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Questo
è il Potere
Paolo Barnard
- http://www.paolobarnard.info
Il Potere è stato eccezionalmente abile in molti aspetti, uno di questi
è stato il suo mascheramento. Il Potere doveva rimanere nell’ombra,
perché alla luce del sole avrebbe avuto noie infinite da parte dei
cittadini più attenti delle moderne democrazie. E così il Potere ci ha
rifilato una falsa immagine di se stesso nei panni dei politici, dei
governi, e dei loro scherani, così che la nostra attenzione fosse tutta
catalizzata su quelli, mentre il vero Potere agiva sostanzialmente
indisturbato. Generazioni di cittadini sono infatti cresciuti nella più
totale convinzione che il potere stesse nelle auto blu che uscivano dai
ministeri, nei parlamenti nazionali, nelle loro ramificazioni regionali,
e nei loro affari e malaffari. Purtroppo questa abitudine mentale è così
radicata in milioni di persone che il solo dirvi il contrario è accolto
da incredulità se non derisione. Ma è la verità, come andrò
dimostrando di seguito. Letteralmente, ciò che tutti voi credete sia il
potere non è altro che una serie di marionette cui il vero Potere
lascia il cortiletto della politica con le relative tortine da spartire,
a patto però che eseguano poi gli ordini ricevuti. Quegli ordini sono
le vere decisioni importanti su come tutti noi dobbiamo vivere. E’ così
da almeno 35 anni. In sostanza il punto è questo: combattere la serie C
dei problemi democratici (tangentopoli, la partitocrazia, gli inciuci
D’Alem-berlusconiani, i patti con le mafie, l’attacco ai giudici di
questo o quel politico, le politiche locali dei pretoriani di questo o
quel partito ecc.) è certamente cosa utile, non lo nego, ma non
crediate che cambierà una sola virgola dei problemi capitali di tutti
gli italiani, cioè dei vostri problemi di vita, perché la loro origine
è decretata altrove e dal vero Potere. O si comprende questo operando
un grande salto di consapevolezza, oppure siamo al muro.
E’ nell’aria
Come ho detto, sarò specifico, ma si deve comprendere
sopra ogni altra cosa che oggi il Potere è prima di tutto un’idea
economica. Oggi il vero Potere sta nell’aria, letteralmente dovete
immaginare che esiste un essere metafisico, quell’idea appunto, che ha
avvolto il mondo e che dice questo: ‘Pochi prescelti devono
ricevere il potere dai molti. I molti devono stare ai margini e
attendere fiduciosi che il bene gli coli addosso dall’alto dei
prescelti. I governi si levino di torno e lascino che ciò accada’.
Alcuni di voi l’avranno riconosciuta, è ancora la vecchia teoria dei
Trickle Down Economics di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher, cioè il
Neoliberismo, cioè la scuola di Chicago, ovvero il purismo del Libero
Mercato. Questa idea economica comanda ogni atto del Potere, e di
conseguenza la vostra vita, che significa che davvero sta sempre alla
base delle azioni dei governi e dei legislatori, degli amministratori e
dei datori di lavoro. Quindi essa comanda te, i luoghi in cui vivi, il
tuo impiego, la tua salute, le tue finanze, proprio il tuo quotidiano
ordinario, non cose astruse e lontane dal tuo vivere. La sua forza sta
nel fatto di essere presente da 35 anni in ogni luogo del Potere
esattamente come l’aria che esso respira nelle stanze dove esiste. La
respirano, cercate di capire questo, gli uomini e le donne di potere,
senza sosta, dal momento in cui mettono piede nell’università fino
alla morte, poiché la ritrovano nei parlamenti, nei consigli di
amministrazione, nelle banche, nelle amministrazioni, ai convegni dove
costoro si conoscono e collaborano, ovunque, senza scampo. Ne sono
conquistati, ipnotizzati, teleguidati. Il Potere ha creato attorno a
quell’idea degli organi potentissimi, che ora vi descrivo, il cui
compito è solo quello di metterla in pratica, null’altro. Essi sono
quindi la parte fisica del Potere, ma che per comodità chiamiamo il
vero Potere.
Primo organo: Il
Club
Il primo organo del Potere è il Club, cioè il
raggruppamento in posti precisi ed esclusivi dei veri potenti. Chi sono?
