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Finalmente una
bella notizia: bloccato il QUIT a Venezia |
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QUIT:
Questionari Utili per Imbottire (di psicofarmaci) Tutti
Marcello Pamio
– 21 maggio 2008
L’argomento è già stato trattato diverse volte. Ma
nonostante tutto, non ci stancheremo mai di presentarlo, anche perché
tratta della salute degli “adulti di domani”: i bambini!
Nelle scuole (nidi, elementari, ecc.) del Veneto, ma riguarda tutte le
regioni d’Italia, sono partiti i cosiddetti “Quit”, i “Questionari
italiani del temperamento”.
Questi test - veri e proprio screening mentali eseguiti
inconsapevolmente dagli educatori e in parallelo dai genitori - sono
stati concepiti per indagare il comportamento
e il temperamento dei bambini.
Ma cosa s’intende in questo caso per “temperamento”?
Risponde la psico-oncologa infantile Giovanna Axia (docente
universitaria di Padova, scomparsa prematuramente l’anno scorso) nel
suo libro del 2002 (preso come modello per le linee guida), “QUIT:
Questionari italiani del temperamento” della casa editrice
Erickson di Trento.
“La definizione più generale è
che il temperamento è dato dalle differenze individuali nelle tendenze
comportamentali che affondano le loro radici nella biologia, che
sono presenti all’inizio della vita e che sono relativamente stabili
sia in situazioni che in tempi diversi” (G. Axia, pag. 9)
Il comportamento
del bambino (definito “temperamento”) quindi viene ricondotto ad un
livello biologico, per non
dire neurologico o genetico e quindi fisico, materiale,
senza invece considerarlo nelle sue implicazioni psicologiche,
ambientali, sociali, ecc.
Questa visione è molto apprezzata dalla cosiddetta “psichiatria
biologica”, che vorrebbe farci credere - senza alcuna prova
laboratoristica - che le problematiche chiamate mentali hanno
un’origine biologica! La conseguenza è che se l’origine di una
malattia è organica, fisica, la cura è a base di farmaci di sintesi
(psicofarmaci).
Per tanto se il Quit nei nidi e nelle scuole elementari avrà come
risultato un’alta percentuale di “bambini
difficili” (come venivano definiti da Giovanna Axia) l’allarme
provocherà altri screening di massa a cascata.
Per esempio «il New
York Longitudinal Study ha individuato solo un 40% di bambini facili. I
bambini “difficili” sono quelli che pongono molte sfide educative:
irregolari, poco adattabili, paurosi e timidi di fronte alle novità,
spesso mostrano un cattivo umore di notevole intensità. Per fortuna,
solo il 10% dei bambini sembrava avere tali caratteristiche. Un
ulteriore 15% dei bambini di quello studio vennero definiti “lenti a
scaldarsi”».[1]
Dieci bambini su cento sono “difficili” e 15 su cento addirittura
sono come i motori diesel: “lenti
a scaldarsi”.
Logicamente i risultati dei Quit saranno certamente
preoccupanti, anche perché lo scopo di uno screening di massa,
qualsiasi esso sia, è proprio quello di trovare statisticamente “il
malato nel sano”.
In fin dei conti, basta leggere le domande assurde per rendersene conto.
Domande del tipo: “se i bimbi
agitano le mani”, “se
fissano lo sguardo”, “se
si preoccupano di fronte ai rumori”, ecc.
Stiamo parlando di pargoli da
E’ ovvio che non ci stanno prendendo in giro, purtroppo
si tratta di una vera e propria schedatura e mappatura di bambini.
Il questionario non pretende fornire delle informazioni esatte sul
bambino, e neppure favorire il dialogo tra genitori e figli, genitori ed
educatori e tra questi ultimi e i bambini, ma serve essenzialmente come
palcoscenico per l’intervento successivo: la neuropsichiatria
infantile!
Il Quit infatti è solamente la prima porta di entrata che conduce ai
“Centri di riferimento regionali”,
cioè ai centri deputati alla somministrazione di psicofarmaci.
Ce ne sono
Il passaggio successivo è la diagnosi del “disturbo”
che sta andando molto di moda: l’Adhd.
Adhd, acronimo di “Attenction
deficit hyperactivity disorder”, significa “Sindrome da deficit di attenzione e iperattività”.
Si tratta di una “malattia” inventata negli anni ’80 dagli
psichiatri statunitensi e inserita nel DSM, Manuale
diagnostico e statistico dei disturbi mentali, vera e unica bibbia
degli psichiatri a livello mondiale.
Questo importante quanto ascientifico manuale è nato nel 1952 (DSM-I),
poi nel corso degli anni è stato implementato e aggiornato per arrivare
alla versione ultima del 1994 (DSM-IV).
E’ così importante che la statunitense FDA (Food and drug
administration), l’ente che supervisiona medicinali e alimenti, non
autorizza farmaci per una malattia mentale, se questa non figura nei
manuali.
La prima edizione comprendeva 112 disturbi e nell’ultima
ben 374, con un aumento del 234%.
