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“La
        domanda di
        Parsifal”
        di Giovanni Peccarisio
La
        storia del Parsifal è stata definita, dagli studiosi di letteratura, un
        classico “romanzo
        di formazione”; vale a dire il cammino che un giovane uomo
        compie facendo esperienza.. Parsifal partendo da una situazione di non
        conoscenza - ignoranza - dei
        fatti della vita e vestito da
        folle, comincia a percorrere una via di conoscenza,
        che attraverso dolorosi avvenimenti lo conduce alla presa di coscienza
        di ciò che è la meta e la realizzazione della sua vita.
        Ciascun uomo alla fine della sua vita potrebbe, se lo volesse, scrivere
        il suo “romanzo
        di formazione” alla luce delle varie tappe e dei vari punti di
        svolta archetipici della sua biografia.              
                         
- Ignoranza (non
        conoscenza)
        - esperienza 
        - conoscenza - (dolore) 
        - coscienza 
        - realizzazione
        - saggezza.
L’inizio
        della vita è ignoranza,
        la fine della vita dovrebbe essere caratterizzata dalla saggezza.
        La
        saggezza potrà essere raggiunta solo quando l’Amore per la vera
        Conoscenza - che è incessante ricerca della realtà spirituale nella,
        dietro, sopra, sotto la materia - si unirà all’Amore per l’Io
        altrui, per l’Umanità tutta.
        Nel poema del Parsifal tutta la vicenda sofferta e dolorosa, inizia con
        una domanda non posta da un
        giovane uomo e termina con la medesima domanda
        posta da un uomo divenuto
        cosciente di una realtà esterna, accolta dal suo Io, grazie ad un
        cammino di autocoscienza.
        La coscienza di tutto quello che è esterno,rispetto al mondo interiore,
        dipende dai contenuti del corpo astrale.
        Quando questo genere di
        coscienza viene generato dall’Io
        che ha superato il dubbio, sanato le ferite determinate da errori ed ha
        purificato il proprio mondo di brame, istinti, passioni, soltanto allora
        la coscienza diviene  a u t o c o s c i e n z a.
        Allora soltanto il
        piccolo io individuale supera i propri confini, fluendo e abbracciando il
        mondo esterno senza perdere la sua unicità.
        Fra la prima e la seconda domanda si svolge quasi tutta la vita del
        Parsifal, per quanto riguarda la sua evoluzione terrestre entro quel
        periodo storico.
Il
        poema del Parsifal, il modo tramite il quale vive la sua vicenda 
        è un archetipo per qualsiasi cammino spirituale rivolto al Bene,
        cammino che ciascun uomo può compiere, quando questo 
        rientri nel suo destino come predisposizione, e se liberamente lo
        voglia.
        La chiamata del destino è la possibilità di porre la domanda
        giusta al momento giusto: ciò avviene
        quando  la corrente del
        passato karmico si incontra con l’incessante forza germinante del
        tempo presente, la cui essenza sostanziale è 
        Nella vita di ciascun
        essere umano, questo incontro viene donato 
        come possibilità più di una volta, e si ripeterà finchè
        l’essere umano non sarà maturo. Così egli saprà cogliere la
        possibilità, trasformandola in
        esperienza, all’interno di un processo che supera la mera coscienza
        del mondo esterno, permettendogli di raggiungere l’autocoscienza. 
        
        L’incontro del nostro
        passato con il presente è un momento fondamentale che riguarda il
        riconoscimento di ciò che dobbiamo compiere in questa vita per poter
        proseguire la nostra evoluzione.
Ciascun uomo scende
        dai Mondi Spirituali con la propria “missione” da compiere, ma
        questa conoscenza  non è
        facilmente percepibile in tutta chiarezza da ciascun uomo, in quanto
        essa giace nel grembo dell’Io la cui natura spirituale, quando affonda
        nella fisicità, viene oscurata dalla materia.
        La pura luce spirituale si sacrifica condensandosi e divenendo in tal
        modo materia. 
        Ma in particolari momenti della vita, spesso coincidenti con naturali
        passaggi biografici, la luce incatenata nella materia, improvvisamente
        si libera, illuminando come un lampo il nostro mondo interiore - nella
        fattispecie la nostra anima -  investendo
        nella successione temporale il nostro pensare, sentire e volere. 
        Il passaggio però dal pensare
        al sentire e da quest’ultimo
        al volere non è una acquisizione naturale, ma
        conquista individuale.
        Il 
        lampo della luce è dono, il riconoscimento di ciò che essa illumina: conquista.
        L’essere umano durante il primo periodo di vita, che coincide con il
        tempo dell’educazione proveniente dall’esterno (genitori e scuola) 
        termina all’incirca attorno ai diciotto, diciannove anni. Il
        giovane uomo acquisisce soprattutto abitudini di pensiero e di comportamento, mentre il mondo dei
        sentimenti colora con una impronta  individuale
        tutte le sue acquisizioni ed esperienze.
        In questo primo periodo di vita
        caratterizzato dall’educazione familiare e dall’insegnamento
        scolastico obbligatorio, l’uomo compie il passaggio dallo stato di
        ignoranza  ( non
        conoscenza), che potrebbe anche essere denominato innocenza, a prime esperienze
        soprattutto interiori che conducono a iniziali conoscenze
        del mondo esterno, queste ultime, nella pubertà spesso sono
        accompagnate da sofferenza, dolore.
        Allora poi negli anni successivi, con i primi barlumi di coscienza
        determinati da una sempre più accentuata centralizzazione dell’Io
        nell’interiorità, sorgono le prime domande: 
-chi sono io? 
        -come mi pongo di fronte al mondo ?
        - come posso collegarmi con gli
        altri?           
        