Sono finanzieri, industriali, ministri, avvocati, intellettuali,
militari, politici scelti con cura. Fate attenzione: questo Club non sta
mai nei luoghi che noi crediamo siano i luoghi del potere, cioè nei
parlamenti, nelle presidenze, nelle magistrature, nei ministeri o nei
business. Esso è formato da uomini e da donne provenienti da quei
luoghi, ma che si riuniscono sempre all’esterno di essi ed in privato.
Come dire: quando quegli uomini e quelle donne siedono nelle istituzioni
democratiche sono solo esecutori di atti (leggi, investimenti, tagli…)
che erano stati da loro stessi decisi nel Club. Esso assume nomi diversi
a seconda del luogo in cui si riunisce. Ad esempio: prende il nome di
Commissione Trilaterale se i suoi membri si riuniscono a Washington, a
Tokio o a Parigi (ma talvolta in altre capitali UE). I fatti principali
della Trilaterale: nasce nel 1973 come gruppo di potenti cittadini
americani, europei e giapponesi; dopo soli due anni stila le regole per
la distruzione globale delle sinistre e la morte delle democrazie
partecipative, realmente avvenute; afferma la supremazia della guida
delle elite sulle masse di cittadini che devono essere “apatici” e
su altre nazioni; ha 390 membri, fra cui i più noti sono (passato
e presente) Henry Kissinger, Jimmy Carter, David Rockefeller, Zbigniev Brzezinski,
Giovanni Agnelli, Arrigo Levi, Carlo Secchi, Edmond de Rothschild,
George Bush padre, Dick Cheney, Bill Clinton,
Alan Greenspan, Peter Sutherland, Alfonso Cortina,
Takeshi Watanabe , Ferdinando Salleo; assieme ad accademici (Harvard, Korea
University Seoul, Nova University at Lisbon,
Bocconi, Princeton University…), governatori di
banche (Goldman Sachs, Banque Industrielle et Mobilière Privée,
Japan Development Bank, Mediocredito
Centrale, Bank of Tokyo-Mitsubishi, Chase Manhattan
Bank, Barclays…) ambasciatori, petrolieri (Royal Dutch
Shell, Exxon…), ministri, industriali (Solvay,
Mitsubishi Corporation, The Coca Cola co. Texas Instruments, Hewlett-Packard,
Caterpillar, Fiat, Dunlop…) fondazioni (Bill
& Melinda Gates Foundation, The Brookings Institution, Carnegie
Endowment…). Costoro deliberano ogni anno su temi come
‘il sistema monetario’, ‘il governo globale’, ‘dirigere il
commercio internazionale’, ‘affrontare l’Iran’, ‘il
petrolio’, ‘energia, sicurezza e clima’, ‘rafforzare le
istituzioni globali’, ‘gestire il sistema internazionale in
futuro’. Cioè tutto, e leggendo i rapporti che stilano si comprende
come i loro indirizzi siano divenuti realtà nelle nostre politiche
nazionali con una certezza sconcertante.
Quando
il Club necessita di maggior riservatezza, si dà appuntamento in luoghi
meno visibili dei palazzi delle grandi capitali, e in questo caso prende
il nome di Gruppo Bilderberg, dal nome dell’hotel olandese che ne
ospitò il primo meeting nel 1954. I fatti principali di questa
organizzazione: si tratta in gran parte degli stessi personaggi di cui
sopra più molti altri a rotazione, ma con una cruciale differenza poiché
a questo Gruppo hanno accesso anche politici o monarchi attualmente in
carica, mentre nella Commissione Trilaterale sono di regola ex. Parliamo
in ogni caso sempre della stessa stirpe, al punto che fu una costola del
Bilderberg a fondare nel 1973
Per
darvi un’idea concreta di come questi Club e gli altri organi del
Potere siano in realtà un unico blocco che si scambia sempre gli stessi
personaggi, vi sottopongo la figura di Peter Sutherland. Costui lo si è
trovato a dirigere
Secondo organo: Il colosso di Ginevra
Si
chiama Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), nacque nel 1994 ed
è più potente di qualsiasi nazione o parlamento. Riunisce 153 Paesi in
un’unica sede a Ginevra, dove essi dettano le regole del commercio
internazionale, e ciò dicendo capirete che stiamo parlando di
praticamente tutta l’economia del mondo produttivo, che lì viene
decisa. Cioè fette enormi dei nostri posti di lavoro, di ciò che
compriamo, mangiamo, con cui ci curiamo ecc., cose della nostra vita
quotidiana, non astratte e lontane. Le decidono loro, e come nel caso
