Home Page - Contatti - La libreria - Link - Cerca nel sito - Pubblicità nel sito - Sostenitori |
La
preistoria secondo le teorie di Herman Wirth
Marco Zagni - tratto dal
libro: “Gli archeologi di Himmler”
ORDINA IL LIBRO
Con particolare
interesse analizzeremo ora le vicende legate alla vita e agli studi del
professor Herman Felix Wirth (1885-1981), co-fondatore insieme con
Heinrich Himmler dell'Ahnenerbe, nonché primo presidente della stessa
fino al suo inesorabile allontanamento avvenuto nel 1937-'38.
In effetti, si decise
definitivamente di scrivere questo saggio dopo che ci eravamo accorti
che parte delle teorie descritte nel nostro primo lavoro L'Impero
Amazzonico, collimavano in linea di massima con quelle esposte molti
anni fa da Wirth stesso, o meglio non si poteva far altro che risalire
anche alle ricerche di Wirth (e di altri studiosi, tra i quali Tilak ed
Evola) per completare il quadro delle nostre ipotesi.
Chi scrive, appassionato della preistoria del Sud America, aveva infatti
considerato la possibilità di una antica migrazione di uomini
Cro-Magnon Atlantico-Europei nel continente americano durante l'ultima
Era glaciale di Wisconsin-Wurm, una migrazione indipendente, e forse
precedente, da quella Sapiens "asiatica" proveniente dallo
Stretto di Bering, perciò ci si imbatté logicamente nella scuola di
pensiero di tutto un "corpus" di studiosi tradizionalisti, per
arrivare infine anche a Wirth.
Per inciso, ci teniamo a rilevare subito che la portata delle sue teorie
sono ancora oggi quanto mai oggetto di polemiche tra le opposte fazioni
dei suoi estimatori e detrattori.
Anticipiamo
anche che i temi "wirthiani" saranno ripresi nella parte
conclusiva del presente saggio dove anche noi non ci sottrarremo nel
dire la nostra su tutta una serie di tematiche affrontate nel corso
della presente esposizione. Da tutto quello che abbiamo letto in merito
a questo ricercatore, una cosa possiamo subito dire: era senz'altro un
personaggio geniale ma eccentrico e, come sempre accade, in perenne
contrasto con le personalità degli altri studiosi suoi coevi.
Vogliamo solo ricordare che quando Rudolf Mund, ultimo presidente dell'ONT
morto nel 1985, lo contattò per avere notizie di prima mano in merito
alla figura di Karl Maria Wiligut, Wirth si irrigidì moltissimo
sostenendo che "quel famigerato truffatore doveva essere
assolutamente dimenticato".
Ma probabilmente, questo francamente esagerato giudizio negativo
derivava non tanto da screzi personali ma dal fatto che Wirth si era
sempre considerato uno "scienziato" nel senso più completo
del termine, mentre gli studi di Wiligut non sarebbero mai potuto essere
da lui considerati come tali. Invece Himmler aveva sempre preso in forte
considerazione scientifica le idee di entrambi.
Ma, a questo punto, che dire di
questo tenace studioso tedesco-olandese - era nato a Utrecht?
Già
dalla fine degli anni '20, naturalizzato tedesco, dopo la pubblicazione
di uno dei suoi saggi più famosi, Der Aufgang der Menschheit -
L'Ascesa dell'Umanità -, in complementarietà con altre pubblicazioni e
conferenze, Wirth aveva cominciato lentamente a far presa su una certa
parte della cultura giovanile tedesca.
Non dobbiamo dimenticare infatti, che proprio in questo periodo avvenne
l'incontro con il giovane Wolfram Sievers, il quale abbandonò la sua
attività di commerciante di libri e divenne suo fidato assistente.
Wirth voleva soprattutto che le sue ricerche facessero presa sulla
gente, anche sulle persone più comuni, e si batteva contro la
burocrazia tedesca per far sì di ottenere sempre la possibilità di
illustrare i risultati delle sue ricerche anche all'aperto, di fronte al
pubblico, sotto un semplice tendone da circo.
Julius
Evola, già nel 1930, ha ben presente il pensiero di Wirth e riesce ad
esprimerlo compiutamente in poche righe qui riportate: "Il
Wirth, in un'opera ponderosa e molto discussa... ha sostenuto che per
spiegare una quantità di convergenze e di corrispondenze di simboli,
dati antropologici e filologici, ecc., è necessario ammettere
l'esistenza di una razza nordico primordiale, che verso l'Età della
Pietra dalle regioni artiche si sarebbe spostata verso il sud, dando
luogo alle forme più alte di una civilizzazione di tipo cosmico-solare".
Come
possiamo vedere, l'influenza sul pensiero di Wirth da parte dell'opera
dell'indiano Tilak, era stata fondamentale: sull'origine
"polare" o in ogni caso Nord Europea dei bianchi ariani, si
trovavano dunque in sintonia diversi studiosi nel mondo, Evola compreso,
il quale però considerava l'insieme delle fonti Tradizionali tramandate
segretamente, per via iniziatica, come un elemento di prova addirittura
superiore agli elementi circostanziali e scientifici riscontrati dal
Wirth nelle sue ricerche.
Abbiamo così, secondo Wirth, una dimora polare, patria primitiva della
razza nordica, che aveva sviluppato una sorta di civiltà da "Età
dell'Oro" (corrisponderebbe, secondo le ultime ricerche, ad un
periodo interglaciale "caldo" collocabile tra il 40.000 ed il
28.000 a.C.).
Qui Wirth riportava una grande quantità di dati geologici, climatici e
botanici veramente impressionanti dimostrando come allora, tra i 70 e
gli 80 gradi di latitudine Nord, vi era una temperatura media annua
paragonabile ad un clima temperato (sui 10 gradi centigradi, contro i 20
sotto zero attuali a quelle latitudini) e che questo territorio aveva
incluso anche l'Islanda, la Groenlandia e le Isole Spitzbergen.
Era L'Atlantide polare, Thule, la sacra dimora della prima umanità.
Umanità che quindi, secondo Wirth, era nata in un periodo
"Terziario", molto prima dell'arrivo di una fortissima
glaciazione (dal 28.000 a.C. - ultima fase del Wurm) che aveva di
conseguenza costretto gli abitanti di questo Eden Polare a migrare verso
Sud, per costituire più tardi l'Atlantide platoniana che tutti
conosciamo (dal 15.000 al 9.000 circa a.C.).
La
fine del Wurm, l'innalzamento repentino dei mari, insieme con altre
catastrofi naturali (il Diluvio Universale) aveva costretto i superstiti
dell'Atlantide ariana ad una diaspora in Europa, Asia, Africa
nordoccidentale ed America.
Questo, in sostanza, il pensiero di Herman Wirth.
Come si può facilmente comprendere, l'essenza delle teorie di Wirth
riscosse allora il favore dei nazionalsocialisti, chiaramente perché
secondo questa storia alternativa dell'Homo Sapiens Sapiens, la parte
del leone la faceva la razza primigenia nordico-aria e di conseguenza i
suoi discendenti, i popoli germanici.
Anche con il favore dei nazisti, in ogni caso, Wirth non aveva certo
vita facile.