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Prevenzione e mezzi di informazione di massa
Evidenze empiriche
Gianfranco Domenighetti : “Il mercato della salute: ignoranza o adeguatezza?”
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3.4 Prevenzione e mezzi di informazione di massa
Le fonti di informazione sanitaria dovrebbero essere “al di sopra di ogni sospetto”, vale a dire provenire dalle autorità pubbliche, dalle società professionali e scientifiche. Fino ad oggi invece, i mezzi di informazione (giornali, radio, televisione) costituiscono la principale fonte di notizie sanitarie. Tuttavia secondo diversi studi, gli audiovisivi in campo sanitario sono più una fonte di disinformazione e di contraddizione, che uno strumento utile a permettere ai cittadini di migliorare il proprio stato di salute o fare scelte più appropriate. Una revisione della stampa britannica (120) ha dimostrato che l’attenzione di questi mezzi di informazione è incentrata sulla malattia e la tecnologia medica (aspetti che hanno solo una utilità marginale indiretta per il paziente, utente potenziale). Quando è affrontato l’argomento prevenzione, si tratta sempre di argomenti “da prima pagina”, come l’AIDS o l’uso di stupefacenti. Di regola si concede poca attenzione alle malattie più frequenti e ai fattori di rischio o di protezione associati, controllabili da parte dei singoli. In realtà gli audiovisivi sembrano privilegiare con particolare calore gli stati morbosi poco comuni o rari. Per esempio un solo caso di rabbia ha prodotto, nella stampa britannica, ben 41 articoli nel 1980, mentre le 83.000 morti per malattie respiratorie hanno provocato solo 8 pubblicazioni. Una analisi dei programmi televisivi ha mostrato che la salute è percepita essenzialmente come “dipendente dagli esperti”, “incentrata sull’ospedale” e “orientata verso la tecnologia”. A leggere la stampa del decennio scorso, sui successi nella cura dei tumori, ci sarebbe da stupirsi a constatare che la mortalità globale standardizzata non solo non sia diminuita negli ultimi quaranta anni, ma che sia addirittura leggermente aumentata (108, 122). A questo proposito esistono differenze fra la stampa “più accreditata” (The Times, Guardian, Telegraph, etc.) e quella “popolare” (Sun, Mirror, Mail, etc.). sia per quanto riguarda la massa di articoli consacrati alla salute, sia per quanto si riferisce alla loro qualità e al loro indirizzo. La stampa di “alto livello” si occupa più spesso di prevenzione, le dedica più spazio e l’orientamento degli articoli è pedagogico. In realtà il ruolo della stampa è duplice. Quando essa partecipa attivamente ad una azione concertata e coordinata di promozione della salute (121), può rivelarsi un potente moltiplicatore e catalizzatore dei cambiamenti di comportamento.

3.5 Evidenze empiriche
3.5.1 Informazione e consumo di cure

E’ sorprendente constatare che quando i pazienti fruiscono del secondo parere medico, l’indicazione operatoria posta in un primo tempo, in gran numero di casi può non essere confermata.
Ma oltre al supplemento di informazione, la pratica del secondo parere medico, a nostro avviso ha anche una importanza pedagogica. Infatti l’utente può rendersi conto “in prima persona” dell’insicurezza che caratterizza la medicina, e anche dell’importanza della propria responsabilità personale.

Interventi chirurgici non confermati dopo un secondo parere medico liberamente richiesto (New York 1977)

Chirurgia del ginocchio 48,1%
Isterectomia 42,0%
Prostatectomia 41,50%
Raschiamento uterino 33,3%
Intervento per cataratta 30,1%
Chirurgia della mammella 28,3%
Colecistectomia 12,0%         

Fonte: Grafe WR. (33)

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