LA
MORTE NEGLI ALLEVAMENTI
La crudeltà
dell'allevamento si riscontra nelle tecniche di
uccisione: rottura delle ossa cervicali, asfissia,
corrente elettrica, colpo alla nuca, colpo contundente
al muso, iniezioni, sono i più diffusi metodi di
uccisione impiegati nei grandi allevamenti. I visoni,
vengono uccisi per soffocamento in camere a gas, mentre
per le volpi la tecnica maggiormente praticata è
l'elettrocuzione.
Tramite due elettrodi metallici viene inflitta
all'animale una scossa elettrica di circa 200 volt: una
morte che molto spesso arriva fra atroci sofferenze.
In Paesi quali la Cina e la Thailandia i cani - pastori
tedeschi, chow-chow, ma anche semplici meticci - vengono
sgozzati anche per strada, fatti morire per
dissanguamento o colpiti a morte con dei randelli,
mentre i gatti vengono spesso impiccati con cappi
metallici. Tutto questo per soddisfare la vanità
rubando loro il manto
visone ucciso per asfissia
con un barattolo
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animale ucciso con l'elettricità
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MILIONI
DI CANI E GATTI VITTIME DI UNA MODA
Un'investigazione
effettuata dall'associazione americana HSUS ha portato
alla scoperta del peggiore segreto dell'industria della
pellicceria: l'uccisione di cani e gatti domestici per
la produzione di pellicce. Ogni anno due milioni di cani
e gatti detenuti in condizioni spaventose sono privati
di ogni elementare diritto: alcuni di essi sono randagi,
altri invece vengono appositamente allevati per rubare
loro il manto. Le tecniche di uccisione sono
violentissime: i cani - pastori tedeschi, chow-chow, ma
anche semplici meticci - vengono sgozzati anche per
strada, fatti morire per dissanguamento o colpiti a
morte con dei randelli, mentre i gatti vengono spesso
impiccati con cappi metallici. Per confezionare una sola
pelliccia occorrono solitamente dai 10 ai 12 cani,
mentre per quella di gatto possono essere necessari fino
a 24 animali.
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L'INGANNO
AI CONSUMATORI
L'impiego delle pelli
di cani e gatti è un fenomeno sconosciuto. L'industria
della pellicceria tenta di mantenerlo nascosto grazie ad
un sistema di etichettatura dei capi fuorviante e per
nulla attendibile. Tranne rarissime eccezioni, le pelli
di cani e gatti non vengono etichettate perciò che
realmente sono. I capi confezionati con la pelle di cane
possono essere venduti come gae-wolf, sobaki,
e Asian jackal, oltre a molti altri. Mentre le
pellicce di gatto, sotto altri pseudomini, che
comprendono: wildcat, goyangi e katzenfelle.
I Francesi usano il termine Douges de Chineoppure
Loup d'Asie per indicare le pellicce di cane.
La conoscenza da parte
dei consumatori della vera origine delle pelli,
determinerebbe un crollo degli acquisti e un grosso
danno d'immagine per il settore. |
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LA
CAMPAGNA ANTIPELLICCE DELLA LAV
Dal 1993 la LAV ha
lanciato una importante campagna antipellicce con la
quale ha già salvato oltre 15 milioni di animali.
Abbiamo chiesto la chiusura dei 63 allevamenti italiani
e la loro riconversione in attività che non prevedano
lo sfruttamento degli animali. In Europa l'Olanda ha già
proibito l'allevamento di volpi, mentre l'Inghilterra
vieterà presto l'allevamento di qualsiasi animale da
pelliccia. La chiusura degli allevamenti nel nostro
Paese, salverebbe la vita di 235.000 animali reclusi
ogni anno nei lager italiani.
La nostra campagna
antipellicce è inoltre indirizzata agli stilisti
affinché decidano di bandire dalle loro collezioni la
crudeltà delle pellicce e propongano una moda senza
violenza. Con questa nuova campagna, che ha già avuto
l'adesione di Ornella Muti, chiederemo a tutte le donne
italiane di non indossare più pellicce, contribuendo
concretamente alla salvezza di milioni di animali |
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L'Italia, paese
trasformatore, importa pelli di cane per la produzione di
articoli in pelle e altri oggetti di pelliccia quali
rivestimenti interni di cappotti, giacche, scarpe, suole per
scarpe e stivali. |
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COSA
PUOI FARE TU
- Non acquistare e non
indossare pellicce, ritagli, accessori o capi con inserti di
pelliccia (Parka, cappotti con bordature o con colli di
pelliccia).
- Non acquistare e non indossare capi in pelle.
- Non comprare prodotti di
quelle ditte che bandiscono concorsi con pellicce in palio e
scrivi lettere per esprimere la tua disapprovazione.
- Chiedi ai rivenditori di
abbigliamento di non commercializzare più capi con inserti o
accessori di pelliccia.
- Distribuisci alle signore
in pelliccia i materiali antipellicce della LAV e spiega a
coloro che continuano ad indossare questo capo, quanta
sofferenza si nasconde dietro esso.
- Partecipa alle attività
organizzate nella tua città. Anche il più piccolo impegno è
indispensabile per vincere questa battaglia in difesa dei più
deboli.
PER
SOSTENERE LA CAMPAGNA ANTIPELLICCE DALLA LAV, VISITATE IL SITO:
http://www.mclink.it/assoc/lav/ah_apl.htm
Il testo di questa
pagina è stato tratto dal sito:
http://www.mclink.it/assoc/lav/apl_2_nd.htm |
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