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Di
sclerosi multipla si può guarire?
Estratto
dal libro "Di
sclerosi multipla si può guarire?" del dott.
Bernard Montain
Edizioni Amrita, aprile 2006, 176 pp., Euro 14,50, ISBN 88-87622-92-2
Introduzione – Le
motivazioni della ricerca del dott. Montain
Il primo medico ricercatore che ha sottolineato la
relazione esistente tra le amalgame dentarie e le malattie autoimmuni,
fra le quali è compresa la sclerosi, è stato Chales-de-Beaulieu,
esattamente negli anni Sessanta; ma prima di continuare è necessario
innanzitutto che io vi racconti una storia personale che ha veramente
cambiato il corso delle mie ricerche, della mia professione e della mia
vita.
All’inizio dei miei studi odontoiatrici, ero stupito di non trovare
risposte a un fondamentale interrogativo:
«Com’è possibile che le amalgame, che non vanno
assolutamente toccate direttamente con le dita (a quel tempo si lavorava
senza maschera né guanti), diventino inoffensive nel momento in cui
vengono collocate dentro la bocca dei pazienti?» Questa domanda mi
ossessionava, e la rivolgevo invariabilmente a tutti i professori della
facoltà. Le loro risposte erano evasive o illogiche, del tipo «Perché,
toccando l’amalgama con le dita, la inquini», sebbene si trattasse di
un prodotto destinato ad essere collocato in bocca, con tutte le
reazioni chimiche e gli inquinamenti che ne sarebbero seguiti. Decisi
dunque di contravvenire alla “legge del silenzio” e di andare a
cercare la risposta sull’altra sponda del Reno, dal professor
Chales-de-Beaulieu, che studiava e praticava l’omeopatia e la
naturopatia; molto più tardi, un altro tedesco avrebbe partecipato alle
mie ricerche sul mercurio e la sua chelazione, il dottor Daunderer di
Monaco.
Ancora oggi, però, malgrado tante dimostrazioni e studi
scientifici, ci vediamo costretti a riflettere su questo: se una legge
europea obbliga gli studi dentistici a fornirsi di filtri per le
amalgame asportate (una misura di una protezione ambientale senza la
quale i corsi d’acqua, i fiumi e i mari sarebbero contaminati dal
mercurio), ciò che è persino proibito gettare in pattumiera lo si
continua a infilare in bocca alla gente. Perché nessuna legge europea
ne proibisce ancora l’uso?
Le malattie degenerative diventano sempre più numerose e
la lista delle malattie autoimmuni è ormai impressionante. Tra queste,
oltre alla sclerosi multipla, ricordiamo: alcune anemie emolitiche,
alcune forme di sterilità, alcune granulopenie, alopecia, anemia di
Biermer, artrite reattiva, celiachia, cirrosi biliare primitiva,
connettivite mista, dermatite erpetiforme, dermatomiosite, diabete
mellito giovanile, epatite cronica attiva, insufficienza ipofisaria,
lupus eritematoso discoidale, lupus eritematoso sistemico, miastenia,
morbo di Addison, morbo di Basedow, morbo di Horton, narcolessia,
nefropatia membranosa idiopatica, nefrosi lipidica del bambino, pemfigo,
poliartrite reumatoide, policondrite atrofica, porpora trombocitopenica
idiopatica, reumatismo articolare acuto, reumatismo psoriasico,
sclerodermia, sindrome di Gourgerot-Sjögren, spondilite anchilosante,
tiroideite di Hashimoto.
In realtà, basta osservare il modo di vivere delle
popolazioni che di solito sono naturalmente longeve e godono a lungo di
buona salute, per sapere quali sono il modo di vita e l’alimentazione
più adatti all’uomo: è piuttosto noto il caso degli Hunza, una
comunità che vive sulle montagne dell’Indukush, nel Pakistan
settentrionale, che non conosce malattie e vive straordinariamente fino
a circa cent’anni. Lo studio della loro alimentazione mostra un
consumo modestissimo di latte crudo, (il latte, la carne e soprattutto
il burro sono venduti veramente a peso d’oro, perché sono rari). I
cereali vengono consumati crudi quando i chicchi non sono ancora maturi
e si presentano allo stato lattiginoso (è il caso del mais e del
frumento).
La loro alimentazione è a base di frutta, cereali, noci e verdure,
insieme ad una piccola quantità di formaggio fatto con latte cagliato
e, molto raramente, da una piccola quantità di carne.
Negli anni Quaranta, il dentista americano Weston Price, spaventato dalla rapidità di sviluppo della carie dentaria nei giovani, cominciò a studiare lo stato di salute dei denti in popolazioni da poco giunte in contatto con il mondo “civile”. Queste non avevano ancora usufruito di certe nostre “meraviglie”, come i veleni alimentari (farina bianca, zucchero bianco, alcol). I suoi lavori confermarono ciò che era già stato osservato altrove, in particolare presso gli Hunza: ogni volta che le popolazioni avevano seguito un’alimentazione identica a quella dei loro antenati, non avevano contratto alcuna malattia e tanto meno la carie dentaria. La loro vita media tendeva a raggiungere quella degli Hunza, e le ossa dei loro scheletri, esaminate, rivelavano una ricchezza in minerali non più presente nell’uomo moderno.
