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Dallo
scandalo dei farmaci alla presa di coscienza individuale
Marcello Pamio
- 9 giugno 2008
Continua la saga dello scandalo dei farmaci, tra talpe in
Procura, intercettazioni e video dei carabinieri, e buste con migliaia
di euro dentro.
L’AIFA, l’Agenzia italiana del farmaco, nata sulle ceneri della CUF,
Il problema è che qui non si sta parlando di Moggi e dello
scandalo del calcio-scommesse, ma della salute dei cittadini!
Personaggi privi di coscienza, “forniscono informazioni”, “notizie
riservate”, “comprano
dirigenti”. ”incassano
quattrini”, “chiudono gli
occhi sulle revisioni”, “accelerano
l’entrata in commercio di farmaci dal brevetto scaduto”, il
tutto per denaro e potere!
Lo scandalo, documentato dalla Procura di Torino con oltre
700 pagine, ha interessato circa 30 persone (tra cui alti dirigenti e
imprenditori): otto gli ordini di custodia cautelare per corruzione.[1]
Il secondo filone dell’inchiesta di Raffaele Guariniello è “Disastro
colposo per la messa in commercio di decine di medicinali non
perfetti”. Per la precisione sarebbero una trentina i farmaci, tra
cui: psicofarmaci, antibiotici, antipertensivi, antiasmatici a base di
principio attivi, che, scaduti i canonici dieci anni di brevetto,
dovevano essere nuovamente sperimentati con tutti i crismi, ma che
invece sono stati proposti con modalità poco convincenti.[2]
L’indagine non riguarda solo l’Italia, ma anche
Tra i trenta farmaci sotto indagine, è spuntato solo il nome dell’Aulin
(principio attivo Nimesulide): antinfiammatorio venduto in sedici paesi
europei, fra cui Italia e Svizzera, ma ritirato dal mercato in
Spagna, Finlandia, Belgio, Irlanda ed Estonia, per gravi complicanze al
fegato.
Il pool di magistrati torinesi vuole appurare se esiste un
nesso causale tra una serie di morti sospette (si parla di dodici
decessi) e le mazzette che sarebbero state pagate. Soldi che avrebbero
spinto l’Agenzia a non sospendere dal commercio farmaci che altri
paesi avevano ritenuto a rischio, proprio come l’Aulin.[4]
Da anni questo prodotto è sotto i riflettori della comunità
farmaceutica internazionale per il suo rapporto tra effetti benefici e
collaterali (influenza sul fegato).[5]
Nonostante ben cinque paesi hanno chiuso le porte all’Aulin, per gravi
effetti collaterali al fegato, il 20 settembre 2007 l’EMEA (Ente
europeo dei farmaci) si allinea alla posizione dell’AIFA e lascia il
prodotto farmaceutico incriminato sul mercato![6]
Qualcuno a questo punto paventa addirittura una guerra
occulta ai farmaci generici.
Quando un brevetto (in questo specifico caso una molecola) scade, e se
la scoperta è ancora interessante dal punto di vista commerciale,
chiunque può “copiarla” e metterla sul mercato senza dover chiedere
permessi o pagare royalty (diritti) al legittimo proprietario.
Quando un principio attivo di un medicinale scade può
essere preso da chiunque e riproposto nel mercato.
In ogni Stato esiste una legge che regola i Brevetti dei Farmaci e che
“garantisce la
commercializzazione in esclusiva per almeno 20 anni”[7].
Facciamo un semplice esempio del Prozac (principio attivo Fluoxetina). Ventotto compresse solubili da 20 mg prodotte dalla Eli Lilly
(scopritrice della molecola) costano 21,03 euro, mentre lo stesso
numero di compresse prodotte dalla Doc Generici Srl costano solamente
10,38 euro.[8]
La metà del prezzo!
