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La
famiglia dello scudo rosso: i Rothschild
di
Marcello Pamio
Ho letto con molto
interesse libri, fascicoli e siti internet su cosiddette teorie cospirative
secondo le quali dietro alle vicende politiche ed economiche ci sarebbero
potenti logge massoniche. Fin qui nulla di strano. Non si può negare infatti
che la maggior parte di queste società segrete fin dalle loro origini erano
composte da influenti personaggi della vita pubblica, politica e militare.
La cosa però che ha destato la mia curiosità è l’onnipresenza di un nome
ben preciso. Un comun denominatore rappresentato dai Rothschild. Questa
famiglia, perché di famiglia si tratta, appartiene secondo molti
all’organizzazione elitaria chiamata gli Illuminati
di Baviera [1]
e governerebbe l’intero sistema bancario mondiale con tutto quello che ne
consegue.
Se è vero che questo gruppo di burattinai muove le fila della finanza,
dell’economia e della politica mondiale perché allora il nome non figura mai
da nessuna parte? Avete mai letto su giornali o sentito alla televisione dei
Rothschild e delle loro vicissitudini? Sarebbero dietro le quinte di tutti i più
importanti affari e nessuno ne parla, non è un po’ strano?
Per la verità vedremo alla fine che qualcosa è trapelato dai media.
Chi ha ragione? Gli autori di svariati libri che puntano il dito contro un
sistema occulto, in cui la famiglia Rothschild riveste un ruolo di primaria
importanza, in grado di controllare l’intero sistema o invece chi al contrario
afferma che tali ipotesi sono semplicemente frutto di menti malate in preda ad
allucinazioni e manie di persecuzioni?
L’esperienza mi suggerisce che la verità sta sempre nel mezzo!
Quindi prima di avanzare qualsiasi ipotesi in merito andiamo a vedere chi sono e
soprattutto cosa fanno oggi i Rothschild.
Per ripercorrere le origini torniamo indietro nel tempo di circa duecento anni
spostandosi in Germania, precisamente a Francoforte. L’anno è il 1743.
L’Adamo non proprio biblico della nostra storia è Amschel Moses Bauer, un
semplice orafo tedesco con la passione, che oggi possiamo chiamarla
predisposizione, per prestiti e finanziamenti. Semplice orafo per modo di
dire naturalmente, visto che è il capostipite che ha dato origine a un impero
economico da mille e una notte.
Un impero nato sotto le ali
protettive dell’aquila romana contornata da uno scudo rosso.
Tale infatti è il sigillo che Amschel aveva collocato sull’entrata della
propria azienda.
Un logo che divenne presto
la rappresentazione figurata dell’attività di Bauer. "La ditta dello
Scudo Rosso" veniva infatti chiamata.
D’altronde abbiamo tantissimi esempi anche nostrani di queste associazioni:
uno per tutti il Cavallino Rampante per indicare la Ferrari. Quello che non
tutti sanno invece è che lo Scudo Rosso in lingua tedesca è Rothschild. Per
essere più precisi: Scudo Rosso à
Red Schield à
Rothen Schild à
Rothschild. Questo particolare è molto importante perché quando il figlio di
Moses, Mayer Amschel ereditò da suo padre la società cambiò nome in
Rothschild, e tale è rimasto immutato fino ai giorni nostri.
Mayer Rothschild da Gertrude Schnapper ebbe cinque figli: Amschel (1773-1855),
Salomon (1774-1855), Nathan (1777-1836), Karl (1788-1855) e Jacob (1792-1868).
Non appena i ragazzi furono istruiti a dovere sull’attività economica e
finanziaria partirono alla volta di altrettante capitali europee per aprire
filiali ed espandere l’impero esclusivamente patriarcale. Le donne avevano un
ruolo secondario nella gestione.
Il primogenito Amschel essendo il più anziano rimase a Francoforte per
controllare la società base, Salomon invece andò a Vienna, Nathan a Londra,
Karl a Napoli e Jakob a Parigi.
La famiglia cresce, e cresce anche la necessità di un nuovo emblema che li
rappresenti al meglio. Cinque frecce che s’incrociano intersecandosi in un
unico punto è il nuovo stemma. Le frecce rappresentano i cinque fratelli e il
punto d’intersezione è lo scopo che unisce tutta la famiglia. Avrete già
capito qual è questo scopo.
Senza nulla togliere
all’operato dei fratelli, è d’obbligo “spezzare una freccia” -visto che
siamo in tema- a favore di Nathan il quale si distinse immediatamente per fiuto
e capacità imprenditoriali.