DSM-I (1952):
112 disturbi
DSM-II (1968):
163 disturbi
DSM-III (1980):
224 disturbi
DSM-III-R (1987): 253
disturbi
DSM-IV (1994):
374 disturbi
L’Adhd è stata inserita nel 1980 nella versione III del
manuale.
E’ bene sapere che tutti i 374 “disturbi mentali” (nell’ultima
edizione) elencati in questo libro sono solamente delle
“definizioni” e non si basano su esami scientifici o test di
laboratorio.
Quindi la psichiatria, se usiamo i canoni della riproducibilità
galileiana, è una non-scienza.
E infatti non lo è, anche perché gli psichiatri statunitensi (quelli
che compilano il DSM), riuniti nella potentissima casta dell’APA
(American psychiatric association), votano l’entrata o meno di un
“nuovo” disturbo per alzata di mano. Cosa c’è di meno
scientifico?
Quando è stata l’ora di inserire l’Adhd nel manuale,
la maggioranza degli psichiatri hanno alzato la mano e il gioco è stato
fatto. Non sappiamo la percentuale di coloro che hanno votato a favore o
contro, ma sappiamo molto bene qual è la percentuale di psichiatri
statunitensi che hanno intrallazzi con i produttori di psicofarmaci
(consulenze, conferenze, testimonial, ecc.).
Il 56% (quindi oltre la metà) hanno avuto rapporti di collaborazione,
ma si arriva purtroppo al 100% tra coloro che hanno curato la sezione
dei disturbi dell’umore e su quelli schizofrenici/psicotici!
Per tanto i disturbi mentali inseriti nel DSM vengono votati da persone
che hanno interessi economici con le stesse lobbies che producono i
medicinali che saranno usati per “curare” proprio quei
disturbi…Come conflitto d’interessi non c’è che dire.
Anche l’Adhd, inserita nel 1980 nella versione DSM-III
non è estranea a tali interessi.
La cura ufficiale per questo “disturbo” si basa su numerose molecole
psicoattive: Adderall, Concerta, Dexedrine, Strattera e Ritalin.
Quest’ultimo è certamente il più famoso e il più consumato a
livello planetario.
Il Ritalin era per così dire “illegale” (anche se veniva
regolarmente prescritto seppur con qualche limitazione) fino dal 1989
perché i tossicodipendenti andavano in farmacia e lo usavano come
sostituto dell’eroina.
Il Metilfenidato, il principio attivo del Ritalin, era catalogato nella
Tabella I degli stupefacenti (dal Ministero della Salute italiano)
assieme a cocaina, morfina, eroina, lsd, oppiacei, mescalina,
amfetamine, ecc.
Ora è stato tolto da questa tabella: come mai?
Cos’è successo nel frattempo…
Cronologia di un
misfatto
Ottobre 2000
Il Ministero dalla salute e
Ottobre 2001
La felicissima Novartis risponde che sta effettuando tutte le procedure
per la registrazione.
Parte lo screening mentale sotto il nome ”Progetto Prisma”, Progetto
salute mentale degli adolescenti su 5.627 bambini (nelle città di
Milano, Roma, Cagliari, Pisa, Rimini, Lecco, Conegliano Veneto), alla
ricerca dell’Adhd.
Giugno 2002
Il SINPIA,
Anno 2002
Viene pubblicato dal Centro Studi Erickson di Trento il libro: “QUIT,
questionari italiani dei temperamenti” a firma della D.ssa
Giovanna Axia.
Marzo 2003
A Cagliari si tiene un’importante conferenza sul consenso in merito
all’Adhd.
Luglio 2003
Febbraio 2004
L’Istituto superiore di sanità e l’Agenzia del farmaco attivano il
“Registro nazionale Adhd”.
8 marzo 2007
Arriva l’autorizzazione alla commercializzazione in Italia di due
potenti psicofarmaci: il Ritalin (Novartis) e lo Strattera (Eli Lilly).
Oggi il Ritalin, grazie a due governi (destra e sinistra le
due ali dello stesso avvoltoio: il potere economico) è stato prima
sdoganato e poi commercializzato, e inserito nella Tabella IV degli
psicofarmaci.
E poi dicono del sangue liquefatto di San Gennaro.
Questo è un vero miracolo: una molecola catalogata come “droga”
di punto in bianco diventa uno “psicofarmaco”.
Al Ritalin si è aggiunto ultimamente lo Strattera (atomoxetina)
della Eli Lilly.
Qui non si vuole puntare il dito contro un prodotto di sintesi piuttosto
che un altro (nonostante i devastanti effetti collaterali), anche perché
eliminato il Ritalin o lo Strattera ce ne sono altri dieci pronti a
sostituirli.
Il punto cruciale, su cui tutti i genitori ed educatori
dovrebbero riflettere, è la diagnosi.
Una diagnosi fatta esattamente con il medesimo “rigore scientifico”
del Quit: domande a test!
Nove per
Tre sono le risposte possibili, ognuna con un punteggio: “mai” (=0),
“qualche volta” (=1), “spesso” (=2), “molto spesso” (=3).
Se il totale di questo pericolosissimo gioco
è maggiore o uguale a 14 il bambino potrebbe
essere MALATO, ed entrare in quei “Centri di riferimento regionali”,
e magari tornarsene a casa con
la “pastiglietta della felicità”
in tasca.
