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Antonella Randazzo
Il
piano del Governo per avvelenare gli italiani
Decreto
Legge n. 61 (G.U. n. 108, 11-5-2007)
Di
Antonella Randazzo per www.disinformazione.it
- 31 maggio 2007
Autrice del
libro: "DITTATURE: LA STORIA OCCULTA"
I telegiornali hanno mostrato cumuli di spazzatura,
parlando di "emergenza rifiuti" in Campania, ma si sono
guardati bene dallo spiegare come mai le società preposte alla raccolta
dei rifiuti non hanno fatto il loro dovere, e perché le autorità non
sono intervenute adeguatamente. Cosa avevano da nascondere? E' ovvio che
in questi fatti sconcertanti c'è la responsabilità delle autorità
locali e nazionali, dato che non devono essere i cittadini stessi a
gestire la spazzatura. Qual'è la verità di tutto questo? Perché i
cittadini campani devono pagare bollette più salate pur essendo
costretti ad avere sotto casa cumuli di spazzatura fatiscente?
Sarebbero state almeno 700.000 le tonnellate di immondizia gettate sul
territorio campano, esposto criminosamente al degrado e a seri pericoli
sanitari.
Questa situazione è costata parecchio a tutti noi: 500
milioni di euro soltanto per la gestione commissariale, e 1 miliardo e
300 milioni per la "risoluzione dell’emergenza", che ancora
non c'è stata. La situazione è peggiorata dall’estate del 2006,
periodo in cui sono iniziate le proteste contro la costruzione di
discariche e inceneritori sul territorio campano. I rifiuti non sono più
stati ritirati, fino ad arrivare ad accumulare 7000 tonnellate al giorno
di immondizia sparsa per
Nell'ottobre del 2006 è stato nominato commissario
straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania il capo della
Protezione civile Guido Bertolaso, che ha assunto la funzione di
controllo della situazione, al fine di assecondare i piani del governo.
Bertolaso, senza spiegare la gravità della situazione, per rassicurare,
in questi giorni ha dichiarato: "Se siamo fortunati, nell’arco di
una decina di giorni si risolve la crisi in atto e con l’inizio
dell’estate si potrà lavorare tranquillamente... (ci sono) ipotesi
allo studio di riapertura di discariche chiuse per quantitativi che non
daranno fastidio a nessuno e siti di stoccaggio temporaneo".[2]
La "gestione straordinaria" è stata una macchina mangia soldi
pubblici, e un modo per generare altro caos, per far sì che i cittadini
si piegassero alle decisioni del governo.
Il 6 ottobre del 2006, era stato approvato dal Consiglio
dei ministri un decreto legge che prevede l'uso di inceneritori e misure
per la raccolta differenziata. Il decreto fa appello a "misure
straordinarie volte al superamento dell’emergenza legata al problema
dello smaltimento dei rifiuti in Campania, un problema in crescita a
causa dell’oggettiva difficoltà di individuare discariche dove poter
conferire rifiuti solidi urbani e della mancanza di valide alternative
per lo smaltimento dei rifiuti fuori dalla regione. Al fine di
consentire un incisivo coordinamento degli interventi al Capo del
Dipartimento della protezione civile della presidenza del Consiglio sono
assegnate le funzioni di Commissario delegato per tale emergenza, con
facoltà di avvalersi di tre sub-commissari (uno dei quali avrà il
compito specifico di individuare soluzioni volte a incrementare la
raccolta differenziata). Il provvedimento individua le discariche che
potranno essere utilizzate, fino alla cessazione dello stato di
emergenza e fatti salvi gli eventuali provvedimenti adottati
dall’autorità giudiziaria prima dell’entrata in vigore del decreto,
per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani o speciali non pericolosi
(che potranno essere destinati in via eccezionale fuori regione), oltre
a quelle già autorizzate e realizzate dal Commissario delegato-Prefetto
di Napoli e alle ulteriori discariche che il Commissario delegato può
individuare per l’attuazione degli obiettivi del decreto-legge. Il
provvedimento infine, pone un accento particolare sulle misure volte a
informare e coinvolgere la popolazione locale al fine di pervenire a
scelte quanto possibile condivise".[3]
In realtà, il governo non ha mostrato alcuna volontà di
"coinvolgere la popolazione locale" nelle scelte, ma ha deciso
in modo unilaterale di costruire nuovi inceneritori sul territorio
campano.
