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Che
cos’è la ricchezza?
Di Domenico de Simone, dal libro: «Un'altra
moneta»
Ma allora che
cos’è la ricchezza? Come possiamo definire l’origine di quello che
tutti noi sappiamo certamente riconoscere quando c’è?
Il denaro non è che il modo moderno in cui la ricchezza si manifesta e
viene utilizzata. Il possesso di denaro è essenzialmente per definire
oggi una persona ricca. Il suo patrimonio si calcola, appunto in denaro
e lo stesso ragionamento si applica alle società private e alle
nazioni. Tutto viene calcolato in denaro. Però, non dobbiamo farci
ingannare dallo strumento di misura, per quanto esso sia universalmente
accettato. E’ come pensare che la terra sia il metro, o l’acqua il
litro.
Ricchezza non è nemmeno il possesso dei mezzi o delle materie prime che
sono pur necessarie per la produzione. Si cono paesi nel mondo che sono
ricchissimi di materie prime, ma la loro popolazione è però
poverissima.
Certo, le materie prime sono essenziali per tutte le produzioni
materiali. Ma è ancora più necessaria la capacità di utilizzarle al
meglio e di organizzare la produzione in maniera tale da generare la
massima diffusione della ricchezza.
E’ difficile che il singolo individuo possa pensare alla distribuzione
della ricchezza che egli produce come ad un atto che gli genera
benefici, ma in realtà è proprio così, se ci liberiamo della mentalità
contadina che vede nell’accumulazione l’essenza della ricchezza.
Dobbiamo riscoprire la mentalità del pastore-raccoglitore o,
meglio, quella dell’economia del dono, liberandola dalle pastoie del
misticismo collettivo che l’aveva relegata nell’ambito della attività
rituali.
Il consumo per il pastore è un atto necessario quanto la produzione.
Senza il consumo, la produzione non sarebbe possibile. Lo stesso vale
per l’economia del dono. Per quegli uomini, senza il consumo di tutte
le scorte accumulate nel corso dell’anno, la natura non avrebbe
donato altrettanta abbondanza nel corso dell’anno successivo.
Essi rispettano la Natura e i suoi doni comportandosi così. Che lo
facessero perché credevano che altrimenti sarebbero stati puniti dagli
dei, o perché il loro legame con la natura era vissuto come
strettamente intrecciato con la loro stessa esistenza, insomma,
qualunque fosse l’origine di questa coscienza ecologica, non ha
importanza. Sta di fatto che essi l’avevano mentre il nostro mondo non
ce l’ha, accecato com’è dal profitto del dio denaro che travolge
(non trasforma) tutto a partire dall’essenza stessa degli uomini.
Per quale ragione l’energia atomica è stata scoperta e utilizzata
solo nella sua versione «sporca», come energia da fissione che produce
inquinamento da radioattività o come energia da fusione calda, che
necessita di grandi investimenti e di centralizzazione progettuale e
produttiva? Perché l’intelligenza scientifica che ha teorizzato e
reso concreta l’energia atomica era completamente immersa nella logica
del potere e del dominio. Non a caso la prima applicazione
dell’energia atomica è stata la bomba, arma di distruzione totale.
Solo recentemente, nell’ambito di un pensiero altro, è stata scoperta
la fusione fredda, semplice, pulita, decentralizzata ed economica. Il
boicottaggio di queste ricerche, che è giunto fino alla falsificazione
dei dati ed alle calunnie nei confronti di Fleishmann e Pons, si
giustifica solo pensando al fatto che la fusione fredda non produce
accumulazione monetaria, ma benessere per tutti.
Nell’economia moderna la scarsità è divenuta relativa alla domanda e
non alla produzione. L’assurdità di restare legati ad un’idea
contadina dell’economia consiste nel fatto che le crisi ricorrenti al
nostro sistema economico sono crisi di sovrapproduzione, ed esse
dipendono solo dal fatto che la domanda non è sufficientemente
sostenuta dai redditi che il sistema genera.
Questa considerazione rafforza l’idea che la ricchezza non si trovi
nelle cose, ma nella capacità di scoprirle e usarle.
Domenico
de Simone: «Un'altra
moneta»