Ricordiamo che agli inizi dell’Ottocento l’Europa stava cambiando
velocemente e questo poteva creare certamente molte occasioni per uomini
intelligenti e soprattutto ricchi.
Nathan approfittò di questa situazione e aprì a Manchester una impresa
tessile. Il rapido declino delle esportazioni tessili britanniche durante il
blocco continentale costrinsero però Nathan a tornare a Londra per estendere le
proprie attività in ambito finanziario. Le attività del figliol prodigo
s’impennarono in potenza e prestigio grazie anche al matrimonio con Hannah
Barent Cohen (1783-1850), la figlia di uno dei più ricchi mercanti ebrei
londinesi[2].
I conti li sapeva fare molto bene!
Conti che dirottavano sempre più verso operazioni finanziarie speculative su
titoli britannici ed esteri, cambi valute, metalli preziosi, ecc.
Qualche esempio? Il Duca di Wellington non avrebbe potuto pagare il suo esercito
nella battaglia di Waterloo senza la mano, anzi il portafogli, dei Rothschild[3].
Dopo questa vittoria, la banca di Nathan vinse il contratto per i pagamenti dei
tributi agli alleati europei[4].
Anche il governo francese dovette usufruire dei fondi privati per rimpinguare le
casse nazionali svuotate dall’estenuante guerra franco-prussiana[5]. Salomon Rothschild a
Vienna finanziava intanto il debito estero austriaco attraverso contratti di
prestito al Principe Metternich[6].
I cinque fratelli pur lavorando a distanza portavano avanti la stessa tecnica,
quella della riserva frazionale bancaria. Questo permise la loro autonomia e
indipendenza in ogni paese in cui operavano.
Con queste enormi risorse economiche riuscirono a intervenire persino a favore
della Banca d’Inghilterra, quando la crisi di liquidità del 1826 piegò le
gambe al governo britannico. Grazie ad una immissione di un grosso quantitativo
di oro fu scongiurato il peggio[7].
Ma la storia non finisce qui, perché nel settore pubblico si distinsero per i
finanziamenti della rete ferroviaria in Francia, Italia, Austria, per il Canale
di Suez, permisero l’acquisto dei terreni minerari in Spagna, Sud America, Sud
Africa e Africa Occidentale.
L’oro era così importante e fondamentale per i Rothschild che dal 1919 fino
ai nostri giorni la banca ha ospitato e presieduto per due volte al giorno il
fixing mondiale del prezzo dell’oro[8].
Vi rendete conto: stabilivano anche il prezzo mondiale dell’oro!
Addirittura sembrerebbe, e il condizionale è d’obbligo, che una banca della
famiglia abbia finanziato John D. Rockefeller per la sua monopolizzazione della
raffinazione del petrolio che portò alla fondazione della Standard Oil.
Cosa dire delle ricostruzioni postbelliche? Nelle guerre si sa, non vi sono mai
vincitori. Di per sé una guerra è sempre una sconfitta sia per chi la provoca
ma soprattutto per chi la subisce. Dall’ottica di un banchiere però, una
guerra è sempre una ghiotta opportunità di investimenti, di prestiti, di
ricostruzioni. Infatti dopo la Prima Guerra Mondiale, precisamente nel 1922 i
Rothschild misero a disposizione fondi per la ricostruzione in numerosi paesi
come Francia, Germania, Cecoslovacchia, Ungheria. A questo punto ho dovuto
scacciare con la forza dalla mia mente un dubbio tremendo. E’ possibile che
banchieri senza scrupoli fomentino a proprio piacimento le guerre, magari
finanziando entrambe le fazioni e innescando la miccia fornendo poi i soldi per
la ricostruzione? In via molto ipotetica sì. Scatenare una guerra non è così
difficile: si forniscono le armi a entrambe le parti e si trova una motivazione
sufficiente: religione, petrolio, terrorismo, ecc.
No! La perfidia umana non può arrivare a tanto! Giusto?
A questo punto negare o far finta di non vedere che l’impero dei Rothschild
fin dai primi anni del secolo XIX ha influenzato la politica, l’economia e la
finanza del mondo intero è un’offesa alla comune intelligenza.
E oggi? Come sono messi, anzi, visto che interessa pure la nostra cara Italia
come siamo messi? Forse la famiglia si è ritirata a vita privata e si sta
godendo un meritato riposo? Sbagliato. Certamente la vita è rimasta sempre
molto privata. Non riesco infatti ancora a spiegarmi come la stampa, sempre più
ricca di pettegolezzi e gossip e meno di informazioni utili, non s’interessi
della vita di questi personaggi affascinanti e al limite del misterosofico.