Un nuovo decreto del governo Prodi, il decreto Legge n. 61, (G.U. n. 108
del 11-5-2007), prevede l'apertura di 5 grandi inceneritori. I siti
scelti dal governo sono Serre (Salerno), Lo Uttaro (Caserta, già in
funzione), Terzigno (nel parco nazionale del Vesuvio, provincia di
Napoli), Savignano Irpino (Avellino), e S. Arcangelo Trimonte
(Benevento). Per la scelta dei siti, non sono state fatte
"valutazioni di impatto ambientale", e il piano del governo
risulta del tutto disinteressato alle conseguenze negative dovute agli
inceneritori. Si tratta di un "piano di avvelenamento",
ammesso persino dallo stesso decreto governativo, che nel comma 4
dell'art. 1, dice che: "l'utilizzo dei siti di cui al presente
articolo è disposto... in deroga alle specifiche disposizioni vigenti
in materia ambientale, paesaggistico territoriale, di pianificazione
della difesa del suolo, nonché igienico-sanitario". La soluzione
scelta dal governo deroga i principi del Testo Unificato della legge
regionale, "Norme in materia di gestione, trasformazione,
riutilizzo dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati", approvato il
22 febbraio 2007, che nelle disposizioni generali dice: "La
presente legge considera la razionale, programmata, integrata e
partecipata gestione dei rifiuti quale condizione ineludibile di tutela
della salute e di salvaguardia dell’ambiente e del territorio
assicurando il rispetto dei principi di equità tra territori e
generazioni".
L'articolo 7 del decreto del governo Prodi accolla l'intero
costo dell'emergenza rifiuti ai cittadini, che ne sono stati vittime e,
oltre ad avere le strade piene di spazzatura, hanno dato 2 miliardi di
euro alla Fibe, costretti a pagare a peso d'oro ogni chilogrammo di
immondizia indifferenziata impacchettata nei loro impianti.
Il governo, con la complicità delle autorità locali, per dare
profitti enormi alla Fibe, società del gruppo Impregilo accusata di
collusione con la camorra, ha fatto in modo che la raccolta
differenziata dei rifiuti subisse gravi sabotaggi, e che venisse creata
una situazione sconcertante, esponendo i cittadini ad una condizione
invivibile e con gravi pericoli per la salute. L'obiettivo era quello di
poter ricattare i cittadini dicendo: "se non volete questa
condizione disastrosa dovete accettare tutto quello che vogliamo
imporvi. Cioè, gli inceneritori e la riapertura delle discariche dove
vogliamo noi". Il presidente della repubblica Giorgio Napolitano e
il commissario straordinario Bertolaso si sono prestati alla
sceneggiata, che avrebbe dovuto rendere i cittadini campani più docili
nell'accettare gli inceneritori. In altre parole, si trattava di
costringere ad accettare, con l'arma della disperazione, una soluzione
proposta come "male minore", ma che in realtà è la peggiore,
in quanto saccheggia le casse pubbliche a favore di alcuni imprenditori,
e devasta l'ambiente e la salute dei cittadini.
Dopo aver creato la situazione di "emergenza", le
autorità hanno usato tale situazione per invocare "interventi
speciali", in deroga ad ogni minimo principio di rispetto
dell'ambiente e della salute. Si legge nel decreto: "Ritenuta la
straordinaria necessità ed urgenza di attuare un quadro di adeguate
iniziative volte al definitivo superamento dell'emergenza nel
settore dei rifiuti in atto nel territorio della regione Campania...
Ravvisata l'esigenza di disporre per legge l'individuazione e la
realizzazione delle discariche necessarie per lo smaltimento dei rifiuti
a fronte dell'impossibilità di provvedervi in via amministrativa...
Tenuto conto della grave situazione in atto nel territorio della regione
Campania in materia di rifiuti, al fine di consentire anche
l'espletamento delle attività di presidio dei siti da destinare a
discarica... sono attivati i siti da destinare a discarica presso i
seguenti comuni: Serre in provincia di Salerno, Savignano Irpino in
provincia di Avellino, Terzigno in provincia di Napoli e Sant'Arcangelo
Trimonte in provincia di Benevento... In deroga all'articolo 238 del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, i comuni della regione
Campania adottano immediatamente le iniziative urgenti per assicurare
che, a decorrere dal 1° gennaio 2008 e per un periodo di cinque anni,
ai fini della tassa di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, siano
applicate misure tariffarie per garantire complessivamente la copertura
integrale dei costi di gestione del servizio di smaltimento dei
rifiuti".