E poi dicono che la numerologia
non è una scienza esatta: salute e malattia di un bambino dipendono da
un NUMERO!
per l’individuazione di comportanti di Disattenzione e Iperattività
nel bambino
(modificato
da: DMS IV APA 1995 e Scale SDAG Comoldi, Garclinale, Masi, 1996)
Scala A (Disattenzione) |
1.
Incontra difficoltà a concentrare l'attenzione sui dettagli o
compie errori di negligenza. |
|
3.
Quando gli si parla sembra non ascoltare. |
4.
Pur avendo capito le istruzioni e non avendo intenzioni
oppositive, non segue le istruzioni ricevute o fatica a portarle
a compimento. |
|
6.
Evita, non gli piace o è riluttante ad affrontare impegni che
richiedono uno sforzo mentale continuato (come i compiti di
scuola). |
7.
Perde le cose necessarie per il lavoro o le attività |
8.
Si lascia distrarre facilmente da stimoli esterni |
9.
Tende a dimenticare di fare le cose |
Positivo
se maggiore o uguale a 14
Totale |
Scala B (Iperattività/Impulsività) |
1.
Da seduto giocherella con le mani o con i piedi o non sta fermo
o si dimena. |
2.
Non riesce a restare seduto. |
3.
Manifesta un'irrequietudine interna, correndo e arrampicandosi
dappertutto. |
|
5.
E' sempre "sotto pressione" o spesso si comporta come
se fosse azionato da un motore. |
6.
Non riesce a stare in silenzio: parla continuamente. |
7.
"Spara" le risposte prima che sia terminata la
domanda. |
|
9.
Interrompe o si intromette nelle conversazioni o nei giochi
degli altri. |
Positivo
se maggiore o uguale a 14
Totale |
Esistono in Italia anche delle associazioni che
sensibilizzano le persone sull’Adhd, ma non hanno molti dubbi sulla
pericolosità delle droghe sintetiche.
Le due più importanti e influenti sono l’AIFA (Associazione italiana
famiglie Adhd) e l’AIDAI (Associazione italiana disturbi attenzione e
iperattività).
Nel sito ufficiale della prima, nella pagina “Amici“ (http://www.aifa.it/amici_aifa.htm)
si trova scritto: “Si
ringraziano per aver sostenuto le attività dell’AIFA Onlus”, e
poi una lista di nomi.
Non sappiamo bene cosa intendano “per aver sostenuto”, ma i nomi che figurano sono molto
interessanti:
Banca
delle Marche;
Banca popolare del Lazio;
Banca popolare dell’Alto Adige;
Lions Club Merano;
Lions Club Napoli – Posillipo
Wyeth Lederle Spa;
Eli Lilly Italia Spa.
Banche e i gruppi elitari a parte, l’AIFA ringrazia per
il “sostegno” due multinazionali della chimica e della farmaceutica.
Ma non due corporations a caso, ma bensì
L’altra grande associazione l’AIDAI invece, è stata
ideata dal prof. Cesare Cornoldi dell’Università di Padova e dal
Servizio sanitario di neuropsichiatria di San Donà di Piave, uno dei
Centri di riferimento regionali del Veneto, cioè uno dei centri che
autorizzati a somministrare psicofarmaci. Che strane coincidenze…
Coloro che a livello nazionale (se non sono a espressamente favore della
somministrazione di psicofarmaci diciamo che non si oppongono più di
tanto), hanno collegamenti
diretti con le lobbies del farmaco e/o i Centri regionali.
In conclusione possiamo affermare che i Questionari dei temperamenti,
assieme a tutti gli altri sistemi di screening mentali, partiti nelle
scuole (e nidi) italiani, creano moltissimi dubbi e preoccupazioni.
Lasciando da parte la totale ascientificità, tale
schedatura dei bambini cosiddetti “difficili” comporterà
un’etichettatura (che lo seguirà per tutta la vita accademica e non
solo) che potrà condurli verso un percorso farmacologico (per la gioia
di Big Pharma), e poi una suddivisione in “classi” (per non dire
“razze”) che ricorda molto da vicino le teorie eugenetiche del
secolo scorso.
Questa “visione d’altri tempi”,
viene affermata proprio nel libro citato prima, in merito alla
convinzione di poter stabilire delle “classi,
delle specie e delle razze” secondo “i
criteri comportamentali, dell’intelligenza, della dimensione cerebrale
e della maturazione sessuale”.
Oggi libri come “Mein Kampf“
(di Adolf Hitler) e “The Bell
Curve” (dello psicologo americano Richard Herrnstein in cui
vengono etichettati gli afroamericani e gli ispanici come “geneticamente disabili”) sono stati soppiantati egregiamente
dal DMS…
“La scienza del miglioramento della razza darà più opportunità alle
razze e alle stirpi di sangue migliore di prevalere più rapidamente sul
meno adatto…”
Francis Galton
(1822-1911), psicologo e antropologo inglese, inventore
dell’eugenetica e cugino di Charles Darwin.
Note: