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Pedofilia on line raddoppiata negli ultimi due anni
Mariangela Berretti – tratto da www.aquiloneblu.org

I siti internet a contenuto pedopornografico sono nell'ultimo anno aumentati notevolmente raggiungendo la triste cifra di 19.246, con una media per mese di 1.604, contro i 17.016 in un anno registrati nel 2003, i siti denunciati nell'anno 2002 sono stati 9.989.
L'incremento dunque tra il 2002 e il 2004 e' stato del 92,67%
In Italia i siti denunciati nel corso del 2004 sono stati 89, mentre negli Stati Uniti sono stati oltre 10.000.
Cresce a livello esponenziale il numero dei visitatori di questi siti.
L' Italia si trova ai primi 10 posti nella lista dei Paesi che ospitano i siti segnalati per attività criminale.
La tipologia dei siti denunciati nel 2004 sono:

- 10.108 PEDO BUSINESS
- 7.858 GRUPPI E COMUNITA' PEDOFILE
- 1.280 SITI PERSONALI PEDOFILI

Il fenomeno affina costantemente le tecniche e i modi di azione ricorrendo ad esempio all'infiltrazione sistematica di siti a pagamento per disseminare materiale illegale anche in spazi completamente estranei e lontani da ogni possibile contaminazione, attraverso un tam-tam virtuale e ben simulato che raggiunge anche bacheche elettroniche poco controllate di università, di personaggi pubblici, di enti di ricerca; il che la dice lunga sulla componente commerciale che sta alla radice di gran parte dell'attività on line. 
Altra metodica nuova di divulgazione e di azione pedofila è quella di usare sempre più i cosidetti "masked files", ovvero divulgando filmati o kit di foto in files protetti, pubblicandoli nei tantissimi servizi di storage in internet. La divulgazione dei suddetti avviene in un passa-parola virtuale, anche esso protetto.
Le nazioni in cui si è registrato il più alto tasso di crescita (2003-2004) di nuovi siti pedofili sono stati la Svizzera (14.600%), il Giappone (917,57%) e l'Australia (634,09%).

Nel 4° Rapporto sono state approfondite anche le tematiche legate all'uso delle nuove tecnologie.
Secondo i dati raccolti da un’indagine Eurispes-Telefono Azzurro nel 2003, su un campione di 5.076 ragazzi fra gli 8 e gli 11 anni il 50,9% dichiara di non adoperare internet in quanto non ha in famiglia un computer e in alcuni casi perché ha il divieto da parte dei genitori di collegarsi in rete; il 43,7% degli intervistati si collega a Internet raramente o fuori casa oppure in alcuni rari casi che i genitori lo consentono.
Il 3,9% dei soggetti si collega tutti i giorni.
La stessa indagine svolta da Eurispes-Telefono Azzurro ha preso in considerazione anche un campione di 5.710 adolescenti tra i 12 e i 19 anni, di cui:
oltre la metà (55,8%) si collega a Internet qualche volta; chi si collega ogni giorno costituisce ancora una minoranza (12%), mentre esiste una percentuale significativa di soggetti del tutto esclusi dalla Rete (31,2%).
La percentuale di chi non naviga mai è minore tra i bambini; gli adolescenti, evidentemente, dimostrano maggiore interesse nei confronti di Internet e, ottengono più facilmente il permesso di utilizzarla da parte dei genitori.
In un rapporto preparato dall’Eurispes per il ministero delle Comunicazioni nel 2001 (I providers e i diritti dei minori), sulla base di un questionario proposto a un campione rappresentativo degli alunni delle scuole elementari di tutta Italia, viene segnalato che:
Il 65,4% dei bambini usa il computer
di essi il 56,4% lo usa come videogioco e il 15,4% lo usa per navigare in Internet, il 27% lo usa per lo studio.
Il fatto rassicurante che emerge dal questionario è che i piccoli utilizzano Internet seguiti dai genitori e che molti di loro si sono avvicinati al computer in seguito ad attività didattiche guidate dagli insegnanti.
Lo studio condotto da Telefono Azzurro ed Eurispes nel 2003, cui abbiamo precedentemente accennato, indaga non solo la diffusione dell’uso di Internet tra i bambini (8-11 anni) e gli adolescenti (12-19 anni), ma anche la tipologia dell’utilizzo da parte dei naviganti.

Fra i bambini:
il 46% dichiara di collegarsi a Internet per cercare cose interessanti;
il 40,9% per giocare;
il 36,7% per studiare;
solo una minoranza degli intervistati usa la Rete per comunicare (chattare, usare la posta elettronica, inviare sms)
il 5,9% ammette di navigare per cercare cose proibite.

Tra gli adolescenti:
La maggioranza (61,8%) si collega a Internet per cercare cose interessanti;
molti (39,7%) dichiarano di usare Internet per studiare;
un numero consistente di ragazzi si collega per comunicare: usare la posta elettronica (35%) e chattare (26,4%) sono ancora numerosi coloro che usano Internet per giocare (28,3%), ma meno che fra i bambini una minoranza afferma di navigare per mandare messaggi sui cellulari (15,2%) e per cercare cose proibite (15,3%)

Un’indagine effettuata dalla Società italiana di pediatria di Bologna su mille ragazzi delle scuole medie inferiori lancia un allarme di natura diversa, in occasione del convegno Bambino e media, opportunità e rischi:
il 52,9% dei preadolescenti italiani che usano abitualmente Internet dichiara di navigare generalmente da solo, tra questi, il 40,2% naviga prevalentemente di sera;
il 51,6% ha una frequentazione abituale con la chat line;
il 32,9% dichiara di chattare non solo con ragazzi della stessa età, ma con chi capita;
il 37,2% considera la chat una via utile per scoprire nuovi amici;
il 65,8% del campione gradirebbe incontrare le persone conosciute per via telematica;
il 44,3% non racconta a nessuno con chi e di che cosa chatta;

Fonti:
Report Telefonoarcobaleno, Rapporto Eurispes e Telefono azzurro, Società Italiana di Pediatria di Bologna.
Mariangela Berretti per Aquilone blu Onlus http://www.aquiloneblu.org
info@aquiloneblu.org


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