Con questo decreto, le autorità mostrano un comportamento
autoritario e antidemocratico, arrogandosi poteri illimitati (cioè che
non possono essere limitati dalla sovranità popolare), come avveniva
durante il fascismo. Come ai tempi del fascismo, le vittime diventano
colpevoli (e devono pagare), come fa capire Napolitano che, anziché
spiegare la verità dei fatti, si è scagliato contro i napoletani,
rimproverandoli per gli "assurdi atti di vandalismo". Chissà
come si sarebbe comportato lui, se fosse stato costretto a pagare
bollette salate e a tenere sotto la finestra cumuli di spazzatura
fatiscente.
Prodi, invece, fa il "neo Mussolini": "Il governo ha
preso la sua decisione e ora la metterà in atto", ha dichiarato ai
giornalisti a Strasburgo.[4]
In molti comuni, sono state molto aspre le contestazioni
contro il nuovo piano di discariche deciso dal governo. A Terzigno la
popolazione protesta perché vuole che venga protetta l'area del Parco
Nazionale del Vesuvio. I cittadini dicono: "Siamo più che mai
decisi. Lotteremo per evitare che si perpetri l’ennesimo scempio in
un’oasi naturale che inciderà sulla flora e la fauna".[5]
A causa della spazzatura, in alcune località campane, come
Frattamaggiore, per alcuni giorni sono state chiuse le scuole e sospesi
i mercati rionali all’aperto. Per protesta, nei comuni di
Secondigliano e Pianura, i sacchetti di spazzatura sono stati gettati in
mezzo alla strada. In alcune località, la popolazione ha reagito
incendiando i cassonetti dei rifiuti. Questo ha dato la possibilità ai
media di soffermarsi a raccontare i casi in cui alcuni cittadini, presi
dalla disperazione, hanno appiccato il fuoco ai cumuli di spazzatura,
continuando a non spiegare cosa sta realmente succedendo.
In questi ultimi giorni, l’Azienda Speciale per l'Igiene
Ambientale (Asia), ha raccolto a Napoli circa 1.400 tonnellate di
rifiuti, facendo rimanere la situazione di pericolosità
igienico-sanitaria. Nelle strade di Napoli sono sparse almeno 2.750
tonnellate di rifiuti.
Giorgio Napolitano, Guido Bertolaso, Antonio Bassolino e
altre autorità hanno recitato la loro parte invocando "Soluzione
in dieci giorni" e "basta ritardi". In realtà si
trattava di imporre l'apertura delle discariche, senza tener conto
dell'opposizione dei cittadini. Mentre Napolitano avvertiva: "Lo
Stato faccia sentire la sua autorità. Servono decisioni indispensabili:
basta ritardi", Romano Prodi redarguiva: "Il governo ha preso
le sue decisioni, adesso bisogna metterle in atto con assoluta
fermezza".[6]
In Campania, come in altre parti d'Italia, esistono
discariche illegali o non controllate, gestite da organizzazioni
mafiose. Già nel 1986, il Corpo forestale dello Stato italiano (Cfs)
aveva accertato l’esistenza di 5.978 discariche illegali. Nel 1996, le
discariche illegali erano 5.422. Nel 2002 erano scese a 4.866. Il Cfs
accertò che 705 di queste discariche abusive trattavano rifiuti
pericolosi. Non risultano interventi efficaci da parte dello Stato per
estirpare l'illegalità e proteggere la salute dei cittadini. Secondo
Legambiente, la camorra ha guadagnato, dal 1995 al 2005, almeno 26,9
miliardi di euro, un vero e proprio impero economico.