della nuova Europa del Trattato di Lisbona, anche al WTO le regole
emanate, dette Accordi, sono sovranazionali, cioè più potenti delle
leggi nazionali. E come nel caso del Trattato, diviene perciò cruciale
che regole così forti siano decise in modo democratico. Nel Trattato
non lo sono, e al WTO? Neppure. Infatti la sua organizzazione di voto è
falsata dallo strapotere dei soliti Paesi ricchi nel seguente modo: i
Paesi poveri o meno sviluppati non posseggono le risorse economiche e il
personale qualificato in numeri sufficienti per poter seguire il
colossale lavoro di stesura degli Accordi del WTO (27.000 pagine di
complicatissima legalità internazionale, 2.000 incontri annui), per cui
ne sono tagliati fuori. Chi sta al timone è il cosiddetto gruppo QUAD,
formato da Usa, Giappone, Canada ed Europa. Ma l'Europa intera è
rappresentata al tavolo delle trattative del WTO dalla Commissione
Europea, che nessun cittadino elegge, e per essere ancora più precisi
vi dico che in realtà chi decide per tutti noi europei è un numero
ancora più ristretto di burocrati: il misterioso Comitato 133 della
Commissione, formato da specialisti ancor meno legittimati. La politica
italiana di norma firma gli Accordi senza neppure leggerli.
Se un Paese si oppone a una regola del WTO può essere
processato da un tribunale al suo interno (Dispute Settlement Body),
dotato di poteri enormi. Questo tribunale è formato da tre (sic)
individui di estrazione economico-finanziaria, le cui sentenze finali
sono inappellabili. Una sentenza del WTO può penalizzare o persino
ribaltare le scelte democratiche di milioni di cittadini, anche nei
Paesi ricchi. Per esempio, tutta l’Europa è stata condannata a
risarcire gli USA con milioni di euro perché si è rifiutata di
importare la carne americana agli ormoni. Neppure gli Stati Uniti hanno
potere sulle decisioni del WTO. Il presidente Obama, sotto pressione dai
cittadini a causa della catastrofe finanziaria dello scorso anno, aveva
deciso di imporre nuove regole restrittive delle speculazioni selvagge
delle banche (la causa della crisi). Ma gli è stato sbarrato il passo
proprio da una regola del WTO, che si chiama Accordo sui Servizi
Finanziari, e che sancisce l’esatto contrario, cioè proibisce alla
Casa Bianca e al Congresso di regolamentare quelle mega banche. E sapete
chi, anni fa, negoziò quell’accordo al WTO? Timothy Geithner, attuale
ministro del Tesoro USA, che è uno dei membri del Gruppo Bilderberg. Fa
riflettere.
Vi do ancora un’idea rapida del potere del WTO. Gli
Accordi che ha partorito:
1) hanno il potere di esautorare le politiche sanitarie di
qualunque Paese, incrinando il vecchio Principio di Precauzione che ci
tutela dallo scambio di merci pericolose (WTO: Accordo Sanitario-
Fitosanitario).
2) tolgono al cittadino la libertà di sapere in quali
condizioni sono fatte le merci che acquista e con che criteri sono
fatte, inoltre ostacolano l’uso delle etichette a tutela del
consumatore (WTO: Accordo Sanitario-Fitosanitario & Accordo Barriere
Tecniche al Commercio, con implicazioni sui diritti dei lavoratori e
sulla tutela dell'ambiente).
3) impongono ai politici di concedere alle multinazionali
estere le stesse condizioni richieste alle aziende nazionali nelle gare
d’appalto, a prescindere dalla necessità di favorire l’occupazione
nazionale; e minacciano le scelte degli amministratori locali nel caso
volessero facilitare l'inserimento di gruppi di lavoratori svantaggiati,
poiché tali politiche sono considerate discriminazioni al Libero
Mercato (WTO: Accordo Governativo sugli Appalti - Principio del
Trattamento Nazionale ecc.).
4) accentrano nelle mani di poche multinazionali i brevetti
della maggioranza dei principi attivi e delle piante che si usano per i
farmaci o per l'agricoltura, poiché permettono la brevettabilità
privata delle forme viventi e tutelano quei brevetti per 20 anni.
Inoltre, il fatto che i brevetti siano protetti dal WTO per 20 anni sta
alla base anche della mancanza di farmaci salva vita nei Paesi poveri.
