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La pillola ai bimbi irrequieti? Calma…
Di Francesca Amoni - «Venerdì» di Repubblica 13 febbraio 2004

Tra sei mesi il Ritalin (ritirato perché usato come stupefacente) tornerà in vendita. Come distinguere chi ne ha davvero bisogno? La novità è un registro nazionale. Ma l’allarme arriva sempre dagli USA.
Il Ritalin, la pillola per i bambini irrequieti, arriverà in farmacia tra sei mesi. La Cuf, la Commissione unica del farmaco, ha registrato e ammesso a rimborso il metilfenidato – classificato tra gli stupefacenti – per il trattamento del disturbo da Adhd, Attentino Deficit Hyperactivity Disorder, cioè disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività. E la casa svizzera Novartis sta mettendo a punto la confezione italiana. Così tornerà in commercio quella pillola già legale fino al 1989, ma poi ritirata perché poco venduta e usata invece come stupefacente o dimagrante…

Tutto come prima? «Intanto non saranno i pediatri o i medici di famiglia a prescriverla»
Dice Nello martini, direttore della Cuf, che è presieduta dal ministro della salute Girolamo Sirchia. «La diagnosi spetterà ai Centri specialistici di neuropsichiatria infantile individuati dalle singole regioni, che definiranno un piano terapeutico e di controllo secondo le esigenze di ciascun bambino». La novità più rilevante, però, è che per monitorarne la correttezza l’Istituto superiore di sanità sta approntando un registro nazionale dei bambini che useranno il Ritalin (rispettando al massimo la privacy). «E’ unico nel mondo» dice Stefano Vella, direttore del dipartimento del farmaco all’Istituto superiore della sanità «e ci aiuterà a stabilire criteri omogenei di diagnosi sapendo quanti t per quanto tempo sono i bimbi in cura».
Per l’arrivo del farmaco si stanno usando, insomma, tutte le cautele. Anche se in Italia non si è mai smesso di farne uso (attraverso il mercato nero o richiedendolo al ministero con un complicato iter), tant’è che si stima siano almeno un migliaio, oggi, i bambini in cura. Ma come si fa a stabilire chi ne ha bisogno? «Va somministrato solo in casi gravi, dai 7 anni in su», spiega Maurizio Bonati del Mario Negri di Milano. «Sì, negli Usa è prescritto dal 3-5 per cento dei bambini in età scolare: ma le forme particolarmente severe non supererebbero il 7 per mille». Proprio la diagnosi è il punto controverso. Negli Usa, si impiegano 10-15 minuti per capire se n bambino è affetto da Adhd, e poi via alla pillola, anche a 2 anni. Lì si consuma il 90 per cento della produzione totale.
Ma anche in Gran Bretagna le stime parlano di 10.000 bambini. E la Germania ha registrato un aumento (ogni medico può prescriverla). E in Italia? Nel centro dell’Università di Cagliari si usa il Ritalin dal 1988. «Su 150 bambini. Ma per una diagnosi impieghiamo 4 o 5 ore, raccogliendo informazioni da genitori e insegnanti», dice Alessandro Zuddas. «La pillola, si dà solo in casi gravi con molte cautele. Vediamo il bimbo ogni settimana e poi ogni mese».

Ecco l’altro punto. La piccola pillola che sarà commercializzata non è il Ritalin LA (Long-Acting) da una dose giornaliera e via. «La formulazione di cui disponiamo esaurisce il suo effetto in 3-4 ore. Può bastare per una mattinata di scuola. Ma è spesso necessaria una seconda somministrazione all’ora di pranzo, e questo può creare problemi, ad esempio nei bambini che restano a scuola fino al pomeriggio», spiega Gabriele Masi dell’Istituto Stella Maris di Pisa. E per quanto tempo va presa? «Va sospesa nelle vacanze estive, spesso in quelle natalizie, talvolta nei giorni festivi. E almeno ogni anno, al rientro a scuola, si valuta se è ancora necessaria, visto che il 30 per cento supera la sintomatologia e il 60-70 per cento con il passare del tempo riduce alcuni sintomi». Chi distinguerà, nel tempo, i bambini che hanno davvero bisogno del farmaco?

 
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