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L’ultimo shock culturale: il prestito a pagamento
Di Alice Avallone

Un grande patrimonio.
L’Italia possiede un ricchissimo patrimonio librario disseminato proprio nelle biblioteche. La biblioteca nazionale di ogni stato rappresenta il punto di raccolta e di conservazione di tutta la produzione stampata del Paese, il  punto di riferimento per la cultura nazionale. In ogni paese è definibile nazionale una sola biblioteca. Ma è proprio l'Italia a fare la differenza: dal 1860 a oggi, ha visto riconosciute come nazionali ben nove biblioteche, con il compito di documentare la cultura italiana, e quella straniera.

Un bene sociale primario.
Nel 1972 l'Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) riconosce le biblioteche come una forza vitale per l’educazione, la cultura e l’informazione, quale agente essenziale per promuovere la pace e la comprensione tra popoli e nazioni. La biblioteca deve offrire uno svago e riposo grazie a letture piacevoli e distensive, deve ospitare chi studia e mettere a disposizione tutte le informazioni aggiornate di carattere tecnico, scientifico e sociale. La biblioteca deve essere aperta a tutti, gratuitamente e senza distinzione di razza, colore, nazionalità, età, sesso, religione, lingua, condizione sociale e livello culturale.

Il caso.
L'Unione Europea ha avviato recentemente un procedimento contro alcuni paesi, tra i quali anche l'Italia, per non aver introdotto l'obbligo di remunerazione dovuta agli editori per i prestiti effettuati nelle biblioteche. A tal proposito, si è parlato dell'introduzione di un ticket. Questo significa che le biblioteche pubbliche italiane potrebbero essere costrette, per garantrire questo diritto degli autori e [di altri titolari], a versare del denaro: il che potrebbe significare chiedere denaro agli utenti per prendere un libro in prestito. Secondo la EUCD (European Union Copyright Directive), infatti, gli editori devono ricevere una remunerazione anche dal prestito delle opere.

I no.
Lo scrittore italospagnolo Carlo Fabretti ha pubblicato un testo intitolato "Elogio e difesa della biblioteca pubblica". Il personale della biblioteca di Guadalajara ha scritto il "Requiem per la biblioteca pubblica". Giuliano Vigini ha scritto per l'Avvenire di esser convinto che la lettura in biblioteca e il prestito bibliotecario non solo non sottraggono nemmeno una copia alla vendita, ma rappresentano un forte incentivo all'acquisto di libri.

La mia voce.
Andare in biblioteca significa non preoccuparsi se i libri son fuori catalogo, se i diritti son ancora in vigore o son scaduti, se il libro vende tanto o poco,se è distribuito solo nelle grandi città. Il concetto di diritto d'autore, diventa uno strumento di controllo del bene comune intellettuale e creativo. Il diritto d'autore, invece di favorire la ricerca e lo sviluppo, stanno diventando un freno alla diffusione del sapere, con conseguente impoverimento culturale di tutti. Inoltre, è da tenere presente che i poveri rimarranno sempre più ignoranti, rendendo il loro miglioramento sociale sempre più difficile.

Diciamo NO al Pagamento del Prestito nelle Biblioteche. La Biblioteca Civica di Cologno Monzese sta raccogliendo le adesioni.

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