Home Page - Contatti - La libreria - Link - Cerca nel sito - Pubblicità nel sito - Sostenitori |
La
pausa
Giovanni
Peccarisio
Passaggio
da mondo esterno al mondo interno
La pausa, quando viene eseguita con coscienza, diventa una
piccola porta aperta che ci immette in un grande mondo.
Essa è
necessaria nella vita dell’essere umano e, comunemente, è la vita
stessa che ci impone una sosta, una pausa appunto in determinati
momenti.
Possono esservi pause brevi, nell’arco di una giornata o più lunghe,
nell’arco di qualche mese o addirittura di anni.
Vi sono vari tipi di pause che possiamo scegliere di
compiere, a seconda della nostra situazione.
Se nella vita quotidiana guardiamo il mondo circostante,
trattenendo, sospendendo il flusso dei pensieri abbandonandoci con
dedizione, con interesse alla visione esterna, osservando il mondo nei
suoi particolari, ci creiamo una
prima condizione di calma interiore.
Questa è la pausa nel mondo
dei pensieri.
Se rapportandoci al mondo esterno, blocchiamo il flusso
delle parole abbandonandoci liberamente all’ascoltare persone, suoni
della natura e così via, creiamo una
seconda condizione di calma interiore.
Questa è la pausa nel mondo della
parola.
Se andando nel mondo, grazie alla capacità che abbiamo di
muoverci, fermiamo i nostri movimenti fisici, specialmente le nostre
gambe, e cessando di camminare ci sforziamo di percepire la risonanza
interiore del movimento nel nostro corpo fisico, creiamo una terza condizione di calma interiore.
Questa è la pausa nel mondo del
movimento.
Qualsiasi sia il tipo di pausa,
in qualsiasi ambito sensoriale essa cada, ad essa corrisponde
un’attività spirituale.
La pausa perciò può essere considerata come la fine di un breve
processo che da fuori (mondo esterno) porta a dentro (mondo interno).
Questo processo però è solo la prima parte di una attività, che da
dentro può proseguire verso
l’alto come verrà spiegato nel proseguo dell’allo scritto.
Pausa e calma
interiore
La pausa
è la sorellina del sonno, in quanto anch’essa, in rapporto alla sua
durata, permette e compie una rivitalizzazione, qualità propria del
sonno, delle forze logorate da attività mentali o fisiche.
Inoltre la pausa, come succede per il sonno, dà la
possibilità di permettere un collegamento fra l’essere umano e il
Mondo Spirituale, poiché quando dormiamo ci stacchiamo dalla coscienza
usuale diurna e ascendiamo ad una realtà che non è più fisica.
Per questa ragione i sogni hanno una caratteristica molto
particolare e misteriosa. Essi sono il risultato di residui consci che
s’incontrano con i contenuti dell’inconscio.
In altre parole è l’incontro e la fusione fra la coscienza
fisico-sensibile con quella
Questo collegamento non è un processo naturale, non avviene in modo
automatico: deve essere voluto.
Quando l’ espansione della nostra interiorità trapassa in una
elevazione dell’anima, l’anima sale ad un livello ispirativo.
Quest’ultimo si crea mettendo a tacere il nostro mondo
interiore ed accogliendo un
mondo superiore: aprendoci e abbandonandoci totalmente ad esso facendo
silenzio in noi stessi.
Abituarsi a
compiere delle brevi pause durante la giornata permette di giungere con
più facilità alla calma interiore, calda e amorevole terra che
protegge e nutre qualsiasi impulso dell’Anima
tendente allo Spirito, vale a dire passando dalla nostra
interiorità ad una elevazione superiore di coscienza, non semplicemente
da dentro a fuori
bensì da dentro all’Alto.
La pausa, come già accennato, ha valore per la vita
dell’Anima quando sia voluta; essa quindi, quale precorritrice della
calma interiore, rientra nell’ambito del
volere.
La pausa perciò non significa
sospendere il dovere (attività lavorativa) per svolgere un altro
tipo di attività ricreativa (vacanze, feste e simili).
La vera pausa è passare dal mondo esterno nel proprio mondo interiore
per poi allargarsi ad un mondo molto più vasto ed elevato, vale a dire
al già accennato piano ispirativo.
Si potrebbe meglio dire che la pausa significa l’inizio del
passaggio dal riverbero del mondo esterno
al nostro mondo interno - che
comporta pensieri usuali, quotidiani, automatici - al riverbero di
pensieri che originano dal Mondo
Spirituale.
Questo può avvenire tramite una disposizione animica interiore atta a
cogliere i pensieri universali, quei pensieri che sono il linguaggio
delle Entità Spirituali che ci guidano.
Se la pausa però sorge più o meno improvvisa nella vita
dell’anima (o in certi casi nel corpo) senza essere voluta o quando si
sia costretti dalla vita ad una pausa forzata, allora essa
diventa un processo patologico, diventa malattia.
In questi frangenti non si può parlare di pausa ma, laddove la malattia
si manifesta, ciò significa che si è creata una situazione di vuoto, o
di mancanza, carenza, assenza di
un qualcosa. In certi casi si può parlare di paralisi, di interruzione
di attività e così via, ma non di pausa.
Pausa e vuoto
Quando la
sospensione voluta della attività interiore è vigilata dalla
coscienza, l’uomo si pone in aspettativa di un qualcosa di nuovo, di
una nuova conoscenza che può manifestarsi: allora essa è vera
pausa.
In questa condizione la pausa permette a contenuti spirituali
positivi, e quindi creativi, costruttivi, di riempire la nostra
interiorità.
Ciò causerà la nascita di germi di nuove realtà
spirituali che appariranno sul piano umano proprio grazie alla
nostra voluta, cosciente pausa.
Quando invece la sospensione di attività interiore non è sostenuta
da forze di coscienza e di autocoscienza, allora essa diventa vuoto.
Il vuoto diventa la
controparte oscura della pausa.
Non esistendo il vuoto nell’unitario Mondo dello Spirito
non esiste, allora il vuoto viene riempito di contenuti spirituali
negativi, devianti che
incatenano lo Spirito nella
materia, bloccandone l’evoluzione.
E’ ancora da sottolineare un fatto: poiché il vuoto non esiste
nell’unitario Mondo dello Spirito, tanto meno può esistere in quello
umano.
L’essere umano infatti non è altro che una manifestazione dello
Spirito condensata nella materia.
Il vuoto è un muro
che può divenire invalicabile fra Materia e Spirito.
La pausa è il ponte, l’anello di congiunzione fra Materia e Spirito.
Si è visto, in questo breve articolo come la fine di un
processo iniziale, la pausa
voluta, coincide con
l’inizio di un processo finale che può portare aldilà, in un mondo
che va dal sensibile al soprasensibile.
Giovanni
Peccarisio
Maestro
Scuola Waldorf, laureato alla “Libera Università della Scienza dello
Spirito al Goetheanum di Dornach (CH).
Autore dei libri: “Evoluzione storica
della coscienza” e “Ereditarietà
ed individualità”