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Psicofarmaci e
suicidio: non restiamo a guardare
Tratto da
www.pietrobisanti.blogspot.it/
LETTERA
Grazie a Lei per
la lunga e-mail e per le parole di comprensione.
Intanto, ribadisco che sono stata sul blog veramente per caso, perche'
sono alla ricerca disperata e senza risposta di tutti i miei PERCHE'...
La tragedia si e' consumata il 26 ottobre 2012,quando io ho deciso di
riprendere in mano la mia vita in tre minuti...non ho mai pianto...non
riconosco la mia mamma in quel gesto cosi calcolato, cosi da algoritmo
perfetto. Nessuna lettera, nessun indizio...
Lei era caratterialmente difficile, fragile..si faceva fatica a renderla
felice, perche' aveva sempre un motivo per essere triste e
angosciata...pero' non da far presupporre una simile fine. D'estate
spesso era depressa..ma poi, dopo un paio di settimane, tornava alla
normalita'..quest'anno non ce l'ha fatta...dal 2 di luglio ha assunto
neurolettici, antipsicotici, antidepressivi, ansiolitici...gocce tipo
entac, pillole xanax...
Non e' migliorata, sembravano farmaci scaduti...
La psichiatra ha scritto diagnosi: PROBABILE DISTURBO BIPOLARE,
DEPRESSIONE CON DELIRIO DI ROTTURA...
EBBENE....A SETTEMBRE SEMBRAVA MEGLIO.
A OTTOBRE LA FA FINITA, A SOLI 58 anni..io 38 anni , le mie sorelle 34 e
23..mio papa' 65....siamo morti che camminano...
Grazie...io vorrei mettersu una ONLUS come?
Grazie
F.to Rita
RISPOSTA
Buongiorno Rita,
le rispondo ancora sul blog perché la nostra conversazione non deve
assolutamente rimanere fine a se stessa. Troppo importante il suo
contenuto. Troppo importante il messaggio che può divulgare.
Per i lettori che capitano sul blog per la prima volta, questa risposta
è un seguito all'articolo precedente, a cui vi rimando.
Veniamo a noi.
Lei ha detto "era
caratterialmente difficile", "si faceva fatica a renderla felice",
"aveva sempre un motivo per essere triste e angosciata".
Inutile "piangere sul latte versato", ma le sue parole fanno scaturire
in me un ulteriore spunto di riflessione.
E mi arrabbio, e anche molto, perché nessun medico ha magari ipotizzato
una causa organica al perenne stato di angoscia che affliggeva sua
madre.
Nel mondo ci sono milioni di persone depresse che non sanno nemmeno il
perché! Persone che si alzano la mattina già stanche e tristi senza
sapere che il problema non è nella loro testa, ma soprattutto da quello
che mettono in bocca.
Nel caso si cominci a soffrire di disturbi che hanno una manifestazione
psichiatrica, prima di imbottirsi, si possono fare delle valutazioni e
delle scelte di campo.
Ecco i peggiori nemici della nostra psiche:
- Carne, pesce e proteine animali: causano putrefazione al livello del colon, che è il nostro secondo cervello e il luogo dove si producono i neurotrasmettitori celebrali. Intestino in putrefazione=depressione.
- Zuccheri
raffinati:
in primis il famigerato saccarosio (zucchero bianco) da tavola:
favorisce picchi glicemici che possono portare falsa euforia e
conseguente stato depressivo; sballa la produzione di testosterone
nell'uomo e interferisce con la normale produzione ormonale; sottrae
preziose sostanze nutritive al corpo umano, in quanto è un alimento
morto che necessita di enzimi per essere digerito.
Nessuno
sconto a zucchero di canna grezzo e non in quanto si tratta sempre e
comunque di alimenti raffinati, morti e sepolti.
Non pensate che sia innocuo solo perché lo vendono al supermercato: è
una sostanza chimica che di naturale non ha nulla, potente, dannosa e
catastrofica per chi ne è particolarmente suscettibile.
Bocciati senza riserve anche tutti gli edulcoranti, capeggiati
dall'aspartame.
- Metalli pesanti: mercurio, alluminio. Il peggio del peggio. Occhio alle amalgame dentali, che causano una continua e incessante intossicazione all'organismo. Il mercurio è risaputo per creare stati mentali che possono arrivare alla schizofrenia.
- Bibite gassate: quando ingurgitate una lattina di coca cola non fate altro che bere, assieme ad essa, una quantità di saccarosio impressionante. Lo stesso vale per tutte le altre bibite in lattina.
- Glutine e
caseina:
i cereali non sono cibo per tutti. Non sono cibo nato per l'Uomo, bensì
per i granivori. L'intolleranza al glutine è ormai considerata
un'epidemia su scala mondiale, mentre in realtà è la diretta conseguenza
della normale reazione del corpo umano all'introduzione di una proteina
a esso incompatibile e sconosciuta.
Sono
associati al glutine diversi stati mentali: dalla depressione agli stati
immotivati di rabbia, fino alla psicosi.
La caseina, veleno pari alle proteine animali, ha in più il difetto di
essere un grande allergene e di incollarsi ai villi intestinali e di non
permettere quindi la normale assimilazione dei cibi.
La rimozione del glutine e della caseina in bambini con autismo sta
dando risultati impressionanti.
- Vaccinazione: i vaccini sono forse il peggior insulto che può essere fatto a un essere umano. Metalli pesanti, DNA umani e animali. Un insieme di porcherie di cui non vale nemmeno la pena ribadire la tossicità.
- Farmaci: moltissimi farmaci agiscono sui recettori nervosi pur non essendo definiti "psicofarmaci": dagli antistaminici alla pillola per la pressione; dal farmaco contro la tosse a quello per il mal di testa.
- Denti devitalizzati: un dente devitalizzato è un'appendice morta tenuta attaccata al corpo con la forza. È come se volessero tenervi attaccato un dito putrefatto. La proliferazione incontrollata di tipo batterico, dovuta al marciume presente in una zona così delicata come quella del viso-cranio, può drenare le capacità di reazione del sistema immunitario portando stati depressivi anche gravi.
Quindi cara Rita,
la colpa è di chi avrebbe dovuto curare vostra madre, mentre invece si è
limitato a giocare all'allegro chirurgo: da rispedire ai banchi di
scuola a imparare finalmente cosa siano gli psicofarmaci e l'unico posto
dove dovrebbero finire: la spazzatura.
Come poi ha scritto "non riconosco mia mamma in un gesto così calcolato,
un algoritmo perfetto...nessuna lettera...nessun indizio".
Queste parole descrivono esattamente cosa accade quando gli psicofarmaci
prendono il controllo: ci si ammazza senza nemmeno sapere il perché.
Se vorrà mandarmi per email i tipi di farmaci che prendeva sua madre
gliene sarò grato.
Non arrivi a pensare a una ONLUS: se vuole veramente fare qualcosa,
cominci a informarsi e a divulgare come ha fatto e sta facendo, il resto
verrà da sé.