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L’eccessiva
prescrizione di psicofarmaci ai bambini: un flagello dei nostri tempi
di Dr. Ronald Ricker e Dr. Venus Nicolino, tratto
da “The
Huffington Post”
Traduzione a cura del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani onlus
Al giorno d’oggi la somministrazione di farmaci
psicoattivi (psicofarmaci) ai bambini (6-17), è troppo comune e cresce
con una cadenza allarmante. Questi farmaci spesso causano l’effetto
opposto a quanto si era inteso, e condannano il bambino ad una vita
infelice e alla malattia. La loro prescrizione servirebbe a trattare gli
“squilibri chimici” che, si dice, siano la causa di ADHD (Disturbo
di Attenzione), depressione e disturbo bipolare, ma in realtà è
proprio l'uso improprio di questi farmaci a causare diversi squilibri
chimici, che a loro volta provocano disturbi mentali, molti dei quali
sono sia permanenti che debilitanti.
In aggiunta è ormai evidente che stiamo di fatto
diagnosticando come disturbi mentali il normale comportamento di bambini
e adolescenti (ma i bambini non dovrebbero essere pieni di energia? e
non è normale per un adolescente essere lunatico e distaccato?). Questa
diagnosi non si basa solo su questa concezione di "squilibri
chimici", ma anche su un’idea generale e pervasiva che ogni
comportamento non accettabile sia dovuto ad una malattia mentale. E per
ultimo, ma certamente non meno importante, la prescrizione di questi
farmaci da parte dei medici è basata su informazione fornita dalle
autorità e dall’industria farmaceutica, informazione spesso sostenuta
da studi fraudolenti, il cui fine è solo quello di fare soldi sulle
teste dei nostri figli.
In una recente conferenza, il rispettabile
giornalista, scrittore e candidato al Premio Nobel, Robert Whitaker (PBS,
Boston, 15 giugno 2010) ha evidenziato non solo la non scientificità
della metodologia utilizzata nello sviluppo, prescrizione e uso di
psicofarmaci nei bambini in età scolare, ma anche come siano
irrimediabilmente corrotti e fallimentari i sistemi che dovrebbero
regolamentare la sicurezza dei medicinali in questo paese (USA).
Inevitabilmente, le aziende farmaceutiche esistono
per creare profitto. Il loro successo non si basa dunque sull'utilità
di un farmaco o la sicurezza dei suoi prodotti. Il percorso per
aumentare i profitti è semplice: trovare nuovi impieghi per i loro
vecchi farmaci, inventarne di nuovi e trovare nuovi mercati per entrambi
i farmaci - vecchi e nuovi. Purtroppo, i bambini sono il nuovo mercato
di oggi.
Le autorità, per approvare un nuovo farmaco,
richiedono uno studio che ne provi l’efficacia e la non pericolosità.
"Studio" è spesso un termine improprio, dato che la parola
implica una qualche imparzialità e un risultato a priori sconosciuto.
Questi "studi" spesso sono più simili ad un procedere a
tentativi: in uno di questi, corruzione e disonestà sono stati la
regola. I bambini che hanno risposto al placebo sono stati rimossi dai
dati, considerandoli come se avessero risposto negativamente al farmaco
vero e proprio. Ciò significava che gli unici bambini che sono rimasti
nel gruppo di studio sono stati i cosiddetti "positivi alla
reazione." E, per di più, i ricercatori il cui “fondo di
ricerca” era finanziato dal produttore del farmaco, decidevano quali
fossero i soggetti che rispondevano ‘positivamente’ al trattamento.
Questo, naturalmente, è un enorme conflitto di interessi in quanto
ricercatori e industria farmaceutica hanno come unico obiettivo
l’approvazione del farmaco da parte dell’autorità.
In un articolo pubblicato nel 2004, forse la più
prestigiosa rivista medica britannica, Lancet ha detto che gli studi
utilizzati per fornire la prova dell’utilità di molti farmaci
anti-depressivi nei bambini erano "niente altro che frodi." In
seguito a tale valutazione, l'uso su bambini di questi anti-depressivi
è stato vietato in Gran Bretagna.
Il danno reale causato dall'uso di farmaci
anti-depressivi conosciuti come SSRI (Inibitori selettivi della
ricaptazione della serotonina - Prozac, Zoloft, Seroxat ecc.) su bambini
in età scolare si trova solo in studi legittimi e più lunghi come
quelli che continuano dai 17 mesi ai sei anni. In uno di questi studi,
il 25 per cento dei bambini “bi-polari” che erano stati trattati con
SSRI per tre anni, sono stati riesaminati e diagnosticati con un
disturbo ben più grave della malattia Bi-polare. Questo numero è
aumentato a 50 per cento dopo sei anni di uso del farmaco SSRI. L'uso a
lungo termine di nuovi anti-psicotici può portare a problemi molto più
gravi rispetto alla malattia iniziale; diabete, obesità e morte
prematura sono stati tutti legati all'uso di questi farmaci.