(WTO: Accordo TRIPS sulla Proprietà Intellettuale).
5) stanno promuovendo a tutto spiano la privatizzazione e
l’apertura al Libero Mercato estero di praticamente tutti i servizi
alla cittadinanza, anche di quelli essenziali come sanità, acqua,
istruzione, assistenza agli anziani ecc., con regole che impediranno di
fatto agli amministratori locali la tutela dei cittadini meno abbienti
che non possono permettersi servizi privati (WTO: Accordo GATS in fase
di negoziazione).
E ricordo, se ce ne fosse bisogno, che questi Accordi sono vincolanti su
qualsiasi legge nazionale, esautorando quindi i nostri politici dalla
gestione della nostra economia nei capitoli che contano.
Prendete un disegno di legge e un decreto in campo
economico, persino una finanziaria. Pensateli nelle mani dei politici
che li attuano, e ora immaginate cosa gli sta dietro. Cosa? I ‘suggeritori’.
Chi sono? Sono i lobbisti, coloro cioè che sono ricevuti in privato da
ogni politico che conti al mondo e che gli ‘suggeriscono’ (spesso
dettano) i contenuti delle leggi e dei decreti, ma anche delle linee
guida di governo e persino dei programmi delle coalizioni elettorali. Le
lobby non sono l’invenzione di fantasiosi perditempo della Rete. Sono
istituzioni con nomi e cognomi, con uffici, con budget (colossali) di
spesa, dove lavorano i migliori cervelli delle pubbliche relazioni in
rappresentanza del vero Potere.
In ordine di potenza di fuoco, vi sono ovviamente le lobbies
internazionali, quelle europee e infine quelle italiane. Parto da queste
ultime. Va detto subito che nel nostro Paese l’interferenza dei
‘suggeritori’ non ha mai raggiunto i livelli di strapotere degli
omologhi americani o europei, il cui operato tuttavia detta legge per
contagio anche in casa nostra. Ma nondimeno essa c’è, e non va
trascurata, anche perché in Italia esiste un vuoto normativo totale
sull’attività delle lobbies: dopo decine di proposte di legge,
nessuna di esse è mai approdata alla Gazzetta Ufficiale. I lobbisti
italiani sono circa un migliaio, organizzati in diverse aziende fra cui
spunta
I ‘suggeritori’ americani… che dire. Negli USA
l’industria delle lobby economiche non è più neppure riconoscibile
dal potere politico, veramente non si capisce dove finiscano le prime e
dove inizi il secondo. Troppo da raccontare, una storia immensa, che
posso però riassumere con alcuni sketch. Lobby del petrolio e
amministrazione di George W. Bush, risultato: due guerre illegali e
sanguinarie (Iraq e Afghanistan), montagne di morti (oltre 2 milioni),
crimini di guerra, l’intera comunità internazionale in pericolo, il
prezzo del petrolio alle stelle, di conseguenza il costo della nostra
vita alle stelle, ma alle stelle anche i profitti dei petrolieri. Chi ha
deciso? Risposta: i membri della sopraccitata
lobby del petrolio, che sono Dick Cheney, James Baker III, l’ex della
Enron Kenneth Lay, il presidente del Carlyle Group Frank Carlucci,
Robert Zoellick, Thomas White, George Schultz, Jack Sheehan, Don Evans,
Paul O’Neil; a servizio di Shell, Mobil, Union Carbide, Huntsman,
Amoco, Exxon, Alcoa, Conoco, Carlyle, Halliburton, Kellog Brown &
Root, Bechtel, e Enron. George W. Bush è il politico più ‘oliato’
nella Storia americana, con, solo dalle casse dei giganti di petrolio e
gas, un bottino di oltre 1 milione e settecentomila dollari.