Riescono –i media- a scovare una star televisiva che si sta abbronzando nuda
dentro la caldera di un vulcano in pieno inverno e nessuno fa un servizio sugli
appartenenti alla famiglia più potente del pianeta. Non è un po’ strano?
Lungi da me l’idea che gli editor non possano fare servizi su certi
banchieri internazionali, rimane allora la spiegazione che forse a nessuno
interesserebbe. Strano perché personalmente preferirei leggere qualcosa su i «veri
controllori» piuttosto che leggere e/o vedere qualche personaggetto estivo che
pur di apparire nei giornali venderebbe la propria anima al diavolo, in questo
caso fotografi e giornalisti.
Tornando al discorso di prima, oggi la famiglia Rothschild non ha perso
prestigio e potere, semmai con il passare degli anni lo ha consolidato
ulteriormente. Incredibile ma vero.
Passano gli anni e i loro sistemi si
adeguano. Oggi hanno sviluppato una divisione per il finanziamento d’impresa
al servizio di fusioni e acquisizioni. Operazioni queste all’ordine del
giorno. Basta aprire un qualsiasi giornale finanziario per leggere che la
multinazionale ics si è unita, o è in procinto di farlo, con la transnazionale
ipsilon. Fusioni il cui unico risultato è la creazione di megacorporazioni
amministrate da pochissimi e composte da migliaia tra affiliate e holding. In
fisica per innescare una fusione nucleare tra atomi serve molta energia qui le
fusioni necessitano solo di soldi. Moltissimi soldi. Chi possiede tutti questi
soldi se non i banchieri?
Vediamo adesso nel dettaglio dove i tentacoli economici dei Rothschild sono
arrivati nel 3° Millennio. Per problemi di spazio cito solamente le società più
conosciute e/o riguardanti il nostro paese, ma chiunque volesse approfondire
consiglio di entrare nel sito ufficiale della famiglia e stamparsi l’elenco
completo. Fate scorta di carta!
Tra le straniere spiccano: De Beers quella dei diamanti, la Enron
fallita da poco, British Telecom, France Telecom, Deutch Telekom, Alcatel,
Eircom, Mannesmann, AT&T, BBC, Petro China, Petro Bras, Canal +, Vivendi,
Aventis, Unilever, Royal Canin, Pfaff, Deutch Post[9],
e moltissime altre.
Torniamo adesso un momento in Italia poiché ce n’è per tutti i gusti: Tiscali,
Seat Pagine Gialle, Eni, Rai, Banca di Roma, Banco di Napoli, BNL Banca
Nazionale del Lavoro, Banca Intesa, Bipop-Carire, Banca Popolare di Lodi, Monte
dei Paschi di Siena, Rolo Banca 1473, Finmeccanica[10].
Vi può bastare? Penso proprio di sì!
Mi avvio a concludere nella speranza che questa piccola e incompleta
illustrazione possa almeno aver fatto nascere qualche dubbio e/o curiosità in
più su questa incredibile e decisamente atipica famigliola. Non posso
confermare ma neppure smentire le pesanti e inquietanti affermazioni che
svariati autori pubblicano sui Rothschild. Tengo a sottolineare che la cosa più
incredibile è come i media in generale evitano di trattare tali argomentazioni.
Passi il discorso sulla cospirazione globalizzata alla George Orwell, ma qui i
fatti parlano chiaro. Le trame e gli intrecci economici pure. Sono sotto gli
occhi di tutti. Almeno di chi vuol vedere.
Non posso accontentarmi di leggere su La Stampa del 7 giugno 1996 che
Lady Rothschild era l’ipotetica spia del KGB a Londra, o su Il Giorno del
29 agosto 2000 la cronaca della morte per overdose all’età di 23 anni di
Raphael figlio di Nathaniel Rothschild.
Queste rientrano nel deleterio e purtroppo tanto seguito gossip.
Le cose serie e importanti sono altre.
Marcello Pamio
Note:
[1] Gruppo elitario
fondato, dal prof. di giurisprudenza dell'Università dei Gesuiti, Adam
Weishaupt (Spartacus) in Baviera il 1° maggio 1776
[2]
Università di Bologna, facoltà di Scienze Politiche: www.spbo.unibo.it
[3]
Sito ufficiale della famiglia Rothschild: www.rothschild.com
[4] Università
di Bologna, facoltà di Scienze Politiche: www.spbo.unibo.it
[5]
Idem
[6] Idem
[7]
Idem
[8] Sito
ufficiale della famiglia Rothschild: www.rothschild.com
[9] Sito
ufficiale della famiglia Rothschild: www.rothschild.com
[10] Idem