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Cap. III
Le potenze occulte
Tratto dal libro “Ermete Trismegisto e l’esoterismo di Omero”
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Abbiamo visto che il Verbo, emanato dalla mente divina, ha creato il movimento universale e che mediante l'azione reciproca di due forze contrarie l'azione e la reazione - ha generata l'armonia dei Mondi e di tutte le varietà della Natura.
«Io faccio splendere la luce primitiva sulla strada delle tenebre con l'aiuto della grande forza magica della mia Parola» (Papiro di Torino).
Il misterioso potere della parola è confermato ancora dai primi versetti del Vecchio Testamento, come anche dai Salmi Davidici (Salmo XXXII) «Verbo domini coeli firmati sunt et spiritus eius omnis virtus corum».
Nel Prometeo di Eschilo, la parola di Zeus, personificata nella Potenza, lega con catene invincibili il Dio sulla vetta più selvaggia del Caucaso.

Ed ancora: «Indi Dio creò sette spiriti che governano il mondo sensibile, e questi esecutori della sua volontà regolano ciò che viene chiamato Destino» (Ermete - Pimandro).
Nella genesi ermetica ogni pianeta è animato da uno Spirito che irradia e spande la sua influenza sui mondi inferiori. Questi Spiriti corrispondono agli arcangeli della teogonia cristiana. Gli Arcangeli sono, secondo Dionigi l'Areopagita, i messaggeri dei segreti divini.
Il mistero delle sette stelle nella mano di Dio, e dei sette candelieri d'oro (APOCALISSE – cap I) rappresenta per noi i sette pianeti ed i sette spiriti o gli Arcangeli che li animano. I quattro animali che stanno innanzi al trono circondato dai sette spiriti, simbolizzano i quattro elementi, l'Aria, il Fuoco, l'Acqua e la Terra, che mediante le loro reciproche combinazioni hanno create tutte le opere della Natura.

In tal modo tutto si chiarisce al lume della sapienza antica.
La scala di Giacobbe, percorsa in ambedue i sensi, dal Cielo alla terra e dalla terra al cielo, dagli angeli di Dio, raffigura perfettamente i rapporti che esistono tra il mondo fisico ed il mondo spirituale. Questa stessa significazione esoterica riscontriamo nella parola religione (religare): unione, legame della terra con il mondo superiore. In questo senso bisogna interpretare Plutarco, quando scrive: «La religione è la storia allegorica della Natura» (Opere morali).
Infatti la natura è lo spettacolo permanente delle analogie che uniscono le sfere fisiche alle sfere immateriali.

«I fenomeni del mondo fisico e quelli del mondo morale sono stati sempre tra loro connessi nel pensiero del padri dell'Umanità. Tutta l'antichità, con i suoi monumenti, con le sue costumanze è piena di questa analogia» (BALLANCHE - Palingenesi).
Platone, nel Parmenide, scrive: «Le Idee sono come i modelli generali della Natura, le altre cose rassomigliano loro; sono le loro copie».
Ogni oggetto naturale è dunque la rappresentazione di una idea, di cui il prototipo è nel cielo. La natura visibile è modellata sull'invisibile, come il corpo è modellato sull'anima.
La natura è, secondo le parole d'Isaia, «la veste di Dio».
Ne risulta che la fisiognomica è una scienza esatta. Tutto rivela l'uomo: le proporzioni e le linee del suo corpo, ogni tratto del suo viso, la sua statura, il suo modo di camminare, l'accento della sua voce, le sue parole, il suo sorriso ed i suoi atti, tutto è come lo specchio dell'essere interiore.

Ora, come c’è correlazione perfetta tra il corpo e l'anima, così la stessa correlazione esiste tra tutte le creazioni del mondo sensibile e le sfere celesti.
Il microcosmo è la traduzione e la riduzione del macrocosmo, e questa identità è ben nota ai grandi artisti. La Potenza dell'Arte ha innanzi tutto per oggetto il penetrare i simboli della natura e rappresentare mediante la perfezione della forma l'essenza imperitura degli esseri.

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