Queste prime domande
        riguardanti il proprio io, il vasto mondo, l’umanità che circondano
        il giovane uomo, sono quesiti che sorgono naturalmente e che toccano le
        prime manifestazioni - percepibili interiormente - del Karma proveniente
        dal passato.
        Grazie alla spinta di queste archetipiche domande, il giovane uomo
        attorno ai vent’anni, libero da vincoli educativi, comincia ad andare
        nel vasto mondo per fare esperienze sempre più numerose e molteplici
        alla ricerca di se stesso, del proprio Io.
        In questo momento della vita, il problema più importante da risolvere
        è quello di dare una base materiale (lavoro) alla propria esistenza per
        poter proseguire l’evoluzione del proprio mondo interiore. Essa, non
        più oramai determinata dall’educazione famigliare o scolastica, verrà
        portata avanti dal giovane uomo stesso. Si può 
        denominare con più esattezza questo processo con il termine:
        autoeducazione.
        Soltanto un processo di autoeducazione potrà permettere al giovane uomo
        di arrivare alla sintesi esistenziale:
Io Mondo esterno                        
         Io Mondo interno
        Io Umanità.                                   
        Io Mondo Spirituale.
Avviare il processo
        di autoeducazione significa anche permettere al proprio Io di incontrare
        il proprio Sè Spirituale e questo incontro può avvenire grazie alla
        “domanda del Parsifal”; questo incontro è lo svelamento della
        propria missione in questa vita terrestre.
        Giungere alla maturazione di questa domanda e porla, è una situazione
        completamente individuale, che si verificherà anche in rapporto al
        grado evolutivo karmico di ciascuno e al conseguente cammino di ricerca
        delle proprie origini spirituali e delle mete future, vivendo giorno
        dopo giorno il presente tempo terrestre.
        Il passaggio da giovane uomo a uomo può avvenire confrontando
        l’iniziale struttura pensante costruita durante il periodo educativo,
        con le esperienze che si fanno nella vita di tutti i giorni per iniziare
        ad acquisire conoscenze tramite processi di autoeducazione.
        Questo processo avviene nel periodo mediano della vita - dai 21 ai 42 
        anni- quando l’Io si centralizza sempre più nell’Anima
        collegando le sue forze di pensare, sentire, volere alle qualità:
dell' Anima
        senziente,
        dell’ Anima attiva nel sentimento e razionale,
        dell’ Anima di coscienza.
Quando l’Io
        accoglie il calore dell’Impulso Cristico e la luce dello Spirito del
        tempo, Michele, divenendo centro dell’Anima - periodo dello sviluppo
        dell’anima di coscienza - allora diviene possibile che la sostanza
        delle esperienze compiute, vissute, sofferte, gioite nel vasto mondo,
        trapassino nel mondo interiore divenendone essenza spirituale
        individuale.
        Quest’ultima condizione è la condizione ideale, affinchè possa
        essere posta “la domanda del Parsifal”.
        Se ciò non avviene significa che il cammino dell’Io dall’inizio
        fino a questo punto della vita ha subito qualche intoppo
        Questo cammino avviene dall’esterno verso l’interno.
        All’inizio della vita l’Io agisce più dall’esterno plasmando il
        corpo fisico modellandolo in conformità al cammino di vita che dovrà
        percorrere: poi nel proseguo l’Io si collegherà sempre più con
        l’interiorità dell’essere umano plasmandola secondo le sue
        esigenze. 
        La maturazione della domanda e la sua formulazione possono avvenire
        soltanto quando ,soprattutto durante il settennio dell’anima di
        coscienza  - dai 35 ai 42
        anni -  l’uomo nella
        pienezza della sua maturità  guarderà
        all’indietro il percorso della sua vita e, se sarà in grado, 
        provvederà a rimuovere gli eventuali blocchi determinati
        dall’educazione e correggerà gli errori dipesi dall’autoeducazione.                                        
        