Lobby finanziaria/assicurativa e Barak Obama:
nel 2008 crollano le banche USA dopo aver truffato milioni di esseri
umani e migliaia di altre banche internazionali, 7 milioni di famiglie
americane perdono il lavoro, l’intera economia mondiale va a picco,
Italia inclusa. Obama firma un’emorragia di denaro pubblico dopo
l’altra per salvare il deretano dei banchieri truffatori e per
rianimare l’economia (dai 5 mila miliardi di dollari agli 11 mila
secondo le stime), senza che neppure uno di quei gaglioffi finisca in
galera. Anzi: il
suo governo ha chiamato a ripulire i disastri di questa crisi globale
gli stessi personaggi che l’hanno creata. Invece di farli fallire e di
impiegare il denaro pubblico per la gente in difficoltà, Obama e il suo
ministro del Tesoro Timothy Geithner gli hanno offerto una montagna di
denaro facile affinché comprino i debiti delle banche fallite. Funziona
così: questi delinquenti hanno ricevuto da Washington l’85% del
denaro necessario per comprare quei debiti, mentre loro ne metteranno
solo il 15%. Se le cose gli andranno bene, se cioè ritorneranno a
guadagnare, si intascheranno tutti i profitti; se invece andranno male,
essi ci rimetteranno solo il 15%, perché l’85% lo ha messo il governo
USA e non è da restituire (i fondi così regalati si chiamano
non-recourse loans). E’ il solito “socialismo al limone: le
perdite sono dei contribuenti e i profitti sono degli investitori
privati”. Non solo: il presidente
propone nell’estate del 2009 una regolamentazione del settore
finanziario che il Washington Post ha deriso definendola “Priva di
un’analisi delle cause della crisi… e senza alcun vero controllo
sugli hedge funds, gli equity funds, e gli investitori strutturati”,
cioè nessun vero limite agli speculatori che causarono la catastrofe.
Domanda: quanto denaro ha preso Obama in campagna elettorale dalle lobby
finanziarie? Risposta: 38 milioni di dollari. Allora, chi comanda? Il
Presidente o le lobby del Potere?
Poi ci sono i 45 milioni di americani senza
assistenza sanitaria. Obama propone una falsa riforma della Sanità per
tutelare gli esclusi, ma che, nonostante le sciocchezze scritte dai
media italiani, non ha nulla di pubblico ed è un ulteriore regalo ai
giganti delle assicurazioni private americane. Domanda: quanto denaro ha
preso Obama in campagna elettorale dalle lobby assicurative e sanitarie?
Risposta: oltre 20 milioni di dollari. Allora, chi comanda? Il
Presidente o le lobby del Potere?
Washington è invasa ogni santo giorno da qualcosa come 16.000 o 40.000
lobbisti a seconda che siano registrati o meno, la cui percezione del
potere che esercitano è cristallina al punto da spingere uno di loro, Robert
L. Livingston, a sbottare entusiasta “Ci sono affari senza limiti
per noi là fuori!”, mentre dalle finestre del suo ufficio spiava
le sedi del Congresso USA.
Ma l’ultimo sketch del potere dei ‘suggeritori’,
sempre in ambito americano, è quello delle lobby ebraiche. Qui il
dibattito è aperto, fra coloro che sostengono che sono quelle lobby a
gestire interamente la politica statunitense nel teatro mediorientale, e
coloro che lo negano. Personalmente credo più alla prima ipotesi, ma la
sostanza non cambia: di fatto ci troviamo ancora una volta di fronte
alla dimostrazione che neppure il governo più potente del mondo può
sottrarsi ai condizionamenti del Potere vero. Ecco un paio di illustri
esempi: nella primavera del 2002,
proprio mentre l’esercito israeliano reinvadeva i Territori Occupati
con i consueti massacri indiscriminati di civili, un gruppo di eminenti
sostenitori americani d’Israele teneva una conferenza a Washington,
dove a rappresentare l’amministrazione di George W. Bush fu invitato
l’allora vice ministro della difesa Paul Wolfowitz, noto
neoconservatore di estrema destra e aperto sostenitore della nazione
ebraica. Lo scomparso Edward Said, professore di Inglese e di
Letteratura Comparata alla Columbia University di New York e uno degli
intellettuali americani più rispettati del ventesimo secolo, ha
raccontato un particolare di quell’evento con le seguenti parole: “Wolfowitz
fece quello che tutti gli altri avevano fatto – esaltò Israele e gli
offrì il suo totale e incondizionato appoggio – ma inaspettatamente
durante la sua relazione fece un fugace riferimento alla ‘sofferenza
dei palestinesi’. A causa di quella frase fu fischiato così
ferocemente e per così a lungo che non potè terminare il suo discorso,
abbandonando il podio nella vergogna.” Stiamo parlando di uno dei
politici più potenti del terzo millennio, di un uomo con un accesso
diretto alla Casa Bianca e che molti accreditano come l’eminenza
grigia dietro ogni atto dello stesso ex presidente degli Stati Uniti.
