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- Pagina cambiamento climatico
Rapporto
sulle scie chimiche
di Giovanni
Peccarisio
Autore dei libri: "Evoluzione
storica della coscienza" e "Ereditarietà
ed invidualità"
Il processo conoscitivo si basa su due presupposti
fondamentali: l'osservazione
e la domanda.
Quando ciò che si osserva non
si riconosce come un qualcosa facente già parte del mondo delle nostre
conoscenze, è da quel momento in poi che sorge in noi la domanda.
Da ciò si deduce che l'osservazione deve precedere la domanda.
La domanda stimola l'attività del pensiero.
Il cammino corretto per cominciare ad avviare un processo di conoscenza
è quindi: osservazione, domanda,
attività conoscitiva.
Affinché l'osservazione però divenga un vero e proprio strumento
nonché sia matrice per
acquisizione di nuove conoscenze, essa deve essere maggiormente
intensificata nella percezione del mondo.
Due sono gli strumenti di percezione più importanti che
abbiamo a disposizione per cogliere la realtà che ci circonda: la vista
e l'udito.
Se si considera più da vicino la vista, intesa come processo visivo che
permette l'osservazione, dobbiamo distinguere tre espressioni che
indicano tre modi differenti di usarla.
Essi sono: vedere, guardare, fissare.
Il vedere è
la possibilità che ha l'occhio di collegarsi e di trasmettere la
visione del mondo che ci circonda. Questa è la normale possibilità che
l'occhio ha per svolgere la sua funzione.
Se poi vogliamo avere una determinata visione con maggiore esattezza,
dobbiamo concentrare con maggiore attenzione la nostra capacità visiva.
Da una situazione generica si passa perciò ad una più grande
possibilità di definizione di quello che vediamo, si passa cioè al
guardare.
Di fatto esso è una concentrazione più precisa, una
delimitazione della nostra capacità visiva per poter cogliere al meglio
ciò che vediamo.
In tal modo ha luogo il passaggio dal vedere al guardare cioè da una possibilità genericamente umana
ad un'altra maggiormente individualizzata.
Proseguendo nell'analisi del processo visivo se desideriamo
approfondirlo maggiormente, se vogliamo entrare fin nei minimi dettagli
non è più sufficiente il guardare ma dobbiamo ulteriormente
concentrarci ed arrivare a
fissare l'oggetto della nostra percezione.
Per quanto riguarda quindi la visione del mondo che ci circonda, fissare
il nostro sguardo in maniera concentrata significa personalizzare al
massimo ciò che percepiamo. Da questo momento in poi può sorgere
quella che può essere definita una vera
domanda e non soltanto una superficiale
curiosità.
Giunti a questo punto, riferendosi al tema dell'argomento,
bisogna dire che per cominciare a comprendere cosa siano le scie
chimiche, si dovrebbe prima applicare
nel modo più corretto l'osservazione
e cioè tutto il processo che per l’appunto ho appena descritto.
Quando finalmente sorge la domanda e ciascuno si chiede: " che cosa
sono le scie chimiche? " solo allora ci si può accorgere delle
loro anomalie: la strana lunghezza di queste particolari scie bianche,
le inconsuete direzioni degli aerei formanti strani incroci, il fatto
che non si dissolvono come le altre normali scie di condensazione
rilasciate.
Le scie chimiche invece pian piano si allargano e unendosi
le une alle altre rendono un cielo azzurro del tutto lattiginoso,
riuscendo persino a velare la luce del sole.
In un secondo momento poi, andando ancora oltre
quello che percepiamo, viene spontanea una seconda domanda:
"che cosa contengono le scie chimiche e che effetto possono avere
nell'ambiente che ci circonda e in noi stessi quando i contenuti
precipitano sulla terra ?".
Arrivare a porsi questa seconda domanda significa essere pronti ad
avviare un nuovo processo conoscitivo.
Significa che dalla percezione
visiva ( osservazione ) si è divenuti maturi per una riflessione
interiore di natura individuale.
Significa che un evento esterno
è diventato una mia domanda interna
a cui voglio dare risposta.
