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Riforma
della giustizia? Macché, è il piano di rinascita democratica
Marcello
Pamio – 3 dicembre 2004
Lo abbiamo ripetuto
numerose volte: questo governo sta realizzando punto per punto il
“Programma di rinascita democratica” del Maestro Venerabile Licio
Gelli!
E lo sta facendo così spudoratamente e alla luce del sole, che non
riusciamo nemmeno a vederlo: d’altronde è molto difficile avere le
corrette informazioni in un sistema mediatico strutturato ad hoc
e riempito da programmi come “Grande fratello”, l’“Isola dei
famosi”, “Porta a Porta” e altri passatempo simileducativi.
I malpensanti – e ce ne sono ancora in circolazione – rideranno di
tutto ciò, riempiendosi la bocca con termini come cospirazionismo e
dietrologia. Sappiamo benissimo che questa si chiama strategia del
discredito. Ovviamente non dico loro di leggere il documento ufficiale
trovato e pubblicato dalla Commissione Anselmi nei primi anni del 1980,
anche perché non sarebbero in grado di coglierne il profondo e occulto
significato. Questo articolo infatti è rivolto a tutte quelle persone
che usano le proprie capacità cerebrali (bastano pochissime sinapsi
neuronali attive) e che non bevono le informazioni propagandistiche di
qualche losca figura che siede nelle due Camere del Parlamento.
Ma
veniamo al punto. Ieri, dopo tre anni di scontro, è passata la legge
sulla Riforma della Giustizia. Una legge chiaramente d’impronta
piduista - e le prove le troverete in seguito - che separa le funzioni
di Pm e di giudice; prevede test psicoattitudinali; introduce l’azione
disciplinare e da più poteri ai procuratori capo.
Come dicevo, nel cosiddetto “Piano di rinascita democratica”
si possono leggere alcune cosucce molto interessanti. Al quarto punto
del “Programma a medio e lungo termine”, sotto la voce
“ordinamento giudiziario” ecco cosa appare:
IV) Riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che deve essere responsabile verso il Parlamento (modifica costituzionale);
Qui
si parla chiaramente di un controllo diretto del Parlamento, cioè del
governo, cioè del premier, cioè di Silvio Berlusconi, sulla Giustizia!
Scendendo un po’, e per essere più precisi, al quinto punto sempre
dello stesso Ordinamento:
V) Riforma dell'ordinamento giudiziario per ristabilire criteri di selezione per merito delle promozioni dei magistrati, imporre limiti di età per le funzioni di accusa, separare le carriere requirente e giudicante, ridurre a giudicante la funzione pretoriale;
Ed
ecco magicamente spuntare la separazione delle carriere.
Ma il bello non finisce qui, perché proseguendo nella lettura, alla
voce “Ordinamento giudiziario: modifiche più urgenti”, il
piano prevedeva (o meglio, prevede) di redigere:
a1) La
normativa per l'accesso in carriera (esami psico-attitudinali
preliminari);
a1)
La responsabilità civile (per colpa) dei magistrati;
Avete
letto attentamente?
Ricordo di nuovo a tutti i miscredenti e a coloro che non accettano una
simile realtà perché troppo forte, che i punti scritti in grassetto,
sono stati estrapolati direttamente dal Piano redatto intorno al 1976,
ma forse anche prima, da Licio Gelli.
Sembra esattamente il programma del governo di centro-destra, e invece
è il programma piduista di quasi trent’anni fa. Se non vi basta,
potrei tranquillamente elencare anche gli altri punti, sempre di questo
piano massonico deviato della cosiddetta Propaganda 2, che riguardano
espressamente la modifica della Costituzione, i maggiori poteri al
premier (il famoso premierato), la creazione di un partito o club di
natura rotariana (che sia Forza Italia?), al controllo della stampa, al
dissolvimento della Rai (in nome della libertà di antenna, ex. Art. 21
Cost.), allo sgravio dei capitali stranieri per agevolarne il rientro,
ecc. ecc.
Ma
mentre questo governo fa passare leggi - pena la sfiducia - della
migliore tradizione liberomuratoria, cosa fanno le più alte
cariche dello Stato?
La terza carica dello Stato, il demo-cristiano Pierferdinando
Casini, ha fatto qualcosa di più. In un momento così pericoloso e
allarmante per la democrazia, ha preso il telefono in mano e ha chiamato
immediatamente l’amico Marcello Dell’Utri, per esprimergli la sua più
“profonda stima e amicizia”. Profonda stima? Amicizia? Perché?
Cos’è successo?
No…non vi allarmate, il senatore di Forza Italia sta benissimo, il
motivo è una piccola indagine in corso, una sciocchezzuola: si tratta
di “concorso esterno in associazione mafiosa”. Nulla di grave
comunque. Per quanto riguarda la telefonata del Presidente della Camera
ad un indagato per mafia, avvenuta, guarda caso, proprio quando la Corte
di Palermo è in camera di consiglio è tutto ok. Non è una gaffe
istituzionale e nemmeno un’intimidazione alla Corte che lo sta
giudicando: Pierferdinando ha spiegato che “non poteva farla durante
il dibattimento e non voleva a sentenza pronunciata!”.
Quindi
per la carica numero due, il Presidente del Consiglio, e per la carica
numero tre, il Presidente della Camera, va tutto bene, è tutto sotto
controllo. E la prima carica dello Stato: il Presidente della
Repubblica? Il garante unico - almeno per il momento - della
Costituzione italiana, non dice nulla, perché è occupato ad andare a
zonzo per il mondo. Il Capo dello Stato, invece di controllare il
governo evitando che vengano smantellate le strutture costituzionali, va
in Cina! Non è un’offesa ovviamente, ma è proprio il paese che
visiterà nei prossimi giorni assieme all’inseparabile first lady.
Speriamo, tenendo la mano sul petto e cantando l’inno di Mameli, che
al ritorno dalla Cina si ricordi dei cittadini (che con le tasse gli
pagano lo stipendio e tutti i viaggi), anche perché, se questo governo
continuerà così, e nulla fa pensare il contrario, tra pochissimo
avremo un Capo di Stato con meno poteri. Parola di Gelli.
Non
che oggi questi poteri si siano mai visti, eh? Ma sapete com’è… la
speranza è sempre l’ultima a morire!