Eppure gli bastò sgarrare di tre sole parole nel suo asservimento allo
Stato d’Israele per essere umiliato in pubblico e senza timori da chi,
evidentemente, conta più di lui nell’America di oggi. Le lobby ebraiche d’America hanno
nomi noti: AIPAC (American Israel Public Affairs Committee), ZOA (Zionist
Organization of America), AFSI (Americans for a Safe Israel), CPMAJO (Conference
of Presidents of Major American Jewish Organisatios), INEP (Institute
for Near East Policy), JDL (Jewish Defense League), B’nai Brith, ADL (Anti
Defamation League), AJC (American Jewish Committee), Haddasah. Nei
corridoi del Congresso americano possono creare seri grattacapi a
Senatori e Deputati indistintamente. Un fronte compatto che secondo lo
stesso Edward Said “può distruggere una carriera politica
staccando un assegno”, in riferimento alle generose donazioni che
quei gruppi elargiscono ai due maggiori partiti d’oltreoceano.
Nel 1992 George Bush senior ebbe l’ardire (e la
sconsideratezza) a pochi mesi da una sua possibile rielezione alla Casa
Bianca di minacciare Tel Aviv con il blocco di dieci miliardi di dollari
in aiuti se non avesse messo un freno agli insediamenti ebraici nei
Territori Occupati. Passo falso: gli elettori ebrei americani, che già
per tradizione sono propensi al voto Democratico, svanirono davanti ai
suoi occhi in seguito alle sollecitazioni delle lobby, e nel conto
finale dei voti Bush si trovò con un misero 12% dell’elettorato
ebraico contro il 35% che aveva incassato nel 1988. Al contrario, la
campagna elettorale del suo rivale Bill Clinton fu invece innaffiata dai
lauti finanziamenti proprio di quelle organizzazioni di sostenitori
d’Israele, che l’allora presidente aveva in tal modo alienato.
E in ultimo l’Europa, cioè l’Unione Europea. Che alla fine
significa Brussell, cioè
Quarto organo:
Think Tanks
Letteralmente “serbatoi di pensiero” nella traduzione
in italiano, le Think Tanks sono esattamente ciò, ovvero fondazioni
dove alcuni fra i migliori cervelli si trovano per partorire idee. Il
loro potere sta nell’assunto che apre questa mia trattazione, e cioè
che sono le idee a dominare sia
Quinto organo:
l’Europa dei burocrati non eletti
Non mi ripeto, poiché questo capitolo è già
esaustivamente descritto qui http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=139.
Ma ribadisco il punto centrale: dopo la ratifica del “colpo di Stato
in Europa” che prende il nome di Trattato di Lisbona, 500 milioni di
europei saranno a breve governati da elite di burocrati non eletti
secondo principi economici, politici e sociali interamente schierati
dalla parte del vero Potere di cui si sta trattando qui, e che nessuno
di noi ha potuto scegliere né discutere. Il governo italiano ha
ratificato questo obbrobrio giuridico senza fiatare, obbedendo come
sempre.
Sesto Organo: il
Tribunale degli Investitori e degli Speculatori Internazionali
Era il 16 Settembre del 1992, un mercoledì. Quel giorno un
singolo individuo decise di spezzare la schiena alla Gran Bretagna. Si
badi bene, non al Burkina Faso, alla Gran Bretagna. E lo fece. George
Soros, un investitore e speculatore internazionale, vendette di colpo
qualcosa come 10 miliardi di sterline, causando il collasso del valore
della moneta inglese che fu così espulsa dal Sistema Monetario Europeo.
Soros si intascò oltre 1 miliardo di dollari, ma milioni di inglesi
piansero lacrime amare e il governo di Londra ne fu umiliato.
Era l’agosto del 1998, e nel caldo torrido di New York un singolo
individuo contemplò il crollo dei mercati mondiali per causa sua. John
Meriwether, un investitore e speculatore internazionale, aveva giocato
sporco per anni e irretito praticamente tutte le maggiori banche del
mondo con 4,6 miliardi di dollari ad alto rischio. La sua compagnia,
Long-Term Capital Management, era nota a Wall Street perché i suoi
manager si fregiavano del titolo di ‘I padroni dell’universo’, cioè
pochi individui ubriachi del proprio potere. Meriwether perse tutto, e i
mercati del mondo, che alla fine sono i nostri posti di lavoro,
tremarono.