Con “la domanda del
        Parsifal” si può finalmente giungere alla coscienza del perchè siamo
        scesi sulla terra  e dare un
        significato al cammino percorso fino a qui attraverso i suoi più
        importanti momenti già indicati.
        Poi grazie alla presa di coscienza della propria venuta terrestre diverrà
        possibile collaborare a realizzazioni e compiere 
        realizzazioni che si rifaranno e saranno sostanziate dal grado di
        coscienza raggiunto.
        Quando le realizzazioni originano da quest’ultima forza di coscienza,
        allora esse terranno conto non soltanto dell’Io, ma anche del Tu.
        E’ una aggiunta superflua parlare di Io e anche di Tu, perchè quando
        ci si collega con l’Io -superiore-, esso ha già in sè anche il Tu. 
        La coscienza facendo parte della sostanza dell’Io, permette a
        quest’ultimo di dilatarsi aldilà dell’egoità abbracciando il tutto.Questo
        avviene perchè 
        Le realizzazioni che seguono alla “domanda del Parsifal” sono
        conseguenze delle risposte che ritornano a chi ha posto la
        “domanda”.
        La risposta alla “domanda”, che sorge dalle profondità della
        coscienza del mondo esterno - azione del corpo astrale- e dalla
        coscienza dei contenuti del proprio mondo interiore - autocoscienza
        quale risultato dell’azione dell’Io - ha nella sua intrinseca
        struttura sempre una colorazione di volontà. Quest’ultima tenderà 
        a stimolare o creare realizzazioni che manifestino gli
        intendimenti del Mondo dello Spirito, affinchè possano beneficiare e
        aiutare il maggior numero di uomini e non soltanto colui il quale
        permette allo Spirituale di agire.
        Il periodo della vita umana che va dai 49 ai 63 anni è il più creativo
        nei riguardi del mondo esterno per chi ha compiuto un cammino in
        conformità con le aspettative dei Mondi Spirituali.
Quando l’uomo ha
        compiuto un tale cammino evolutivo terrestre è giunto al punto ove è
        avvenuta la trasformazione delle forze dell’Anima, ove è avvenuta
        l’elevazione dell’Anima verso lo Spirito e per ogni singolo uomo,
        che sia stato in grado di raggiungere questo vertice, ciò significa che
        l’Anima si è posta in perfetta consonanza con 
        l’Io Superiore.
        Facente parte dell’elevazione dell’Anima verso l’alto è anche
        l’intrinseco processo di metamorfosi delle capacità d’Amore
        dell’uomo. Questo processo avviene liberando l’Amore dalle esigenze
        del corpo, che si manifestano in istinti e gratificazioni dell’io
        inferiore, per sua natura egoistico, elevandolo alle altezze
        dell’Amore per l’Umanità, passando per l’Amore per l’Io altrui.
        Quest’ultimo è inteso come incontro consonantico dello Spirito
        individuale di un uomo:  si
        tratta cioè di un Io che, nell’incontro con un altro Io, lo riconosce
        Spiritualmente affine e quindi apparentato aldilà di qualsiasi legame
        di sangue, nazionalità, stirpe, razza, sesso.
        Quando l’Amore finalmente liberato dalle limitazioni dell’io
        inferiore vola alle altezze dell’Io Superiore, viene accolto dall’Io
        Superiore come parte della sua stessa essenza e rinasce in Esso ad un
        altro livello.
        La manifestazione sul piano terrestre è 
Secondo le parole di
        Rudolf Steiner: “Saggezza è Amore rinato nell’Io”
        Tre sono i livelli di saggezza terrestre:
        1)  Saggezza che nasce da
        un sereno ed equilibrato riconoscimento del valore oggettivo delle
        2)  L’essere in grado di
        provare Amore per l’Io altrui.
        3)  Giungere a provare Amore
        per l’Umanità tutta.   
        
Raggiungere il terzo
        livello è capacità  attualmente
        di pochi, anzi pochissimi esseri umani. E’ una possibilità che potrà
        essere invece di molti nel prossimo futuro.
        Il secondo livello è già raggiungibile invece nel presente - almeno
        come potenzialità- per molti uomini.
        Il primo livello è alla portata di tutti.
        Ma come per il raggiungimento della Coscienza, così anche per il
        conseguimento 
DOMANDA 
        DI  PARSIFAL 
che, posta nel modo
        corretto, gli permise di divenire Re del Castello del Graal.