All'inizio delle osservazioni sulle scie chimiche poche persone hanno
cominciato a porsi quest’ultima domanda anche perché per trovare una
risposta e comprendere la composizione delle scie bisogna avere non
solo del materiale a disposizione ma bisogna poterlo analizzare.
A questo punto sono sorte le prime grosse difficoltà perché i
cosiddetti organi ufficiali non riconoscevano, e tuttora non
riconoscono, l'anormalità di queste scie.
Alcune persone di buona volontà allora, hanno cominciato ad analizzare
in proprio quella strana polverina biancastra che ricadeva a terra dopo
un intenso lavoro compiuto per ore ed ore, nei nostri cieli da aerei
preposti a ciò.
Proseguendo in questa ricerca, altre persone ancora, hanno analizzato
questa polvere e in questo particolato hanno trovato, per il momento,
questi tre componenti:
A questo punto desidero esporre
alcune riflessioni, ricavate da ricerche personali e colloqui
avuti con persone competenti in materia, sugli effetti che questi
componenti possono produrre nell'organismo umano tralasciando per il
momento l'effetto che possono avere sulla Natura che ci circonda.
Il bario
è un metallo alcalino, terroso, tenero, di lucentezza argentea. Non si
trova libero in natura ed ha varie applicazioni in ambiti produttivi
quali la ceramica, l'ossigenazione dell'acqua e via dicendo.
È usato anche nella pratica medica per compiere
determinati esami diagnostici. Viene usato infatti per esaminare organi
interni quali ad esempio intestino, stomaco sotto forma di
clisma opaco.
Il clisma è parola che deriva dal greco e che significa lavanda;
nel clisma opaco la funzione
del bario è quella di opacizzare e quindi rendere visibile all'esame
radiologico la parte che si vuole prendere in considerazione.
Se, per ipotesi, l'aria contenesse una forte concentrazione di bario
quest'ultimo, inalato, si depositerebbe all’interno
dell'organismo umano.
È stato riscontrato che il bario è un inibitore dei
processi muscolari, in altre parole esso tende a bloccare la
decontrazione dei muscoli. I muscoli sotto l’effetto del bario, hanno
difficoltà a rilassarsi spasmizzandosi, creando cioè in varie parti
dell'organismo degli spasmi.
Riferendosi sempre all'esame diagnostico compiuto con il clisma opaco,
si può ben notare che un’altra importante caratteristica del bario,
la sua opacità, è quella di togliere luce propria alle superfici sulle
quali si deposita.
La possibilità di contrapporsi a ciò è di trovare un minerale
antagonista capace di un'azione inibente nei confronti degli effetti del
bario.
Il minerale avente le qualità richieste è il
magnesio, minerale che porta luce nell'organismo e che con i
suoi effetti aiuta e permette una maggiore capacità di decontrarre i
muscoli, di sciogliere gli spasmi.
Questa è solamente una delle molte funzioni del magnesio ma è proprio
ciò che può servire per contrapporsi agli effetti negativi del bario.
Il secondo minerale contenuto delle scie chimiche è l'alluminio.
Anch’esso appartiene al sottogruppo dei metalli terrosi ed
è di colore bianco argento. Anch’esso come il bario viene
usato in vari processi industriali: nella preparazione di lacche, in
tintoria, nella lavorazione della ceramica, nell'industria della carta,
nella concia del cuoio, nella fabbricazione dei filamenti per lampade,
per vernici e via dicendo.
L'alluminio per le sue caratteristiche intrinseche risulta
molto pericoloso se viene inalato o ingerito nell'organismo umano. Una
delle sue funzioni altamente negativa è di impedire la cosiddetta
sinapsi neuronale.
La sinapsi permette la
giunzione tra due cellule nervose attraverso la quale si propagano
impulsi nervosi.
Il corpo umano, per difendere un così importante e delicato organo
quale è il cervello, ha formato una difesa naturale affinché
elementi estranei, quali ad esempio l'alluminio, non possano
penetrare o depositarsi sulle cellule cerebrali.
Verrebbe impedita in questo caso proprio la sinapsi, il
passaggio cioè dell'impulso nervoso da una cellula all'altra e la
propagazione del comando ad una determinata zona del corpo attraverso i
nervi.
Questa naturale difesa si chiama barriera ematoencefalica.