Un dossier di Legambiente, dal titolo "Rifiuti S.p.A., radiografia
dei traffici illeciti anno 2005", documenta che la cosiddetta
"ecomafia" tratta anche sostanze altamente pericolose, come
gessi contenenti amianto, solventi, polveri di abbattimento fumi o
rifiuti presi dalle bonifiche di siti inquinati. Nel rapporto si legge:
"Per ogni tipologia di rifiuti trattato e per ogni passaggio
attraverso la ragnatela della Rifiuti S.p.A. è prevista una tariffa,
che può oscillare da
Le reti criminali si fanno concorrenza sul prezzo:
"quando il traffico riguarda rifiuti provenienti da privati, il
prezzo complessivo dello smaltimento si riduce fino alla metà di quello
di mercato; se invece le attività hanno come ’materia prima’ i
rifiuti solidi urbani, il prezzo di smaltimento lievita in maniera
esponenziale, tanto a pagare è lo Stato".
Si tratta di un vero e proprio potere distruttivo e mortifero, come
afferma anche un dossier stilato dall'alto commissario anticorruzione,
Gianfranco Tatozzi, presentato nel dicembre 2006 al Consiglio Nazionale
dell'Economia e del Lavoro (Cnel). Il dossier dice:
"Vicende quali l’emergenza rifiuti in Campania, Porto Marghera, Priolo,
Punta Perotti, gli spiaggiamenti di navi sulle coste meridionali,
testimoniano di un’emergenza ambientale che incombe da tempo sul
nostro paese... L’impatto per l’ambiente che ne deriva è devastante
per ampie aree, investite anche da abusivismo edilizio imponente e
indiscriminato... Le tipologie dell’illecito ambientale con gli anni
hanno subìto modifiche. Si è passati dalle grandi discariche abusive
ad un sistema basato sugli interramenti non visibili e sull’abbandono
incontrollato dei rifiuti in aree e strutture preventivamente
individuate. Oggi i traffici di rifiuti seguono procedure complesse che
controllano l’intera fase del trasporto e dello stoccaggio, previa
falsificazione dei documenti... il traffico di rifiuti pericolosi
trattati e smaltiti con sistemi illegali costituisce una vera attività
economica, lucrosa e ben sviluppata... una pressione ambientale
drammatica e l’acquisizione di rilevanti profitti per le
organizzazioni criminali".[7]
Tutti conoscono l'esistenza di cave abusive in cui la
camorra gestisce i rifiuti industriali, ma le autorità non le hanno mai
avversate. Alcuni di questi siti sono stati posti sotto sequestro
soltanto dopo che il governo ha mostrato l'intento di approvare lo
smaltimento di rifiuti attraverso la costruzione di inceneritori, che
permetteranno ad un gruppo di persone di incassare miliardi di euro
dalle casse pubbliche. Il piano del governo prevede che lo Stato finanzi
gli inceneritori, come fossero "produzione di energia pulita",
cosicché gli stessi cittadini pagano per avere ambienti malsani e
malattie polmonari o cancerose.
I governi italiani, oltre a non fare nulla per
l'occupazione e lo sviluppo nel mezzogiorno, proteggono in vari modi gli
affari della mafia. A Napoli, in alcuni quartieri popolari, la
disoccupazione supera il 50% della popolazione, e i capi clan detengono
un potere per nulla avversato dallo Stato. Pur non essendo affatto
clandestine, e pur sapendo assai bene chi le gestiva, le discariche di
rifiuti tossici hanno continuato a funzionare. Uno studio commissionato
dal dipartimento della Protezione Civile all’Organizzazione Mondiale
della Sanità ha accertato che "la mortalità generale in Campania
è superiore alla media nazionale: +9% per gli uomini e +12% per le
donne; La percentuale aumenta se si parla di Tumori del fegato: +19% per
gli uomini, +29% per le donne; Le malattie al sistema nervoso si
presentano l’83% in più della media nazionale, così come quelle
delle malformazioni congenite all’apparato urogenitale: +84%". Le
località in cui c'è un'alta incidenza di tumori e malattie polmonari
sono quelle in cui si trovano gli impianti di smaltimento abusivo dei
rifiuti: Acerra, Bacoli, Caivano, Giugliano, Aversa, Castelvolturno,
Villalitarno, Marcianise.[8]
Lo smaltimento illecito dei rifiuti ha provocato
l’avvelenamento delle falde acquifere, dell'aria, dei terreni e del
mare.
Le nostre autorità vorrebbero continuare questo scempio ambientale
costruendo 5 nuovi inceneritori, che produrranno sostanze altamente
nocive e inquinanti, come diossina e polveri fini ed ultrafini (nanoparticelle).
