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UNICEF
e il pericolo pedofilia in Irak
Amnesty
International ha ufficialmente protestato perché ai suoi funzionari è
stato «rifiutato l’accesso» ai centri di detenzione delle forze
della coalizione in Irak, eccettuata una breve visita permessa in una
prigione di Mosul nel nord del paese.
Clarissa Bencomo, ricercatrice dell’osservatorio per i diritti umani
Human Rights Watch ha sostenuto come ai loro operatori venga negato
l’accesso ai bambini detenuti, essi temono che i bambini vengano
tenuti prigionieri in condizioni degradanti o insicure.
Inoltre,
dall’inizio dell’anno l’UNICEF, organizzazione delle Nazioni Unite
che si occupa dei diritti dell’infanzia, ha espresso in un documento
viva preoccupazione sui bambini imprigionati: «L’UNICEF è
profondamente preoccupata per le notizie degli organi d’informazione
che riportano che tra le persone che hanno subito abusi nei centri di
detenzione e prigioni in Irak vi possano essere bambini. Anche se queste
notizie non sono state indipendentemente verificate, esse sono comunque
allarmanti».
Il documento sottolinea come «ogni maltrattamento, abuso sessuale,
sfruttamento o tortura di bambini in stato di detenzione sono una
violazione delle leggi internazionali – inclusa la Convenzione sui
Diritti dell’Infanzia».
L’accesso ai
bambini detenuti si presenta difficile e le organizzazioni che si
occupano dei diritti umani sono preoccupate, particolarmente dopo la
diffusione nello scorso aprile delle immagini che mostravano personale
militare statunitense compiere violenze e abusi sessuali sui
prigionieri.
Questo
allarmismo non è senza motivi dal momento che Seymour Hersh, noto e
stimato anziano giornalista ha dichiarato nel corso della conferenza
annuale dell’American Civil Liberties Union che sono stati girati dei
videofilmati su ragazzini mentre venivano sodomizzati nella prigione di
Abu Ghraib. Hersh, prestigioso collaboratore del New Yorker, sostiene che l’amministrazione statunitense nasconde i
filmati di questi crimini e che «E’ terribile udire le urla dei
bambini mentre vengono violentati», aggiungendo come sia «massiccia la
quantità di atti criminali che viene coperta dagli alti comandi sul
posto e da autorità ancora più elevate negli USA».