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ALLARME
PSICOFARMACI
Tra un mese il Ritalin torna in Italia.
Al via l’attivazione del registro dove verranno schedati i bambini in
terapia
Comunicato
Stampa dal Comitato "Giù
le mani dai bambini"
“Il
Ministero non offre adeguate garanzie, la medicalizzazione è alle
porte”.
Proseguono intanto gli screening psichiatrici nelle scuole
senza l’autorizzazione dei genitori. Ma dal Ministero di Pubblica
Istruzione provengono notizie incoraggianti: il Ministro Fioroni ha
dimostrato sensibilità al tema ed interverrà personalmente.
Oggi si è tenuto a Roma un
seminario organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dal
Ministero per
Il Portavoce Nazionale della Campagna, Luca Poma, ha dichiarato a margine del convegno: “è necessario informare la cittadinanza che, al di la dell’indubbia buona volontà dei funzionari dell’ISS, le precauzioni assunte dal Ministero per evitare abusi sono del tutto insufficienti: non si pone adeguatamente l’accento sui pericolosi effetti collaterali di questi psicofarmaci, non si promuove alcuna azione d’informazione ad ampio raggio di insegnanti e famiglie su queste delicate problematiche, non si garantisce un consenso realmente informato alle famiglie, non si citano con obiettività tutte quelle evidenze scientifiche che invitano alla prudenza nella somministrazione di molecole psicoattive ai minori.
Non facciamo una battaglia di principio – ha aggiunto Poma – ma di merito: se pensano di risolvere con l’istituzione di un registro, pure utile, un problema così complesso, sbagliano. Dove sono le risorse aggiuntive per garantire alle famiglie la libertà di scelta terapeutica? In molte parti d’Italia si rischia di dire ai genitori: o lo psicofarmaco, oppure pagatevi di tasca vostra le terapie non farmacologiche”. Cresce inoltre la polemica per gli screening psichiatrici nelle scuole, svolti senza l’autorizzazione dei genitori. “E’ una chiara violazione delle norme di legge, ed è gravissimo - dichiara Poma – che si ignori totalmente la volontà della famiglia su temi così delicati.
Facciamo appello alla sensibilità
del Ministro Fioroni affinché faccia chiarezza con una circolare a
tutte le scuole d’Italia”. Fonti accreditate all’interno del
Ministero Pubblica Istruzione hanno dichiarato che il Ministro ha
personalmente a cuore la questione, e sta valutando come intervenire, di
concerto con le competenti Direzioni Generali del Ministero, per
garantire che cessino questi abusi, riportando la normalità nelle
scuole. “Ottimo per le intenzioni del Ministro Fioroni, gli italiani
interessati da questi problemi confidano certamente nel Suo pronto
intervento. Speriamo che anche
Per media relations 337/415305 – portavoce@giulemanidaibambini.org
Dichiarazioni di specialisti e di politici della Commissione Parlamentare Infanzia
L’istituzione di questo Registro, senza le garanzie
adeguate che meriterebbe, è una trappola: si rischia di trattare con
Ritalin bimbi che non dovrebbero a monte neppure entrare in terapia. Il
grande problema che sta venendo ignorato è quello del protocollo
terapeutico, carente e fortemente orientato sulla soluzione
farmacologica, con il risultato che le diagnosi rischiano di venir fatte
a ‘maglie troppo larghe’ e le alternative al farmaco non valutate
adeguatamente come meriterebbero. Un’idea buona come quella del
registro per tenere sotto controllo le somministrazioni, rischia di
essere uno specchietto per le allodole, se non ci si fa carico di
determinare con maggiore serietà i criteri di presa in carico dei
bambini”
(Federico Bianchi di
Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva)
“I questionari che
vengono utilizzati per diagnosticare questi disagi dell’infanzia sono
altamente soggettivi ed impressionistici. Le differenze d’esperienza,
tolleranza e di stato emotivo dell'intervistatore e del bambino
intervistato non vengono tenute in alcun conto, e nonostante questa
vaghezza, e nonostante il fatto che le scale di valutazione utilizzate
non soddisfino i criteri psicometrici di base, i sostenitori di questo
approccio pretendono che questi questionari forniscano una diagnosi
accurata, ma così non è, e non sarà la sola istituzione di un
Registro che risolverà la questione".
(prof. William Carey,
primario e professore di Pediatria Clinica dell’Università della
Pensylvania, primario del reparto di Pediatria Comportamentale
dell’Ospedale di Philadelphia, membro dell’Accademia Nazionale delle
Scienze USA)
“Parlando di
disturbi del comportamento, ed in particolare di sindromi quali ad
esempio il deficit di attenzione e iperattività (ADHD), siamo più che
altro di fronte ad una “moda” ed a diagnosi inconsistenti e vaghe.