Era l’anno scorso, e in un ufficio londinese dell’assicurazione
americana AIG, un singolo individuo, di nuovo un investitore e
speculatore internazionale di nome Joseph Cassano, dovette prender su la
cornetta del telefono e dire alla Casa Bianca “… ho mandato al
diavolo la vostra economia, sorry”. E lo aveva veramente fatto.
Questa volta la truffa dei suoi investimenti era di 500 miliardi di
dollari, le solite banche internazionali (italiane incluse) vi erano
dentro fino al collo con cifre da migliaia di miliardi di dollari a
rischio. Panico mondiale, fine del credito al mondo del lavoro di quasi
tutto il pianeta e, sul piatto di noi cittadini, ecco servita la crisi
economica più pericolosa dal
Tre storie terribilmente vere, che descrivono chiaro, anzi,
chiarissimo, cosa si intende per il ‘Tribunale degli Investitori e
degli Speculatori Internazionali’, e quale sia il loro
sterminato potere nel mondo di oggi. Altro che Tremonti o Confindustria.
Nel mondo odierno esiste una comunità di singoli individui privati
capaci di movimentare quantità di ricchezze talmente colossali da
scardinare in poche ore l’economia di un Paese ricco, o le economie di
centinaia di milioni di lavoratori che per esse hanno faticato
un’intera vita, cioè famiglie sul lastrico, aziende che chiudono. Le
loro decisioni sono come sentenze planetarie. Inappellabili. Si pensi,
se è possibile pensare un’enormità simile, che costoro stanno
facendo oscillare sul Pianeta qualcosa come 525 mila miliardi di dollari
in soli prodotti finanziari ‘derivati’, cioè denaro ad altissimo
rischio di bancarotta improvvisa. 525 mila miliardi… Vi offro un
termine di paragone per capire: il Prodotto Interno Lordo degli USA è
di 14 mila miliardi di dollari. Rende l’idea? L’Italia dipende come
qualsiasi altra nazione dagli investitori esteri, per cifre che si
aggirano sui 40 miliardi di euro all’anno, cioè più di due
finanziarie dello Stato messe assieme. Immaginate se una cifra simile
dovesse sparire dalla nostra economia oggi. Nel 2008 è quasi successo,
infatti ne sono scomparsi di colpo più della metà (57%) col risultato
in termini di perdita di posti di lavoro, precarizzazione, e relativo
effetto domino sull’economia di cui ci parla la cronaca. Ripeto:
qualcuno che non sta a palazzo Chigi, decide che all’Italia va
sottratto il valore di oltre un’intera finanziaria. Così, da un anno
all’altro, una cifra pari a tutto quello che lo Stato riesce a
spendere per i cittadini gli viene sottratta dal ‘Tribunale degli
Investitori e degli Speculatori Internazionali’, a capriccio. Questa
tirannia del vero Potere prende il nome tecnico di Capital Flight
(letteralmente capitali che prendono il volo), ed è interessante
constatare il candore con cui il ‘Tribunale’ descrive la pratica:
basta leggere Investors.com là dove dice che “Capital Flight è lo
spostamento di denaro in cerca di maggiori profitti… cioè flussi
enormi di capitali in uscita da un Paese… spesso così enormi da
incidere su tutto il sistema finanziario di una nazione”. Peccato
che di mezzo ci siano i soliti ingombranti esseri umani a milioni. Oltre
al caso italiano, si pensi alla Francia, altro Stato ricco e potente, ma
non a sufficienza per sfuggire alle sentenze del ‘Tribunale’, che ha
punito l’Eliseo con una fuga di capitali pari a 125 miliardi di
dollari per aver legiferato una singola tassa sgradita al business.
Conclusione
Gli organi esecutivi del vero Potere non si limitano a
questi sei, vi si potrebbe aggiungere il World Economic Forum, il Codex
Alimentarius, l’FMI, il sistema delle Banche Centrali, le
multinazionali del farmaco. Ma quelli menzionati sono gli essenziali da
conoscere, i primari. Un’ultima brevissima nota va dedicata alle mafie
regionali, che sono spesso erroneamente annoverate fra i poteri forti (e
non posso purtroppo entrare qui nel perché siano un così
caratteristico fenomeno italiano). La lotta ad esse è sacrosanta, ma il
potere che gli verrebbe sottratto da una eventuale vittoria della società
civile è prima nulla a confronto di quanto illustrato sopra, e in
secondo luogo è comunque un potere concessogli da altri. Traffico di
droga, prostituzione, traffico d’armi, e riciclaggio di rifiuti
tossici sono servizi che le mafie praticano per conto di committenti
sempre riconducibili al vero Potere, o perché da esso condizionati
oppure perché suoi ingranaggi importanti. Serva qui quanto mostrato nel
1994 dal programma d’inchiesta ‘Panorama’ della BBC, dove un
insider della criminalità organizzata britannica si rese disponibile a
condurre il reporter nel cuore della “mafia più potente del mondo”,
a Londra. L’auto su cui viaggiavano con telecamera nascosta si fermò
a destinazione… nel centro della City finanziaria della capitale.
