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Rosenkreuz
Tratto
dal libro: «La leggenda dei simboli»
Fu
da una di quelle società segrete di Germania, a cui abbiamo accennato
prima, che uscì «Rosenkreuz».
Educato in un centro d’Iniziati, egli era stato cullato, fin dalla sua
fanciullezza, dal soave mormorio delle simboliche leggende. Gli era
stato insegnato quale fosse il delitto dei Papi, e svelato che, secondo
Pietro Oliva, la grande Meretrice dell’Apocalisse non era altro che la
Roma Papale. Allora, sui vent’anni, tutto vibrante d’entusiasmo per
la Gnosi perseguitata, si recò in Turchia, in Palestina e in Arabia, a
battere alle porte di tutti i Santuarii degli Iniziati per completare le
sue conoscenze; poi arrivò a Fez dove un gruppo di Cabalisti vi si
erano rifugiati, e lor domandò di perfezionarsi ancora presso di essi.
Tornato in Germania, effettuò una Sintesi di tutti gli insegnamenti
ricevuti, poi fondò la «Confraternita della Rosa-Croce», il cui scopo
era di stringere in un sol fascio gli Gnostici i Cabalisti e gli
Alchimisti. I membri di questa associazione, ch’era segreta, si
distinguevano gli uni dagli altri con numeri d’ordine, e si riunivano
in una cappella dedicata allo Spirito Santo, Simbolo della loro anima
illuminata dalla eterna scienza del Bello, del Vero e del Bene. La loro
missione sociale consisteva nell’esercitare la medicina senza alcuna
retribuzione, nella carità, nel ridurre in polvere il triplice diadema
del Papa, nel dimostrare che egli era l’Anticristo e nel ricondurre
gli Uomini alle cerimonie e ai sacramenti della primitiva Chiesa.
Inoltre i Rosa-Croce pretendevano conoscere la Magia e tutti i segreti
scientifici degli antichi Misteri; si proclamavano eredi della Sfinge, e
come lei erano amici del Silenzio.
Di essi non si conosceva che un simbolo, vero arcano diabolico per i
profani.
Il
simbolo dei Rosacroce
Tratto
dal libro: «La leggenda dei simboli»
Questo
simbolo consisteva in una stella di dodici raggi, con al centro un
Triangolo iscritto in una circonferenza, e dentro questo Triangolo una
Croce con una Rosa sotto la quale un Uccello ad ali aperte si strappava
il ventre a colpi di becco per nutrire delle sue viscere tre suoi
piccoli affamati. E il tutto era circondato da cinque Stelle a cinque
raggi mentre un’altra con sette sorgeva sopra la punta del Triangolo.
La prima Stella incarnava il Simbolo dei dodici segni zodiacali e della
loro influenza nell’essere umano. Il Triangolo manifestava la Trinità
immutabile, Forza Materia e Movimento, e la Croce la crocefissione del
Movimento nella Materia, l’Involuzione dell’anima nei quattro
elementi onde ogni carne è impastata.
Ma, come la Croce era il Simbolo dell’Incarnazione e della Morte, era
anche quello della Resurrezione e della Immortalità. Saper morire,
voleva dire rendersi Immortale, ed ecco perché una Rosa nasceva dal
cadavere e sbocciava odorosa e bella, come, un tempo, dal corpo dio Iram
assassinato era nata l’Acacia. Ma in qual modo far fiorire questa
Rosa? In qual modo operare questa trasformazione? Traendo esempio
dall’Uccello, che significava l’Amore infinito, la Carità, la
Fenice rinascente dalle sue ceneri, e insieme il Sole Levante e Cadente,
Osiride e Oro, Cristo, in una parola, che accettava di morire per il
bene degli uomini, l’Amore che solo può nutrire il Corpo e l’Anima
e la Mente di continuo affamati di ideale e di speranza... Quanto alle
cinque Stelle, esse simboleggiano la volontà trasformatrice dei
sentimenti, e quella dai sette raggi, brillante allo Zenit, indicava i
sette gradini che il Saggio deve salire per conoscere lo Spirito Santo,
ovvero la Luce in tutto il suo splendore.
Questo
Simbolo della Rosa-Croce, riassumeva dunque tutto l’insegnamento della
Piramide. Esso era figlio di Ram, di Ermete, di Orfeo, di Budda, di Gesù,
e la sua divisa «Per l’Amore alla Scienza, per la Scienza alla Vita e
alla Bellezza» appariva invero un’eco della dottrina dei Messia,
poiché celebrava perdutamente ancora una volta la Via Una, Vod-Eva,
sublime sintesi di tutti gli Esseri.