’idea di una altalena, di un dondolo, o di un pendolo che
oscilla a destra e a sinistra?
A: Sí, se mi
immagino il pendolo di un orologio antico forse riesco a muovere la
macchia.
B: Provateci,
senza pensare agli occhi.
A: Ecco mi sembra
che posso dondolare la macchia immaginando che fosse un pendolo di un
orologio.
B: Benissimo,
descrivete questo pendolo. Come è fatto? Quando è stata
l’ultima volta che avete visto questo pendolo?
A: Eh? Non
capisco la domanda…
B: Se voi siete in
grado di immaginare il pendolo, significa che lo avete visto, bene, da
qualche parte. Vi sto chiedendo di descrivermi come è fatto
questo pendolo che avete visto e che vi potete perciò ricordare e
immaginare…
A: Chiedo scusa ma
credo di non capire ancóra che cosa intendete dire.
B: Se siete in
grado di ricordare un pendolo che dondola, significa che lo avete visto
da qualche parte. Ora vi sto chiedendo di dirmi dove lo avete
visto e di descriverlo cosí come lo avete visto, dato che voi avete
detto che lo potete immaginare a occhi chiusi mentre si muove. Di
che colore è?
A: È dorato, un
classico pendolo di orologio antico…
B: Dove lo avete
visto?
A: Da nessuna
parte! Me lo sto soltanto immaginando.
B: Come fate a
immaginare una cosa che non avete mai visto? Forse state parlando
di una immaginazione “astratta”, che purtroppo serve molto poco alla
cura della vista. Provate a pensarci.
A: In effetti
credevo di immaginarmi il pendolo ma in realtà la mia era una
immaginazione astratta, un nome…
B: Proviamo con un
altro oggetto. Siete in grado di immaginare un oggetto che avete
visto di recente?
A: Sí, una matita
di colore grigio, con una gomma gialla da una parte e la punta di
grafite fatta di un grigio piú scuro.
B: Per caso la
matita è verniciata di giallo come la gomma?
A: No, la matita
è di quelle di legno senza verniciatura.
B: Benissimo.
Quanto è grande la punta di grafite rispetto alla dimensione apparente
della macchia che vedete
sulla rètina?
A: Non saprei!
B: Provate a
immaginare di mettere tante punte di questa matita una di fianco
all’altra in modo da tracciare il diametro di questa macchia solare
nel vostro campo visivo. Quante punte di grafite ci vorrebbero, piú
o meno?
A: Circa una
decina…
B: Ora provate a
spostarvi mentalmente con il vostro sguardo interiore da una punta di
matita all’altra, in modo da percorrere tutto il diametro della
macchia circolare. Siete in grado di farlo?
A: Mi pare di sí.
B: Notate per caso
che la macchia si muove mentre voi spostate lo sguardo da una punta di
matita all’altra?
A: No, la macchia
è ferma.
B: Quando voi
spostate lo sguardo dalla prima punta di matita alla seconda punta, che
sta a destra della prima, non avete l’illusione che la prima punta si
sia spostata piú a sinistra di prima?
A: Sí,
logicamente.
B: Continuate per
tutte le dieci punte, una alla volta e poi tornate indietro quando avete
raggiunto l’ultima punta a destra. Quando tornate verso
sinistra, le punte sembrano muoversi verso destra, non vi pare?
A: Sí, è vero
che è cosí. Se mi sposto mentalmente dalla ultima punta a destra
alla penultima, che sta alla sua sinistra, la punta a destra si muove
verso destra mentre il mio sguardo si muove verso sinistra…
B: E che cosa fa
la macchia, sullo sfondo?
A: Non ho capito
la domanda…
B: Quale è la sua
sensazione generale pensando alla macchia e allo sfondo?
A: Mi sembra che
lo sfondo sia molto piú scuro di prima.
B: Che cosa fa la
macchia quando lei sposta lo sguardo da una punta di matita all’altra?
A: Dovrebbe
muoversi?