Indicando dal finestrino i grattacieli dei giganti del business
internazionale, il pentito disse: “Eccoli, stanno tutti lì”.
(si pensi che il giro d’affari mondiale delle Cosche è stimato sugli
80 miliardi di dollari, che sono un terzo del giro d’affari di una
singola multinazionale del farmaco come
Se queste mie righe sono state efficaci, a questo punto i
lettori dovrebbero volgere lo sguardo a quegli ometti in doppiopetto blu
che ballonzolano le sera nei nostri Tg con il prefisso On., o il
suffisso PDL, PD, UDC, e dovrebbero averne, non dico pietà, ma almeno
vederli per quello che sono: le marionette di un altro Potere. Ma
soprattutto, i lettori dovrebbero finalmente poter connettere i punti
del puzzle, e aver capito da dove vengono in realtà i problemi capitali
della nostra vita di cittadini, o addirittura i drammi quotidiani che
tante famiglie di lavoratori patiscono, cioè chi li decise, chi li
decide oggi e come si chiamano costoro. Da qui una semplice
considerazione: se vi sta a cuore la democrazia, la giustizia sociale, e
la vostra economia quotidiana di lavoro e di servizi essenziali alla
persona, allora dovete colpire chi veramente opera per sottrarceli, cioè
il vero Potere. Ci si organizzi per svelarlo al grande pubblico e per
finalmente bloccarlo. Ora lo conoscete, e soprattutto ora sapete che
razza di macchina micidiale, immensa e possente esso è. Risulta ovvio
da ciò che gli attuali metodi di lotta dei Movimenti sono pietosamente
inadeguati, infantili chimere, fuochi di paglia, che mai un singolo
attimo hanno impensierito quel vero Potere. Di conseguenza lancio un
appello ancora una volta:
VA COMPRESO CHE PER ARGINARE UN TITANO DI QUELLA POSTA
L’UNICA SPERANZA E’ OPPORGLI UN’ORGANIZZAZIONE DI ATTIVISTI E DI
COMUNICATORI ECCEZIONALMENTE COMPATTA, FINANZIATA, FERRATA,
DISCIPLINATA, SU TUTTO IL TERRITORIO, AL LAVORO SEMPRE, IMPLACABILE, NEI
LUOGHI DELLA GENTE COMUNE, PER ANNI.
(http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=153)
Altra speranza non c’è, sempre che ancora esista una speranza.
Le fonti principali di questo articolo:
Trilateralism,
Holly Skalar, South End Press, 1980.
Who pulls the strings? John Ronson, The Guardian, 10 marzo 2001
Inside the secretive Bilderberg Group, BBC News, 29 settembre 2005,
Shadowy Bilderberg group meet in
The Council on Foreign Relations and the Center for Preventive Action,
Michael Baker, 6 marzo 2008, Znet
WTO, materiale tratto da: l’inchiesta I Globalizzatori, Report
RAI 3, 09/06/2000, di Paolo Barnard, www.report.rai.it
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Amsterdam, Olanda – The World Trade Organization: The Marrakech
Treaty – Corporate Europe Observatory, Amsterdam, Olanda – The
Economic Policy Institute, Washington DC, USA – Friends of the Earth,
Bruxelles, Belgio – Corporate Watch, USA – Oxfam UK – Global
Policy Forum Europe, Bonn, Germania – Institute for Policy Studies
USA– et al., e da studi di autori fra cui: Joseph Stiglitz, Jeff Faux,
Noam Chomsky, Greg Palast, Susan George, Richard W. Behan, Alexandra
Wandel, Peter Rosset, Dean Baker, Barry Coates et al.
Master in Public Affairs, Lobbying e Relazioni
Istituzionali, presso l'università LUMSA di Roma, testi del prof.
Franco Spicciariello.
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