Queste emissioni possono entrare nei tessuti organici, generando tumori,
problemi immunitari e persino alterazioni del DNA nei bambini. Inoltre,
gli inceneritori producono sostanze non ancora studiate, che vengono
generate dalla combustione. L’Agenzia governativa di protezione
ambientale americana (l’EPA) ha calcolato che il 90% delle emissioni
degli inceneritori non sono state studiate e identificate con chiarezza.
Sull'autorevole rivista scientifica Stroke, da recente è stato pubblicato uno studio che dimostra che
le polveri emesse dagli inceneritori possono provocare l'ictus
cerebrale.[9]
Altri studi, effettuati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità,
provano che le microparticelle possono provocare malattie respiratorie,
cardiovascolari e cancro al polmone. L'inceneritore è un Killer
"legale", non considerato responsabile per le persone che
uccide, e una macchina per far soldi. E' una falsa soluzione alla
distruzione dei rifiuti, e deresponsabilizza le industrie, facendo
credere che fare prodotti che creano molta spazzatura possa essere
accettato.
L'inceneritore non è nemmeno la soluzione più economica,
al contrario, è la più costosa. La scelta del nostro governo può
dunque essere compresa soltanto all'interno dell'esistenza del sistema
camorristico, che detta la sua legge. Esistono soluzioni alternative,
assai più economiche, e che proteggono l'ambiente. Ad esempio, è stato
messo a punto il Trattamento Meccanico Biologico (Tmb), che non prevede
combustione, e dunque non produce sostanze altamente tossiche. Tale
sistema, che permette anche di tagliare i costi, è attualmente
utilizzato con successo in alcuni paesi, come l'Australia,
La costruzione di inceneritori a spese dello Stato è una
truffa, oltre che una beffa per i cittadini italiani, che devono pagare
gli impianti e subirne le conseguenze devastanti.
La truffa è stata quella resa possibile dal Decreto Legislativo
79/1999, integrato col Decreto Ministeriale dell'11 novembre 1999, che
obbligava tutti noi a pagare (nelle bollette) i cosiddetti Cip6 cioè
gli incentivi statali per la produzione di energia da fonti rinnovabili,
ma faceva entrare nel contesto, paradossalmente, anche gli inceneritori.
In tal modo, sono finite nelle tasche di alcuni imprenditori miliardi di
euro, per la costruzione di inceneritori in varie parti d'Italia, che
avvelenano l'ambiente, nella disinformazione generale.
Quando la truffa del Cip6 è saltata alla cronaca, l'Unione Europea ha
emanato ben quattro procedure d'infrazione (2004/43/46, 2005/50/61,
2005/40/51 e 2005/23/29). L'idea del Cip6 era nata per incentivare le
fonti rinnovabili (sistema eolico e fotovoltaico), ma in realtà
soltanto il 19,6% è andato realmente a queste fonti. Tutto il resto è
andato nelle tasche di imprenditori di pochi scrupoli, che hanno
costruito gli inceneritori. Spiega Angelo Bonelli, capogruppo alla
Camera del Sole che ride:
"Quella dei Cip6 è una vera truffa, valsa nel 2005 ben 3 miliardi di
euro sottratti alle fonti rinnovabili consentendo di bruciare petrolio e
rifiuti, una cosa che accade solo in Italia e portandoci infrazioni a
iosa. Se gli inceneritori di rifiuti nel mercato non si reggono da soli
è evidente che il sistema non regge. Oltretutto i cittadini pagano con
la tassa sui rifiuti, non si può avere un sistema imprenditoriale
finanziato con i soldi dei cittadini... Un impianto che tratti 160.000
tonnellate di rifiuti l'anno lavorando per 5.000 ore prende 20 milioni
di euro ogni anno per 8 anni grazie al Cip6. Così son bravi tutti a
fare gli imprenditori".[11]
Non c'è alcuna lotta delle nostre autorità contro le
attività mafiose, al contrario, viene punita e penalizzata la gente
comune, perché vuole liberarsi dal potere camorristico e non vuole
vivere in un ambiente malsano.
Alcuni politici ammettono apertamente le complicità fra Stato e mafia.
Ad esempio, il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, durante un
convegno su Legalità e Sicurezza, nel novembre dello scorso anno, ebbe
a dire: "Non facciamo i nomi e i cognomi perché spetta alla
magistratura farli, ma sappiamo che dietro fenomeni come quello
dell'emergenza rifiuti c'è una subalternità alla camorra".[12]
Il Sindaco di Napoli, Rosa Iervolino Russo, ha reagito querelandolo.
La situazione della Campania è oggi una vetrina del
livello di corruzione e di immoralità che le nostre autorità hanno
raggiunto, e di come esse non si fanno scrupoli a mettere in pericolo la
vita e la salute dei cittadini, pur di assecondare poteri illegali e
antidemocratici.
Lo spettacolo che i nostri governanti e parlamentari stanno offrendo, e
le politiche che attuano, hanno distrutto il turismo, interi settori
dell'economia locale e l'ambiente.
Il commissario Bertolaso ha avuto la funzione di tirare avanti una
situazione pazzesca, per costringere ad accettare la costruzione dei
nuovi impianti di incenerimento. La gara d'appalto per la costruzione
degli inceneritori era di 4,5 miliardi di euro, ciò nonostante,
stranamente, non si è presentato nessuno ed è rimasta soltanto
Il decreto del governo Prodi impone l'apertura delle
discariche contro la volontà dei cittadini, utilizzando ampiamente la
polizia, i carabinieri e l'esercito, per aggredire i presidi dei
Comitati di Lotta, al fine di terrorizzare e scoraggiare il
proseguimento delle proteste. Ciò
è avvenuto, ad esempio, a Serre e a Nocera Superiore. A Serre i
cittadini, che protestavano per la vicinanza della discarica ad un'oasi
protetta, si sono trovati contro 1000 poliziotti antisommossa.
Occorre ricordare che le zone di Serre, Giugliano, Qualiano e Villaricca
sono quelle in cui c'è un'incidenza molto alta di tumori.
Nel nostro paese, dall'inizio degli anni Novanta, anziché
seguire il principio delle "4 R" (riduzione, riutilizzo,
recupero di materia e recupero di energia), è stato considerato
soltanto il recupero dell'energia. Sono stati creati impianti per
produrre del "combustibile derivato dai rifiuti" (Cdr), e si
è imposta l’idea di creare inceneritori (detti anche
termovalorizzatori), per bruciare i rifiuti e ottenere energia. Ma si è
capito che questo modo di affrontare il problema era uno dei
peggiori.
I cittadini campani chiedono la tutela della salute e dell'ambiente, e
in molti comuni, come Visciano, Cimitile, Nola, Comiziano, Casamarciano,
San Paolo Belsito e Cicciano, hanno protestato perché le discariche non
erano state messe a norma.
Le proteste vanno ancora avanti, appoggiate da altri
cittadini vittime della stessa arroganza, come i No Tav della Val di
Susa, i centri sociali, gli ambientalisti, ecc.
Moltissimi sindaci hanno sostenuto la popolazione, ad esempio, Salvatore
Vozza, sindaco di Castellammare di Stabia e Francesco Russo, sindaco di
Frattamaggiore.
Anche il sindaco di Serre, Palmiro Cornetta, si è messo dalla parte dei
cittadini, e ha denunciato l'aggressività delle forze dell'ordine
contro la popolazione inerme: "da oggi la cittadinanza è in guerra
contro lo Stato", ha dichiarato stupefatto. L'11 maggio scorso,
contro la popolazione di Serre, hanno scatenato mezzi blindati di
carabinieri e polizia, oltre al 21° Genio guastatori di Caserta, reduci
della missione Antica Babilonia in Iraq. Oltre 2.000 persone, per
resistere, formarono una catena umana. I manifestanti dichiararono:
"La carica dell'esercito a Serre è imminente. Siamo fuori da ogni
patto democratico. Un decreto legge ha dato a Bertolaso il potere di
scavalcare la sentenza della magistratura di Salerno e intervenire con
l'esercito per realizzare una discarica da 700 mila tonnellate a
Un appello via Internet ha avvertito numerosi giovani,
donne e anziani dei comuni vicini, che giunsero ad unirsi ai
manifestanti. Si formò anche una delegazione che creò un presidio
sotto la sede della Prefettura.
La popolazione si unì a costituire uno scudo umano e tentò di parlare
con le "forze dell'ordine" per sensibilizzarle alla lotta,
facendo presente che la tutela dell'ambiente è anche nel loro
interesse.
Alle 7,15 del 12 maggio, i manifestanti vennero selvaggiamente pestati,
persino i bambini, che scesero da uno scuolabus per unirsi ai
manifestanti, vennero trattati con ostilità e caricati su camion
dell'esercito. Col passare delle ore, l'attacco si fece sempre più
violento, fino al pestaggio con scudi e manganelli. Intanto un
elicottero controllava la situazione per informare il governo in tempo
reale. La battaglia sul campo durò più di due ore. Alle 9,30, il
ministro dell'Interno Giuliano Amato annunciava che "il capo della
polizia mi ha riferito che non ci sono state cariche", mentre in
realtà numerose persone erano state aggredite e ferite, e le ruspe del
genio militare avevano iniziato i lavori.
Alle 14,30 vennero apposti i sigilli e posta l'area sotto
sequestro perché si sostenne che "mancano i progetti, manca la
valutazione di impatto ambientale e manca anche la notifica
dell'ordinanza commissariale".
Tuttavia, le "forze dell'ordine" militarizzarono la
zona, suscitando ovvie reazioni della cittadinanza, che gridava slogan
di vario genere: "Via l'esercito dalla nostra terra. Vogliamo
l'oasi non la guerra", "Serre non si tocca, raccolta, raccolta
differenziata", "Con Bertolaso alla camorra la porta è
aperta", "13 anni di emergenza è ora di fare la
resistenza", "Afghanistan, Irak, Serre risolvete tutto con le
guerre", "Discariche, inceneritori e camorra fuori dai nostri
territori", "L'oasi di Serre non si tocca la difenderemo con
la lotta", "Dimissioni, dimissioni" (di Bertolaso e
Bassolino).[13]
In seguito alla "battaglia di Serre", il governo
ha spostato la costruzione della discarica a Macchia Soprana (Salerno).
Dovrebbero occorrere almeno due mesi per la costruzione della discarica,
cosicché il governo, nel frattempo, come previsto dal decreto legge n.
61, può requisire e utilizzare le cave o discariche illegali
sequestrate dalla magistratura.
Per confondere le acque, e non far capire la sconcertante realtà ai
cittadini, le nostre autorità si mettono anche a litigare fra loro,
impuntandosi su "dove" deve essere fatto il sito. Ad esempio,
Bertolaso si è espresso contrario al sito a Macchia Soprana, per non
dare ad intendere che è
l'intera situazione ad essere assurda e inaccettabile. Il sito di
Macchia Soprana è stato contestato anche dal ministro dell'Ambiente
Alfonso Pecoraro Scanio.
I cittadini campani continuano a protestare contro l'apertura degli
inceneritori, presidiando i siti scelti dal governo.
Le proteste contro la costruzione degli inceneritori non
hanno riguardato soltanto
L'operato del governo è contrario alla normativa UE
2001/77/CE, che disincentiva il fenomeno degli inceneritori, inducendo i
paesi europei a tassare coloro che vorrebbero costruire impianti per
l'incenerimento dei rifiuti.
Antonella Randazzo ha scritto Roma Predona. Il colonialismo italiano in Africa, 1870-1943, (Kaos
Edizioni, 2006);
Se vuoi lasciare un commento agli articoli o ai libri di Antonella
Randazzo vai a http://antonellarandazzo.blogspot.com/
[1]
A questo proposito si veda www.report.rai,it
[2]
[3]
[4]
Adnkronos/aki, 22 maggio 2007.
[5]
[6]
[7]
http://attacfoggia.wordpress.com/2006/12/01/%c2%able-ecomafie-sono-un-contropotere-eversivo%c2%bb/#more-540
[8]
"Morire di diossina nel paese dei rifiuti",
[9]
http://stroke.ahajournals.org/cgi/content/full/38/3/918
[10]
Per approfondire si veda la ricerca di Greenpeace "Gestione dei
rifiuti a freddo". www.greenpeace.org/raw/content/italy/
ufficiostampa/rapporti/gestione-rifiuti-a-freddo.pdf -
[11]
http://www.aprileonline.info/1548/quel-cip6-che-non-muore-mai
[13]
http://www.pmli.it/prodiordinasgomberoserre.htm