Essa si trova alla base del cervello, nella zona alta del collo e
permette, nella zona del cervello, soltanto il passaggio di liquidi
quali il sangue o comunque elementi disciolti nell'elemento liquido.
Il cervello si trova in una situazione del tutto
particolare e delicata. Esso galleggia letteralmente nel cosiddetto
liquor: il liquido cefalorachidiano. Il liquor permette al cervello, che
in un essere adulto pesa all’incirca 1500,
Se degli elementi troppo pesanti,
non sufficientemente disciolti nel liquido che affluisce al cervello,
bucano la barriera ematocefalica, rischiano di creare dei depositi
totalmente estranei a quella che è la vita del cervello.
È proprio il caso dell'alluminio che buca la barriera ematoencefalica, che intorbida il liquor e si
deposita sulle cellule nervose del cervello impedendo la sinapsi
neuronale.
Se è presente dell'alluminio nel particolato, ovvero nelle polveri
sottili che permeano l'aria, risulta pressoché impossibile non
respirarlo.
Gli effetti nocivi dell'alluminio si manifestano come minimo in due
direzioni.
Dal punto di vista fisico
in una perdita di motilità delle funzioni organiche o, sempre dal
punto di vista fisico, in una ripercussione sull'attività delle membra,
gambe e braccia.
Il secondo effetto si manifesta a livello di attività
pensante ossia in una mancanza di concentrazione, come può essere
il mantenere in maniera continuativa nel tempo l'attenzione sull'attività
del pensiero, leggere ad esempio più pagine di un dato libro
impegnativo, sostenere una conversazione senza perdere il filo del
discorso ecc.
A lungo andare la mancanza di concentrazione può causare vuoti di
memoria e nei casi più gravi può portare a pericolose malattie quali
il morbo di Alzheimer.
Oltre a ciò l'alluminio, depositandosi sulle pareti
polmonari, tende a spegnere nel tempo la vitalità dei polmoni stessi
causando problemi respiratori o addirittura lesionando i polmoni in
maniera più o meno grave.
Quando la respirazione non funziona del tutto correttamente si
manifestano, o meglio si potrebbero manifestare col tempo, anche dei
problemi cardiaci esistendo una stretta dipendenza tra la
respirazione e la circolazione.
Se l’aria inspirata risulta satura di veleni, allora non può avvenire
una corretta ossigenazione del sangue venoso, quella cioè di purificarlo e trasformarlo in sangue arterioso,
portatore di vitalità.
A questo proposito, poiché risulta impossibile non
respirare
si potrebbe agire in senso preventivo tenendo presente il fondamentale
principio omeopatico del similia similibus curentur, cioè il
principio per cui il simile agisce
sul simile.
Dove trovare però un alluminio dalle capacità curative?
Si potrebbe pensare all'argilla
che ha in sé un
buon contenuto di alluminio essendo una alterazione atmosferica di
silicati alluminosi.
A conferma di ciò è conosciuto da tempo un intervento omeopatico usato
per purificare l'intestino, consistente nell'ingerire alla mattina
dell'argilla ventilata, disciolta nell'acqua e lasciata depositare
durante la notte.
Un altro rimedio medicinale, usato
per proteggere l'organismo umano da influssi nocivi, è un preparato
omeopatico a base di torba denominato: Solum uliginosum.
La torba è una terra molto importante in agricoltura e
floricultura e serve ad arricchire l’umidità
del terreno favorendo una maggiore ossigenazione, donando quindi ad esso
una maggiore vitalità e incrementando anche le forze di autodifesa
contro agenti nocivi
esterni.
Mutuando il medesimo principio di cui sopra, il Solum uliginosum (dal
latino uligo-inis = umidità
del suolo) può risultare efficace anche per l'organismo umano,
specialmente se adoperato in consociazione ad alcuni estratti vegetali,
quale ad esempio l’equiseto o coda cavallina, che possono servire ad
aumentare l'escrezione renale.
Un terzo elemento trovato nelle
scie chimiche è il quarzo. Esso è formato di silicio e
ossigeno, SI O2 (due molecole di ossigeno e una di silicio) che sono le
due sostanze più diffuse nella crosta terrestre. Le rocce silicee
(quarzo) in varie forme sono presenti circa per il 90% in essa.