Ad eccezione del Prozac, un Generico costa mediamente il 20% in meno
rispetto all’omonimo di marca, consentendo interessanti risparmi sia
per il Servizio sanitario nazionale che per il paziente.[9]
Con questo non si sta facendo una campagna a favore del
Generico: siamo sempre più convinti che meno farmaci si usano e meglio
è per l’organismo, visto che NON esistono farmaci (di marca o
generici che siano) privi di effetti collaterali più o meno gravi.
Tutti i prodotti di sintesi, cioè derivati dal petrolio, sono veleni
per l’organismo e per averne conferma basta leggere attentamente (cosa
che non viene mai fatta) i foglietti illustrativi, detti bugiardini.
La parte più difficile è quella di rompere gli schemi mentali a cui
siamo stati indottrinati per decenni della “pillola all’occorrenza e
pronta per l’uso”; della concezione della malattia come qualcosa da
annientare e distruggere con la chimica.
Se non cambieremo mentalità, modo di pensare, e se non lo
faremo quanto prima, il conto da pagare sarà molto salato.
Lo scandalo AIFA – semplice punta dell’iceberg - certamente da una
parte mostra come gli enti ufficiali preposti alla salvaguardia della
salute pubblica sono collusi e connessi con le lobbies del farmaco,
dall’altra che la guerra al Generico è sempre più aperta. Possiamo
avere fiducia e pretendere controlli seri e sicurezza farmacologica da
enti come l’ex CUF, gli attuali FDA, AIFA, EMEA (l’Agenzia europea
per i medicinali), ecc., quando questi ricevono soldi direttamente da
Big Pharma?
E’ bene ricordare che l’EMEA il 7 giugno
Continuando a credere o a sperare che ci sia un ente esterno
responsabile della NOSTRA salute, continueremo a delegare ad altri
quello che invece spetta solo a noi.
Questa pericolosissima deresponsabilizzazione ci sta lentamente
svuotando della nostra individualità aprendo i portoni e le strade alle
sempre più potenti lobbies.
Questo ennesimo scandalo dovrebbe infatti farci vedere come noi
utenti-consumatori siamo sempre più schiavi di un sistema
economico-mafioso che gestisce la sanità pubblica e privata.
Se fossimo più responsabili
e responsabilizzati nei
confronti della nostra salute, questi scandali continuerebbero
certamente ad accadere - perché la metastasi è interna al sistema - ma
non avrebbero il peso che hanno oggi.
Se non facessimo (noi) ingrassare le lobbies del farmaco come potrebbero
queste ungere il direttore, il vicedirettore o il dirigente di turno?
Per quanto tempo continuerebbero a produrre veleni di sintesi, facendoli
certificare dagli enti ufficiali (in busta paga), se nessuno gli
acquista, lasciandoli sopra gli scaffali dei supermercati o nelle
centrali dello spaccio: le farmacie?
Quello che possiamo fare seriamente è diventare gli
artefici della nostra salute!
In questa maniera non c’è AIFA o lobbies che tenga, e qualsiasi
scandalo sarà del tutto futile.
Comprendiamo che la malattia, il sintomo, è un segnale (campanello) che
il corpo ci sta dando, e che un farmaco NON può guarire, perché, la
sua funzione è proprio quella di “spegnere” tale campanello
d’allarme.
Invece di indignarci per l’AIFA, indigniamoci per come noi stessi
maltrattiamo il “tempio dello
spirito”: il corpo, e questo in nome della scienza e del
benessere.
[1]
“Farmaci: AIFA, ora si indaga su disastro colposo”, Mauro
Barletta, Ansa, 24 maggio 2008
[2]
Idem
[3]
“Farmaci illegali: traffico in Svizzera”, Corriere del Ticino,
24 maggio 2008
[4]
“Farmaci, 12 morti sospette”, Schiavazza Vera, Il Corriere della
Sera, 27 maggio 2008
[5]
“Il nimesulide, bandito in cinque paesi”,
[6]
“Fungo indigesto per il manager dei farmaci”, Regione Ticino, 29
maggio 2008
[7]
Farmaci Generici, www.generici.com/Prolegomeni.htm
[8]
Idem
[9]
Idem