Eliminazione delle
amalgame
[...] In presenza di sclerosi multipla o di altre malattie
autoimmuni e nel caso di analisi positive, la risposta è semplice: le
amalgame devono essere eliminate. Vi ricordo gli accertamenti
indispensabili da eseguire preventivamente: misura della differenza di
potenziale tra i denti con amalgame o protesi, o che siano stati curati
con prodotti al mercurio; esame della mucosa della bocca, in particolare
dei tessuti di sostegno dei denti; verificare se è presente o assente
la macchia bianco-giallognola tra il palato duro e il palato molle. Dal
punto di vista iridologico, verificare se esistono macchie bruno-arancio
nell’iride, se la trama iridea è più o meno lasca, se è presente e
quanto è grosso il gerontoxon (anello più scuro intorno all’iride).
Dal punto di vista dell’onicodiagnosi, verificare se vi sono zone
biancastre sull’unghia, la presenza o assenza delle lunule e il loro
aspetto. La presenza del mercurio va poi rilevata nella saliva, nei
capelli e nelle feci.
Se non ci sono sintomi e in presenza di amalgame molto
piccole, ci si può chiedere se sia il caso di sostituirle con
otturazioni in ceramica o in oro, trattandosi di un intervento costoso;
qualora il soggetto abbia i mezzi economici per farsele togliere senza
rischio, certo è preferibile eseguire la rimozione; altrimenti, in
questo caso, si può soprassedere.
Togliere le amalgame è un’operazione molto delicata, che necessita
grande precisione ed esperienza. Quante volte ho incontrato persone che,
dopo collocazione o maldestra eliminazione delle amalgame, lamentavano
gravi disturbi!
Il caso del signor P.
Ho incontrato il signor P. per la prima volta nel giugno
del 1994.
Ha 34 anni e si trova in uno stato pietoso: non è in grado di fare
niente da solo, neppure una doccia o vestirsi! Cammina sostenendosi con
le stampelle, è molto rigido, piegato in avanti, e per mantenere
l’equilibrio oscilla con il corpo e con le gambe, in avanti,
all’indietro e lateralmente. È incapace di piegare le gambe e di
rialzarsi se è sdraiato. Il quadro è straziante!
L’anamnesi rivela una SM diagnosticata all’età di 29
anni, quattro anni dopo la comparsa dei disturbi di equilibrio e di tono
muscolare delle gambe, a seguito di un periodo di depressione. La
paralisi degli arti inferiori si era fatta sempre più grave,
accompagnata da alterazioni della vista, da un grave senso di stanchezza
e da frequenti disturbi intestinali con diarree persistenti.
Al signor P. erano state praticate numerose otturazioni con amalgame
intorno ai vent’anni. Dopo un po’ di tempo, avendo sentito parlare
della loro tossicità e vedendo che i disturbi indicati corrispondevano
a quelli che aveva avvertito dopo le otturazioni, aveva chiesto al suo
dentista di eliminarle; il dentista lo aveva accontentato, ma senza
adoperare alcuna precauzione! Poco tempo dopo era sopraggiunta la
depressione e i primi sintomi della SM. Inoltre, dai tempi del servizio
militare, il signor P. fumava un pacchetto di sigarette al giorno.
L’esame della bocca dimostrò la presenza del mercurio,
con problemi parodontali (scalzamento delle gengive intorno a tutti i
denti), correnti elettriche tra i denti portatori di compositi, e la
solita colorazione bianco-giallastra tra il palato duro e il palato
molle.
L’esame iridologico mostrò una trama molto lasca, con gerontoxon
molto netti.
L’esame onicologico rivelò macchie bianche di leuconichia presenti su
molte unghie, la presenza di due sole lunule su dieci (ad indicare una
mancanza di energia del soggetto), unghie convesse, caratteristiche dei
fumatori.
I dosaggi del mercurio eseguiti in laboratorio diedero i
seguenti risultati: 180 microgrammi di mercurio per chilogrammo di feci
(valori normali: < 10); 18 microgrammi di mercurio per litro di
saliva (valori normali: < 2,7), e 7,6 microgrammi di mercurio per
grammo di capelli (valori normali: < 3,60).
Il paziente iniziò un trattamento di nove mesi, a base di preparati
identici a exomercur-base, exomercur-phyto+, exomercur collutorio.
Inoltre, i dodici denti che erano stati portatori di
amalgame e compositi furono ripuliti e furono collocati intarsi in oro e
capsule in ceramica. Fin dall’inizio del trattamento il paziente seguì
una dieta identica al modello riportato in questo libro, eliminando del
tutto il fumo con l’aiuto di sedute di ipnosi.
Ne seguì un miglioramento lento ma regolare: in capo ad un anno riuscì
a salire le scale; dopo due anni camminava quasi normalmente; tre anni
dopo l’inizio del trattamento, recuperò la forza delle mani e delle
gambe; l’anno seguente potè riprendere a guidare, e in capo a sette
anni riprese a lavorare.
Attualmente gode di ottima salute ed è seguito come un
normale paziente dal suo naturopata.