B: Se pensate che
le punte di matita che avete disposto lungo il diametro della macchia
sono a essa solidali, quando voi spostate lo sguardo da una punta
all’altra e queste si muovono in direzione contraria al movimento del
vostro sguardo, che cosa fa la macchia sottostante?
A: Dovrebbe forse
muoversi?
B: Provate a
farlo.
A: La macchia è
sparita, vedo solo un leggerissimo alone appena appena accennato.
B: Quindi la
vostra coroidopatia retinica che fine ha fatto?
A: Non saprei
proprio dirlo.
B: Avete capito da
dove viene la vostra malattia?
A: No!
B: Se adesso noi
fossimo in grado di fare ricomparire la macchia, forse lo capireste
meglio?
A: Non ho capito
la domanda, a dire la verità.
B: Vogliamo
provare a fare ricomparire la macchia?
A: D’accordo,
come si fa?
B: È molto
semplice. Basterebbe tornare a fare quello che avete sempre fatto
fino a poco fa, e cioè concentrarvi, sforzarvi, stancarvi strenuamente
quando usate gli occhi.
A: E quindi?
B: Per esempio,
provate a guardare, sempre con l’occhio interiore spirituale, le
vostre dieci punte di matita, tutte insieme, siete in grado di farlo?
A: Sí, dovrebbe
essere facile, che ci vuole?
B: Provate a
farlo.
A: Guardarle
mentalmente tutte insieme?
B: Sí, avete
appena detto che dovrebbe essere facile…
A: Non ci riesco,
è difficile.
B: Provate a
immaginare una lettera molto grande e a guardarla tutta insieme e non un
pezzo alla volta.
A: È facile, è
normale guardare cosí.
B: Provateci, che
cosa fa la macchia?
A: Non c’è e
non ci riesco. Come si fa a pensare a una lettera tutta insieme,
non capisco?
B: Provate a
immaginarvi una lettera qualsiasi grande quanto una parete di una stanza
e a guardarla tutta insieme e non un pezzo per volta…
A: Ecco, ho
capito, cerco di vedere tutta la lettera grande in una volta, e adesso
mi è ricomparsa la macchia!!!
B: Quindi questa
macchia da dove viene? È molto bizzarra come malattia questa, che
appare e scompare a volontà,
non trovate?
[Cade la linea]
Esperimenti come questi
sono alla portata di tutti i lettori, in special modo di coloro che
soffrono di un qualsiasi problema retinico, che i medici oculisti
purtroppo non hanno idea di come trattare. Tentare a fare qualcosa
di positivo e rilassante, non nuoce. Nel caso, però, che
l’esperimento riesca, anche solamente per pochi secondi, questo fatto
come inciderà nella psicologia del “malato”? Lo “costringerà”
ad approfondire i segreti di questa cura, abbandonando definitivamente
gli occhiali e determinandosi a perseguire una cura definitiva, oppure
lo spaventerà a tal punto da rimuovere ogni residuo interesse e
ritornare alle inutili cure a base di occhiali o farmaci? È
questo il problema che piú volte, da queste colonne, abbiamo definito
essere un esempio di “miseria umana”, un esempio dei piú fastidiosi
e inestricabili.
BIBLIOGRAFIA
William H. Bates, M.D., “Vista Perfetta Senza Occhiali — Bates”,
© 2002…2012 Juppiter Consulting Publishing Company®
(http://www.juppiterconsulting.it), Milano, traduzione a cura di Rishi
Giovanni Gatti
William H. Bates, M.D., “I Piú Avanzati Metodi nella Cura della Vista
(Con Domande & Risposte)”, © 2012 Juppiter Consulting Publishing
Company® (http://www.juppiterconsulting.it), Milano, traduzione a cura
di R.G.G.
Elisbeth Friederichs, “Imparate a Vedere di Nuovo”, © 2012 Juppiter
Consulting Publishing Company® (http://www.juppiterconsulting.it),
Milano, a cura di R.G.G.
Su Internet:
sito ufficiale della
Associazione Vista Perfetta http://www.vistaperfetta.it
sito ufficiale per la
divulgazione del Sistema originario del Dott. Bates http://www.sistemabates.it