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Petizione
per la salvaguardia della biodiversità rurale
Salviamo
i Semi Contadini
Primo anello della catena alimentare
Perché non ci può essere diritto di scambio di semi e
piante fra contadini? Perché i contadini a causa della legislazione che
lo proibisce devono scambiarsi tra di loro illegalmente le varietà del
loro territorio o della loro tradizione, quelle che loro stessi si
tramandano e sanno autoriprodursi, quelle che a volte fanno a meno dei
pesticidi e resistono meglio alle avverse condizioni ambientali?
La regolamentazione del movimento dei semi che si applica in Italia, la
stessa per tutte le nazioni europee, mette praticamente fuorilegge ogni
seme non iscritto ai registri delle varietà ammesse alla vendita
istituiti fin dal 1970. Ma con il passare degli anni dalla istituzione
di questi registri, le leggi sono gradualmente diventate più
restrittive al punto da non permettere nemmeno lo scambio gratuito di
semi fra produttori.
Il Decreto
del Presidente della Repubblica n. 322 del 9 maggio 2001 rende in
effetti impossibile ogni cessione o movimento di semi non registrati;
mentre il trattato UPOV91 intacca il diritto di risemina
dell'agricoltore, ovvero il privilegio che l'azienda agricola ha di
riseminare traendo seme da una parte dei propri raccolti. D’altra
parte, con l'introduzione in coltivazione delle varietà OGM (organismi
geneticamente manipolati) si apre il rischio della impollinazione
spontanea da parte di queste sulle varietà contadine che a quel punto,
ibridandosi con le varietà ogm che sono brevettate, diventerebbero
automaticamente di proprietà della ditta sementiera che detiene il
brevetto e quindi i loro semi non potrebbero essere più riseminati.
Intanto, le varietà di pubblico dominio, ovvero quelle che
sono frutto di selezioni fatte più di trentacinque anni fa e che non
pagano royalties a nessuno perché sono patrimonio collettivo in quanto
antiche varietà, vanno gradualmente a perdersi, cancellate dai registri
europei
e sono destinate alla probabile estinzione e a essere completamente
sostituite da ibridi F1, i cui semi non si possono riseminare se non
penalizzando fortemente la possibilità di raccolto. Oggi, oltre il 90%
delle sementi delle varietà commerciali di cetrioli, cocomeri,
pomodori, melanzane, zucchine, meloni e peperoni sono ibridi e meno del
3% sono le varietà più vecchie di trentacinque anni.
In alcune nazioni europee si è riconosciuta l'esistenza e
la possibilità di vendita di alcune varietà storiche, recependo una
parte della direttiva CEE su cui si fonda il già citato DPR 322/2001,
tuttavia è stata proibita la vendita dei prodotti di quelle varietà e
sono state destinate al solo uso personale. Inoltre si è chiesto una
tassa annuale di registrazione che penalizza i piccoli produttori e
distributori di sementi. In Italia non è stata fatta neppure questa
applicazione, esponendo il nostro ricco patrimonio storico varietale di
semi alla biopirateria e alla copiatura.
Inoltre le varietà moderne, sia ortive sia agrarie, sono
commercializzate con l'unico scopo di favorire una agricoltura
industriale e la grande distribuzione organizzata. Gli ortaggi devono
essere capaci di superare raccolte meccaniche, imballaggi meccanizzati,
lunghi viaggi refrigerati. Devono avere una maturazione uniforme per
favorire la raccolta simultanea, dipendono dalla chimica sia per le
concimazioni sia per i trattamenti fitosantari. Devono avere un bell'aspetto
ma spesso mancano di un buon sapore. Non sono certo adatti per gli orti
familiari e per la vendita diretta di prodotti in fattoria.
Purtroppo questo avanzare di varietà sempre più
tecnologiche sembra inarrestabile, ma ciò non ha nulla a che vedere con
la possibilità di far circolare ancora, e con una certa libertà, le
varietà locali e tradizionali. Perchè autorizzare OGM e ibridi e allo
stesso tempo ostacolare in tutti i modi la libera circolazione di semi
non registrati? Dobbiamo intuire che la volontà del legislatore sia
quella di eliminare ogni possibile alternativa all’industria della
genetica
alimentare e alle sue sementi?
Un ritorno alla biodiversità rurale nei campi invece è auspicabile,
non solo per un recupero di sapori e aromi di cui le modernità sono
povere, ma anche di colori e forme che rendono piacevole mangiare e per
favorire il movimento del cibo locale, ovvero della vendita diretta di
prodotti di fattoria. L'assurdo è invece che anche un semplice seme di
pomodoro tradizionale e contadino, solo perché non registrato, diventa
un seme proibito. La iscrizione nei registri di una varietà è una
pratica amministrativa lunga e costosa, inaccessibile agli agricoltori,
una via impraticabile per le varietà contadine. È quindi urgente
togliere queste regolamentazioni e lasciare piena libertà di scambio e
diffusione gratuita delle varietà storiche italiane:
▪ per preservare la biodiversità rurale
▪ per una agricoltura ricca e variegata
▪ per il diritto alla alimentazione libera e sana
▪ per riconoscere il valore della nostra civiltà contadina
Noi chiediamo:
▪ l'applicazione della direttiva CEE (98/95)
finora disattesa dai governi e la creazione di una lista nazionale
che raccolga le varietà locali o dei territori o contadine;
▪ l'iscrizione libera e gratuita su questa lista per le
varietà di coloro che conservano, selezionano e diffondono questa
biodiversità;
▪ che i criteri di iscrizione siano adattati alle
particolarità di queste varietà locali, spesso non uniformi o
stabili come quelle selezionate;
▪ uno spazio di libertà totale per scambi liberi di piante
e sementi contadine (in quantità corrispondenti ai bisogni di una
piccola fattoria), nel rispetto delle precauzioni fitosanitarie
essenziali.
Partecipa alla petizione lasciando la tua firma
VAI
ALLA PETIZIONE ON LINE: www.biodiversita.info/modules/xfguestbook/richiesta.php
Questa petizione è organizzata da Civiltà Contadina ed è sostenuta
anche da:
GRTA onlus (Cesena)
Consorzio della Quarantina (Genova)
Il Nuovo Mondo edizioni ( www.disinformazione.it
)
Potete anche contribuire facendo firmare la petizione sul
documento che è scaricabile a questo link: http://www.biodiversita.info/modules/mydownloads/visit.php?cid=2&lid=31