Queste diagnosi, così come vengono oggi semplicisticamente
perfezionate, non si possono e non si devono fare, ed il Registro di per
se servirà a poco, se non si rivedranno completamente tutti i
protocolli: cambierà qualcosa se andremo ad iscrivere in un Registro
bambini che a monte non sarebbero dovuti essere sottoposti a terapia a
base di Ritalin?”
(Emilia Costa,
titolare della 1° Cattedra di Psichiatria dell’Università di Roma
“I medici sono
chiamati ad una piena responsabilizzazione ed a tutelare davvero il
diritto alla salute dei pazienti, specie se minorenni. Non si può
pensare di risolvere tutto con l’apertura di un registro, e si può
continuare a prescrivere psicofarmaci contestati ed a rischio di abuso:
questo atteggiamento ormai, come dimostrano anche le cronache
giornalistiche, è definitivamente sul banco degli imputati”
(prof. Claudio Ajmone,
psicoterapeuta, membro dell’Associazione Europea di Psicoanalisi)
“Il Ministero per
(prof. Giorgio
Antonucci, psicoanalista, già collaboratore di Franco Basaglia)
“Queste diagnosi
vengono perfezionate indipendentemente dall’ambiente, quindi si
attribuisce al bambino una sofferenza ‘sradicata’ dalle sue radici
sociali, e questo è un grave errore. Inoltre la diagnosi – per come
viene proposta - è decisamente pericolosa, perché la terapia a base di
questi psicofarmaci genera preoccupanti effetti collaterali, senza
considerare le implicazioni del dire con tale leggerezza ad un piccolo
bambino di 7/8 anni ‘tu sei un malato di mente’”
(prof. Agostino
Pirella, Ordinario di Storia della Psichiatria dell’Università di
Torino)
“Guardate la realtà
nella quale facciamo vivere i nostri figli: troppo spesso ci sono
aspettative soffocanti e motivi di disagio che si riversano sui più
deboli, e che noi adulti diamo per scontato. Perché nelle famiglie
questi problemi non vengono affrontati? Non stupiamoci allora se poi i
per bambini sorgono problemi, anche gravi”
(prof. Franco Blezza,
Ordinario di Pedagogia Generale dell’Università di Chieti)
“Ho la netta
sensazione che non ci si renda pienamente conto di cosa implica
somministrare psicofarmaci stimolanti ad un bambino di 5 o 10 anni, del
tipo di impatto sul suo metabolismo, sul sistema ormonale, sul suo
sistema nervoso in via di sviluppo”
(Luigi Cancrini,
psichiatra, Commissione Parlamentare sull’Infanzia)
“Siamo molto
preoccupati, e siamo contrari a questa medicalizzazione del disagio:
come ha chiesto ‘Giù le Mani dai Bambini, è necessario aprire un
dibattito immediatamente. Non ripetiamo gli errori degli Stati Uniti,
che sono caduti vittima delle sconsiderate pressioni delle case
farmaceutiche, le quali anche in Italia evidentemente sanno
‘sussurrare’ alle orecchie giuste. Il farmaco non può e non deve
rappresentare una scorciatoia: è indubbio che nell’immediato alcuni
psicofarmaci possano ottenere effetti positivi, ma a quale prezzo? Si
agisce solo sui sintomi, ignorando completamente le cause profonde di
questi disagi”
(Luana Zanella,
parlamentare, Commissione Parlamentare sull’Infanzia)
"Così i
trasforma una generazione in piccoli ‘zombie’. In mancanza di
patologie riscontrate scientificamente, i bambini vanno aiutati ed
accompagnati nella loro crescita. Imbottirli di psicofarmaci li fa
sentire solo dei malati quando non lo sono. In Parlamento alzeremo la
voce e faremo ciò che è necessario per impedire questa follia".
(Laura Bianconi,
parlamentare, Commissione Parlamentare sull’Infanzia)
"Se consideriamo che negli 82 centri dove verrà
distribuito Ritalin ai bambini non mi risulta verranno messe a
disposizione risorse aggiuntive rispetto a quelle esistenti, le famiglie
verranno poste davanti a una scelta obbligata: o somministrare lo
psicofarmaco ai propri figli, seppure in modalità controllata, oppure
aggiustarsi da se, pagandosi le terapie alternative allo psicofarmaco,
che pure potrebbero ottenere ottimi risultati senza esporre i bambini a
rischi. Queste pastiglie hanno lo stesso profilo di rischio di eroina e
cocaina e il governo inglese le ha recentemente classificato tra le 20
droghe più pericolose al mondo".
(Francesco Caruso, parlamentare, Commissione Affari Sociali
della Camera dei Deputati)