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Un reality diverso è possibile

di Michele Dotti

 

Molti si chiedono come facciano 6 milioni di italiani a guardare il “Grande Fratello”.

Io vorrei proporre di ribaltare la domanda e chiedersi invece: “Come mai gli altri 51 milioni non lo guardano?”

La mia non vuole essere una battuta, ma una riflessione seria sui valori, spesso invisibili, che animano la nostra società.

La comunicazione infatti non è mai neutra; in qualunque sua forma trasmette sempre -oltre ai contenuti- anche dei valori e una certa visione della società.

Ma la società di oggi è complessa e non riconducibile ad un unico sistema di valori e ad un'unica visione della vita.

I principali reality show diffusi oggi in Italia, invece, sono tutti espressione di una stessa visione della società, fondata su un insieme di valori che viene presentato come se fosse universale.

La competizione, l'isolamento, l'esclusione... che caratterizzano i reality show più diffusi oggi, non sono i valori in cui si riconosce tutta la popolazione italiana.

 

L'Italia è un paese con una grandissima sensibilità e attenzione alla solidarietà sociale. Basti pensare che, secondo un recente indagine dell'IREF:

 

"il 70% degli italiani aiuta persone in difficoltà, dai vicini di casa, agli anziani, ai bambini; circa il 60% ha versato denaro ad associazioni di volontariato; oltre il 50% ha acquistato prodotti dopo aver verificato che non inquinino e che per la loro produzione non siano stati impiegati né minori, né siano stati violati i diritti dei lavoratori; il 26% svolge o ha svolto attività di volontariato: pressoché il 21% partecipa a progetti di adozione a distanza".

 

Forse non è un caso, dunque, che proprio dalla società civile sia nata di recente un’idea potenzialmente rivoluzionaria: un insieme di Associazioni sta lavorando infatti alla realizzazione di un reality show diverso, fondato sui valori della cooperazione, dell'apertura, dell'inclusione!!!

 

Si chiama “Sambiiga, L’altro fratello” e i suoi promotori lo definiscono “il primo reality show responsabile”.

Si tratta di un “reality di viaggio”, che ha accompagnato per oltre 2.000 km un percorso di turismo responsabile in Burkina Faso (Africa) organizzato dall’Associazione T-ERRE insieme all’ONG Mani Tese.

Il Progetto ha poi trovato l’appoggio di altre importanti realtà della società civile italiana come Chiama l’Africa, il Cem-Mondialità, la centrale del commercio equo e solidale Commercio Alternativo, la Fondazione Culturale Responsabilità Etica e di alcuni media-partner come Afriradio, LifegateRadio e il social network ZOES.

 

Il viaggio è incentrato sull’idea che la CONDIVISIONE sia l'unica chiave che permette di entrare in contatto con realtà così lontane culturalmente e -mettendosi al loro fianco- di capirle in profondità, comprenderne i sogni, le paure, le speranze.

Ecco perché non vi sono delle "prove" strutturate come nei tradizionali reality: perché per milioni di persone nel mondo le prove non c'è davvero bisogno di inventarle, arrivano da sole!

 

Ma d'altra parte i nostri "viaggiatori" non si sono mai tirati indietro quando si è trattato di affrontare quelle prove quotidiane, imprevedibili, che un viaggio nel terzo paese più povero al mondo ha posto loro davanti, avendo scelto di condividere la vita delle persone locali: andare a cercare la legna a diversi km dal "campement" insieme alle donne del villaggio, partecipare ai lavori comunitari o alla battitura del miglio, andare ad attingere l'acqua al pozzo...

“L’altro fratello” ha scelto quindi di usare un linguaggio pop, leggero e accessibile a tutti, per avvicinarsi a temi importanti quali la cooperazione internazionale, il commercio equo e solidale, l’intercultura, i diritti umani, la sostenibilità ambientale...

 

Un reality che vuole raccontare il viaggio di un gruppo di italiani in un Paese lontano, e attraverso di loro dare voce a molte realtà straordinarie del Paese stesso, normalmente invisibili: “Burkina Faso”, in lingua moorè, significa letteralmente “il paese degli uomini onesti”.

Per i “viaggiatori” quindi non si è trattato soltanto di un viaggio fisico, ma anche di un viaggio interiore, alla scoperta di sé attraverso l’incontro con l’altro.

Per seguire gli sviluppi del progetto: www.altrofratello.it


www.disinformazione.it