Il quarzo è un affascinante minerale multiforme. La
forma più rappresentativa è il quarzo latteo, soprattutto
quello trasparente denominato comunemente cristallo
di rocca.
Al di là della sua bellezza come minerale, il quarzo per le sue
proprietà piezoelettriche e piroelettriche è ampiamente usato
nell'industria soprattutto in quella di strumenti di precisione.
Il silicio, per
quanto riguarda l'organismo umano, si trova presente in tutti i tessuti
del corpo specialmente in quelli periferici: unghie, capelli, pelle e
tessuti connettivi in genere.
Il silicio si trova anche nelle ossa.
Per le sue caratteristiche intrinseche esso ha una stretta parentela con
la luce e conseguentemente con
l'aria.
La caratteristica principale del silicio è quella di
circoscrivere ovvero di mantenere nei giusti confini i processi di
crescita.
Esso perciò limita la
tendenza delle energie vitali a stimolare le forze di crescita al di là
dei processi normali.
Se paradossalmente l'essere umano non
potesse rimanere nei suoi confini fisici, il mondo esterno penetrerebbe
in modo devastante nell'organismo distruggendolo in breve tempo.
E’ la pelle che chiudendo la struttura fisica
dagli influssi diretti del
mondo esterno, permette la possibilità di avere una vita
individuale interiore, nella
quale poter compiere processi psichici e spirituali necessari alla
crescita della nostra coscienza.
Verso l'interno dell'organismo
fisico il silicio, permettendo il passaggio della luce, aiuta la
percezione, da parte
delle difese immunitarie, di elementi estranei con la conseguente loro
eliminazione per mantenere l'integrità della vita fisica.
Ci sarebbe molto altro da dire sui rapporti fra il silicio,
la luce, il corpo fisico, la vita psichica e l'evoluzione spirituale, ma
i ristretti ambiti di questo scritto non lo permettono.
Desidero fare comunque ancora due ultime osservazioni.
Il silicio, come già detto, grazie alla sua azione periferica
nell'organismo umano, alla sua naturale capacità di delimitazione,
agisce sul buon funzionamento dei nervi e dei sensi.
Inoltre grazie al suo
rapporto elettivo con la luce aiuta, in concomitanza con il calcio ed il
magnesio, a mantenere la
salute dello scheletro.
In conclusione, se si viene a creare un accumulo di quarzo (silicio)
nell'organismo, alla luce di tutto ciò che è stato detto
si manifesterebbero svariati sintomi.
I più importanti sono i seguenti:
disturbi negli organi di senso e del sistema nervoso
- nevriti, nevralgie
- congiuntiviti, peggioramento della miopia
- otiti
pelle e mucose
- infiammazioni in genere quali: micosi, acne, foruncoli,
- eczemi umidi
- caduta dei capelli
- infiammazione della mucosa orale
- indebolimento della fissità dentaria
- indurimenti e infiammazioni quali fistole, fibromi
scheletro
- problemi ossei: deformazioni, osteomieliti, rachitismo
altre patologie
- allergie degli organi esterni (raffreddore da fieno),
malattie autoimmuni
- nervosismo, problemi di volontà, sbalzi d'umore, mancanza di
concentrazione.
Tenendo presente il medesimo principio già considerato per
tutto l’insieme di queste problematiche, si possono usare medicinali
omeopatici, meglio se in diluizione decimale, a base soprattutto di
quarzo o comunque altri medicinali contenenti sempre del quarzo.
Sicuramente un bravo medico potrà trovare la giusta, individuale
cura per i vari casi.
Sembra sia presente nel particolato ancora un altro elemento, il torio,
ma poiché al momento mi sono pervenute solo parziali indicazioni, le
mie riflessioni terminano qui.
Esse non vogliono certamente sostituire un qualificato intervento
medico. Il mio pensiero vuol essere soltanto uno stimolo per prendere in
considerazione eventuali possibilità che potrebbero risultare utili a
fini preventivi e curativi.
Giovanni Peccarisio, laureato alla "Libera Università della Scienza e dello Spirito" di Dornach (Svizzera), come Maestro Waldorf (scuole steineriane) e Maestro di pittura